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22 Le Scienze 6 15 novembre 2019
Jonathan Nackstrand/Getty Images
NOBEL
L’illusione delle donne
I premi di quest’anno segnano un passo indietro sulla questione di genere
Nove uomini su nove medaglie assegnate. Zero donne. Eppure lo
scorso anno il Nobel per la fisica a Donna Strickland e per la chi-
mica a Frances Arnold erano stati accolti in modo positivo anche
perché lasciavano sperare che a Stoccolma la questione di genere
nella scienza fosse ormai sotto attenta osservazione. Addirittura,
qualche giorno prima delle assegnazioni di quest’anno, in un’in-
tervista a «Nature» Göran Hansson, segretario generale dell’Ac-
cademia reale delle scienze di Svezia, responsabile per i Nobel in
fisica e chimica, e già segretario del comitato per il Nobel per la
medicina o la fisiologia, aveva rassicurato i lettori: la procedura
per la nomina dei candidati è stata modificata per cercare di con-
trastare lo squilibrio di genere e anche quello tra gruppi etnici.
Scorrendo la lista dei premiati del 2019 è fin troppo evidente
che la speranza nata con i Nobel del 2018, e con la modifica della
procedura delle nomine, è stata vana. Forse però non tutti i pro-
blemi sono a Stoccolma. Nel nostro piccolo angolo di mondo, in
Europa, le carriere scientifiche sono ancora una cosa da maschi in
misura inaccettabile. In paesi meno ricchi la realtà è addirittura
peggiore. I problemi iniziano con l’accesso delle bambine all’istru-
zione primaria. Inoltre fare scienza, ha ricordato Hansson, richie-
de investimenti e stabilità. Sono due opzioni non sempre disponi-
bili in molti paesi del mondo, e di fatto questa carenza taglia fuori
scienziati di molti gruppi etnici da un percorso che potrebbe por-
tarli ai massimi livelli. Se è giusto guardare a Stoccolma e chiede-
re di più, perché i premiati con il Nobel diventano modelli per i
più giovani, è anche giusto allargare lo sguardo a quello che abbia-
mo attorno e chiederci come possiamo cambiare lo stato dei fatti.
La redazione
Pionieri del cosmo e dei mondi alieni
Grande è il cuore dell’Accademia reale delle
scienze di Svezia, come dimostra il Nobel per
la fisica assegnato a James Peebles.
Il cosmologo della Yale University ha ricevuto il
riconoscimento per «le sue scoperte teoriche
nella cosmologia fisica». In effetti, nella
galleria dei Nobel della fisica ci sono premiati
che probabilmente non sarebbero arrivati
a uno dei massimi traguardi ambiti da chi
di professione fa lo scienziato se non fosse
stato per il lavoro portato avanti da Peebles
dalla metà degli anni sessanta alla metà
degli anni ottanta. Anche grazie al quadro
teorico sviluppato dal cosmologo di Yale oggi
sappiamo che la radiazione cosmica di fondo
a microonde è il residuo fossile del big bang
da cui è nato l’universo, e sappiamo che
l’universo è composto per la quasi totalità da
materia oscura, una forma di materia che non
interagisce con la radiazione elettromagnetica
e quindi è impossibile da rilevare con i
telescopi, e da energia oscura, una forma
di energia responsabile dell’espansione
accelerata del cosmo. La materia ordinaria,
che compone le galassie come anche gli
esseri umani, non è altro che una comparsa
del palcoscenico cosmico. Tra l’altro, poiché la
natura di materia ed energia oscure è ancora
misteriosa, non è improbabile che in futuro
altri Nobel dovranno ringraziare Peebles.
L’accademia ha premiato anche Michel Mayor
e Didier Queloz, due astronomi dell’Università
di Ginevra, per «la scoperta di un esopianeta
in orbita attorno a una stella di tipo solare».
Nel 1995 i due hanno annunciato la
rilevazione di un pianeta in orbita attorno alla
stella 51 Pegasi, a 50 anni luce dalla Terra.
Oggi sono circa 4000 gli esopianeti noti nella
nostra galassia, da giganti gassosi simili a
Giove a pianeti rocciosi simili al nostro.
Forse però qualcuno masticherà amaro. Nel
1992 Alexander Wolszczan della Pennsylvania
State University e Dale A. Frail del National
Radio Astronomy Observatory avevano
annunciato la scoperta di esopianeti in
orbita attorno a una stella di neutroni lontana
2300 anni luce dalla Terra. Di fatto la prima
rilevazione di pianeti al di fuori del sistema
solare, confermata negli anni successivi. Ma
Wolszczan e Dale non riceveranno medaglie
da Stoccolma.
Giovanni Spataro
L’annuncio dei tre Nobel per la fisica del 2019; quello a James Peebles, cosmologo della Yale
University, sembra un più che meritato riconoscimento alla carriera.