L\'Espresso - 22.03.2020

(WallPaper) #1

Foto: Michele Galvan/ Ansa, Ansa; pag. 34-35: Adrienne Surprenant / Bloomberg via Getty Images


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mento, è continuare a fare quello che in Ita-
lia stiamo già facendo: igiene e quarantena.
Sperando che il contagio si plachi con l’e-
state, anche se non scomparirà, e che per il
prossimo autunno si possa trovare qualche
rimedio eicace, in particolare grazie alle
sperimentazioni già in corso su farmaci ori-
ginariamente prodotti per curare altre ma-
lattie. E in attesa che nel 2021 o nel 2022
possa inalmente partire una vaccinazione
di massa».
Rappuoli conferma che «in diverse azien-
de, anche europee, sono già in corso speri-
mentazioni cliniche di un possibile vacci-
no»: non solo test in laboratorio o su ani-
mali, insomma, ma direttamente sull’uo-
mo, su pazienti volontari. Un altro
«barlume di speranza», come lo chiama il
professor Crisanti, arriva da una ricerca av-
viata in questi giorni dall’università di Pa-
dova: «Abbiamo cominciato a raccogliere
sacche di plasma, nel centro trasfusionale,
da tutti i pazienti che risultano guariti
nell’area di Vo’ Euganeo. L’obiettivo è di iso-
lare gli anti-corpi e per così dire puriicarli,
per poi provare a inocularli nei pazienti, co-
minciando dai casi più disperati. Per ora
siamo alla fase iniziale della sperimenta-
zione in vitro, in laboratorio. È un processo
laborioso e molto diicile, con risultati an-

cora incerti. Ma vale la pena di provarci: i
nostri ricercatori sono bravissimi».
Di fronte all’ultima domanda, sulle emer-
genze prossime venture, lo scienziato di Pa-
dova, che è ancora in prima linea negli ospe-
dali veneti, pensa al resto d’Italia. Ai troppi
medici, infermieri e personale sanitario che
lamentano la mancanza di tamponi e ma-
scherine eicaci. E rilancia la sua linea d’a-
zione, che gli è costata critiche e polemiche:
«Non ho mai proposto di fare il tampone a
tutti gli italiani, che è un’idea impraticabile.
Ho detto solo che bisogna fare il test a tutte le
persone a rischio. E che questa è una spesa
necessaria e sostenibile. Nel focolaio di Vo’
Euganeo, con una campagna di controlli ca-
pillare, abbiamo scoperto che era positivo
addirittura il 3 per cento della popolazione:
un’enormità, aggravata dal fatto che moltis-
simi non avevano alcun sintomo e ignorava-
no di poter difondere il contagio. Quindi, se
si trova un caso positivo in un certo palazzo,
visto che il virus si trasmette anche dal con-
tatto con le superici, è bene fare il tampone
non solo ai familiari e alle altre persone che
ha incontrato, ma a tutti quelli che vivono
nello stesso condominio. E questo va fatto in
via preventiva, come in Corea del Sud, altri-
menti rischiamo una catastrofe anche nelle
regioni inora risparmiate».
Alla stessa domanda, il capo degli scien-
ziati della Glaxo risponde lanciando un
nuovo allarme planetario, inora ignorato
da tutti i governi: «L’antibiotico-resistenza
rischia di diventare la prossima emergenza
mondiale». Il problema riguarda l’esagerata
quantità di antibiotici utilizzati da milioni
di cittadini disinformati e dagli allevamenti
intensivi di animali da macello, che rischia-
no di creare super batteri in grado di resiste-
re a tutti i farmaci. «Ho passato gli ultimi
vent’anni a scrivere che ci dovevamo prepa-
rare a eventi di pandemia da virus così
estremi come quelli che stiamo vivendo.
Purtroppo il nostro lavoro sembra non ser-
vire a niente. Ora che l’emergenza è esplosa,
tutti i governi fanno i conti con gli enormi
danni economici del coronavirus. Ma quan-
do si parla di prevenzione, che richiede in-
vestimenti molto inferiori, la spesa viene
giudicata troppo alta». Se non si cambiano
le politiche sanitarie e veterinarie, avverte
lo scienziato, «l’antibiotico-resistenza di-
venterà un’emergenza più grave del corona-
virus. E questa è una certezza». Q

ESPERTO
Andrea Crisanti,
professore di
microbiologia
all’università di
Padova e direttore
della divisione di
virologia dell’azienda
ospedaliera della città,
sta guidando la lotta al
virus nella regione
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