La Stampa - 06.03.2020

(Marcin) #1
.

EMANUELA MINUCCI

C


ome ci erano finiti,
nel 1939, a San
Francisco, la Ma-
donna della seggio-
la di Raffaello, il
Tondo Pitti di Mi-
chelangelo e la Nascita di Vene-
re di Botticelli? Non si trattava
di un furto, ma di una mostra
allestita per motivi propagan-
distici alla Golden Gate Inter-
national Exposition. Mentre il
mondo era sull’orlo del precipi-
zio, 27 capolavori del Rinasci-
mento partirono da Genova
sul transatlantico Rex, senza
alcuna copertura assicurativa,
per tornare in patria alle soglie
dell’entrata dell’Italia in guer-
ra. Una storia vera raccontata
da Lorenzo Carletti e Cristiano

Giometti in Raffaello on the
road (Carocci, 2016). Scritto
in chiave romanzesca, il libro
tratta un tema che, a distanza
di 90 anni, è di grande attuali-
tà: gli effetti collaterali di una
certa bulimia espositiva, con i
capolavori utilizzati come am-
basciatori di un Paese e volano
economico scandito a colpi di
«fee». Il dilemma su cui si inter-
rogano studiosi e responsabili
dei musei è quindi: «prestare o
non prestare» opere che sono
il Dna di una collezione?

Un fenomeno in crescita
Se nel settembre scorso fece di-
scutere la partenza dell’Uomo
vitruviano dalle Gallerie
dell’Accademia di Venezia alla
volta del Louvre, oggi sul ban-

co degli imputati del prestito
facile sono saliti due musei:
prima gli Uffizi e il suo diretto-
re Eike Schmidt con il prestito
del Leone X di Raffaello alle
Scuderie del Quirinale, che ha
portato alle dimissioni del suo
comitato scientifico, e, qual-
che giorno dopo, il museo na-
poletano di Capodimonte. Il di-
rettore Sylvain Bellenger è sta-
to molto criticato per aver con-
cesso 40 pezzi tra cui la Flagel-
lazione di Caravaggio e l’Antea
del Parmigianino a Forth Wor-
th (Texas) per la mostra «Car-
ne e sangue, i capolavori italia-
ni del museo di Capodimon-
te». Il fenomeno dei prestiti,
dunque, soprattutto quando
pezzi che costituiscono il patri-
monio genetico di un museo
sono diretti all’estero, infiam-
ma il dibattito.
Secondo i dati forniti dal Mi-
bact, il volume delle movimen-
tazioni per prestiti in Italia e
all’estero è cospicuo, e in sali-

ta. Nel 2018 sono volate nel
mondo 9.600 opere per 655
mostre, mentre nei primi tre
mesi del 2019 sono già espa-
triati 4.200 pezzi per andare
ad arricchire 333 mostre. Su
questi numeri il mondo della
cultura si divide: tra chi sostie-
ne che l’opera d’arte è un patri-
monio dell’umanità, messag-
gera di civiltà, e chi contesta
un’idea di museo inteso come
«deposito di capolavori da
asporto a beneficio quasi esclu-

sivo di chi li gestisce come ta-
li». Sono parole dello storico
dell’arte Tomaso Montanari,
membro dimissionario del co-
mitato scientifico degli Uffizi.
Ogni prestito, argomenta, so-
prattutto all’estero, deve esse-
re super-ponderato: «A impor-
ci quest’attenzione è la legge,
precisamente l’articolo 66 del
Codice dei Beni culturali, che
prescrive che non possono in
nessun caso uscire dal territo-
rio nazionale le opere che co-

stituiscono il fondo principa-
le dei musei. In questo mo-
mento, per esempio, il fondo
principale di Capodimonte è
in parte in Texas, mentre
Trump annuncia di voler chiu-
dere i voli con l’Italia per il co-
ronavirus: è chiaro cosa po-
trebbe succedere?».
Il direttore degli Uffizi Eike
Schmidt difende la sua scelta:
«Rivendico pienamente il pa-
triottismo della decisione, in
difformità con quanto suggeri-

to dal comitato consultivo: la
grande mostra su Raffaello sa-
rà quest’anno un motivo d’or-
goglio dell’Italia nel mondo in-
tero, non poteva fare a meno
del Leone X, capolavoro in otti-
ma salute e in perfetta condi-
zione di viaggiare dopo esse-
re stato restaurato all’Opificio
delle Pietre Dure». Conclude:
«Rispetto al Louvre ho sem-
pre detto che non abbiamo
un’unica Gioconda, ma tante.
Per ragioni di tutela oltre che

identitarie, abbiamo deciso di
non prestare i tre dipinti su ta-
vola di Leonardo al Louvre. Di
certo non sposteremo mai i
due capolavori di Botticelli, la
Venere e la Primavera. Non
avrebbe alcun senso».
Christian Greco, direttore
del Museo Egizio di Torino, re-
duce da molti successi interna-
zionali tra cui una mostra a
Rio de Janeiro con 140 reperti
torinesi che hanno attratto
ben 4 milioni di visitatori e una
seconda rassegna appena inau-
gurata a San Paolo, spiega che
ogni prestito è una storia a sé e
che è «necessario considerare
ciascuna situazione con le sue
specificità, valutando sempre
il progetto scientifico e l’attivi-
tà di ricerca correlata». Ma sot-
tolinea anche: «Non v’è dub-
bio che ci siano pezzi caratte-
rizzanti per una collezione,
che devono essere ritenuti ina-
movibili: per il Museo Egizio
lo è la tomba di Kha».

”Patrimonio dell’umanità”
Se fosse stato al posto di Sch-
midt o di Bellenger, Greco si
sarebbe comportato nello stes-
so modo: «All’Egizio, innanzi-
tutto, investiamo costante-
mente nell’aggiornare l’esposi-
zione con lo studio e la ricerca,
fulcro della nostra attività. Al
contempo, sviluppiamo mo-
stre temporanee e itineranti -
ne è un esempio quella in cor-
so in Brasile - e concediamo
prestiti a istituzioni italiane e
straniere nel rispetto delle esi-
genze conservative degli og-
getti, a fronte di una rigorosa
valutazione del progetto scien-
tifico. Qui risiede il senso dell’i-
namovibilità di quelle opere
rappresentative e identitarie
per una collezione».
A proposito di opere identi-
tarie. Secondo il direttore del
museo di Capodimonte, Bel-
lenger, i 140 pezzi prestati al
Texas non impoveriscono la
collezione, ma ne rivalutano
l’immagine a livello internazio-
nale: «Chi ha parlato di un dan-
no per il museo ha mosso un ri-
lievo insensato. Le opere sono
uscite per una mostra che ha
come obiettivo quello di far co-
noscere la nostra migliore arte
all’estero: per far crescere il nu-
mero di visitatori e circolare
l’eccellenza della nostra istitu-
zione». Un’iniziativa, dunque,
le cui ricadute benefiche inve-
stono tutta la città di Napoli.
E restando a Napoli, Paolo
Giulierini, direttore del Mann,
Museo Archeologico Naziona-
le (che da solo copre il 75% dei
prestiti del Mibact, grazie agli
straordinari depositi in grado
di alimentare decine di mostre
in tutto il mondo senza impo-
verire le collezioni permanen-
ti), spiega che nulla a parer
suo è inamovibile, «sempre
che esista un perfetto stato di
conservazione dell’opera, e in
occasioni come mostre di ele-
vato contenuto scientifico,
grandi operazioni internazio-
nali, finanziamenti di restau-
ri». Con una considerazione
aggiuntiva: «Va ricordato che
quasi tutte le opere dei nostri
musei sono state realizzate in
imperi, regni o potentati estra-
nei all’Italia d’oggi, e vanno
quindi considerati patrimonio
dell’umanità». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

C

i sono due lezioni
che ho imparato
dai politici. La pri-
ma è il culto della
durata. Della resi-
stenza. Della resi-
lienza. La seconda è che la du-
rata richiede misura. Non peni-
tenza, né astinenza. Misura.
Noi non siamo impiegati,
funzionari, dirigenti. Noi capi
di gabinetto di carriera sappia-
mo bene che una parte non me-
no importante del nostro lavo-
ro non è nel ministero. È fuori,
è oltre. Nell’ora tarda e incerta
in cui le luci degli uffici affievo-
liscono, i computer portatili si
ripongono. E i telefoni vibra-
no, dolcemente silenziati. (...)
io cerco di essere scientifi-
co. Ci sono tanti parametri da
osservare nella scelta dei po-
sti da frequentare. L’istituzio-
ne coinvolta è il principale. E
sopra tutte c’è sempre il Quiri-
nale. Toglietemi tutto, ma

non la Festa della Repubblica
al Quirinale.
Una ventina di giorni prima
viene recapitato l’invito, sotto
forma di cartoncino pergame-
nato con il simbolo della presi-
denza della Repubblica. Se
sei al governo, te lo aspetti. Se
sei rimasto fuori, triboli. Per
cui quando arriva è una soddi-
sfazione. E devi confermare
la tua presenza. Con la possibi-
lità di portare un ospite. Uno
o una, s’intende. La moglie è
la scelta più canonica. I figli
no, perché i minorenni non so-
no ammessi.
Quando al Quirinale arriva
il gran giorno, le macchine si
parcheggiano sulla grande
piazza che divide il palazzo da
quello della Corte costituzio-
nale. Dall’alto la distesa di au-
to blu è impressionante, anche
se negli ultimi anni parecchi
hanno preso l’abitudine di arri-
vare a piedi. A favore di teleca-
mere. Fa chic e non impegna.
L’ingresso è comunque rigo-
rosamente a piedi, per tutti. A
questo punto devi scegliere il
momento in cui entrare. Se
vuoi finire nelle gallerie foto-
grafiche, ti conviene seguire
un ministro o una personalità

istituzionale. Lo scatto è assicu-
rato. Se vuoi tenerti sobrio, me-
glio accodarsi a qualche ammi-
raglio in divisa. Sono tutti
uguali, nessuno li riconosce.
Dopo il controllo sotto il me-
tal detector, tipo aeroporto, at-
traversando il grande cortile fi-
nalmente approdi sulla terraz-
za mozzafiato. Tutta Roma è ai
tuoi piedi e la sensazione è di
magica onnipotenza. Tavolini
e capannelli di gente dapper-
tutto. Ai bordi il gran buffet.
Ricco, al punto da sembrarmi
un po’ raffazzonato. Troppi vi-
ni diversi, non sempre di quali-
tà. E paninetti da festa di pae-
se, anche se con la P maiuscola.
Ma pare che le vivande siano
gentilmente offerte alla presi-
denza della Repubblica, e quin-
di non è il caso di sottilizzare.
A un certo punto si forma la
fila per salutare il capo dello
Stato. Nel 2018 è accaduto
qualcosa di inedito. Il governo
Conte I si era formato da po-
che ore e non tutti avevano
avuto il tempo di prendere di-
mestichezza con il nuovo presi-
dente del Consiglio. E allora,
incredibilmente, si erano crea-
te due file. Una per salutare
Mattarella, l’altra per stringe-

re la mano a Conte. Io mi sono
trattenuto ai bordi delle due fi-
le. Quello era il momento mi-
gliore per intercettare i nuovi
ministri pentaleghisti. Il 90
per cento esordienti, sia al go-
verno sia al Quirinale, e com-
prensibilmente storditi e non
meno improvvisati del pre-
mier. Pubbliche relazioni ne-
cessarie a entrare in sintonia
con i nuovi potenti, bisognosi

di nominare gli staff, e a farsi
vedere dai giornalisti. La festa
al Quirinale è infatti l’unico
momento in cui a loro è con-
sentito di mischiarsi con noi.
In quel pomeriggio si scopro-
no le carte. Si vede chi sei, chi
conosci, quanto vali in questo
specialissimo mercato. Come
te la cavi con un presidente
emerito che si diffonde sull’ulti-
mo suo saggetto nella rassegna
di giurisprudenza costituziona-
le e con un campione olimpico

che racconta della rimonta che
valse l’oro.Un doveroso bacia-
mano a Silvana Sciarra e Daria
de Pretis, giudici della Corte co-
stituzionale. E un vigoroso ab-
braccio con Marco Tardelli,
guizzante tra i banchetti del be-
verage come dopo l’eroica cor-
sa sul prato del Bernabéu.
Qualche anno fa la conside-
razione del mio ministro (di si-
nistra) schizzò all’insù quan-
do, interrompendo un’alata
dissertazione sulla più recente
sentenza della Corte di Stra-
sburgo, mi vide salutare con
un doppio bacio sulle guance
la soave attrice Paola Cortelle-
si. Simmetricamente, un altro
ministro (di destra), si ralle-
grò ostentando complicità ma-
schile dopo avermi notato in af-
fettuosa conversazione con
una Valeria Marini che, assicu-
ro, non passava inosservata.
Al Quirinale i politici anco-
ra poco «romani» misurano
che tu puoi essere più che un
valido capo di gabinetto. Puoi
presentargli un Nobel, un
Oscar, uno Strega.
Puoi essere un passe-par-
tout. Puoi essere il loro campio-
ne del mondo. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

I RECENTI PRESTITI DAGLI UFFIZI E DA CAPODIMONTE ACCENDONO IL DIBATTITO. I DIRETTORI DEI MUSEI RISPONDONO ALLE CRITICHE

Capolavori on the road

Prestarli o no? E se sì, con quali limitazioni?

PAOLO GIULIERINI
DIRETTORE DEL MANN
DI NAPOLI

IL LIBRO DI GIUSEPPE SALVAGGIULO DÀ VOCE AL RACCONTO DI UN GRAND COMMIS DELLO STATO

Arcana Imperii e gossip pepati


Il potere visto dal capo di gabinetto


1

CHRISTIAN GRECO
DIRETTORE DEL MUSEO EGIZIO
DI TORINO

Nulla è inamovibile,
purché l’opera sia
in perfetto stato di
conservazione e per
mostre di alto livello

Le regole del Mibact

TOMASO MONTANARI
STORICO DELL’ARTE

LAPRESSE

Festa della Repubblica
Lì si vede chi sei,
chi conosci, quanto
vali sul mercato

LE RAGIONI PER IL NO

«Io non faccio qualcosa. Io sono qualcosa. Io sono
il volto invisibile del potere. Io sono il capo di gabi-
netto». Così si presenta l'anonimo grand commis
autore del libro Io sono il potere (Feltrinelli, 288
pp, 18 euro). Le sue confessioni, raccolte dal gior-
nalista della Stampa Giuseppe Salvaggiulo, rac-
contano da una prospettiva originale, con aneddo-
ti e retroscena inediti, trent'anni di potere italia-
no, dentro e fuori i palazzi. Nomi, riti, gaffe e tra-

me non solo delle alte cariche istituzionali, da Giu-
lio Andreotti a Giuseppe Conte, ma di chi sopravvi-
ve nella penombra del potere: avvocati dello Sta-
to, magistrati di Consiglio di Stato e Corte dei con-
ti, funzionari parlamentari. Che abitano le antica-
mere, attraversano le stagioni e governano gli affa-
ri pubblici più (e meglio, rivendicano con orgoglio-
sa civetteria) dei politici. Il brano che pubblichia-
mo è tratto dal capitolo La grande bellezza.

Fragilità dell’oggetto o sensi-
bilità all’esposizione alla lu-
ce (opere su carta, tessili) o il
fatto che ha viaggiato trop-
po in tempi recenti

5

1

Restrizioni legali poste su
un oggetto dal proprieta-
rio, dal donatore o dallo sta-
tuto del museo

Il soggetto della mostra è
troppo limitato o troppo
commerciale per far viag-
giare un oggetto

2

Lo scopo dell’oggetto nella
mostra non è chiaro o la ne-
cessità di includerlo non
abbastanza dimostrata

3

Non c’è fiducia nel valore
aggiunto di prestare l’og-
getto

4

Quello era il momento
migliore per
intercettare i nuovi
ministri pentaleghisti

ANSA/GIANDOTTI
Il presidente Sergio Mattarella riceve per la Festa della Repubblica sindaci di paesi terremotati (2017)

Mostrare oggetti (o opere
di artisti) che di rado o mai
lasciano i depositi e quindi
renderli accessibili per go-
dimento e studio

5

Rendere un oggetto dispo-
nibile per un proposito edu-
cativo e coinvolgere nuovo
pubblico

Riunire temporaneamente
parti di oggetti che il tempo
ha separato

75 %
dei prestiti annuali
del Mibact proviene
dalle collezioni
e dai depositi del Mann

Nel 2021 la tv via Internet

supererà il digitale terrestre

FRANCESCO SPINI

Sì ai prestiti, a fronte
di progetti scientifici
validi. Inamovibili
le opere identitarie
per la collezione

TM

TEMPI

MODERNI

CULTURA, SOCIETÀ
E SPETTACOLI

Il Leone X di Raffaello da Firenze alle Scuderie
del Quirinale, Caravaggio da Napoli al Texas.
C’è chi protesta: i prestiti vanno super-ponderati

In una foto scattata nel settembre 2018 alla Pinacoteca di Brera, la Cena in Emmaus di Caravaggio, imballata, parte per una mostra al Musée Jacquemart-André di Parigi

9600
i pezzi prestati
dai musei italiani
per 655 mostre
all’estero nel 2018

Per legge non
possono uscire
dall’Italia le opere che
costituiscono il fondo
principale dei musei

Occorre segnarsi una data, il 2021. Sarà
l’anno del grande sorpasso anche in Ita-
lia, quello in cui la tv via Internet, che og-
gi pesa per il 43%, supererà il digitale
terrestre. Raggiungerà 9,2 milioni di
abitazioni e una quota del 55% della tor-
ta tv. Nella pay tv il sorpasso è già avve-
nuto nel 2019, sottolinea una ricerca cu-

rata dall'Area Studi di Mediobanca, ci-
tando dati di It Media Consulting. In Ita-
lia il giro d’affari del comparto radiotele-
visivo, stando ai dati del 2018, è di 9 mi-
liardi di euro, in crescita dell’1,7% ri-
spetto al 2017. La tv privata è una tv a
maggioranza americana: Sky, Disney,
Discovery, Viacom, Fox in tutto assom-

mano ricavi per 3,98 miliardi, contro i
3,459 di Mediaset (quella guidata da
Pier Silvio Berlusconi, nella foto, è la pri-
ma tv per ricavi se si conta la presenza in
Spagna) e La7. Quella pubblica, con la
Rai, ha il canone più basso tra i maggiori
Paesi europei: 0,25 euro al giorno per
abbonato contro una media di 0,37 eu-

ro. Per il futuro la tendenza sarà di gran-
di aggregazioni per fronteggiare i colos-
si della Rete. Tra il 2014 e il 2018 le tv
private europee sono cresciute in fattu-
rato mediamente del 9,2%, ma a balza-
re sono stati Netflix (+80,3%), Amazon
Prime (+63,9%) e Dazn (+10,6%). —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

LE RAGIONI PER IL SÌ

Contribuire a una mostra
importante

Arricchire la conoscenza di
un particolare oggetto

2

3

4

20 LASTAMPAVENERDÌ 6MARZO 2020

TM
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