notte, quando Urano raggiungerà la massima
altezza sull’orizzonte (il passaggio al meridiano
avviene alle ore 00:58 a un’altezza di 59,1° nel
giorno dell’opposizione).
Per la ripresa, di sicuro bisogna prestare
attenzione a lavorare alla focale che consenta di
sfruttare tutto il potere risolutivo dello
strumento. Sebbene il disco di Urano sia molto
piccolo non c’è alcun motivo per aumentare la
focale oltre misura. Facendolo si ridurrebbe solo
la luminosità già bassa del pianeta, abbassando di
molto la visibilità degli eventuali, tenui, dettagli,
senza alcun guadagno in termini di dettaglio
registrato. Un secondo parametro a cui prestare
attenzione nella ripresa riguarda il frame-rate di
ripresa. Spesso si tende a voler registrare il
maggior numero di frame al secondo a scapito
della qualità e della luminosità della singola
immagine. Se questa tecnica funziona bene con i
pianeti più vicini, con Urano è meglio invece
tarare bene la luminosità in modo che sia pari a
circa i 3/4 di quella massima ammessa dal
sensore di ripresa (circa 200 ADU per camere a 8
bit e 3000 per camere a 12 bit). Ricordiamo che
con ADU (Analog to Digital Unit) indichiamo
l'unità di misura dell'intensità luminosa di un
pixel dell'immagine CCD, è cioè il valore
numerico associato ai pixel di un'immagine
digitale. Meglio allungare il tempo di esposizione
e abbassare il framerate per avere la giusta
luminosità, piuttosto che riprendere a frequenze
più elevate ma con luminosità basse. Il consiglio è
quello di attestarsi su valori di 5 fps (frame al
secondo) e di riprendere almeno 3-4.000 frame
per video e almeno 4-5 video per ogni sessione
osservativa.
Se ci si preoccupa della rotazione del pianeta, si
consideri che i dettagli visibili su Urano sono
simili a quelli di Saturno, ovvero bande (quasi)
prive di dettagli fini, che circondano il globo del
pianeta e la rotazione non influisce in alcun modo
sulla loro visibilità.
Ovviamente, il consiglio migliore rimane sempre
quello di cercare Urano in notti in cui il cielo è
stabile e trasparente da luoghi bui e privi di fonti
luminose che possano disturbare l’osservazione o
la ripresa.
A riprese effettuate, si consiglia di confrontare
sempre le proprie immagini con simulazioni
software o con riprese di riferimento, questo per
confermare che gli eventuali dettagli siano
effettivamente lì e non si tratti di semplici
artefatti. Bisogna considerare infatti che ogni
immagine deve essere ripetibile nel tempo e
compatibile con le proprietà chimico-fisiche e
dinamiche del pianeta. Un consiglio in tal senso è
anche quello di ruotare la camera tra una ripresa e
l’altra, in modo da verificare se i dettagli
rimangono sempre nello stesso luogo. Meglio
accompagnare le proprie riprese con un’immagine
simulata di Urano, che permetta anche di valutare
la corretta orientazione del pianeta.
Sotto. Una ripresa di Urano del 2004 effettuata dal
Keck Observatory. crediti: Lawrence Sromovsky,
University Of Wisconsin-Madison/W.W. Keck
Observatory
(^134) COELUM ASTRONOMIA