Il Sole 24 Ore - 14.11.2019

(Brent) #1

Il Sole 24 Ore Giovedì 14 Novembre 2019 29


Mondo


Bce, Lagarde porta


in ritiro i governatori


ESORDIO DA PRESIDENTE


Dopo il primo Consiglio,


riunione fuori dagli schemi


per favorire il dialogo


In discussione trasparenza


dei verbali delle riunioni


e procedure decisionali


Isabella Bufacchi


Dal nostro corrispondente


FRANCOFORTE


Un luogo lontano dalle luci dei riflet-


tori della Bce,un incontro informale


ristretto ai soli membri del Consiglio


direttivo, un’occasione senza prece-


denti per un dialogo franco e soprat-


tutto per ritrovare lo spirito di gruppo,


il “team spirit” che andava perdendo-


si. È stato questo il vero esordio ieri di


Christine Lagarde come neopresi-


dente della Banca centrale europea.


Dopo il debutto di calendario, dove ha


presieduto il suo primo Consiglio in


sede, Lagarde ha invitato i cinque


membri del Comitato esecutivo e i 


governatori delle banche centrali del-


l’Eurosistema ad una riunione fuori


dagli schemi, con l’intenzione di di-


stendere un’atmosfera tesa per via


della sonora spaccatura tra i falchi e le


colombe. Prima di lei, solo gli ex-pre-


sidenti Wim Duisenberg e Jean-Clau-


de Trichet, non Mario Draghi, aveva-


no organizzato questo tipo di incon-


tro informale ma limitandolo ai


membri del Board. «I membri del


Consiglio - ha riferito un portavoce -


si sono riuniti fuori sede, su invito


della presidente Lagarde, per discute-


re in una cornice aperta e informale la


gestione futura delle riunioni».


Se Mario Draghi al suo primo Con-


siglio direttivo il  novembre  si è


trovato a dover fronteggiare la Gran-


de Crisi del debito sovrano e dell’euro,


proponendo a sorpresa di tagliare i


tassi (decisione di politica monetaria
che fu presa collegialmente), Lagarde

deve iniziare da una crisi tutta interna


alla Banca. Lo scontento dei falchi,
spesso in minoranza negli ultimi anni

di politica ampiamente accomodante,


è salito alle stelle negli ultimi tempi
della presidenza Draghi, perché si so-

no sentiti messi in un angolo. L’ulti-


mo pacchetto di misure ultra-acco-
modanti proposto da Mario Draghi il

 settembre e poi varato dal Consiglio


con una chiara o larga maggioranza (a
seconda dello strumento), ha esaspe-

rato ancor più gli animi dei falchi con-


trari all’ennesima ondata di liquidità
tramite il QE, nuovo programma di

acquisti partito il primo novembre al


ritmo di  miliardi al mese e senza
scadenza. Anche il taglio dei tassi in

terreno negativo, con il tasso sui de-


positi sceso il  settembre a -,%,
ha destato malcontento più del solito.

Per placare gli animi, ricucire gli


strappi e ristabilire un clima più sere-


no nel Consiglio - essenziale per la
credibilità della Banca - Lagarde ini-

zierà a mettere in pratica quello che ha


già indicato come perno della sua pre-
sidenza: più dialogo e trasparenza.

Sul tavolo della prima discussione


in Consiglio con Lagarde al posto di
Draghi, e non è escluso anche nel sa-

lotto del primo incontro informale,


sarebbe stata nuovamente avanzata
la proposta di aumentare le informa-

zioni contenute nei verbali pubblicati


con un dettagliato resoconto delle
riunioni del Consiglio: oltre alla de-

scrizione del dibattito sulle decisioni


di politica monetaria, come adesso,
alcuni membri del Consiglio vorreb-

bero che fosse reso noto anche chi si è
espresso e su cosa. Non tutti si trova-

no d’accordo su questo salto di tra-


sparenza: alcuni governatori preferi-
scono esprimersi liberamente in pie-

no anominato.


La pubblicazione dei verbali è
stata decisa e avviata sotto la presi-

denza di Draghi, che però non vede-


va con favore una trasparenza totale
con nomi e cognomi sulle varie po-

sizioni emerse.


Non è da escludersi che ieri nelle
riunioni si sia discussa una modifica

alle procedure decisionali, preveden-


do il voto (per alzata di mano) per ogni
decisione di politica monetaria. Ma

anche in questo caso, le opinioni dif-


feriscono. Draghi richiedeva il voto
volta per volta, cioè quando il Consi-

glio era visibilmente spaccato e non


c’era una chiara maggioranza. L’alza-
ta di mano non è servita per esempio

per il QE perché era già emersa senza


dubbio la maggioranza.
Al momento, le regole sono tali

per cui qualsiasi membro del Consi-


glio può richiedere il voto per ogni
singola decisione: basterebbe que-

sto, in realtà, per consentire la vota-


zione sempre, senza modificare le re-
gole. Ma un automatismo eviterebbe

al singolo membro di esporsi con una
richiesta esplicita.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CHRISTINE
LAGARDE
La neo presidente
della Bce è stata
direttore generale
dell’Fmi dal 2011 a
settembre 2019

AL DEBUTTO


L’eredità di Draghi


Christine Lagarde, classe 1956, ha


ereditato da Mario Draghi una Bce
che ha accresciuto il suo prestigio,

grazie alla capacità di sostenere


l’Eurozona e l’euro durante gli anni
della crisi. La Banca vive però una

crisi tutta interna. Lo scontento


dei falchi, spesso in minoranza
negli ultimi anni di politica

ampiamente accomodante, è


salito alle stelle negli ultimi tempi
della presidenza Draghi. A

Lagarde il compito di ricucire


Powell chiude a Trump:


appropriati i tassi attuali


TESTIMONIANZA AL CONGRESSO


Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell (nella foto)chiude


all’ipotesi di un nuovo taglio dei tassi di interesse in dicembre.


«Riteniamo che l’attuale posizione di politica monetaria probabilmente
rimarrà appropriata - ha detto nella prima testimonianza al Congresso

dopo il terzo taglio consecutivo dei tassi - finché le informazioni in


arrivo dall’economia saranno coerenti con il nostro outlook di crescita
moderata e di un robusto mercato del lavoro» oltre che di inflazione

stabile, ha affermato Powell. Ha poi aggiunto che la Fed «non


considera i fattori politici» quando assume le sue decisioni.


EPA Russia, anche


il Fondo sovrano


scarica il dollaro


Antonella Scott


La de-dollarizzazione prosegue in
Russia con la riduzione della quo-

ta in dollari del Fondo sovrano na-
zionale per il welfare,che sulla scia

di quanto sta già facendo da tem-


po la Banca centrale russa prende-
rà in considerazione investimenti

in altre valute, inclusa quella cine-


se. Vladimir Kolychev , vicemini-
stro delle Finanze,ha spiegato alla

stampa che i cambiamenti nella


struttura valutaria del Fondo na-
zionale del welfare avranno effet-

to a partire dal prossimo anno.


«Posso dire con certezza che la
percentuale di dollari diminuirà -

ha detto Kolychev, citato dal-


l’agenzia Tass -. Stiamo prenden-
do in considerazione diverse valu-

te, tra queste lo yuan e altre mone-


te». Al posto dei dollari che attual-
mente il ministero acquista a

nome del Fondo, ha aggiunto


Kolychev, si studia la possibilità di
acquistare euro.

Kolychev non ha precisato di


quanto verranno ridotti gli inve-
stimenti in dollari nel Fondo, ma

ha specificato che la decisione


rientra nella “messa in sicurezza”
delle riserve russe di fronte ai ri-

schi geopolitici esterni. Il processo


di de-dollarizzazione - che nelle
riserve di Bank Rossii ha visto

l’euro superare il dollaro - mira a
ridurre la dipendenza di Mosca dal

dollaro su vari fronti per attutire


l’impatto delle sanzioni america-
ne: quelle entrate in vigore dal

 con la crisi di Crimea e quelle


che potrebbero arrivare.
A fianco della diversificazione

delle riserve per esempio, come ha
spiegato di recente al Sole  Ore il

banchiere Andrey Kostin, presi-


dente e Ceo del Gruppo Vtb,la più
grande compagnia petrolifera

russa Rosneft «ha fatto dell’euro


la principale valuta per tutti i suoi
nuovi contratti di esportazione».

Secondo i dati del ministero


russo delle Finanze, a fine settem-
bre le riserve del Fondo sovrano -

in totale , miliardi di dollari,


aiutati dai guadagni del petrolio -
erano così divise (dati  novem-

bre): , miliardi di dollari


(%), , miliardi di euro
(%), , miliardi di sterline

(%). Una volta applicati i cambia-


menti, ha detto Kolychev, la strut-
tura sarà simile, ma non identica,

a quella delle riserve in oro e valu-


ta della Banca centrale di Elvira


Nabiullina: «Ci sincronizzere-
mo», ha detto Kolychev ricordan-

do che le riserve del Fondo sovra-


no rientrano nell’ambito delle ri-
serve internazionali del Paese.

Che nella nuova geografia del-


la Banca centrale (dati  marzo
) vedono le riserve totali in

oro e valute - , miliardi di


dollari - divise tra investimenti
in euro (,%), in dollari

(,%), in yuan (,%), in sterli-


ne (,%), in altre valute (,% in
yen, dollari canadesi e australia-

ni). Lo scorso anno Bank Rossii


ha “scaricato” cento miliardi di
dollari a vantaggio di euro e

yuan. Con la benedizione, natu-


ralmente, di Vladimir Putin.


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DIFESA DALLE
SANZIONI
Vladimir Putin
appoggia la de-
dollarizzazione
dell’economia
russa

MOSCA E LE SANZIONI


Il peso della valuta Usa


nelle riserve verrà ridotto


a vantaggio di euro e yuan


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