Il Sole 24 Ore Venerdì 3 Aprile 2020 13
Economia
Imprese
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Confindustria nautica
presenta al Governo un piano
per la riapertura graduale
delle attività e una relazione
che raccoglie i numeri sugli
effetti del lockdown
Nautica
Cantieri fermi
al 90%, sono
a rischio
5mila posti
La produzione ai livelli del ’
Marzo -17% rispetto a febbraio
INDUSTRIA
L’Ifo di Monaco di Baviera
stima una contrazione
dell’,-,% per l’Italia
Csc: con la chiusura del %
di imprese manifatturiere,
atteso un -% in tre mesi
Luca Orlando
In quell’anno l’Italia piangeva le
stragi delle Brigate rosse. A San Pie-
tro arrivava il primo Papa non italia-
no. E poi si ballavano i Bee Gees, al
cinema era l’ora di John Travolta in
Grease, di De Niro nel Cacciatore.
Un altro mondo, insomma. Che gli
ultimi numeri della produzione in-
dustriale vanno a riproporre, ripor-
tandoci indietro a quei tempi, al
marzo del .
Da allora, pur certamente tra
crisi petrolifere e valutarie, alti e
bassi dettati da svalutazioni inter-
ne e quasi-default dei debiti sovra-
ni, l’output industriale non era
mai tornato così indietro. Accade
ora, nelle valutazioni del centro
studi di Confindustria, che sulla
base delle prime indicazioni in ar-
rivo dal sistema produttivo stima
per marzo un calo inedito della
produzione industriale.
Devastante, come nelle attese,
l’effetto del Covid- sulla produzio-
ne manifatturiera, che nelle stime
del Centro studi di Confindustria ar-
retra a marzo del ,% rispetto al
mese precedente, del ,% rispetto
allo stesso mese del .
Dati non certo imprevisti, con il
mercato dell’auto (-%) a fare da
apripista a quello che da qui in avan-
ti sarà in termini statistici un quadro
coerente solo con un evento bellico.
La produzione industriale nel
primo trimestre è vista in calo del
,%, il dato peggiore da undici anni.
Con la quasi certezza che il futuro a
breve non potrà che essere peggio-
re, con un calo possibile di punti
tra aprile e giugno.
Le prospettive - spiega la nota
di Confindustria - sono infatti in
forte peggioramento. Per il se-
condo trimestre, anche in conse-
guenza della chiusura di circa il
% delle imprese manifatturie-
re, la caduta dell’attività potrebbe
raggiungere il %.
Con il risultato, per l’industria, di
offrire un contributo negativo alla di-
namica del prodotto interno lordo,
previsto in riduzione del ,% nel pri-
mo trimestre, del ,% nel secondo.
Al netto del diverso numero di
giornate lavorative il calo dell’ou-
tput di marzo rispetto a febbraio è
del % ma a contare più che mai
oggi è il dato grezzo, che di fatto
certifica l’evaporazione di un terzo
dell’output.
Conseguente è anche la dinamica
degli ordini, che in volume a marzo si
riducono del ,% rispetto a febbraio,
calo che su base annua sale al ,%.
Se confermato dai dati Istat, il
crollo dell’attività stimato per mar-
zo (-,%) rappresenterebbe il più
ampio calo mensile da quando sono
disponibili le serie storiche di pro-
duzione industriale, cioè dal .
Portando i livelli assoluti in linea
con quanto accadeva a marzo .
L’arretramento stimato nel primo
trimestre sarebbe invece il più ampio
dall’inizio del , nel pieno del-
l’esplosione della grande crisi finan-
ziaria globale innescata della bolla
dei mutui subprime negli Stati Uniti.
Le misure di contenimento e
contrasto del virus - spiega la nota
- hanno determinato un doppio
shock negativo: dal lato della do-
manda, con il rinvio delle decisio-
ni di spesa dei consumatori, la
chiusura di numerose attività
commerciali, l’azzeramento dei
flussi turistici; dal lato dell’offerta,
con il blocco di numerose attività
produttive. Con il risultato di avvi-
tare l’economia italiana in una re-
cessione che sarà profonda e la cui
durata dipenderà dai tempi di
uscita dall’emergenza.
Fino a febbraio l’impatto delle
misure di contenimento della dif-
fusione in Italia del Covid- ri-
sulta essere ancora limitato nel-
l’industria. A marzo la situazione
è rapidamente peggiorata, in li-
nea con l’aumento dei contagi,
con la chiusura del % delle atti-
vità industriali (% della produ-
zione) a partire dal marzo. E il
restante % di imprese , con l’ec-
cezione di alimentari e farmaceu-
tica, a lavorare ad un ritmo co-
munque molto ridotto. Per effetto
della ridotta domanda, delle diffi-
coltà della logistica, del parziale
blocco delle attività nei principali
partner commerciali.
Anche se le indagini qualitative
non intercettano del tutto il quadro
creato con gli ultimi provvedimenti
il trend è comunque chiaro: il PMI
manifatturiero è sceso sui valori
più bassi da undici anni (a ,, da
, di febbraio), con produzione ai
minimi storici (,) e nuovi ordini
sui livelli della primavera
(,). Così come ai minimi dal
è la fiducia delle imprese.
A conferma della drammatici-
tà del momento - osserva Con-
findustria - vi sono anche le sti-
me dell’istituto tedesco di ricerca
economica Ifo. Che nell’ipotesi di
una chiusura parziale dell’attivi-
tà economica in Italia per due
mesi stima un calo del Pil tra e
, punti percentuali, a seconda
dello scenario.
Con ogni settimana aggiuntiva di
estensione dello stop ad aggravare
la situazione tra lo , e l’,% del
prodotto. Ipotesi anche più cupe ri-
spetto a quanto stimato mercoledì
da Viale dell’Astronomia.
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AGF
La produzione meccanica. Le aziende del settore stanno perdendo 900 milioni di ricavi al giorno
Con l’accordo raggiunto ieri da UniCredit e Fabi, First,
Fisac, Uilca e Unisin in questa fase di difficile emer-
genza sanitaria, si apre uno spiraglio di luce anche sul
futuro occupazionale del paese. Ci saranno infatti
. assunzioni di giovani e stabilizzazioni a
tempo indeterminato di apprendisti, per i quali è pre-
visto un contributo al % al fondo pensione per i primi
anni. Oltre a . uscite volontarie e incentivate,
attraverso il Fondo di solidarietà che consentono al
gruppo di dire che i negoziati sono stati conclusi «in
modo positivo e socialmente responsabile». L’accordo
raggiunto ieri con i sindacati chiude una fase di ten-
sione nelle relazioni sindacali, rispettando quell’equi-
librio di un’assunzione ogni due uscite, chiesto fin
dall’inizio dai segretari generali, a cominciare da Lan-
do Maria Sileoni della Fabi che lo ha sempre conside-
rato una pregiudiziale per l’accordo, Giuliano
Calcagni della Fisac, Riccardo Colombani del-
la First, Massimo Masi della Uilca ed Emilio
Contrasto di Unisin. A questo si aggiunga che
gli esuberi sono stati ridotti dai mila annun-
ciati con la presentazione del piano Team
a ., prevedendo però riqualificazioni
di lavoratori che saranno adibiti a nuovi ruoli
professionali, in linea con lo sviluppo dell’of-
ferta multicanale della banca.
Le uscite avverranno attraverso il fondo di
solidarietà, in arco di piano - quindi nei pros-
simi anni - e saranno volontarie e incentiva-
te. Il numero molto rilevante di esuberi per
l’Italia, previsti dal piano, aveva fatto temere ai sinda-
cati uno spostamento del baricentro del gruppo dal-
l’Italia verso l’Europa. Con l’accordo è stata però con-
fermata la centralità del nostro paese ed è stato previ-
sto anche un rafforzamento. Saranno infatti creati due
Poli nel Sud Italia, in Sicilia e in Campania, con l’ac-
centramento di attività di back office e gestione della
clientela. Oltre al piano occupazionale, gli accordi rag-
giunti ieri chiudono il cerchio anche sul premio collet-
tivo di produttività annuale che sarà di . euro in
welfare o cash, con un aumento del % su base
annua. Inoltre con l’accordo è stato ampliato il già
ampio pacchetto di welfare del gruppo, attraverso
l’introduzione di un congedo di paternità retribuito
di giorni e l’aumento progressivo dell’importo del
buono pasto che verrà portato a euro. Infine sono
state confermate le polizze assicurative e sulla vita ed
è stata introdotta una nuova copertura assicurativa
in caso di premorienza per proteggere i dipendenti
che hanno sottoscritto un mutuo.
—Cristina Casadei
© RIPRODUZIONE RISERVATA
CREDITO
Intesa UniCredit-sindacati,
2.600 assunzioni e uscite
ridotte da 6mila a 5.
Essenziale.
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All’inizio dell’emergenza dovuta al Covid-, il gruppo Lu-
xottica è stato tra i primi a fermare i siti produttivi, a utiliz-
zare lo smart working dove possibile e a fare un accordo
con i sindacati con cui ha condiviso l’uso della cassa inte-
grazione per fare fronte allo stop. L’approccio proattivo
dell’accordo di tre settimane fa, è stato replicato anche ieri
nella nuova intesa - che interessa più di mila addetti -
con Filctem, Femca e Uiltec che consente ai lavoratori di
mantenere al % il potere d’acquisto e introduce nuove
misure di welfare. Per i sindacati «l’accordo è un atto di
responsabilità da ambo le parti». Entrando nel
merito dell’accordo, in premessa va detto che i
manager si autotaglieranno i compensi. A co-
minciare dall’ad del gruppo, Francesco Milleri
che, per tutto il periodo dell’emergenza, avrà un
compenso dimezzato. Anche per mantenere al-
to il senso di appartenenza al gruppo Luxottica
ha condiviso con i sindacati una misura di soli-
darietà verso chi andrà in cig per Covid-: l’ac-
cordo ha previsto l’integrazione al % della
retribuzione netta. A tutti coloro che stanno la-
vorando nelle sedi in Italia verrà poi riconosciu-
to un contributo welfare di euro netti al me-
se spendibili in beni e servizi. Il contributo sarà
calcolato sulle giornate effettivamente lavorate.
Dopo questo blocco emergenziale, il gruppo ha condiviso
con i sindacati di rivedere il periodo di chiusura collettiva
di agosto (da tre settimane a quella di Ferragosto). A tutti
i dipendenti saranno garantite due settimane consecutive
di ferie e una terza da definire tenendo conto delle esigenze
aziendali. Infine, dato che uno dei parametri per il calcolo
del premio è la presenza, azienda e sindacati hanno deciso
di estendere per tutto il periodo della cig lo scomputo delle
assenze per malattia con sintomi riconducibili a Covid-.
—C.Cas.
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PANORAMA
OCCHIALERIA
Luxottica, cig integrata
La meccanica perde 900 milioni di ricavi al giorno al 100% e bonus welfare
MILANO
Centottanta milioni al giorno. Tra
valvole, rubinetti, condizionatori e
caldaie è la stima dei ricavi persi per
l’area della meccanica varia, area qua-
si completamente esclusa dall’elenco
dei codici Ateco per cui è ammessa la
produzione ai tempi del Coronavirus.
Dall’associazione di categoria Anima,
che raggruppa aziende responsabili
di miliardi di euro di ricavi, arriva
un prima stima immediata dell’im-
patto della chiusura, che risparmia in
media solo un’azienda su dieci.
Nel periodo di lockdown, dal
marzo al aprile, si sarebbe così con-
cretizzato un mancato fatturato per
, miliardi di euro, a cui si correla il
rischio di veder scomparire mila
posti di lavoro.
Con impatti ben più ampi allar-
gando lo sguardo all’intero settore
della meccanica italiana, dove il fat-
turato perso ovviamente lievita, sa-
lendo a milioni di euro al giorno:
un conto da nove miliardi di euro nel
periodo di blocco, con mila perso-
ne che per effetto di questo shock
potrebbero vedere compromessa
nelle stime di Anima l’esistenza del
posto di lavoro. Situazione che an-
che alla luce dell’emergenza non è
più ritenuta sostenibile.
«L’annuncio di una chiusura cer-
ta fino al aprile è una catastrofe -
spiega il presidente di Anima Marco
Nocivelli - perché nel frattempo il
mondo resta aperto e i nostri clienti
esteri acquistano altrove. Questa
non è solo una guerra contro il virus
ma anche contro la desertificazione
produttiva: dobbiamo difendere un
asset strategico del nostro paese,
cioè l’industria». Le due settimane di
stop totale per Nocivelli hanno dato
il tempo alle aziende di reperire
strumenti di sicurezza e protezione,
riorganizzare il lavoro, ponendo
dunque le condizioni per un riavvio
in condizioni di garanzia.
«La salute è al primo posto - spiega
- ma visti i numeri è chiaro che dovre-
mo convivere per qualche tempo con
questa situazione. Aggiungo che ria-
prire una fabbrica non è come schiac-
ciare un interruttore: serviranno al-
meno quindici giorni per andare a re-
gime. Ecco perché auspico che la
prossima settimana sia utilizzata per
iniziare a capire come riavviare l’in-
dustria. Facciamo un passo, per di-
fendere asset strategici del Paese».
Le stime di Anima vedono rischi
concreti anche dal lato dell’occupa-
zione, con un calo stimato in po-
sti di lavoro per ogni giorno di fermo
attività. Stop che produce ricadute di-
rette sui ricavi, sulla capacità di auto-
finanziamento, più in generale sulla
tenuta del mercato. «Io lavoro nel
condizionamento - spiega Nocivelli -
dove la stagione si fa da aprile a luglio,
con l’aiuto di moltissimi lavoratori in-
terinali. Che naturalmente in queste
condizioni non possono operare, an-
che per effetto della Cig complessiva.
E nella mia condizione si trovano
tantissime altre aziende. Che peral-
tro, al contrario di quanto previsto dal
decreto, sono assolutamente strate-
giche. Perché nessuna produzione,
per quanto vitale, può proseguire a
lungo senza viti, tubi, raccordi o val-
vole. Tutti settori esclusi dal decreto.
In qualche caso, è vero, si può chiede-
re una deroga al Prefetto. Ma se i for-
nitori poi sono fermi il risultato non
cambia. In sintesi: se si continua così
il Paese va incontro ad un disastro».
Sulla stessa linea l’intera area di
Federmacchine, con il presidente
della federazione Giuseppe Lesce a
chiedere, in una lettera indirizzata al
presidente di Confindustria Vincen-
zo Boccia, di avviare senza ritardi
una Fase. Al termine della scadenza
del aprile definita dall’ultimo
Dpcm - spiega Lesce - dobbiamo
consentire alle aziende per le quali
sussistano le condizioni, di qualsi-
voglia settore manifatturiero, di ri-
prendere le attività produttive.
L'unica imprescindibile e tassativa
condizione è che sussistano sulle li-
nee di produzione, negli uffici e in
qualsiasi angolo delle aziende, ga-
ranzie di igiene e sicurezza che pon-
gano il personale al riparo da ogni
possibile contagio. Noi imprenditori
- aggiunge - ci rendiamo ovviamente
disponibili anche ad esaminare stru-
menti di controllo più stringenti ed
innovativi, per la salvaguardia della
salute dei nostri lavoratori.
La riapertura - spiega Lesce - po-
trà essere utile anche per consentire
un progressivo adattamento genera-
le di condizioni operative per un fu-
turo di convivenza che durerà proba-
bilmente ancora molti mesi. «Richie-
sta - spiega Lesce - che non nasce da
una preoccupazione di “fare bilan-
cio”, ma dalla ben più grave e vivissi-
ma preoccupazione che una pausa
più lunga dell’attuale possa rappre-
sentare per moltissime aziende una
fermata definitiva».
Sulla stessa linea i produttori di
materiale da fonderia riuniti in Asso-
fond, che vedono i primi clienti dirot-
tare altrove le proprie produzioni, tra
Germania e Turchia. «L’errore più
grave è quello di creare una contrap-
posizione tra il profitto e la salute -
spiega il presidente di Assofond Ro-
berto Ariotti - e personalmente que-
sto è qualcosa che mi ferisce: io lavoro
a fianco delle persone, non da un luo-
go diverso. Nel nostro settore vi sono
le massime condizioni di sicurezza
possibili e credo che sia cruciale ri-
partire. Anche perché gli aiuti dello
Stato prima o poi finiscono. E mi
chiedo: se le aziende non lavorano, da
dove arriveranno le risorse?».
—L.Or.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LE IMPRESE
Da Anima le stime sullo stop
Nocivelli: «Ripartire
per evitare il disastro»
MARCO
NOCIVELLI
Presidente
di Anima
ROBERTO
ARIOTTI
Presidente
di Assofond
GIUSEPPE
LESCE
Presidente
di Federmacchine
STIME DELL’IFO TEDESCO
-13,1%
Il calo massimo del Pil italiano
Uno dei principali istituti di analisi
economica in Germania, l’Ifo di
Monaco di Baviera, stima che una
chiusura parziale dell’attività
economica in Italia della durata di
due mesi ridurrà la crescita annua
nel 2020 di 8,0-13,1 punti
percentuali, a seconda dello
scenario. Ogni settimana di
estensione della chiusura
dell’attività economica
determinerà una riduzione
addizionale del PIL per 0,8-1,
punti percentuali. Dunque, la
stima Csc corrisponde allo
scenario «migliore» dell’IFO
5200
LE USCITE
L’accordo
UniCredit e
sindacati prevede
5.200 uscite
volontarie e
incentivate
invece delle 6mila
inizialmente
richieste
dall’azienda
50%
LA RIDUZIONE
I manager del
gruppo Luxottica
si taglieranno
volontariamente
lo stipendio per il
periodo
dell’emergenza
sanitaria. L’ad
Milleri avrà un
compenso
dimezzato