È stata la volta di M 42 che già a 25° esprimeva
tutta la sua maestosità. In binoculare è
impressionante. Con i filtri OIII emergono marcate
le parti periferiche più deboli. Il cielo da queste
parti fa una grande differenza, talmente grande
che ho scorso senza filtri la sagoma della Testa di
Cavallo. Una visione che mi ha veramente
impressionato, non ci potevo credere.
Intendiamoci, sto parlando di sfumature minime e
tuttavia percepibili!
A seguire è stata la volta della nebulosa Fiamma
che emergeva in netta evidenza senza filtri. Il
tutto in un gioco chiaroscurale di teterrimi neri e
grigi cupi, maggiormente evidenti con
l’esclusione dal campo di Alnitak.
Non mi sono scordato dell’oggetto più basso
prima dell’albeggiare, ovvero l’Elmo di Thor, NGC
2359 nel Cane Maggiore. Francamente troppo
basso!
L’ho osservato meglio da noi quando transitava
nelle fredde notti di gennaio e febbraio.
Mi riservo questa conclusione concentrandomi
sulla Grande Nube di Magellano dove sono
ritornato più volte durante la serata. Piano piano
che si alzava, gli elementi nebulari in essa
contenuti si distinguevano sempre meglio. Ma,
come attratto da un mostro orrido, di volta in volta
scorgevo l’enorme Tarantola che tanto mi ha
impressionato in questi giorni. La sua forma in
realtà appariva simile a un teschio umano in
radiografia, con la bocca leggermente spalancata
quasi in un accenno di grido munchiano!
Gli altri oggetti della Grande Nube, a forma di
pallotte, fanno da contorno, direi da elementi
esornativi alla predominanza di quest’oggetto così
tanto preponderante e scioccante per le immagini
sinistre che evoca!
Ritornando questa mattina in aeroporto, lungo la
strada si vedevano alberi pieni di nidi più o meno
grandi, gli uni vicini agli altri, tutti simili e disposti
qua e là come grossi nuclei sferoidali simili a
quegli elementi gassosi riscontrati nelle due Nubi
di Magellano!
Una sorprendente analogia che rende tutto simile
ma niente identico a se stesso!