UCRAINA
MARIO TOZZI
P
ur con tutto il dolore
che ci reca la morte e
la sofferenza anche di
un solo vivente, non
possiamo non cogliere l’occa-
sione dell’epidemia di Co-
vid-19 per riconoscere la su-
premazia dei microrganismi
sul pianeta Terra e la loro
straordinaria capacità di indi-
rizzare la Storia. Da un punto
di vista numerico e dei volu-
mi o dei pesi in gioco non c’è
partita: virus, batteri e germi
in generale costituiscono la
massa critica della Terra, in
gara con piante e insetti, non
certo con i mammiferi, per il
dominio ponderale del mon-
do. Ma i microrganismi sono
addirittura gli alfieri della vi-
ta, essendo comparsi qualco-
sa poco dopo la formazione
di una crosta terrestre, quasi
tre miliardi di anni prima che
comparissero le forme di vita
più organizzata negli oceani
del Paleozoico. Per un tempo
incommensurabile virus e
batteri sono state le uniche
forme di vita.
Il fatto straordinario è che,
pur avendo un sistema di ri-
produzione (meglio sarebbe
replicazione), piuttosto pri-
mitivo, che non contempla lo
scambio e l’imperfezione del
sesso, vero motore dell’evolu-
zione, questi organismi persi-
stono sul nostro pianeta da
un tempo non paragonabile a
quello di nessun altro. E rie-
scono a sfuggire a ogni forma
di controllo messa in opera
dai sapiens, dai farmaci ai
vaccini, riuscendo a evolversi
in modo multiforme. Non sa-
rà possibile mai liberarsi dei
germi e questa non è solo una
constatazione, ma anche una
necessità, non potendo e non
dovendo distinguere fra “buo-
ni e cattivi”: semplicemente
senza batteri non avremmo
modo di espletare le nostre
principali funzioni vitali. Ci
sono indispensabili, come
noi lo siamo per loro. Il fine di
entrambe le specie è comun-
que lo stesso: replicare il più
possibile il nostro patrimonio
genetico, e non c’è dubbio
che, in quanto a numeri, loro
ci riescono molto meglio di
noi.
Ma c’è di più. Se ci doman-
diamo come mai sia stata la
Spagna di Carlo V a conquista-
re il Messico di Montezuma,
o la Gran Bretagna a invadere
l’Australia e non sia avvenuto
il contrario, la colpa dovrem-
mo darla maggiormente alle
malattie portate dai micror-
ganismi europei, che non alle
loro armi o ai cavalli. Un sem-
plice raffreddore virale, il va-
iolo o la peste hanno stermi-
nato gli indigeni, spianando
la via alle conquiste, essendo
noi europei immuni e abitua-
ti a convivere con quei virus e
batteri che ci erano stati tra-
smessi dagli allevamenti ani-
mali che ci accompagnavano
già da millenni. Ci si può spin-
gere oltre: forse abbiamo so-
pravvalutato le qualità milita-
ri dei Goti nel sacco di Roma e
dei barbari in genere nella ca-
duta del più grande impero
dell’antichità. I veri responsa-
bili, anche qui, sono stati i vi-
rus e i batteri, coadiuvati dai
cambiamenti climatici che li
hanno favoriti.
Come nella Cina di oggi, al
tempo dell’impero romano le
città svolgevano il ruolo prin-
cipale di incubatrici di malat-
tie, così i microrganismi proli-
feravano e sfruttavano la pri-
ma globalizzazione per trasfe-
rirsi da una regione all’altra,
lasciando sostanzialmente in-
denni le campagne da cui pro-
venivano gli invasori, che
dunque si infettavano meno.
In tre successive ondate pan-
demiche Roma (a partire dal-
la peste antonina) venne at-
taccata e abbattuta dal vaiolo
e dalla peste, prima che dai
barbari. Ma il vero obiettivo
della Yersinia pestis non era-
no gli uomini, bensì i roditori
che la veicolavano insieme al-
la pulci. La “intelligenza” di
questo batterio è stupefacen-
te: blocca l’apparato digesti-
vo delle pulci costringendole
a mordere voracemente i to-
pi, nei quali si riversa in mas-
sa attraverso la “saliva”. I sa-
piens sono stati un obiettivo
casuale. Eliminare virus e bat-
teri non è (vorrei dire per for-
tuna) possibile, e nemmeno
possiamo scegliere quali man-
tenere. Non è peraltro interes-
se del germe sterminare gli
ospiti, tutt’altro, il suo interes-
se è mantenerci in vita per dif-
fondersi il più possibile. Quel-
lo che dobbiamo fare è convi-
verci, cronicizzando le malat-
tie e mettendo in opera vacci-
ni, esattamente come abbia-
mo fatto con il retrovirus HIV,
visto che l’immortalità non è
ancora contemplata per la no-
stra specie. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Eliminare germi
e batteri non si può,
bisogna trovare
il modo di conviverci
I casi nel mondo
Stati Uniti
27
Canada
9
Tasso di mortalità
11%
Tasso di guarigione
89%
22 Febbraio 0
100%
75%
50%
25%
Sassi e roghi contro i rimpatriati
Ancora un medico morto
Un medico di 29 anni è morto a
Wuhan dopo aver contratto il co-
ronavirus. Peng Yinhua si era
ammalato lavorando in prima li-
nea per contenere l'epidemia, al
reparto di terapia intensiva del
First People's Hospital, hanno
spiegato le autorità sanitarie. I
media statali avevano reso noto
che il medico aveva ritardato il
matrimonio per continuare a la-
vorare. Era stato ricoverato il 25
gennaio, ma dopo alcuni giorni
era peggiorato. È deceduto gio-
vedì sera. Migliaia di medici sono
stati contagiati finora, almeno al-
tri sei sono morti. Il più noto tra lo-
ro è Li Wenliang, il medico eroe
di 34 anni che per primo lanciò
l'allarme sul coronavirus, ma
non venne ascoltato dalle autori-
tà. La sua morte ha scatenato la
rabbia di molti cinesi sui social
REUTERS
I microrganismi riescono a sfuggire ogni forma di controllo e si evolvono in modo multiforme
I virus che cambiano la Storia
più forti di ogni essere vivente
BANGKOK
Una setta, una donna che ha
sottovalutato la sua febbre e
un mal di gola per oltre dieci
giorni, quattro Messe in una
settimana. Risultato: almeno
87 fedeli contagiati, altri
9.000 in auto-quarantena, la
quarta città del Paese che si
ferma, e 51 milioni di sudco-
reani che improvvisamente
scoprono di essere il nuovo
fronte dell’emergenza coro-
navirus. In due giorni, i casi
di contagio in Corea del Sud
sono triplicati, da 53 a 204:
numeri che hanno fatto di-
ventare il Paese il più grande
focolaio dell’epidemia dopo
la Cina, se si escludono i 630
ammalati della nave da cro-
ciera ancorata in Giappone.
Alla «paziente numero
31», l’involontaria untrice
della setta Shincheonji, è sta-
ta appiccicata l’etichetta di
«super-diffusore» nella città
sud-orientale di Daegu, due
milioni e mezzo di abitanti.
La donna di 61 anni non è
mai stata in Cina, ed è una dei
soli tre coreani che hanno
contratto il virus da fonti
ignote. Ma da quando ha ma-
nifestato i primi sintomi è sta-
ta in ospedale per un lieve in-
cidente d’auto, è andata al la-
voro coi mezzi pubblici, ha
mangiato a un buffet. E so-
prattutto, ha impestato la
controversa confraternita,
nota per un pastore che crede
di essere un secondo Gesù. E
se centinaia di fedeli non mo-
strano sintomi, quasi altret-
tanti non sono ancora stati
controllati.
Daegu e la vicina Cheong-
do, dove in un ospedale psi-
chiatrico si sono registrate le
uniche due morti finora nel
Paese, sono da ieri «zone di at-
tenzione speciale». Quasi tut-
ti i nuovi casi delle ultime 48
ore sono stati identificati qui.
Il governo ha promesso misu-
re «forti e rapide» per conte-
nere l’espandersi dei contagi,
e il sindaco ha già esortato la
popolazione a rimanere a ca-
sa con la mascherina alla boc-
ca. Asili e biblioteche pubbli-
che sono già chiuse, i negozi
ancora no ma già ieri le stra-
de erano praticamente vuo-
te. «È come se qualcuno aves-
se sganciato una bomba sulla
città», ha detto alla Reuters
una delle poche passanti. L’in-
tera chiesa della Shincheonji
è stata disinfettata, ma la rab-
bia monta: su Twitter, ieri se-
ra girava una foto del cancel-
lo dell’edificio, ricoperto di
uova lanciate da qualcuno.
Per la Corea è un brusco ri-
sveglio, la Borsa di Seul ha
chiuso con un meno 1,5%.
L’ansia stava già salendo:
nei luoghi pubblici, i cartelli
che esortano a disinfettarsi
le mani e usare le mascheri-
ne sono ovunque. Ma fino a
tre giorni fa i contagi erano
una trentina, pochi per un
Paese a poche centinaia di
chilometri dalla Cina e dai
suoi 75 mila contagi e oltre
2.200 morti. Ora ci sono di-
versi contagi anche nelle ca-
serme, tanto che l’esercito
sta mettendo in quarantena
i suoi stessi soldati. La vicina
Corea del Nord - che confina
con la Cina - ha annullato
una maratona prevista a ini-
zio aprile, anche se ufficial-
mente nessun caso di corona-
virus è stato annunciato. Gli
esperti temono che un’even-
tuale epidemia lì possa esse-
re ingestibile.
Il fronte coreano si è aperto
mentre in Cina l’aumento dei
casi di contagio è in forte ral-
lentamento rispetto alle setti-
mane scorse. Ma è anche il
frutto di una metodologia di
conteggio meno rigida, che
esclude i casi rilevati con le ra-
diografie al petto, e si sta spar-
gendo il sospetto che i nume-
ri reali siano rivisti al ribasso.
I media cinesi danno ampio
spazio alle storie di guarigio-
ne a lieto fine, e le autorità so-
no ansiose di mostrarsi in con-
trollo, rimanendo allergiche
alle critiche, come dimostra
il caso delle espulsioni dal
Paese dei tre giornalisti del
Wall Street Journal.
E nel resto del mondo la
paura non scende. Circa
1.100 casi sono stati riportati
in 25 Paesi, e in Iran questa
settimana sono morte quat-
tro persone. «Siamo preoccu-
pati per l'aumento dei casi Co-
vid-19 in Iran» ha spiegato
l'Organizzazione mondiale
della sanità che ha già fornito
kit con test diagnostici. Il di-
rettore generale dell'Oms, Te-
dros Adhanom Ghebreyesus,
avverte che la «finestra» per
fermare l'epidemia «si sta re-
stringendo». A.URS. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
AFP
ANALISI
EMERGENZA SANITARIA EMERGENZA SANITARIA
La “untrice” è la fedele
di un gruppo religioso
Dopo le messe altri 87
seguaci si ammalano
In Ucraina una folla inferocita ha attaccato con lancio di
sassi, e accendendo fuochi, alcuni pullman che traspor-
tavano un gruppo di 45 cittadini ucraini e 27 stranieri
rimpatriati con un volo da Wuhan. L'episodio, avvenuto
in piena notte fra l'aeroporto di Kharkiv, dove i rimpa-
triati sono atterrati, e l'ospedale di Novi Sanzhary, dove
erano diretti per un periodo di quarantena, potrebbe es-
sere stato innescato da una falsa email del ministero del-
la Salute ucraino secondo il quale i rimpatriati, in realtà
tutti negativi ai test, avrebbero contratto il virus. Dopo
gli scontri e gli attacchi violenti della folla contro sei pull-
man di rimpatriati da Wuhan, la ministra della Salute
dell'Ucraina, Zorina Skaletska, ha annunciato che si met-
terà in quarantena volontaria per 14 giorni per "solida-
rietà" con i rimpatriati, insieme a loro, nell'ospedale del-
la cittadina di Novi Sanzhary. G.AGL
A Wuhan 19 ospedali
Wuhan, la città cinese focolaio
dell'epidemia di coronavirus, ha in
programma di costruire altri 19
ospedali provvisori per ricevere o
pazienti contagiati. Lo hanno reso
le autorità locali. A lavori conclusi,
già martedì prossimo, tutti gli
ospedali di emergenza a Wuhan
offriranno 30 mila posti letto. A og-
gi, Wuhan ha convertito 13 struttu-
re esistenti in ospedali tempora-
nei, con un totale di 13.348 posti
letto e circa 9.313 posti letto sono
stati utilizzati per trattare pazienti
con sintomi lievi.
Aggressioni a New York
A Manhattan un uomo ha insegui-
to e aggredito una donna cinese,
che indossava la maschera, chia-
mandola «infetta». A Los Ange-
les un altro, ha cominciato a urla-
re, nella metropolitana, accusan-
do i cinesi di essere malati. «Ogni
malattia - ha gridato - viene sem-
pre dalla Cina». Negli Stati Uniti
aumentano episodi di razzismo e
xenofobia contro chiunque abbia
sembianze asiatiche. «Ci sentia-
mo sotto attacco», ha confessato
Tanny Jiraprapasuke, di origini
thailandesi, nata e cresciuta a Los
Angeles.
LA GIORNATA
La Corea del Sud è il nuovo fronte
Il focolaio nella chiesa della setta
In due giorni i casi di coronavirus triplicati. L’epicentro a Daegu: “È come se avessero sganciato una bomba”
Un negozio di Pechino vuoto per la mancanza di clienti