Anatoli Podoksik – Pablo Picasso 1881-1973. Ediz. illustrata

(Bozica Vekic) #1

stilemi legati alla città moderna con i ritmi goffi e quasi brutali e poveri
di plasticità crea l’immagine di un manichino, che non ha più sostanza
di quella percepita dall’occhio, piuttosto che dell’eterno femminino. E
mentre la femminilità della Regina Isabella risulta enfatizzata ed
espressa dalla metafora dei molteplici riferimenti vegetali (l’ornamento
a foglie, la fruttiera ricolma, la tonalità verde smeraldo), qui l’elemento
pittorico che caratterizza la donna con ventaglio è un vaso sbeccato e
vuoto.
In Donna con mandolino, la relazione tra gli oggetti e il personaggio
è evidente in quanto si fonda su un’idea tematica: quella di una donna
che suona uno strumento musicale, mentre i libri servono da attributo
dell’atmosfera intellettuale che pervade la creazione musicale. D’altra
parte, le linee regolari e ordinate degli scaffali contrastano nettamente
con la cascata del drappeggio scarlatto e con le pieghe del tessuto
bianco che scendono lungo la parte posteriore della poltrona. Questi
ritmi trovano corrispondenza nello stato d’animo della musicista che si
abbandona alla malia del flusso musicale. Picasso rende questa fusione
di musica ed emozione plasmando il contorno della figura femminile
come quello di uno strumento musicale (una sorta di liuto cum chitarra,
più che un piccolo e grazioso mandolino) e conferendo una struttura
analoga alla testa della donna e al corpo emisferico del mandolino.
In virtù di questa analogia, Picasso analizza e ricrea, con linee chiare
e piani estremamente semplici, la plasticità scultorea della testa della
musicista, presentandola, diversamente da quel che fa con le mani, non
con tonalità “carne”, bensì con sfumature lignee. Assimila la testa della
donna a un mandolino, il suo corpo a uno strumento musicale, e non in
senso puramente letterario, bensì anche plastico. A nostro parere,
questo fatto è di primaria importanza. In Donna con mandolino Picasso
era sul punto di fare una scoperta che avrebbe, in futuro, radicalmente
trasformato i principi stessi della sua arte: l’immagine presentata come
metafora visuale. Si accingeva a scoprire la poesia plastica. Un
decennio più tardi, il poeta Blaise Cendrars, ripensando al periodo del
cubismo, avrebbe notato:
«Non voglio dire che Picasso abbia fatto letteratura (come Gustave
Moreau), ma fu certamente il primo a introdurre in pittura certe
“procedure” che fino ad allora erano state ritenute esclusivamente
letterarie».[92] Questo commento si riferisce a una metafora visuale
che lo stesso Picasso chiamò trompe-l’esprit e che avrebbe dominato la

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