Internazionale - 28.02.2020

(backadmin) #1
Criminali come noi
Sebastián Borensztein
(Argentina/Spagna,
116’)

Cattive acque
Todd Haynes
(Stati Uniti, 126’)

Diamanti grezzi
Josh e Benny Safdie
(Stati Uniti, 135’)

In uscita


La Gomera. L’isola
dei fischi
Di Corneliu Porumboiu.
Con Vlad Ivanov, Catrinel
Marlon. Romania/Francia/
Germania/Svezia 2019, 97’
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Cristi, un poliziotto corrotto
di Bucarest, sospettato dai
superiori, s’imbarca per l’iso-
la della Gomera, nelle Cana-
rie, per imparare una lingua
ancestrale fatta di fischi che
gli servirà per far evadere un
mafioso e recuperare il ricco
bottino di una rapina. I fan
della prima ora di Corneliu
Porumboiu potrebbero rima-
nere spiazzati: l’autore di Po-
litist, adjectiv ha cambiato
stile. Basta con i piani se-
quenza contemplativi e i lun-
ghi scambi dialettici, spazio a
un noir con ritmo alto, poli-
ziotti corrotti ma romantici,
femme fatale (la superba Ca-
trinel Marlon), mafiosi dal
grilletto facile e addirittura
scene d’azione. Ma come gli
altri film di Porumboiu, an-
che La Gomera è una rifles-
sione sulla regia. Qui gioca
con i codici del noir e crea un
divertissement di alto livello,
piacevole e ricco di invenzio-
ni. E così il più caustico dei
registi romeni può arrivare al
grande pubblico. Samuel
Douhaire, Télérama

The grudge
Di Nicolas Pesce.
Con Andrea Riseborough.
Stati Uniti 2020, 93’
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Non c’è un vero motivo per cui
il titolo di questo film sia The
grudge. Dopo quello del 2004,
è il secondo remake statuni-
tense del film di Takashi Shi-
mizu (2002), e ritroviamo
molti elementi ormai comuni
a praticamente tutti gli horror
giapponesi, come i fantasmi
con i capelli sporchi e nodosi e
il concetto che una morte vio-
lenta crei una maledizione
che, al pari di un virus, infetta
chiunque venga a contatto
con lei. In The grudge gli unici
riferimenti all’originale sono
una rapida occhiata alla casa
dov’era ambientato il remake
del 2004 e quel tipico suono
gutturale che sembra il rutto
più lungo del mondo. Comun-
que, grazie al modo intelligen-
te con cui Nicolas Pesce tratta
il materiale, il film non è così
deprimente come la maggior
parte dei sequel horror.
Clarisse Loughrey,
Independent

Doppio sospetto
Di Olivier Masset-Depasse. Con
Veerle Baetens, Anne Coesens.
Francia/Belgio 2018, 97’
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Alice e Céline sono grandi
amiche. Vicine di casa in una

zona residenziale del Belgio
anni sessanta, organizzano
barbecue nel fine settimana,
decorano casa e giardino con
palloncini e ghirlande per le
feste di compleanno. Entram-
be sono madri di un bambino.
Poi un giorno succede una tra-
gedia. Il figlio di Céline cade
dalla finestra sotto gli occhi di
Alice. Lacrime e lutto si tra-
sformano lentamente in ri-
sentimento da una parte e pa-
ranoia dall’altra. Le cose si
mettono male. C’era da aspet-
tarselo, perché fin dall’inizio,
grazie alla regia di Olivier
Masset-Depasse, le immagini
da cartolina di armonia e feli-
cità suggeriscono un certo
malessere e una certa fragili-
tà. Senza voler tirare in ballo
Hitchcock, il regista padro-
neggia la crescente atmosfera
ansiogena, anche grazie alle
due protagoniste, Veerle Bae-
tens e Anne Coesens, due
“stradivari” del cinema belga.
Non vanno dimenticati nean-
che Mehdi Nebbou e Arieh
Worthalter, eccellenti nei
panni dei mariti, completa-
mente sorpassati e manipolati
dalle loro mogli. Alla fine,
quasi casualmente, è grazie a
loro, vittime indifese e inco-
scienti, che Doppio sospetto as-
sume pienamente la dimen-
sione del thriller. Christophe
Carrière, L’Express

They shall not grow old.
Per sempre giovani
Di Peter Jackson. Regno Unito/
Nuova Zelanda 2018, 99’
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Alla fine di They shall not grow
old dalle voci di alcuni soldati
che combatterono nella gran-
de guerra si scopre che, torna-
ti a casa, non solo non furono
accolti come eroi, ma ebbero
difficoltà enormi a trovare la-
voro. I civili non immaginava-
no cosa avevano dovuto af-
frontare, non tanto nei mo-
menti di battaglia, ma nella
vita quotidiana, in trincea. E
come avrebbero potuto? A
cento anni dalla fine di quel
conflitto, il documentario di
Peter Jackson riesce a dare al
pubblico contemporaneo
un’idea abbastanza fedele di
quell’esperienza. Jackson ha
avuto accesso a centinaia di
ore di filmati dell’Imperial
war museum britannico, che
ha selezionato e processato.
Non per fornire una ricostru-
zione storica né per denuncia-
re l’assurdità della guerra, ma
per raccontare le storie dei
soldati. Di solito con i film la
colorizzazione sembra solo
un brutto effetto, ma in que-
sto caso è riuscita a trasfor-
mare quei soldati da indistin-
guibili immagini sullo scher-
mo in persone vere.
Jonathan Pile, Empire

DR


DR

They shall not grow old

La Gomera

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