Internazionale - 28.02.2020

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I


l capitalismo governa il mondo.
Con pochissime eccezioni, in tut-
to il pianeta la produzione econo-
mica è organizzata nello stesso
modo: il lavoro è volontario, il
capitale è per lo più in mani priva-
te e la produzione è coordinata in modo
decentralizzato e motivata dal profitto.
Non esiste un precedente storico per un
trionfo di questa portata. In passato il ca-
pitalismo – nella Mesopotamia del sesto
secolo aC o nell’impero romano, nelle
città-stato italiane del medioevo o nei Pa-
esi Bassi della prima era moderna – ha do-
vuto coesistere con altri modi di organiz-
zare la produzione. Tra questi c’erano la
caccia e l’agricoltura su piccola scala, la
servitù della gleba e la schiavitù. Fino a un
centinaio d’anni fa, quando la produzione
industriale e il commercio mondiale per-
misero la nascita della prima forma di ca-
pitalismo globalizzato, molti di questi
modi di produzione alternativi esistevano
ancora. Dopo la rivoluzione russa del 1917
il capitalismo si spartì il mondo con il co-
munismo, che estese il suo dominio su
circa un terzo della popolazione globale.
Oggi il capitalismo è l’unico sistema di
produzione rimasto.
Sempre più spesso i commentatori oc-
cidentali parlano di “tardo capitalismo”,
come se il sistema economico attuale fos-
se sul punto di scomparire. Altri sostengo-
no che il capitalismo sia nuovamente mi-
nacciato dal socialismo. Ma la verità è che
il capitalismo è destinato a durare e non
ha concorrenti. Tutte le società hanno in-
troiettato il suo spirito competitivo e insa-
ziabile, senza il quale i redditi diminuisco-
no, la povertà aumenta e il progresso tec-
nologico rallenta. La vera battaglia oggi è

l capitalismo


Branko Milanović,
Foreign Affairs,
Stati Uniti. Foto di
Christian Lutz

Il sistema economico e
produttivo che governa le
nostre società non è
destinato a scomparire.
Ma sta entrando in una
fase di trasformazione
segnata dallo scontro tra
il modello occidentale
e quello cinese
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