Dove - Maggio 2016

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Secondo di Pinerolo, restituito a nuova giovinezza dopo
decenni di incuria e abbandono. il maniero neogotico ac-
coglie mostre preziose e incontri culturali di nicchia, in
ideale continuità con lo spirito di cenacolo artistico che si
radunò nel secolo scorso intorno alla contessa Teresa Ca-
cherano di Bricherasio. Figure che è facile immaginare in
nobili conversari nei sei ettari di parco all’inglese, con un
boschetto di bambù giganti. Parco solcato da una rete di
ruscelli dove il fruscio delle foglie nel vento e il canto degli
usignoli fa da perfetta colonna sonora antistress, meglio
di qualsiasi compilation di musica new age.
Tappa successiva, il piccolo borgo di Pralormo: meno
di 2mila abitanti e un giardino di oltre due ettari. Sosta
d’obbligo, lungo la strada, a Pinerolo, in quella che per
edmondo de amicis era “la città più bella del Piemon-
te”. Patria della cavalleria e della famosa Torta Zurigo,
un trionfo di cioccolato, torrone e crema chantilly, che il
laboratorio Il Pasticcere continua a sfornare nel rispet-
to della ricetta originale, nata per deliziare il palato della
principessa Jolanda di Savoia. Per un pranzo in piena re-
gola, invece, ci si accomoda alla Trattoria Zappatori, re-
gno di Christian milone, nome emergente della nouvelle
vague italiana.
il Castello di Pralormo avrebbe gratificato invece il
poeta americano Walt Whitman: “dammi odoroso all’al-
ba un giardino di fiori bellissimi dove io possa camminare
indisturbato”, scriveva. e qui, in primavera, avrebbe po-

Parco del Castello
di Miradolo.


  1. nel maniero
    in stile neogotico
    si tengono mostre
    e incontri culturali.

  2. il boschetto
    di bambù giganti.

  3. la fioritura
    delle ortensie.

  4. Uno scorcio
    del patio.

  5. Una delle
    fioriere che ornano
    i viali.


tuto calcare uno smagliante tappeto di 75 mila tulipani,
tra cui quelli rarissimi a petalo nero e i curiosi pop up a
forma di cono gelato. Un tappeto srotolato nella cornice
di un parco d’autore, opera di Xavier Kurten, l’architetto
del paesaggio prussiano che a inizio ottocento introdus-
se in Piemonte il giardino all’inglese. maestro dei colpi
di scena, riesce a stupire anche lo smaliziato visitatore
di oggi. Come? Ritagliando, in una compatta quinta di
fronde, sapienti cannocchiali prospettici, per inquadrare
la magnifica chiostra di monti sullo sfondo; oppure po-
sizionando in certi angoli alberi prediletti da particolari
specie di uccelli per poter godere del loro canto proprio
lì e non altrove. Un invito polisensoriale a contemplare la
bellezza mai scontata della natura.
a Kurten si affida anche un re, Carlo alberto, per la
sistemazione del parco del Castello di Racconigi (patri-
monio Unesco), sede delle reali villeggiature fino all’av-
vento della Repubblica. da godere camminando senza
fretta lungo quel “percorso di delizie” che il paesaggista
ha orchestrato allineando grotte, tempietti, fontane, obe-
lischi: una passeggiata di seducente e armoniosa varietà
che si può scoprire anche con un giro in carrozza. Per go-
dere di qualche piacere più prosaico, ma non meno ap-
pagante, a 300 metri dal maniero si prenota un tavolo Da
Mos•, locale di cucina tipica con un gradevole dehors.
il segreto di un giardino romantico? L’impossibilità
di afferrarne la partitura con un unico sguardo. Sentieri

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PaOlO MantOVan PEr FOndaZiOnE COSSO,
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