6 Giovedì 14 Novembre 2019 Il Sole 24 Ore
Primo Piano Conti pubblici
DECRETO FISCALE
Scontrini e appalti,
restyling più vicino
Evasori, lite sul carcere
Riunione di maggioranza
al Mef sul nodo ritocchi
Oggi vertice a Palazzo Chigi
Giovanni Parente
Marco Rogari
ROMA
Entra nel vivo la partita alla Camera
sul decreto fiscale. Con l’affinamen-
to di un pacchetto di ritocchi “sele-
zionati” che potrebbe riguardare
anche la lotteria degli scontrini e la
stretta sulle ritenute negli appalti. Il
nodo modifiche è stato affrontato
ieri sera in una riunione di maggio-
ranza al Mef, in attesa del maxiverti-
ce su tutta la manovra fissato a Pa-
lazzo Chigi per questa sera dopo il
Cdm che varerà i primi interventi
per l’inondazione a Venezia.
L’obiettivo era quello di trovare la
quadra sugli altri snodi chiave del
provvedimento come la stretta sulle
manette agli evasori. Tema su cui è
arrivato l’attacco dal blog del MS a
Italia Viva, che ha presentato un
emendamento soppressivo a ri-
guardo: «Noi non crediamo che si
possa “giocare” su un aspetto così
fondamentale. È ora di dire basta e
di non tentennare». Immediata la
replica di Luigi Marattin: «Per com-
battere l’evasione servono nuovi
strumenti e non il carcere».
I ricorsi dopo i primi stop
Ieri, intanto, è calata la scure della
commissione Finanze: circa un ter-
zo dei emendamenti presentati
sono stati dichiarati inammissibili.
Tra questi anche le proposte di scu-
do penale sull’Ilva e di agevolazioni
per l’acquisto di airbag da parte dei
motociclisti. Ma oggi si giocherà il
secondo tempo con il verdetto sui
ricorsi e, in attesa di un possibile ri-
pescaggio, è anzitutto la proposta
con sostegno bipartisan di introdur-
re l’aliquota Iva agevolata al % per
i prodotti per la cura e l’igiene fem-
minile (come gli assorbenti), che in
caso di recupero potrebbe anche es-
sere riformulata. In stand by c’è an-
che un emendamento su cui punta
molto il Pd finalizzato a garantire
maggiore autonomia agli enti locali
nella gestione di alcuni meccanismi
di spesa (dalle consulenze alla for-
mazione).
Ritocchi da scontrini a Pir
Tra le modifiche “selezionate” in
rampa di lancio anche la proposta
presentata dal Pd e su cui la mag-
gioranza sarebbe disponibile a con-
vergere vuole rendere più frequenti
le estrazioni per il concorso dedica-
to a chi paga con moneta elettroni-
ca. L’intento è di prevedere una ca-
denza almeno mensile e «procedu-
re semplificate di partecipazione»
come spiega il relatore dem al Dl,
Gian Mario Fragomeli. Oltre a que-
sto, come già anticipato nei giorni
scorsi, si vuole prorogare a luglio
l’entrata in vigore delle san-
zioni per commercianti ed esercenti
che non consentono ai clienti di
partecipare alla lotteria.
Già sostanzialmente in chiave bi-
partisan si presenta poi l’intenzione
di correggere le regole più severe
sulle ritenute negli appalti. Con
un’ipotesi di esoneri soggettivi so-
prattutto per i committenti di mino-
ri dimensioni avanzata dal MS e
l’idea di una comunicazione alle En-
trate entro giorni dalla firma del
contratto caldeggiata dal Pd. In pri-
ma fila ci sarebbero i ritocchi targati
Cinque stelle sul gioco d’azzardo,
che propongono un aumento del
prelievo erariale unico (Preu) dal al
% per le videolottery e incentivi
per gestori ed esercenti che le esclu-
dono dalle loro attività.
Una forte convergenza già emer-
ge sulle modifiche per sbloccare il
mercato dei Pir.
Pressing sul Ddl bilancio
Anche al Senato cominciano le pri-
me schermaglie di quella che si an-
nuncia come il grande match sulle
modifiche al Ddl di bilancio. Il termi-
ne per la presentazione degli emen-
damenti da parte dei gruppi parla-
mentari scade sabato, ma già facen-
do leva sui pareri, in sede consultiva,
delle singole commissioni parla-
mentari la maggioranza inizia a sco-
prire le carte sui principali capitoli
che saranno oggetto di un potenzia-
le restyling. A partire dal taglio del
cuneo, cedolare secca, mense bio e
plastic tax. La commissione Lavoro
di palazzo Madama chiede infatti
che «il taglio del cuneo fiscale valga
per tutti i lavoratori», a esclusione di
chi aderisce ai regimi fiscali agevo-
lati, con un’attenzione particolare a
«donne e giovani». La commissione
Finanze suggerisce invece di esten-
dere la cedolare secca anche ai nego-
zi nel e di rivedere la stretta
sulle detrazioni fiscali per i redditi
più alti perché rischierebbe di met-
tere a rischio le erogazioni liberali.
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Dino Pesole
M
iraggio o paradosso?
Interrogativo legitti-
mo quando si parla del
“pareggio di bilancio”,
meta irraggiungibile che viene
rinviata ogni anno mentre Bru-
xelles stringe (sulla carta) ancor
più le maglie e nel rivedere
l’Obiettivo di medio termine del-
l’Italia indica a causa dell’elevato
debito pubblico, che viaggia ver-
so il ,% del Pil, non più il pa-
reggio ma un surplus dello ,%.
Regole scritte, in realtà già am-
piamente reinterpretate e rese
nei fatti più flessibili. Se si esclu-
de il duro braccio di ferro con il
precedente governo (comunque
chiusosi con un compromesso),
non si può certo affermare che
dal in poi abbia prevalso
una linea “rigorista”. L’ultima
“deroga” in ordine di tempo è
prevista dalla manovra in discus-
sione al Senato. L’Obiettivo di
medio termine da raggiungere
entro il , slitta ancora una
volta. Il Governo si impegna a ri-
durre il deficit strutturale al -,%
nel (dal -,% del ) e al
-% nel . L’obiettivo di medio
termine è fissato “negli anni a se-
guire”. Margini di flessibilità
(sotto forma di maggior deficit)
sono attesi da Bruxelles per ,
miliardi. Concorreranno a evita-
re l’aumento dell’Iva. È la sesta
“deroga” consecutiva alle regole
europee e al dispositivo del nuo-
vo articolo della Costituzione,
in cui è previsto espressamente il
principio dell’”equilibrio di bi-
lancio”. Gli eventuali scostamen-
ti possono essere autorizzati dal
Parlamento con voto a maggio-
ranza assoluta in presenza di
eventi eccezionali. Periodi di gra-
ve recessione economica, ma an-
che eventi straordinari «al di
fuori del controllo dello Stato»,
incluse gravi crisi finanziarie e
calamità naturali. Il governo Let-
ta fissa il settembre a
-,% l’indebitamento struttura-
le di quell’anno, contro lo zero
del Def di aprile, e lascia al
l’obiettivo del pareggio di bilan-
cio. Un anno dopo, il governo
Renzi ricorre alla “deroga” invo-
cando un output gap “molto più
ampio” del previsto (-,% del
Pil) e un tasso di crescita negativo
nel . Il pareggio slitta al .
Si replica il settembre e
questa volta sul banco degli im-
putati compare l’«intensità della
caduta del Pil registrata negli ul-
timi anni». Si ricorre alla flessibi-
lità europea: riforme, investi-
menti, in primis. Il pareggio slitta
al . La terza Relazione al Par-
lamento del governo Renzi è del
settembre . Si invocano le
circostanze eccezionali per il
protrarsi dell’emergenza mi-
granti, cui si aggiungono le spese
straordinarie per il terremoto in
Italia centrale. Il pareggio slitta al
. In totale la flessibilità con-
cessa ammonta a miliardi dal
al . La “clausola per gli
investimenti” (, miliardi) fu ac-
cordata nonostante nel non
si registrò l’”effetto incrementa-
le” richiesto rispetto all’anno
precedente. E si sorvolò anche
sul finanziamento del bonus stu-
denti iscritto alla voce “sicurez-
za” per milioni. Per il resto i
margini di flessibilità servirono
a evitare l’aumento dell’Iva e a fi-
nanziare spesa corrente. Anche il
successivo governo Gentiloni
presentò peraltro analoga richie-
sta di scostamento il settem-
bre , a fronte di un ritmo di
crescita ancora insufficiente. I
margini di deficit vanno a disatti-
vare parte delle clausole Iva “e
per misure di sostegno degli in-
vestimenti pubblici e privati”. Il
pareggio di bilancio slitta al
. È la volta del governo Con-
te che il settembre dello scor-
so anno ottiene dal Parlamento il
via libera a un deficit del ,% nel
(poi ridotto al % per evitare
la procedura d’infrazione). Il pa-
reggio di bilancio in termini
strutturali “sarà raggiunto gra-
dualmente negli anni a seguire”.
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L’ANALISI
Il miraggio
(e il paradosso)
del pareggio
di bilancio
BANDAULTRALARGA: MANCA IL COMITATO
Piano fermo per la firma di un Dpcm
È uno dei piani pubblici più
«preannunciati» della storia della
Repubblica. Ma è anche tra quelli
perennemente in ritardo. Il piano
nazionale per la banda ultralarga,
la cui definizione aveva avuto un
passaggio importante nel Cobul
(Comitato banda ultralarga) di
luglio, è completamente fermo.
Perché? Manca il Dpcm (decreto
della presidenza del consiglio)
sulla nuova composizione del
Comitato, diventata necessaria
con il cambio di governo ad inizio
settembre. Il decreto è pronto da
due mesi ma manca la firma. Al
precedente presidente (Luigi Di
Maio, allora ministro dello
Sviluppo) dovrà subentare la
ministra per l’Innovazione Paola
Pisano. Ieri, nell’ambito della
cabina di regia sulla
digitalizzazione, il sottosegretario
al Mise Mirella Liuzzi ha
sottolineato «la necessità che la
presidenza del consiglio convochi
il Cobul per la pianificazione degli
interventi nelle aree grigie del
Paese e i voucher per la
connettività». Ci sono da sbloccare
, miliardi per i voucher e ,
miliardi per l’infrastrutturazione
nelle «aree grigie». (C.Fo.)
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Sul tavolo di Industria 4.
torna il credito d’imposta
Innovazione. La trasformazione in incentivi triennali potrebbe concretizzarsi
già con emendamenti alla legge di bilancio. Possibile aumento della platea del %
Carmine Fotina
La trasformazione del piano Impresa .
potrebbe concretizzarsi già con emenda-
menti alla legge di bilancio. Se ne è di-
scusso ieri allo Sviluppo dove il ministro
Stefano Patuanelli ha convocato al Tavo-
lo Transizione . le associazioni im-
prenditoriali. Patuanelli ha ribadito
l’obiettivo di passare dalla proroga an-
nuale inserita in manovra a incentivi
triennali. Il sottosegretario al Mef Pier Pa-
olo Baretta ha spiegato che ci sono aspetti
tecnici e di copertura da valutare, anche
se «l’impegno in tal senso c’è».
Soprattutto torna d’attualità la tra-
sformazione delle agevolazioni fiscali in
un unico credito d’imposta. Operazione
che (stime Ragioneria) garantirebbe un
aumento della platea del % con am-
pliamento delle micro e Pmi beneficiare
rispetto a uno schema che, secondo il Mi-
se, fino ad oggi ha privilegiato soprattutto
le medio-grandi (% nel caso dell’ipe-
rammortamento, solo con investi-
menti oltre milioni). «È una discussio-
ne ancora aperta - ha detto Patuanelli -
continueremo il confronto con le asso-
ciazioni prima di procedere con i cambia-
menti». Ieri i giudizi sono stati sostanzial-
mente positivi, anche se tutte le associa-
zioni hanno ribadito che servono garan-
zie sulla triennalità, sugli automatismi
delle procedure e su un’intensità delle
agevolazioni almeno pari a quella espres-
sa oggi da iper e superammortamento.
Apertura di massima di Confindustria,
anche se restano aspetti da approfondi-
re: va chiarito se la proroga triennale si-
gnificherebbe a tutti gli effetti triplicare le
risorse e se aumentare la platea, promet-
tendo parità di intensità, non richiederà
un aumento delle risorse finora stanziate.
Al momento la dote della manovra per
Impresa ., spalmata su tutti gli anni di
fruizione dei maxi ammortamenti, è
complessivamente di circa miliardi. La
proposta del Mise è sostituire l’iperam-
mortamento (per quanto riguarda i beni
materiali .) con un credito di imposta
fruibile in cinque anni del % fino a ,
milioni (beneficio fiscale annuale pari al-
l’%) e del % tra , e milioni (benefi-
cio da a %). Per i beni immateriali (sof-
tware), fino a mila euro di investi-
mento, l’aliquota sarebbe del % (benefi-
cio del %). Per i beni coperti oggi dal
superammortamento, fino a milioni di
investimento, l’aliquota sarebbe del %
(beneficio dell’,%). Contemporanea-
mente sarà svincolato l’accesso al supe-
rammortamento dei software dal vinco-
lo dell’acquisto di beni agevolati con l’ipe-
rammortamento.Il vantaggio di passare
a un credito di imposta - osserva Patua-
nelli - sarebbe anche nell’anticipazione
del momento di fruizione del beneficio,
in quanto il “bonus” è compensabile già
a partire da gennaio dell’anno successivo
all’investimento.
Il Mise studia anche l’estensione del-
l’attuale credito di imposta per gli investi-
menti in ricerca e sviluppo agli investi-
menti in innovazione e design.
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Con le no-
vità allo
studio,
aumente-
rebbero
le micro
imprese
e le Pmi
che po-
tranno be-
neficiarne
Patuanelli. Sulla
trasformazione
del piano Impresa
4.0 «la
discussione è
ancora aperta» ha
detto ieri il
ministro dello
Sviluppo
assicurando che
continuerà «il
confronto con le
associazioni
prima di
procedere con i
cambiamenti»
Inammissibilità per 300
correttivi: atteso il
verdetto sui ricorsi
Lotteria scontrini: premi
in più per chi non paga cash