L\'Espresso - 22.03.2020

(WallPaper) #1
Italiavirus / La valle più colpita

ne il presidente, Giuseppe “Bepi” Pezzotta, classe 1939.
Non poteva perché non si limitava ai consigli d’amministra-
zione ma amava i suoi vecchi, con loro divideva le passeggia-
te nel parco, li conosceva uno a uno, li chiamava per nome.
Controllava le stanze, si occupava che avessero il confort
necessario. Aveva trasformato, con uno sforzo economico di
quattro milioni di euro, quell’istituzione chiusa in un centro
servizi aperto a tutti i cittadini. Perché ci fosse un’osmosi tra
la quarta età e gli altri, perché chi era nell’ultima stagione
della vita si sentisse ancora parte della comunità.
C’è un altro Giuseppe Pezzotta, diviso dal primo solo da
una sillaba del soprannome, “Bepo”. Era stato per decenni
priore della Confraternita del Santissimo Sacramento. I
due sono morti negli stessi giorni e l’omonimia ha creato
confusione nei necrologi. Ma per tornare a Bepi, era anche
un alpino, iscritto all’associazione che conta 180 soci. Di
questi, venti sono mancati. Sembrava impossibile se ne po-
tesse andare il “Roccia”, al secolo Antonio Ardenghi, 82 an-
ni. Doveva il nomignolo a una forza di volontà clamorosa.
Non un leader, ma un esecutore silenzioso degli ordini,
manco fosse ancora nell’esercito. Il suo slogan: “Se l’è de fa
l’è de fa”, se è da fare si deve fare. Non si esagera nel sostene-
re che, grazie all’esperienza di muratore (i proverbiali mu-
ratori bergamaschi) da solo ha costruito metà della nuova
sede del gruppo al parco Rotondo e ha ristrutturato la chie-
sa in località Canaletta. Ottimo terzino della Nembrese, un
buonumore contagioso, un isico invidiabile nonostante il
vizio del fumo. Lo avevano visto l’ultima volta alla cena so-
ciale di gennaio poi è scomparso nel circuito delle terapie
intensive, da dove non è più riemerso.
La cena sociale degli artiglieri invece è stata domenica 23
febbraio. Accanto al presidente Ilario Lazzaroni, 83 anni,
stava seduto il sindaco Claudio Cancelli. Ilario non sapeva
di essere infetto e probabilmente ha contagiato il primo cit-
tadino (ora guarito). Ilario non ce l’ha fatta e lo stesso desti-
no è toccato alla sorella Mariella, attiva nella San Vincenzo
e al fratello Mauro, 85 anni, pure lui a lungo presidente, ma
del Motoclub Careter fondato nel 1964 da alcuni amici con
sede al Café Centrale. Le due ruote erano seconde solo al
pallone nella passione dei ragazzi, prima che irrompesse il
basket. I viottoli sui monti verso il santuario della Madonna
dello Zuccarello o la frazione di Lonno la palestra per il


cross che formava campioni. Mauro Lazzaroni ha percorso
tratturi e mulattiere di mezza Europa mietendo coppe, da
dirigente nel 1976 ha avuto l’occasione di gioire per il titolo
di campione del mondo a squadre dopo il trionfo a Zeltweg,
in Austria. E ha avuto l’encomio del Coni.
La piazza del municipio completamente ristrutturata
era il cuore pulsante di Nembro. Oltre al comune, vi si afac-
ciano il cine-teatro Modernissimo, le scuole elementari, le
poste, la banca. Una meta obbligata quotidiana per i citta-
dini. L’uicio anagrafe era il regno incontrastato di Cristina
Marcassoli. Avrebbe compiuto 60 anni nel
bisesto 2020 e, avendo cominciato ragazzi-
na a faticare, il compleanno coincideva
con la possibilità di pensione. Erano già in
atto i preparativi della festa da parte dei
colleghi. Forse non l’avrebbe presa come
tale, forse non aveva nessuna voglia di
mettersi a riposo, il lavoro per lei era una
missione. Aveva sempre il suggerimento
giusto su come dribblare, restando nei ter-
mini di legge, la burocrazia quando era un
assurdo e un inutile ostacolo per i compa-
esani. Non c’era chi non la stimasse. Ai 60

Cristina Marcassoli Marino Novelli

Tullio Carrara

IL CINEMA, IL NEGOZIO DI GIOCHI,


IL FERRAMENTA. GIULIO BONOMI


ADERÌ AL MANIFESTO. MARINO


NOVELLI FACEVA ATTRAVERSARE


I BAMBINI DELLA SCUOLA


Giulio Bonomi
Bibliotecario

Impiegata dell’anagrafe Pensionato e volontario coi bimbi


Falegname e attivista politico
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