corea del sud
un paese
sviluppato
Il 25 ottobre la Corea del Sud ha
reso noto che rinuncerà allo sta-
tus di paese in via di sviluppo
presso l’Organizzazione mon-
diale del commercio (Wto), scri-
ve la Neue Zürcher Zeitung.
Quella sudcoreana è la dodice-
sima economia mondiale. “È
difficile continuare a essere ri-
conosciuti come paese in via di
sviluppo dalla comunità inter-
nazionale”, ha dichiarato il mi-
nistro delle finanze sudcoreano
Hong Nam-ki, “considerando il
nostro livello di sviluppo”. La
decisione è stata contestata dai
rappresentati delle aziende agri-
cole. In occasione di una mani-
festazione che si è svolta a Seoul
il 25 ottobre, gli agricoltori han-
no ricordato al governo che l’in-
gresso della Corea del Sud tra le
nazioni industrializzate significa
“il dimezzamento delle sovven-
zioni finora riconosciute al set-
tore e un’ulteriore apertura del
mercato interno alla concorren-
za straniera”.
germania
il tetto
sugli affitti
Il 22 ottobre il senato di Berlino
ha approvato una legge che con-
gela per cinque anni gli affitti
degli appartamenti costruiti pri-
ma del 2014, circa 1,5 milioni di
alloggi. Inoltre, spiega Die Ta-
geszeitung, “escluse le spese
per il riscaldamento, ogni nuovo
affitto non potrà superare i 9,80
euro al mese al metro quadro”.
La legge dovrà essere approvata
in via definitiva entro i primi
mesi del 2020, e il tetto agli affit-
ti sarà applicato retroattivamen-
te a partire dal 18 giugno 2019. I
regolamenti attuativi saranno
approvati entro la fine del pros-
simo anno, per dare il tempo
all’amministrazione comunale
di assumere il personale neces-
sario alla gestione della legge.
stati uniti
con gli scioperi
calano i profitti
Il 29 ottobre la General Motors
ha rivisto al ribasso gli utili pre-
visti per il 2019, sottolineando
che il recente sciopero di qua-
ranta giorni indetto dal sindaca-
to United Auto Workers è costa-
to tre miliardi di dollari. Secon-
do l’azienda, la riduzione degli
utili per azione previsti da sette
a 4,8 dollari è dovuta al fatto che
la protesta ha bloccato la produ-
zione di trecentomila veicoli.
Comunque il 25 ottobre lo scio-
pero, scrive la Reuters, ha por-
tato alla firma di un nuovo ac-
cordo quadriennale con i 48mila
lavoratori della United Auto
Workers. In base all’intesa, la
General Motors investirà nove
miliardi di dollari negli Stati
Uniti, di cui 7,7 nei suoi impianti
e il resto nelle fabbriche aperte
insieme ai propri partner.
in breve
Cina Pechino, non San Franci-
sco né Palo Alto, è la città dove
ci sono più unicorni. Sono chia-
mate così le giovani aziende non
ancora quotate che hanno un
valore di mercato di almeno un
miliardo di dollari. Secondo
l’Hurun global unicorn list,
compilata dalla casa editrice
Hurun, nella capitale cinese ce
ne sono 82. In tutto il mondo ci
sono 494 aziende unicorno, di
cui 206 si trovano in Cina e 203
negli Stati Uniti. Al terzo posto
c’è l’India, con ventuno aziende.
I tre principali unicorni – dal va-
lore complessivo di 280 miliardi
di dollari – sono cinesi.
MAxIM SHeMetOv (ReUteRS/CONtRAStO)
il petrolio saudita va in borsa
Il 3 novembre la Saudi Aramco, la compagnia petrolifera dell’Arabia
Saudita e una delle aziende più redditizie del mondo (ha registrato
un utile di 111 miliardi di dollari nel 2018), comincerà le operazioni
per il suo collocamento in borsa. Come spiega il Financial Times,
sarà messo in vendita il 3 per cento del capitale e gli scambi comin-
ceranno l’11 dicembre alla borsa di Riyadh.
Abqaiq, Arabia Saudita
Filippine
“Un’ondata di riso importato a
basso costo – in gran parte dal
vietnam e dalla thailandia – ha fatto
abbassare il prezzo del cereale nelle
Filippine fino al livello più basso
degli ultimi otto anni”, scrive la
Nikkei Asian Review. Molti
coltivatori sono costretti a vendere
sottocosto la loro produzione, e per
questo chiedono il ritiro della legge che ha aperto il
mercato filippino alle importazioni. “Nel febbraio del
2019 il presidente Rodrigo Duterte ha firmato la Rice
tariffication law, una legge che ha eliminato i limiti alle
importazioni. Il provvedimento è stato deciso dopo che
nel 2018 un’improvvisa carenza nell’offerta di riso aveva
fatto salire i prezzi, portando l’inflazione al punto più alto
degli ultimi dieci anni e mettendo in difficoltà
un’economia che dipende molto dai consumi”. Ora, dopo
l’ondata di riso importato e il rialzo del costo del denaro
da parte della banca centrale filippina, l’inflazione è scesa
al 2,8 per cento, ma il malcontento dei coltivatori ha
spinto il governo a sovvenzionarli. ◆
Nikkei Asian Review, Giappone
guerra all’inflazione
arabia saudita
BRyAN WOOLStON (ReUteRS/CONtRAStO)
Bowling Green, Stati Uniti