Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1

250 l Bambini che ricordano altre vite


Altri casi di apparizioni forniscono degli ulteriori esempi di comunicazioni
occasionali intercorse fra una personalità disincarnata e la famiglia o gli amici
tuttora viventi. Parlo di �pparizioni avvenute mesi o anni dopo la morte del­
l'individuo in questione. E più facile che una tale apparizione si manifesti in un
periodo in cui il percipiente vive una sua particolare crisi personale o un mo­
mento d'angoscia e, questa coincidenza temporale, fa supporre che i disincarnati
rimangano in qualche modo collegati con le vicende terrestri dei membri delle
loro famiglie. Queste apparizioni post-mortem si verificano molto più raramente
di quelle che avvengono in coincidenza con la morte, di cui ho fornito alcuni
esempi nel capitolo l; ma è stato riportato un sufficiente numero di casi autentici
da farci ripromettere di riservare degli ulteriori studi a questa fenomenologia (50).
Le persone in punto di morte hanno spesso delle visioni di altre persone
decedute che sembrano essere accorse per fornire il loro aiuto nel momento del
trapasso. È possibile spiegare alcune di queste visioni supponendo che derivino
da un grande desiderio da parte dei morenti di riunirsi con le persone loro care
che erano morte in precedenza; tuttavia, in molti casi ben documentati il perci­
piente non aveva la minima idea che le persone apparsegli fossero morte e non
ne erano a conoscenza nemmeno le persone che lo circondavano (51).
Il mondo dei disincarnati può avere delle leggi che tuttavia differiscono da
quelle che ci sono familiari nella vita ordinaria. Il tempo può trascorrere in mo­
do diverso e il concetto di spazio fisico può essere del tutto superato. Pensare a
qualcuno può voler dire trovarsi immediatamente con quella persona, cosicché
« ora » potrebbe equivalere a « qui » (52).
Se qualcuno chiede dove possa essere situato tale regno, posso rispondere che
esso esiste all'interno dello stesso spazio mentale che noi tutti occupiamo in que­
sto momento, ovvero mentre siamo ancora assodati ad un corpo fisico.
Per riassumere, sto suggerendo Oungi dal pretendere di essere l'unica perso­
na a fare ciò) che l'universo sia formato da due regni: uno fisico ed uno mentale
(o psichico). Questi interagirebbero fra di loro. Durante le nostre vite ordinarie,
l'associazione con un corpo fisico restringe l'azione della mente, sebbene ci per­
metta anche di avere delle esperienze che non si potrebbero ·Vivere altrimenti.
Dopo la morte, liberi dal corpo, potremmo inizialmente esi�tere esclusivamente
nel regno mentale. In seguito, alcune persone (o forse anche tutte) potrebbero ri­
prendere un corpo fisico e quindi reincarnarsi.
Concluderò i miei commenti su questo argomento enfatizzando la natura
speculativa di quanto ho fin qui abbozzato. La mia intenzione era quella di mo-

(50) Apparizioni post-mortem
Degli esempi possono essere trovati consultando Myers (1889, pag. 29-30); Perovsky-Petrovo­
Solovovo (1930); e Gurney (1889, pag. 422-26).
(5 1) Visioni sul letto di morte
Degli esempi di ciò possono essere studiati consultando Bozzano (1906); Barrett (1926); e Osis e Ha­
raldsson 0977 ).
(52) Ora equivale a dire qui
Parecchie persone hanno descritto di aver vissuto -quando si sono trovate di fronte alla morte, o
dopo essere morte -l'esperienza di pensare ad una persona o ad un posto e di ritrovarsi istantaneamen­
te con quella persona o in quel posto. Chaokhun Rajusthajarn ricordava proprio una tale esperienza.
Geddes (1937) e Radin (1926) ci hanno fornito molti altri esempi del verificarsi di un simile fenomeno.

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