(^98) COELUM ASTRONOMIA
Sopra. Esempi di possibili stadi evolutivi di un organismo alieno. (A) una molecola replicante non soggetta alla
selezione naturale (B) una entità cellulare più strutturata soggetta ad evoluzione e (C) un organismo completo
ed evoluto (illustrazione di GPNoi).
hanno portato alla ribalta le specie più resilienti:
la fotosintesi, l'ossigenesi, l'estremofilia,
l'endosimbiosi, la differenziazione cellulare, la
colonizzazione delle terre, l'evoluzione del
movimento, la vista, l'omeotermia, l'acquisizione
di un sistema nervoso complesso fino ad arrivare
allo sviluppo di una intelligenza singola e sociale.
L'integrazione di più funzioni all'interno di un solo
essere vivente definisce una struttura evoluta, ma
esistono sistemi in cui si sono semplicemente
aggregate e altri che hanno dato vita a organismi
complessi, in cui le sottostrutture che li
compongono lavorano come una parte del tutto,
senza antagonismo.
Una via di mezzo fra le due è ad esempio il
processo che ha portato i batteri ad aumentare la
loro complessità inglobandone altri le cui funzioni
erano utili per il loro sviluppo.
Negli esseri umani invece le cellule si sono
organizzate per una differenziazione delle
funzioni, dando origine a organi deputati a
compiti specifici. Come abbiamo detto però,
anche se l’essere umano potrebbe sembrare il
punto di arrivo di un processo apparentemente
lineare, convive (e ha convissuto) con altre forme
viventi che, a loro modo, hanno anch'esse
sviluppato una forma di intelligenza, di linguaggio
e di tecnologia.
Entità aliene complesse potrebbero, con ogni
probabilità, aver seguito le stesse regole ma uno
qualsiasi di questi “cammini”.
Si capisce quindi come sia in realtà difficile fare
reali previsioni sulla morfologia e sulla xeno-
biodiversità, anche se le caratteristiche fisiche dei
pianeti e delle stelle ospiti possono drasticamente
influenzare l’evoluzione di eventuali forme di vita.
Se consideriamo la presenza di acqua liquida
come un altro punto fermo per la possibile
esistenza e nascita della vita, semplificando, una
stella troppo calda genererebbe una dose di
radiazioni tali da impedire l'esistenza di un
ecosistema. Il pianeta, per poter mantenere
l’acqua allo stato liquido dovrebbe essere
sufficientemente lontano dalla stella madre, senza
contare che la rapida evoluzione di queste stelle
non avrebbe lasciato il tempo necessario alla vita
per svilupparsi e progredire. All'estremo opposto,
una stella troppo fredda, sebbene con una vita
molto più lunga potrebbe impedire all'acqua di
trovarsi allo stato liquido.
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