Il Sole 24 Ore - 21.03.2020

(Frankie) #1

Il Sole 24 Ore Sabato 21 Marzo 2020 11


Economia


Imprese


Si chiama Outdoor la linea


del marchio di casualwear
per la P-E , che utilizza

materie come il nylon ripstop


riciclabile senza pfc e altri
componenti biodegradabili

Moda uomo


Sostenibilità


al centro della


nuova collezione


di Woolrich


La richiesta di disinfettanti nel


largo consumo aumenta del
%, nel professionale del 

per cento


Cristina Casadei
—a pagina 

Chimica


Disinfettanti,


allarme


sulla carenza


di materie prime


PANORAMA


Le super spese delle famiglie a causa della pandemia fanno
segnare record storici alla grande distribuzione. La scorsa

settimana, secondo le rilevazioni di Nielsen Italia, il valore


delle vendite della Gdo ha segnato un +,%. «È il record
storico» confermano dalla sede della multinazionale. È

invece crescita intorno all’% per il sell-in, ovvero le vendi-


te dell’industria di marca a tutti i canali distributivi, nel
bimestre gennaio-febbraio. È quanto rivela l’Osservatorio

Centromarca che evidenzia il +,% a valore per l’alimen-


tare confezionato, +,% per le bevande e il +,% per i pro-
dotti per la cura della casa e della persona. Se non è record

storico poco ci manca. «L’% è un incremento considere-


vole, soprattutto se consideriamo che interessa industrie
di marca leader, che detengono quote di merca-

to e fatturati importanti - sottolinea Roberto Bu-


caneve, direttore di Centromarca -. È decisa-
mente forte se paragonato con gli anni dello “ze-

ro virgola” tra il  e il  o l’oscillazione tra


l’ % e il % registrata nel ».
Le spese più abbondanti ora si fanno nel Mez-

zogiorno dove, secondo i dati Nielsen, la varia-


zione sul  è del ,%. Seguono il Nord-Est
(+, %), il Centro (,%), Nord-Ovest (+,%).

L’e-commerce, nonostante le difficoltà nelle


consegne, rispetto all’anno passato raddoppia
il valore grazie a un aumento di  punti percen-

tuale sulla settimana precedente. Questi incre-


menti confermano la preoccupazione delle fa-
miglie rassegnate a una spesa di guerra verso le prossime

settimane. Si fa scorta di latte a lunga conservazione, pasta
e riso, tonno e carne in scatola, surgelati, burro, uova e

pelati. Tutti hanno un aumento di oltre il % mentre la


farina segna addirittura un +%. Il reparto igiene e pre-
venzione vede molti raddoppi delle vendite: dalla candeg-

gina ai termometri e i saponi. Volano gli acquisti di guanti


monouso (+%), salviettine umide (+%), alcool e ter-
mometri. Obbligati a vivere a casa si cerca poi di rendere

meno pesante la mancanza di vita sociale con aperitivi a


base di affettati, mozzarelle, pizza surgelata, patatine e
birra. C’è poi chi si consola con le creme alla nocciola e

tavolette di cioccolato. La vita sociale azzerata manda poi


a picco (-%) le vendite di cosmetici e profumeria.
A livello di format di vendita, il trend maggiore si regi-

stra nei negozi a libero servizio (+,%), supemercati


(+,%) e discount (+,%). In calo gli specialisti drug
(-,%) e gli ipermercati (-,%).

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CONSUMI


Record storico (+16,4%)


per le vendite della Gdo


La riduzione delle filiali bancarie aperte continua in misura


massiccia. «Affrontiamo un contesto senza precedenti che


richiede dedizione e capacità di individuare le migliori solu-
zioni per coniugare la responsabilità di fornire un servizio

essenziale, con il massimo rigore nella difesa della salute di


tutti». A parlare è Victor Massiah, consigliere delegato di Ubi
Banca che ha adottato una serie di misure anti Covid-. Così

le filiali di maggiori dimensioni () resteranno aperte al


pubblico solo al mattino e sono stati predisposti due team di
lavoro che si alternano. Le filiali di medie e piccole dimensio-

ni () sono aperte al pubblico fino alle ,. Il gruppo ha


inoltre deciso la chiusura degli sportelli piccoli (). In filiale
vengono però ammessi clienti solo per operazioni

realmente necessarie e in numero non superiore a


quello dei dipendenti. La distanza è stata portata a
due metri e sono stati adottati i presidi di protezione

individuali. La riduzione di filiali aperte e la conces-


sione di congedi straordinari e permessi, consento-
no a oltre il % del personale di non recarsi sul po-

sto di lavoro e/o di lavorare a distanza. Le postazio-


ni di smart working che, al  febbraio , erano
, oggi sono mila. Ubi, dice Massiah sta «dimo-

strando di saper contribuire a superare questa gra-


ve emergenza del Paese, mettendo in campo tutte
le soluzioni e l’impegno che confermano la capacità

di Ubi di “fare banca per bene”». Misure severe an-
che in Bnl dove il ceo Andrea Munari, spiega che la

banca segue «quotidianamente l’evolvere dell’emergenza


epidemiologica in corso». Bnl ha disposto la chiusura pome-
ridiana al pubblico di tutti i punti vendita, la chiusura di 

agenzie, concentrando l’attività sulla filiale capogruppo,


mentre  agenzie saranno aperte il lunedì ed il giovedì solo
al mattino. Inoltre saranno installati separatori in plexiglass,

diffuse mascherine e potenziato il canale telefonico per i


clienti. La banca ha esteso il remote working anche ai colleghi
delle agenzie e ha attivato la banca del tempo solidale per chi

è in difficoltà. In Banca Mps da lunedì si potrà accedere alle


filiali solo su appuntamento il lunedì, mercoledì e venerdì.
La banca invita i clienti ad utilizzare le App e il Digital Banking

con cui è possibile consultare i propri rapporti o a telefonare.


—C.Cas.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

RIDUZIONE FILIALI APERTE


Ubi: il 50% dei bancari


lavora da remoto


Total look.
La collezione di Woolrich,
famoso per i parka,
è composta
da abbigliamento
e accessori

+Articoli e gallery


su casualwear e sportswear


http://www.ilsole24ore.com/moda


Manutentori senza mascherine,


grandi impianti del Paese a rischio


SICUREZZA


Verso lo stallo dei lavori


sulle centrali elettriche


e sui termovalorizzatori


La dotazione della Protezione


Civile non basta neanche


per il personale sanitario


Jacopo Giliberto


In allarme le imprese dei settori indu-


striali strategici: l’attività è a rischio e


i tempi prima che comincino a bloc-
carsi inceneritori di rifiuti, centrali

elettriche o acquedotti si misurano in


settimane, non in mesi. Per esempio
alle aziende in attività non arrivano

materie prime o componentistica. Ci


sono grandi poli petrolchimici che
erano in corso di avviamento o ferma-

ta e che sono rimasti fermi in sospen-


sione, con parte delle linee aperte e
smontate e parte delle linee rimaste

ancora in produzione e salvate trami-


te importazioni massicce di semilavo-
rati. Ma soprattutto sta mancando una

cosa all’apparenza minima, di conte-


nuto tecnologico modesto; una cosa
senza la quale si ferma tutto il sistema

Italia. Tanto che il ministero dello Svi-
luppo è intervenuto ieri sera con una

direttiva (si veda articolo a pagina ).


Mancano le benedette e maledette
mascherine certificate, non le simpa-

tiche mascherine di stoffa a fiori che


tanti laboratori sartoriali s’impegna-
no a donare con entusiasmo per le più

leggere necessità delle famiglie bensì


mancano le maschere vere che servo-
no a filtrare le particelle pericolose.

Mancano le mascherine degli infer-


mieri e dei medici, si sa; ma anche
quelle dei saldatori, di chi lavora sugli

impianti da coibentare, dei vernicia-


tori, le mascherine degli addetti ai ri-
fiuti e di quelli che davanti alla bocca

del forno inceneriscono le scorie


ospedaliere.


Senza manutenzione


Diverse imprese e interi settori sono
in allarme. Ci sono ancora pochi gior-

ni di autonomia, di margine, e poi si


fermeranno moltissime attività. Sen-
za mascherine ad alta protezione si

fermeranno a giorni gli addetti alla


saldatura, alla fresatura o alla coiben-
tazione e tutto il personale impegnato

nel lavoro continuo di manutenzione.


E senza manutenzione hanno pochi


giorni di autonomia gli impianti com-
plessi che ci èrogano i servizi essen-

ziali, come le centrali elettriche da cui


dipende la sopravvivenza (in grande)
degli ospedali oppure (in minuscolo)

delle scorte alimentari nel frigorifero.


Oppure rischiano di fermarsi gli ince-
neritori, come anche rischiano di fer-

marsi i riciclatori che rigenerano i ri-


fiuti selezionati. I gasdotti e i pozzi di
metano che alimentano le caldaie e i

fornelli. La farmaceutica che ci allevia


i malanni ma a volte ci salva la vita.


Un paio di settimane


Senza il lavorìo continuo della manu-
tenzione (i pezzi di ricambio scarseg-

giano e le mascherine per chi deve in-


tervenire sono scomparse) gli im-
pianti complessi come centrali elettri-

che o gli inceneritori hanno


un’autonomia di una settimana o una
decina di giorni, ma poi è inevitabile la

flangia che cede, la valvola che perde,


il tubo che s’ostruisce. Più lunga – ol-
tre le due settimane - l'autonomia per

impianti complessi ma con tempera-


ture meno esigenti, come la produzio-
ne di alimenti. Ancora più lunga la ca-

pacità d'attesa di altri impianti com-


plessi come le raffinerie, che in caso di
fermata possono fare ricorso a impor-

tazioni e scorte di prodotto.


Stop ai rifiuti degli ospedali


Un’associazione di imprese della ge-


stione dei rifiuti, la Fise Assoambien-
te, ha scritto al ministro dell’Ambiente

Sergio Costa per denunciare che le at-


tività di igiene ambientale e gestione
rifiuti rischiano di bloccarsi perché

«sono finiti i dispositivi individuali di
protezione per tutti i mila addetti

del settore». A questo allarme il mini-


stro Costa, generale dei Carabinieri
forestali, ha risposto con un generale-

sco “si provveda”. Ecco le parole esatte


e ufficiali del ministro: «È necessario
garantire l’assegnazione dei disposi-

tivi di protezione individuali per tutti


coloro che sono esposti». Alle imprese
che scrivono alla protezione civile

chiedendo con urgenza dispositivi


per proteggere i lavoratori arrivano
risposte altrettanto preoccupate. Qui

un esempio tratto da una lettera vera:


«Purtroppo la dotazione che attual-
mente è in disponibilità non è suffi-

ciente nemmeno per garantire il fab-


bisogno del personale sanitario».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

IMAGOECONOMICA

«Abbiamo ancora pochi giorni di autonomia»


MILANO

«N


oi? I nostri tecnici
per lavorare sugli

impianti usano


circa mila ma-
scherine al mese, e in una gestione

normale avevamo una rotazione di


magazzino che assicurava la scorta
di un mese. Ma adesso sono quasi

finite, abbiamo una decina di giorni
di autonomia e poi non potremo più

lavorare sugli impianti», descrive


Alberto Forbiti, amministratore de-
legato della Riva & Mariani di Mila-

no,  addetti, fondata nel ' e og-


gi una delle maggiori aziende di co-
struzioni e manutenzioni ingegne-

ristiche con una specializzazione
formidabile nell’energia, nel petro-

lio e gas, nei grandi impianti e nella


chimica.
Forbiti, quale attività svolgono

le imprese come quella che lei am-


ministra?
Quelli strategici sono impianti

complessi, non passa giorno che


non ci sia bisogno di un intervento
piccolo o grande. E vanno fatti fun-

zionare. Da anni ormai le aziende
industriali preferiscono far gestire

da imprese esterne le attività inge-


gneristiche e la conduzione degli
impianti, cioè quelle attività che un

tempo venivano seguite diretta-


mente da dipendenti interni.
Che cosa produce il contagio da

coronavirus sul settore impianti-


stico?
Molte aziende industriali strategi-

che hanno deciso di rinviare le ma-


nutenzioni straordinarie agli im-
pianti e hanno ridotto gli interven-

ti alle sole urgenze per riparare le


avarie più serie. Così noi, come an-
che tutte le altre aziende come la

nostra, abbiamo programmato
con i nostri clienti una riduzione

dell’attività per ridurre i contatti.


Oggi  marzo sono attivi  dei
 dipendenti a ruolo il  marzo.

Cerchiamo di evitare sovrapposi-


zioni nelle mense, negli spogliatoi,
sugli impianti.

Sono così importanti queste


mascherine, Forbiti?


Noi e i nostri colleghi del settore la-
voriamo con attività pericolose su

impianti difficili come quelli sotto-


posti alla normativa Seveso sui rischi
di incidente rilevante. Coibentatori,

i saldatori, persone che lavorano con


le frese e nell’elettrostrumentale.
Senza maschere protettive quegli

impianti non possono essere fatti


funzionare al meglio e di questo ne
sentiamo tutti la grande responsabi-

lità e ci vi sono rimaste poche ma-


scherine. Non si trovano. Non esisto-
no più sul mercato, come mancano

a medici e infermieri così mancano


ai nostri addetti che hanno il dovere
di lavorare ma il diritto di lavoravi in

sicurezza. Noi stiamo razionando la


nostra scorta aziendale, ma chi lavo-
ra sulle linee deve essere protetto.

Ma stanno per finire le scorte.


E allora?
Senza maschera protettiva non si

lavora, e basta.


—J.G.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Al lavoro sui grandi impianti. Manutenzione di Riva & Mariani


ALBERTO
FAUSTO FORBITI
Amministratore
delegato
di Riva & Mariani

LE LINEE GUIDA DEL MINISTERO


Logistica, protezioni per camionisti e raider


Il ministero dei Trasporti ha
pubblicato ieri le norme anti

contagio per i lavoratori del
trasporto merci e della logistica.

Un provvedimento molto atteso,


che conferma le anticipazioni
circolate nei giorni scorsi (si

veda Il Sole  Ore del  marzo).


Vediamo i capitoli salienti,
partendo dall’autotrasporto.

Non dimentichiamo che l’%


delle merci viaggia su strada. Se
possibile, scrive il ministero, gli

autisti dei mezzi di trasporto


sono tenuti a restare a bordo dei
propri mezzi, se sprovvisti di

guanti e mascherine. In tutte le


situazioni in cui si renda
necessario lavorare a distanza

interpersonale minore di un


metro, anche in ambienti


all’aperto, è necessario l’uso
delle mascherine. Le consegne a

domicilio di pacchi, documenti e


altre tipologie di merci espresse
possono avvenire senza contatto

con i riceventi. Nel caso di


consegne, anche effettuate da
rider, le merci possono essere

consegnate senza contatto con il


destinatario e senza la firma di
avvenuta consegna. Ove ciò non

sia possibile, si rende necessario


l’utilizzo di mascherine e guanti.
La sanificazione e

l’igenizzazione dei locali di


lavoro, dei mezzi di trasporto e
dei mezzi di lavoro devono

essere appropriate e frequenti.


Un capitolo è dedicato anche ai


taxi e al noleggio con
conducente. Su questi veicoli il

posto del passeggero vicino al


conducente va lasciato libero.
Sui sedili posteriori, al fine di

rispettare le distanze di


sicurezza, non potranno essere
trasportati più di due passeggeri.

Il conducente dovrà indossare


dispositivi di protezione. Ora la
sfida sarà dotare nel più breve

tempo possibile i lavoratori dei


dispositivi di protezione
individuale: mascherine,

guanti, tute.


—Marco Morino
© RIPRODUZIONE RISERVATA

50%


REMOTE WORKER
In Ubi la riduzione
di orari e filiali
aperte, oltre
all’incentivazione
del lavoro da
remoto consente
al 50% dei
dipendenti
di evitare
spostamenti
casa lavoro

28%


IL BALZO
DEL SUD
Il maggiore
incremento delle
vendite, secondo
le rilevazioni di
Nielsen Italia, è
nel Mezzogiorno
con un +28,4%
sulla stessa
settimana del
2019

L’INTERVISTA


ALBERTO FORBITI


L’ad di Riva & Mariani:


«I nostri tecnici usano circa


mila mascherine al mese»

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