Il Sole 24 Ore - 03.04.2020

(Martin Jones) #1

Il Sole 24 Ore Venerdì 3 Aprile 2020 21


Mondo


Prolungando la sospensione
delle attività lavorative fino a

fine mese, il presidente russo ha
incaricato i leader regionali di

definire le modalità del blocco.


I contagi sono saliti a .


Russia


Putin, più poteri


ai governatori


per gestire


l’emergenza


La conferenza dell’Onu sul


cambiamento climatico di
Glasgow è stata rinviata a data

da stabilirsi e così il pre-


summit che avrebbe dovuto
tenersi a Milano a ottobre

Clima


L’Onu rinvia


la Cop26


in programma


a Glasgow


Sussidi per i disoccupati Usa,


le richieste salgono a 6,6 milioni


LA NUOVA CRISI


Il numero, da Grande


Depressione, è raddoppiato


in una settimana


Secondo molti economisti


i senza lavoro potrebbero


toccare presto il  o %


Marco Valsania


NEW YORK


È allarme rosso per l’occupazione


negli Stati Uniti. Con la pandemia da


coronavirus che imperversa e colpi-


sce imprese e settori che rappresen-


tano fino al % del Pil, in una sola


settimana , milioni di america-


ni, nuovo record assoluto, hanno


presentato domanda di sussidi per


aver perso improvvisamente l’im-


piego. Nei  giorni al  marzo sono


ormai saliti a quasi dieci milioni i la-


voratori fermi, vittime di ondate di


licenziamenti e sospensioni delle


attività di ristoranti e teatri, di turi-


smo e viaggi, di grandi magazzini e


aziende manifatturiere. Un esercito


che ha fatto impallidire il numero


dei sussidi durante tutti i primi sei


mesi della grande recessione di 


anni or sono.


I dieci milioni di nuovi disoccu-


pati, ha stimato Citigroup, sono già


sufficienti a spingere il tasso dei


senza lavoro negli Usa in rialzo di


scatto di sei punti percentuali, al-


meno al ,% dal minimo del ,% di


febbraio.I dati occupazionali men-


sili di marzo, in uscita oggi,sono


previsti in calo ma probabilmente


non rifletteranno ancora simili


traumi, perché legati a informazio-


ni limitate alla prima metà del mese.


Ma aprile comincerà a fare i conti


appieno con nuove decine di milio-


ni di americani senza lavoro, tra at-


tese di un tasso di disoccupazione


che potrebbe marciare verso picchi,


almeno temporanei, variamente


stimati al %-%, % ma forse fi-


no a oltre il %. Un tasso superiore


al % sarebbe più che doppio ri-


spetto ai giorni più cupi della de-


bacle del -. La prospettiva


di un simile terremoto è già conte-


nuta nelle previsioni degli analisti


sui prossimi dati sui sussidi di di-


soccupazione, che dovrebbero con-


tinuare a crescere al passo di  mi-


lioni alla settimana.


Gli oltre sei milioni di domande di


sussidi negli ultimi sette giorni sono


stati doppi rispetto alle attese e an-


che rispetto alle richieste già record


della settimana precedente (rivisti
leggermente al rialzo a , milioni).

La California ha guidato la più re-


cente classifica negativa riportando
mil domande, la Pennsylvania

ha seguito con mila, New York


con mila, il Michigan mila,
Texas e Ohio con oltre mila cia-

scuno, offrendo il quadro di una cri-
si che dilaga dalle coste al Midwest

industriale e al meridione.


Secondo i ricercatori della Fede-
ral Reserve di St. Louis fino a  mi-

lioni di americani potrebbero per-


dere a conti fatti il lavoro, spesso
nelle occupazioni più esposte e fra-

gili quali quelle della gig economy


ma non solo. Boeing nelle ultime ore
ha annunciato incentivi alle dimis-

sioni per i dipendenti all’ombra del-


la crisi da coronavirus. Quasi l’%
della popolazione statunitense è di

fatto in quarantena, soggetti a seve-


re restrizioni sanitarie e chiusure di
attività non essenziali, con il Texas

protagonista del comparto energe-


tico ultimo grande stato a unirsi alla
lista di si è dovuto arrendere alla

pandemia. Il partito democratico ha


intanto rinviato la sua Convention
presidenziale ad agosto da luglio. Il

Paese ha circa mila casi di Covid-


 e oltre cinquemila vittime, metà
a New York, con previsioni governa-

tive di fino a mila decessi e mi-


lioni di infezioni nelle prossime set-
timane e mesi che ne fanno un epi-

centro globale del contagio.


Per soccorrere l’economia, ac-
canto a interventi senza precedenti

e illimitati della Fed sui mercati e
anche a favore delle imprese, sono

scattate a oggi tre legislazioni


d’emergenza, a cominciare da un
piano da duemila miliardi volto a

rafforzare sussidi e redditi familiari


e a salvare grandi e piccoli business.
Ma, sotto le pressione delle spirali di

crisi, una quarta iniziativa è allo


studio del Congresso e della Casa
Bianca. Potrebbe essere preparato

un ulteriore progetto di sostegno


agli americani da centinaia di mi-
liardi, se saranno superate le resi-

stenze dei repubblicani più conser-


vatori. Per il futuro è in discussione
un programma da altri duemila mi-

liardi di investimenti federali in


grandi opere pubbliche infrastrut-
turali, suggerito dallo stesso Donald

Trump e destinato a creare migliaia


di posti di lavoro, in una riedizione
del New Deal in risposta alla Grande

Depressione.


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AFP

Shutdown. Un ristorante chiuso a tempo indefinito alla Union Station di Washington


EMERGENZA SOCIALE


Spagna, in 20 giorni persi 900mila posti


Luca Veronese


Il coronavirus ha già fatto perdere alla


Spagna mila posti di lavoro in


venti giorni. Un impatto economico


senza precedenti per il Paese iberico


che si trova nella fase più grave della


pandemia: ieri sono stati registrati al-


tri  decessi e sono ormai oltre


mila le persone morte. Mentre la


Spagna è seconda solo all’Italia in Eu-


ropa anche per numero di contagi: i


casi ufficiali di covid- sono in tutto


oltre mila con un aumento percen-


tuale quotidiano che però comincia a


diminuire. Tanto che il ministro della


Sanità, Salvador Illa, ha potuto dichia-
rare ieri che «è stato raggiunto il picco

della curva e che sta iniziando la fase


di rallentamento».
Per frenare il contagio, il governo

di Madrid ha chiuso le scuole a partire


dal  marzo scorso, il giorno seguen-
te ha messo tutti gli spagnoli in qua-

rantena e da lunedì ha rafforzato il
blocco autorizzando a spostarsi da

casa verso il lavoro solo chi è impe-


gnato in settori chiave (dagli ospedali
all’alimentare). Già prima del

lockdown le imprese avevano tuttavia


iniziato a chiudere: prima delle case
automobilistiche e della manifattura

era crollata l’attività nei servizi (a co-


minciare dagli hotel, dai ristoranti,
dai trasporti legati al turismo) così co-

me nelle costruzioni.


I dati del sistema della previdenza
sociale mostrano che da quando è ini-

stra Diaz, spiegando che nemmeno


nella grande crisi finanziaria e nella


successiva recessione la Spagna aveva
dovuto affrontare un’emergenza oc-

cupazionale così grave. Tra il  e il


 per arrivare a tagliare mila
posti di lavoro ci vollero venti settima-

ne mentre ora sono bastati venti gior-


ni. Il tasso di disoccupazione salì poi
fino al % (al % tra le fasce più gio-

vani della popolazione) e solo nel 


iniziò lentamente a calare restando
comunque, con il ,%, tra i più alti

nelle economie avanzate.


Il premier Pedro Sanchez ha defi-
nito un piano di emergenza «che mo-

biliterà  miliardi di euro» per ga-


rantire la liquidità delle imprese e la
cassa integrazione per i lavoratori.

«Non ci saranno licenziamenti e dob-


biamo proteggere la capacità produt-
tiva della nostra economia», ha detto

Sanchez, che assieme al governo ita-


liano sta cercando aiuto in Europa.


Madrid ha inoltre approvato un pac-
chetto di misure di sostegno alle fami-

glie, alle piccole e medie imprese e ai


lavoratori autonomi: moratoria sui
mutui e sui prestiti, sospensione del

pagamento delle bollette, sussidi di


disoccupazione.
Ma la tenuta economica e sociale

della Spagna dipenderà dalla durata


dell’emergenza sanitaria: secondo le
analisi di Nuno Fernandes, economi-

sta della Iese Business School, se il


blocco della attività durerà fino a fine
aprile il Pil perderebbe nel  circa

, punti percentuali, ma uno shu-


tdown prolungato potrebbe tagliare
fino al % del Pil. Con conseguenze

inimmaginabili sul lavoro e sulla vita


delle persone.
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Il dato allarmante si somma


ad almeno mila


«licenziamenti temporanei»


«Siamo con te».
L’immagine di Putin nel
sanatorio di Pjatigorsk

Dal nostro corrispondente


Beda Romano
BRUXELLES

Una crisi nella crisi sta scuotendo l’Unione Europea. Le
controverse decisioni del Parlamento ungherese che

hanno dato poteri emergenziali al primo ministro nazio-


nalista Viktor Orbán hanno suscitato le proteste e le pre-
occupazioni dei partner europei. La spaccatura tra Paesi

membri e in seno allo stesso Partito popolare europeo


è emersa fortissima, e mette in dubbio in un momento
già delicatissimo per via della pandemia influenzale l’as-

setto comunitario.


Tredici membri del PPE (in tutto sono ) hanno
scritto ieri al presidente del partito, Donald Tusk, per

chiedere «l’espulsione di Fidesz», il partito del premier


ungherese. Questo è da tempo sospeso, nella speranza
che la deriva autoritaria si sarebbe arrestata. La lettera

è stata firmata dai partiti popolari di Belgio, Danimarca,


Repubblica Ceca, Finlandia, Grecia, Olanda, Lussembur-
go, Lituania, Slovacchia, Svezia e Norvegia.

La missiva non è stata fatta propria tra gli altri dai


democristiani tedeschi, dai neogollisti francesi, dagli
italiani di Forza Italia e dagli spagnoli del Partido Popu-

lar. Nel  quando il PPE ha discusso l’espulsione di


Fidesz, optando in fin dei conti per una sospensione,
il dibattito era stato accesissimo, tra coloro che voleva-

no agire per mantenere l’integrità morale del PPE e


coloro invece che pensavano di garantire la
stabilità politica dell’Unione, evitando uno

strappo con Fidesz.
Spiegava ieri un funzionario parlamenta-

re: «Il presidente Tusk non metterà la que-


stione al voto fin che non sarà sicuro di come
la pensa la Cdu-Csu che per ora è cauta». I

deputati Fidesz sono . Se espulsi, raggiun-


gerebbero i conservatori a cui si potrebbero
associare anche la Lega e Alternative für

Deutschland. Il gruppo parlamentare po-


trebbe quindi salire da  a  deputati, e
rafforzare la stessa AfD a un anno dalle prossime legisla-

tive tedesche. Si capisce la prudenza della Cdu-Csu.


Ciò detto, sempre ieri il governo federale, insieme ad
altri  governi europei (tutti dell’Europa dell’Ovest, tra

cui quello italiano, salvo quello lettone), hanno scritto


una dichiarazione critica delle politiche ungheresi: «Sia-
mo profondamente preoccupati per il rischio di violazio-

ne dei principi dello stato di diritto». Nei giorni scorsi,


il parlamento ungherese ha approvato a una maggioran-
za dei due terzi una legge che permette al primo ministro

di governare per decreto e per un tempo indefinito.


La scelta ha provocato il crollo del fiorino sui mercati
valutari, tanto che la banca centrale ungherese ha dovu-

to alzare il costo del denaro. Da Budapest giungevano


ieri segnali contradditori. Da un lato, il premier sembra-
va voler ammorbidire alcune scelte relative ai poteri dei

sindaci nella lotta all’epidemia influenzale; dall’altro il


portavoce del governo Zoltan Kovacs accusava i partner
europei di “caccia alle streghe”. La spaccatura tra Est e

Ovest è tornata vivissima.


Proprio ieri la Corte europea di giustizia ha sancito
che Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca hanno violato

la legislazione europea nel non accettare richiedenti
l’asilo arrivati in Grecia e Italia. La presidente della Com-

missione Ursula von der Leyen ha assicurato che «pren-


derà le dovute misure se necessario» e che le decisioni
a Budapest saranno oggetto di «un esame minuzioso».

Spetta a Bruxelles fare nuovo ricorso dinanzi alla Corte


o chiamare in causa nuovamente il Consiglio.


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UNA CRISI NELLA CRISI


IL CASO UNGHERIA ALL’EUROPARLAMENTO


Espulsione?


Orban torna a dividere


i Popolari europei


Migranti,


la Corte


di giustizia


europea


condanna


Budapest,


Praga


e Varsavia


Guardia alta. Polizia militare in un mercato di Budapest


EPA

ziato il blocco, mila lavoratori
spagnoli hanno perso il lavoro (oltre

mila tra questi sono a tempo de-


terminato). Inoltre, come ha sottoli-
neato la ministra del Lavoro Yolanda

Diaz «questa cifra non include i licen-


ziamenti temporanei che colpiscono
almeno altri mila spagnoli, men-

tre altre decine di migliaia di lavorato-


ri sono in congedo per malattia». Le
stime, non ufficiali, ottenute incro-

ciando i dati del governo con quelli
delle autorità regionali segnalano un

totale di almeno due milioni di perso-


ne in meno al lavoro mentre gli eco-
nomisti spiegano che tanto sarà im-

mediato il crollo quanto sarà lento e


difficile il recupero dei livelli occupa-
zionali in un Paese dove la flessibilità

è garantita soprattutto in uscita.


«È una situazione assolutamente
senza precedenti», ha detto la mini-

COME IL 2009 (O PEGGIO)


Germania, contrazione oltre il 5% nel 2020


La previsione per la prima


economia dell’Eurozona è una
recessione ben più grave di quella

della crisi finanziaria del ,


quando il Pil della Germania scese
del , per cento. Il panel di

economisti consulenti del


ministero dell’Economia per ora
ha stimato fino al ,% la

contrazione del Pil  ma il


ministro Peter Altmaier non
esclude che possa andare peggio.

Secondo Altmaier, in alcuni


singoli mesi a causa del lockdown



  • che ha costretto alla chiusura


aziende, bar, ristoranti, scuole,


teatri, cinema, palestre - la perdita
di prodotto interno lordo

potrebbe raggiungere l’ per


cento, con picchi in aprile e
maggio. La recessione profonda

viene anticipata anche da KfW, la


banca statale per lo sviluppo, che


ha stimato una contrazione tra il
 e il % nel primo trimestre.

Tuttavia, ha aggiunto ieri


Altmaier, se nel corso della
restante parte dell’anno si avrà

una stabilizzazione, e le speranze


che ciò avvenga sono più che
giustificate, alla fine il bilancio,

pur grave, potrebbe essere meno


catastrofico di quanto
immaginato da alcuni esperti. Nei

giorni scorsi l’autorevole istituto


Ifo ha ipotizzato -% per l’anno.
A sostegno di una situazione

drammatica quale la attuale, il


Governo di Angela Merkel ha
abbandonato il divieto di nuovo

debito per mettere a disposizione


di imprese e famiglie  miliardi
di euro. A marzo sono state

mila le aziende che hanno


chiesto l’applicazione del “lavoro


corto”, riduzioni dell’orario
finanziate con sussidi pubblici.

Intanto, sul fronte sanitario -


oltre mila i casi di contagio e 
morti - la Germania si affida, per

le forniture necessarie a


combattere la pandemia, alle
grandi imprese private. Il Governo

ha creato una task force che


attinge al meglio della corporate
Germania al fine di affrontare la

sfida, difficile, delle forniture che


scarseggiano (mascherine,
medicinali, respiratori). A

occuparsene saranno manager di
colossi del calibro di Basf,

Lufthansa e Volkswagen che


sfrutteranno le conoscenze dei
mercati esteri e i propri contatti.

—R. Mi.


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