Coelum Astronomia - #227 - 2018

(Martin Jones) #1

(^20) COELUM ASTRONOMIA
Voyager 2 verso lo spazio
interstellare
di Barbara Bubbi - Universo Astronomia
La sonda Voyager 2 della NASA ha recentemente
rilevato un incremento di raggi cosmici
extrasolari. L’intrepida viaggiatrice spaziale,
lanciata nel 1977, potrebbe essere quindi in
procinto di raggiungere lo spazio interstellare.
Voyager 2 si trova a poco meno di 17,7 miliardi di
chilometri dalla Terra, oltre 118 volte la distanza
tra la Terra e il Sole. Sin dal 2007 la sonda sta
viaggiando attraverso gli strati esterni
dell’eliosfera, la vasta bolla che circonda il Sole,
dominata da particelle e campi magnetici solari.
Gli scienziati della missione stanno monitorando
costantemente la sonda per sapere quando
raggiungerà il confine esterno dell’eliosfera. Una
volta che Voyager 2 uscirà dall’eliosfera,
diventerà il secondo oggetto costruito dall’uomo,
dopo la Voyager 1, ad entrare nello "spazio
interstellare". Sin da fine Agosto, lo strumento
Cosmic Ray Subsystem a bordo della Voyager 2 ha
misurato un aumento di circa il 5%, rispetto ai
primi di Agosto, nel tasso di raggi cosmici che la
colpiscono. Lo strumento Low-Energy Charged
Particle ha rilevato un incremento analogo di raggi
cosmici ad alta energia.
Nel Maggio 2012 la sonda Voyager 1, circa tre
mesi prima di attraversare l’eliopausa per entrare
nello spazio interstellare, rilevò un aumento
simile a quello che ora la Voyager 2 sta
osservando. Tuttavia, il team della Voyager fa
notare che l’incremento di raggi cosmici potrebbe
non essere una prova definitiva del fatto che la
sonda stia per attraversare l’eliopausa. Voyager 2,
infatti, si trova in una posizione differente
nell’elioguaina, la regione esterna dell’eliosfera,
rispetto a quella attraversata da Voyager 1. «
Stiamo osservando un cambiamento nell’ambiente
attorno a Voyager 2, su questo non c’è alcun dubbio
», spiega Ed Stone del Caltech. «Ne sapremo di più
nei mesi a venire, ma per ora non abbiamo idea di
quando raggiungeremo l’eliopausa. Non ci siamo
ancora, questo posso dichiararlo con certezza».
Crediti: NASA/JPL-Caltech.

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