Anatoli Podoksik – Pablo Picasso 1881-1973. Ediz. illustrata

(Bozica Vekic) #1

solenne: il bouquet (che non è privo della rozzezza di una dozzinale
stampa ornamentale popolare) posa su una massiccia cassettiera di
mogano come su un piedistallo e sembra prendere vita grazie al
nervoso dinamismo degli “orecchi” e degli “occhi” dei fiori, rivolti ora
da una parte ora dall’altra, ai “gesti” delle loro foglie, al loro muto ma
colorito accordo intonato nella cupa e oppressa atmosfera “spagnola”
dello sfondo. «La capacità di vedere sta nel dimenticare i nomi delle
cose», scriveva Paul Valéry[83] per descrivere la visione del pittore.
Picasso, però, che di vedere era capace, aveva una sua personale e
radicata convinzione riguardo al dimenticare i nomi delle cose che
dipingeva: coglieva le realtà dei suoi oggetti e ne trovava l’equivalente
pittorico. Per tutta la sua carriera, il soggetto – il motivo-oggetto – non
fu mai irrilevante né arbitrario, essendo ciò che forniva l’impulso
poetico della creatività.
Benché il metodo cubista dell’esame tattile totale abbia consentito a
entrambi i pionieri del cubismo di padroneggiare appieno l’oggetto, la
differenza sta nel fatto che questo, per Braque, era un oggetto di
interesse artistico, mentre per Picasso si trattava di un oggetto d’amore.
Come avrebbe potuto, allora, trascurare l’aspetto pittorico in nome di
un fine puramente estetico? Come avrebbe potuto essere sedotto
dall’astrazione? La sua immaginazione era piena di oggetti e temi
d’amore, e persino alle soglie del cubismo (nell’inverno 1908-09)
l’elemento rappresentativo prevale nettamente sul problema dell’unità
strutturale dell’opera. In questo periodo di imprese le più svariate,
Picasso non sembra essersi neppure preoccupato di “realizzare un
quadro” (anche qui, diversamente da Braque): si direbbe piuttosto che
fosse affetto da una mania per le immagini, sennonché nel processo di
elaborazione questa materia-immagine, come la cera, muta e si
trasforma, tra le sue mani, in nuove idee. Bisogna tener presente il
luogo in cui il pittore lavorava (alcune rare fotografie ci aiutano, in
questo), immaginare l’artista impegnato a “realizzare” diverse tele
contemporaneamente, più volte, ridipingendovi sopra o prendendo
spunto da una recente scoperta...
Ciò diede origine a serie o, per meglio dire, a famiglie di dipinti,
disegni, schizzi: nature morte, nature morte in interni, teste, figure,
figure in interni con nature morte, scene di genere, paesaggi e paesaggi
con figure che formano composizioni scenografiche. Accanto alla
passione per il pittorico, molti altri fattori intervengono ad accrescere la

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