56 Le Scienze 6 15 novembre 2019
le femmine si avvicinavano davvero al momento della deposizio-
ne delle uova. È anche possibile, quindi, che le femmine cerchino
- riuscendoci – di far eiaculare un gran numero di maschi perché,
così facendo, potenziano il vigore della prole.
Bugiardi domestici
Gli animali possono imbrogliare anche nel nostro stesso focola-
re domestico. I cani sono lodati per la loro altissima fedeltà, eppu-
re la verità è più complicata. L’etologa Marianne Heberlein dell’U-
niversità di Zurigo ha fatto interagire dei cani domestici con due
donne: una, chiamiamola signora Amica, condivideva il cibo con
loro, mentre la signora Nemica non condivideva niente e teneva il
cibo per sé. I cani potevano portare la propria partner verso un ci-
bo preferito, un cibo non preferito oppure un posto senza cibo. Il
primo giorno i cani portavano la signora Amica più spesso nel luo-
go con il cibo preferito. Il secondo avevano compreso meglio la si-
tuazione: ora portavano la signora Nemica meno spesso nel posto
con il cibo preferito e, in sua presenza, inibivano il proprio com-
portamento di ricerca del cibo preferito.
Come sa chiunque abbia vissuto insieme ai cani, questi ani-
mali non sono bravi a rinunciare ai cibi preferiti. In questo
esperimento, a quanto pare, i cani vo-
levano migliori probabilità di ottenere
il cibo desiderato più tardi, e sapevano
che imbrogliando l’egoista signora Ne-
mica potevano aumentare le proprie
chances. Secondo Heberlein, è anche
possibile che agli animali non piacesse
l’idea che un essere umano non gradito
ricevesse un piatto speciale. Non importa la motivazione: quello
dei cani era un esempio di inganno tattico.
Che cosa ne dobbiamo dedurre? Che se ci comportiamo bene
con i cani loro, naturalmente, si comporteranno bene con noi. In
un’ottica più ampia, che nel mondo animale la falsità può essere
messa in atto con consapevolezza e, a volte, anche con un certo
piacere. Per questo motivo, possiamo in parte vedere qualcosa di
noi nei cani o nelle seppie che emettono falsi segnali per accop-
piarsi e negli uccelli che imbrogliano per rubare il cibo. In tutte le
specie – compresi quegli animali che ingannano senza un intento
premeditato – lo stesso individuo può comportarsi in modo one-
sto in certe circostanze e subdolo in altre. Questa natura da Giano
Bifronte potrebbe suonare familiare anche a noi. Q
sociali quando la posta in gioco è il cibo o un possibile compagno
che vorrebbero per sé.
Ma la complessità – e l’eleganza – degli inganni degli animali
non dipendono dal fatto che ci sia un’intenzione consapevole.
Truffatori inconsapevoli
Il ragno australiano Ordgarius magnificus caccia le falene not-
turne usando una pallina di seta appiccicaticcia, detta bola. Que-
sto aracnide dal nome altisonante è di colore bianco, con varie
striature lungo il corpo; per catturare le prede, anziché tessere
una tela produce un unico filo di seta con in cima una bola e lo sca-
glia contro le falene vicine. Ed ecco la magnifica parte machiavel-
lica del piano: la bola emette un feromone che imita l’odore di una
falena femmina. Le falene maschio, attirate da questo profumo ir-
resistibile, si avvicinano e vengono intrappolate nell’appiccicosa
pallina di seta. I ragni trangugiano la vittima sul momento, oppu-
re la conservano per uno spuntino successivo. Nell’inganno, nien-
te lascia pensare a una strategia pianificata; piuttosto, l’evoluzione
ha promosso questo comportamento perché è vantaggioso per il
successo riproduttivo del ragno.
Lo stesso meccanismo spiega l’imbroglio messo in atto dai mo-
scerini della frutta. Questi insetti non si vergognano delle loro ten-
denze cannibalistiche – le larve più giovani sono pronte a cibarsi
degli individui più vecchi o feriti – eppure è raro che inghiotta-
no le uova deposte dai loro simili. Il gruppo dell’ecologa Sunitha
Narasimha all’Università di Losanna ha scoperto perché. Un fero-
mone essudato dalla madre sigilla le uova, impedendo che ne fuo-
riescano odori rivelatori; questo, a sua volta, fa sì che i minusco-
li cannibali non riescano a identificarle. Si tratta di un modo astuto
di mascherare uova che si trovano in bella vista, in una specie non
certo famosa per le cure parentali.
Il sesso e la riproduzione offrono un contesto maturo per la
condivisione di falsi segnali. Tra gli uccelli, le femmine del cuculo
sono famose per deporre le uova nei nidi di altre femmine e poi ta-
gliare la corda. Le legittime proprietarie del nido sono così porta-
te con l’inganno a prendersi faticosamente cura di una prole non
propria. Questo comportamento è diffuso, oltre che nel cuculo, in
molte altre specie; il cosiddetto parassitismo di covata conspecifi-
co, che consiste nell’imbrogliare un membro della propria specie
deponendo nel suo nido un uovo truffaldino, è praticato da 200
specie di uccelli.
In alcuni casi l’inganno inizia prima ancora che nascano i pic-
coli. La femmina della trota a volte trema violentemente come se
fosse pronta a deporre le uova, anche se così non è. In uno studio
del 2001 Erik Petersson e Torbjörn Järvi, all’epoca presso l’Agen-
zia nazionale svedese per la pesca, definirono questo comporta-
mento sorprendente «falso orgasmo». In risposta, i maschi tratti in
inganno emettono sperma, ma non fecondano un bel niente. Per-
ché le femmine impiegano tutta questa energia? Potrebbe essere
semplicemente un modo di scoraggiare maschi indesiderati, an-
che se Petersson e Järvi hanno scoperto una cosa piuttosto inte-
ressante: la frequenza dei falsi orgasmi aumentava man mano che
«False Orgasm» in Female Brown Trout: Trick or Treat? Petersson E. e Järvi T.,
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Il cordoglio dell’orca. King B.J., in «Le Scienze» n. 611, luglio 2019.
PER APPROFONDIRE
In tutte le specie, lo stesso individuo può
comportarsi in modo onesto in certe circostanze
e in modo subdolo in altre