Il Sole 24 Ore - 20.03.2020

(Nancy Kaufman) #1

Il Sole 24 Ore Venerdì 20 Marzo 2020 3


Coronavirus Primo Piano


I MERCATI


Swap Fed. La Fed apre «swap lines» con altre 9 banche
centrali. Le linee, che forniscono liquidità a termini più

favorevoli, sono state aperte con le banche centrali di


Australia, Brasile, Svezia, Danimarca, Corea del Sud,
Messico, Norvegia, Nuova Zelanda e Singapore.

86,1 punti


IL CROLLO DELL’IFO TEDESCO
L’indice sulla fiducia fra gli imprenditori tedeschi
ha registrato la discesa mensile più marcata di sempre

Performance
percentuale

BORSE
IN RECUPERO

IERI


ULTIMA
SETTIMANA

MILANO

Ftse Mib
LONDRA

Ftse 100
FRANCOFORTE

Dax
MADRID

Ibex 35
EUROPA

Stoxx 600
PARIGI

Cac 40


+2,


-30,


+2,


-35,


+2,


-34,


+2,


-35,


+1,


-33,


+1,


-31,


Wti, dollari
per barile
da inizio
settimana

PETROLIO
SOTTO
PRESSIONE

20

25

30

35

13 MARZO 16 17 18 1 9 MARZO


33,


20,


25,


200

150

250

300

350

17 MARZO 18 19 MARZO


263 199


Differenziale
di rendimento
fra i BTp
e i Bund a 10
anni

L’ALTALENA
DELLO SPREAD^323

190


La giornata sui mercati


Effetto Bce: Borse in ripresa, spread sotto 200


I listini azionari. La nuova manovra da  miliardi dell’Eurotower riesce


(con alta volatilità) ad arginare la caduta: Piazza Affari recupera il ,%


Titoli di Stato. Forte recupero dei BTp: i tassi decennali scendono a ,%,


bene tutti i bond periferici. L’euro scende sotto , ai minimi da tre anni


Maximilian Cellino


L’artiglieria pesante mostrata nella


nottata dalla Bce fa breccia, almeno


per il momento, sui mercati: inter-


rompe l’emorragia di vendite in Bor-


sa, pur al termine di una seduta con-


trastata e ad alta volatilità, e soprat-


tutto riporta soprattutto a una quota


più accettabile i rendimenti dei titoli


di Stato italiani e della «periferia» eu-


ropea. Come effetto collaterale, il


nuovo programma ultraespansivo


annunciato dall’Eurotower per con-


trastare l’impatto dell’epidemia di co-


ronavirus, ha quello di mandare al


tappeto l’euro, ora ai minimi da tre


anni sul dollaro sotto quota , dolla-


ri: inevitabile forse, se si tiene conto


degli ulteriori  miliardi messi sul


tavolo da qui a fine anno.


Per la cronaca le Borse del Vecchio


Continente hanno chiuso con rialzi


che vanno dal % di Francoforte al


,% di Parigi, passando per il


+,% registrato da Milano. Poca co-


sa in fondo, visto il terreno perduto
nelle ultime settimane, eppure un se-

gnale da non sottovalutare se si tiene


conto della situazione ancora in com-
pleto svolgimento. Anche Wall Street

procedeva in recupero, nella giornata


in cui la Federal Reserve ha annuncia-
to che estenderà ad altri  Paesi le li-

nee di swap in dollari del valore di 


miliardi ciascuna siglate nei giorni
scorsi con la Bce e le altre  Banche

centrali. Una mossa questa che mira
a ridurre le tensioni sull’interbancario

Usa, ma anche a frenare l’avanzata


stessa del biglietto verde, ormai ai
massimi da  anni su scala globale.

Tornando alle Borse, l’elemento di


disturbo è stato fin dalla mattina l’in-
dice Ifo sulla fiducia fra gli imprendi-

tori tedeschi, piombato nel mese di


marzo a , punti dai  di febbraio
per registrare la discesa mensile più

marcata di sempre. Anche se appare


difficile sorprendersi in questa fase


per un tracollo simile, molti analisti
hanno sottolineato come l’indicazio-

ne sia coerente con una recessione


molto marcata per l’economia tede-
sca. Andreas Rees di UniCredit Bank

teme per esempio per la Germania
una contrazione del Pil attorno al %

su base congiunturale nel secondo


trimestre dell’anno, per una proiezio-
ne sul  che potrebbe eguagliare il

-,% registrato nel .


E se quest’ultimo valore appare in
linea con il -,% stimato da Markus

Guetschow di Morgan Stanley sem-


pre per la Germania (e con il -% per
l’intera Eurozona), c’è anche chi, co-

me Dirk Schumacher di Natixis è con-


vinto che, dopo uno scivolone del ,%
nel  ci sia spazio per una ripresa

di misura analoga l’anno successivo


in virtù di impegni assunti da Banche
centrali e governi che al momento

equivalgono a circa il % del Pil. Al di


là delle previsioni economiche che
circolano sul momento, è evidente co-

me gli investitori stiano guardando


oltre le misure di contenimento attua-
te dalle autorità monetarie e (in pro-

spettiva) dai governi per concentrarsi


sul decorso vero e proprio di Covid-
e individuare il punto di inversione

dei contagiati, in un’ipotetica curva


gaussiana che indichi al tempo stesso
anche il momento di tornare stabil-

mente in acquisto sui mercati.


Sul versante reddito fisso, come
accennato, i movimenti sono stati de-

cisamente più rilevanti, a riprova che


in questo caso la mossa Bce potrebbe
rappresentare davvero una svolta al

pari del «faremo tutto il possibile» di


draghiana memoria, a maggior ragio-
ne dopo l’incidente di percorso pro-

vocato giovedì scorso dalle parole del-


la neo presidente, Christine Lagarde.
A dimostrarlo, almeno ieri, è stata la

riduzione dei rendimenti del BTp de-


cennale all’,%, con lo spread in calo
di oltre  punti a quota : a conti

fatti, calcola Hsbc, l’Eurotower po-


trebbe entro l’anno acquistare titoli
del Tesoro per circa  miliardi di eu-

ro, una cifra doppia rispetto alle emis-


sioni nette stimate per l’intero .
La conferma della rilevanza del-

l’intervento notturno sta nel movi-


mento simile registrato da Spagna
(,%) e Portogallo (,%), mentre

lo scarto più rilevante è quello messo


a segno dai titoli greci, i cui tassi sono
scesi di quasi un punto percentuale e

mezzo al ,%: non poteva essere al-


trimenti vista la loro inclusione per la
prima volta nei piani di riacquisto Bce.

Probabilmente è il massimo che si po-


teva ottenere, in attesa che anche i go-
verni dell’Eurozona procedano (uniti)

a fare la propria parte per contrastare
l’emergenza economica e finanziaria.

Wall Street. I listini Usa frenano la caduta ma non brillano © RIPRODUZIONE RISERVATA


AFP

IL WTI RIMBALZA A 25 DOLLARI


Petrolio a prezzi negativi


se manca spazio per le scorte


Trump: scenderò in campo


«al momento appropriato»


nella sfida tra Mosca e Riad


Sissi Bellomo


Il petrolio ha cancellato i ribassi record


di mercoledì, ma la caduta ad appena


 dollari al barile del Wti potrebbe non


restare un episiodio isolato. Mentre il


mondo intero si ferma per difendersi


dal coronavirus, l’eccesso di forniture


sul mercato diventa sempre più gran-


de, addirittura superiore a  milioni di


barili al giorno secondo molti analisti.


E nel giro di qualche mese rischia di


non esserci più spazio per accumulare


scorte sulla terraferma: uno sviluppo


che – a meno di un improbabile rapi-


dissimo crollo della produzione – po-


trebbe portare addirittura a prezzi ne-


gativi. In parole povere, le compagnie


petrolifere dovrebbero pagare per riu-


scire a liberarsi del greggio.


Persino i barili superscontati offerti


dall’Arabia Saudita stanno diventan-


do meno attraenti: i clienti hanno


storto il naso di fronte ai costi di tra-


sporto troppo salati, dovuti all’impen-


nata dei noli delle petroliere, e Saudi


Aramco ha risposto riducendo (invece


che aumentando) il suo contributo al-


le spese di trasporto. Anche l’Iraq, se-


condo Reuters, ha rifiutato di accol-


larsi una parte dei noli, una decisione


che potrebbe scoraggiare almeno una


parte dei raffinatori.


Gli Stati Uniti, dove molti operatori


dello shale oil sono sull’orlo della ban-


carotta, provano intanto a tamponare


l’emergenza. Ci sarà l’acquisto di greg-


gio per le riserve strategiche, ma la po-


litica si sta muovendo anche su altri


fronti: la Casa Bianca, secondo fonti


del Wall Street Journal, avrebbe da un


lato riavviato la macchina delle diplo-


mazia, per trattare con Riad, e dall’al-


tro messo allo studio l’ipotesi di nuove


sanzioni contro la Russia. Le lobby pe-


trolifere stanno premendo anche per


un ricorso alle leggi anti-dumping o


caddirittura per il divieto di importare
greggio da alcuni Paesi.

Qualcosa sta comunque bollendo in


pentola. Lo stesso Donald Trump ha
dichiarato che «al momento appro-

priato» si riserva di scendere in campo


nella guerra dei prezzi: parole vaghe,
che hanno però dato lo sprint finale ai

mercati petroliferi, spingendo il Wti in


rialzo del %. Un balzo così non si ve-
deva da  anni, ma ha solo riportato le

quotazioni ai livelli di martedì: circa 


dollari. Il Brent intanto, con un recupe-
ro più moderato, è tornato a scambiare

intorno a  dollari. Ancora troppo po-
co per rassicurare i produttori.

Un numero crescente di analisti pensa


che il prezzo è destinato a scendere an-
cora, forse addirittura sotto zero.

Sembra una provocazione, ma non lo


è affatto. E in fondo non sarebbe una
novità assoluta per i mercati dell’ener-

gia. Anche prima della pandemia è già


successo più volte di vedere il segno


meno davanti al prezzo del gas in al-


cune aree di shale degli Usa, dove i vo-
lumi estratti insieme al petrolio sono

tanto elevati quanto inutili: non c’è


modo di utilizzarli o stoccarli in loco,
né capacità sufficiente nei gasdotti per

trasferli altrove. Prezzi negativi sono


diventati frequenti anche per l’elettri-
cità, soprattutto in Europa, quando la

quota di generazione da fonti rinno-


vabili è così alta da rendere l’offerta
eccessiva rispetto alla domanda.

Persino sul mercato del petrolio c’è


un precedente: nel  un greggio
sour del North Dakota è sceso breve-

mente a - centesimi di dollaro. Og-


gi alcune qualità non sono lontane
dal ripetere il primato: il Western Ca-

nadian Select, riferimento per le oil


sands canadesi, è affondato sotto 
/barile, il South Texas Sour a  .

«La realtà è che il petrolio una volta


estratto dal terreno dev’essere consu-
mato o stoccato – spiega Paul Sankey,

di Mizhuo Securities, uno dei primi ad


aver previsto prezzi negativi – Quando
il costo dello storage sale abbastanza in

alto, oppure lo spazio si esaurisce, le
compagnie potrebbero dover pagare i

clienti perché se lo prendano».


Lo spazio di stoccaggio, almeno in ter-
raferma, minaccia davvero di esaurirsi

presto. A livello globale la capienza è di


, miliardi di barili , comprese le riser-
ve strategiche, calcola Citigroup. C’è

ancora spazio per , miliardi di barili,


concentrati soprattutto negli Usa e in
Cina. Ma secondo la banca nel  il

surplus di petrolio sarà di , -, mi-


liardi di barili, se nessuno interverrà.
La domanda nel secondo trimestre sta

subendo una contrazione mai vi-


sta: tra  e  milioni di barili al giorno.
La produzione sta già rallentando, for-

se l’Opec Plus potrebbe persino torna-


re sui suoi passi. Ma in tempi brevi non
si può compensare un crollo dei consu-

mi di queste dimensioni: chiudere in-


teri giacimenti non è un’operazione ra-
pida e soprattutto comporta il rischio

di danni irreparabili.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

«FALLEN ANGEL»


Per Occidental


il rating Moody’s


ora è speculativo


Occidental è la prima compagnia
petrolifera diventare un «fallen

angel» in seguito al crollo del prezzo


del barile. Moody’s ha tagliato il
rating a Ba, un gradino al di sotto

dell’investment grade. Le sue


obbligazioni ora sono considerate
speculative, o spazzatura, e rischiano

di essere espulse dal portafoglio di
molti investitori. Oxy sta soffrendo in

modo particolare per l’enorme


debito accumulato con la scalata da
 miliardi di dollari ad Anadarko.

Ma lo stesso destino rischia di toccare


a molte altre società del settore.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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