244 l Bambini che ricordano altre vite
l'interno della nostra materia cerebrale. L'esperienza di vedere un cerchio, un
quadrato, o una qualunque altra forma, non corrisponde alla disposizione spazia
le dei neuroni. In termini tecnici, i dati percepiti e la disposizione dei neuroni
all'interno del cervello, non sono isomorfi. (Tuttavia, non sto affermando che,
nella nostra coscienza ordinaria, il cervello non rivesta un qualche ruolo nel ri
conoscimento delle forme) (33).
In terza analisi, la nostra attuale conoscenza del cervello, non fornisce una
spiegazione soddisfacente per quanto riguarda la memoria. (Mi sto riferendo so
lo alla memoria di eventi occorsi in una vita, non in quelle precedenti). I neurofi
siologi hanno suggerito che l'esperienza modifichi il cervello e lasci in esso delle
tracce che possono essere stimolate da eventi successivi che fanno riemergere il
ricordo dell'evento originale, dando luogo all'esperienza che noi tutti definiamo
come memoria. Ciò risulta plausibile in astratto, ma la debolezza di una tale teo
ria si palesa quando ci si chiede in che modo vengano attivate tali tracce dalle
infinite circostanze cui abbiamo accesso (34).
Inoltre, gli eventi mentali avvengono in uno spazio che risulta molto diffe
rente da quello che sperimentiamo nella vita di tutti i giorni, così come dallo
spazio fisico descritto dai fisicisti. Ad esempio, se produciamo l'immagine di un
orso (in assenza della visione di un orso reale), questa avrà delle sue dimensioni
spaziali e, nella nostra mente, potremo collocare l'orso ad una certa distanza da un
fiume (anch'esso immaginario) in cui si trova un salmone verso cui l'animale si
protende. Tuttavia, non si potrà parlare in modo intelligibile della distanza esi
stente fra l'orso e gli oggetti che lo circondano (35). Il corpo fisico di un individuo
risiede nello spazio fisico, mentre la sua mente risiede nel suo spazio mentale.
Non risulta ovviamente vero che, le menti di due individui, possano esiste
re nello stesso spazio mentale, laddove i loro corpi (anche se si trovano in due
luoghi diversi) esistono nello stesso spazio fisico. Se ciò dovesse in qualche mo
do accadere, ed io ritengo personalmente che sia possibile, noi non ne siamo af
fatto consapevoli; abitualmente, infatti, le nostre menti sono protette, all'interno
del nostro spazio mentale, dall'intrusione dei pensieri di un'altra persona. Tutta
via, in rare occasioni, tali barriere si indeboliscono e abbiamo modo di speri
mentare la telepatia ed altri tipi di comunicazioni paranormali. Il fatto che, gli
spazi mentali degli individui coinvolti in un fenomeno di telepatia siano in qual-
(33) Mancanza di isomorfismo fra le esperienze sensoriali ed i modelli neuronici
Smythies (1956, 1960) e Malcolm (1977) hanno discusso questo argomento in modo approfondito.
(34) Inadeguatezza delle attuali spiegazioni neuroflsiologic:he della memoria
Beloff (1980a, 1980b), Gauld (1982) e Malcom (1970, 1977) hanno scritto a proposito di tale sogget
to. L.R. Baker (198 1), Dreyfus (1979) e Heil (1980) hanno criticato il modello computeristico del cervello
e quindi della mente.
(35) Spazio mentale e spazio flsic:o
Oltre a Ducasse (1951) e Price (1953), Smythies (195 1, 1960, 1974), Whiteman (1973) e Poynton
(1983), hanno scritto a proposito del concetto di spazio mentale. Io ho descritto le mie personali idee a
tale riguardo (Stevenson, 198 1).
Credo che Cartesio (1912, 164 1, pag. 139) fece un importante errore nell'asserire che la mente, così
come il corpo, non abbia la proprietà di estendersi. Nonostante la correzione apportata da Hume (1911/
1739, 1: 228) e simili critiche fatte da altri psicologi, l'errore di Cartesio ha continuato ad impedire l'ac
cettazione dell'idea che la mente ed il corpo abbiano in sé la proprietà di estensione.