Il Sole 24 Ore Venerdì 1 Novembre 2019 3
L’industria dell’auto Primo Piano
I colloqui
di Fca
alla ricerca
di un partner
estero
Il 27 maggio scorso Fca presenta
una proposta per una fusione
con Renault (nella foto ilpresidente Jean-Dominique
Senard) «per creare uno dei
principali gruppi auto al mondo».Nei giorni successivi crescono le
difficoltà sia per la resistenza del
socio asiatico Nissan, sia perl’atteggiamento dello Stato
francese, azionista di Renault. Il 5
giugno Fca ritira l’offerta.LA CAMPAGNA FRANCESE/
Nozze fallite
con Renault Nissan
Parallelamente Marchionne
porta avanti una strategia che
prevede, per Fiat Chrysler, lafusione con un altro gruppo
per creare il colosso globale
dell'automotive: il partnerpreferito è General Motors,
ma il gruppo statunitense
rifiuta di intavolare unatrattativa in tal senso: il ceo
Mary Barra (nella foto) si
oppone al piano.IL NUOVO FRONTE USA
Corteggiamento
a General Motors
Martedì 29 ottobre il Wall
Street Journal scrive in serata
che sono in corso colloqui traPsa e Fiat Chrysler per una
fusione alla pari. Il giorno
successio si riuniscono i boardper dare il via all’operazione.
Ieri la comunicazione ufficiale
con l’avvio delle trattative perla creazione del quarto gruppo
mondiale per produzione di
automobili.LA CAMPAGNA FRANCESE/
Matrimonio lampo
con Psa Peugeot
AZIONISTI LONTANI
Tra politica e finanza,
l’incognita cinese
nel capitale di Psa
Dongfeng risultava pronta
a cedere la propria quota
in Psa ma ora è in dubbio
Laura Galvagni
Lo scorso agosto sembrava che i ci-
nesi di Dongfeng fossero a un passo
dal cedere la propria quota in Psa.Ora che cosa faranno? La domanda
non è marginale e per due ragio-
ni. La presenza del costruttore ci-nese offre delle opportunità ma allo
stesso tempo può rappresentante
un’incognita. Le opportunità sonoevidentemente tutte legate al fatto
che l’alleanza con una delle princi-
pali compagnie asiatiche può aprirele porte del mercato del Far East al
maxi gruppo dell’auto che nascerà
dalla fusione tra Fca e Psa. Le per-plessità riguardano invece il passa-
porto di Dongfeng e il Dna per metà
americano di Fiat Chrysler: un bi-nomio che, nell’epoca dei dazi, non
sempre può risultare vincente.
Ecco perchè capire il peso e ilruolo che i cinesi avranno nel futuro
gruppo non è un aspetto da sotto-valutare. Al momento, tuttavia, af-
fermare con esattezza quali saran-
no le loro mosse può risultare com-plicato. Gli elementi noti attorno ai
quali si può ragionare sono sostan-
zialmente tre: ora hanno il ,% diPsa che si trasformerà in poco più
del % della holding che aggregherà
le due compagnie; hanno sotto-scritto l’accordo di standstill, e di
conseguenza non acquisteranno
azioni della capogruppo per i setteanni successivi al closing, ma non
l’accordo di lock up, tanto che assie-
me a Bpifrance Participations SA (laCdp d’Oltralpe), sono candidati a
poter cedere alla famiglia Peugeot
fino al ,% della holding. Ora tuttoruota attorno al tipo di approccio
che Dongfeng intende avere rispet-
to alla partecipazione diluita: laconsidera una quota industriale o
finanziaria? Se dovessero ritenere
quel pacchetto strategico è altret-tanto probabile che vogliano poter
vigilare sull’evoluzione della socie-
tà e questo potrebbe avvenire solocon la presenza in cda. A riguardo,
secondo quanto fin qui trapelato,
non è escluso che tra i cinque mem-bri del consiglio della holding che
saranno nominati dal blocco Psanon possa figurare un rappresen-
tante di Dongfeng. Anzi, sono in
molti a ritenere che questo possaessere assai probabile. Oggi Don-
gfeng è presente con due uomini
nel board di Psa ed è stato informa-to fin da subito delle trattative in
corso tra la famiglia Agnelli e i Peu-geot per la realizzazione del maxi
accordo. Ha quindi seguito con at-
tenzione l’intero processo e a que-sto punto potrebbe anche essere in-
teressato a partecipare alla sparti-
zione delle sinergie che matureran-no nei prossimi anni, stimate in ,
miliardi l’anno. Diversamente se
nei prossimi messi il gruppo doves-se maturare la convinzione che la
partecipazione debba essere tratta-
ta come una quota finanziaria, èplausibile che possa voler alleggeri-
re la posizione offrendo metà del
pacchetto alla famiglia Peugeot.D’altra parte è innegabile che Don-
gfeng abbia già abbondantemente
guadagnato dall’ingresso in Psa.Il gruppo automobilistico cine-
se è entrato nella società francese
in occasione dell’aumento di capi-tale da circa miliardi di euro fatto
a inizio . All’epoca aveva paga-
to i titoli , euro mentre ieril’azione ha chiuso poco sotto i
euro. In sostanza ha più che tripli-
cato il valore investito. Compren-sibile dunque che l’agosto scorso
quando Psa viaggiava attorno a
euro volesse monetizzare la parte-cipazione. Ora il quadro è legger-
mente mutato, c’è un nuovo po-tenziale upside da catturare dopo
la scommessa già vinta cinque an-
ni fa. E al timone ci sarà, peraltro,lo stesso ceo, Carlo Tavares, già ar-
tefice del primo turnaround.
© RIPRODUZIONE RISERVATAAlberto Annicchiarico
Marigia Mangano
Fca e Psa riscrivono la loro storia e
puntano a creare un gruppo da , mi-
lioni di auto vendute all’anno, quarto
al mondo. I due gruppi hanno annun-
ciato ieri mattina un percorso verso il
progetto di fusione alla pari che si
snoda attraverso diversi passaggi
chiave. E prevede, come anticipato ie-
ri da Il Sole Ore, la creazione di una
holding olandese, la distribuzione ai
soci di Fca delle quote di Comau (so-
cietà controllata e specializzata in ro-
bot di saldatura) e di una cedola da ,
miliardi e lo spin off da parte di Psa
della controllata Faurecia (compo-
nentistica) a fronte del quale sarà poi
distribuita una cedola da , miliardi
agli azionisti della casa francese. La
nuova capogruppo con sede in Olan-
da sarebbe quotata su Euronext (Pari-
gi), Borsa Italiana (Milano) e al New
York Stock Exchange. E a proposito di
Borsa, i due titoli hanno preso strade
opposte, con Fca a +,% a Milano e
Psa in picchiata a -,% a Parigi.
«Abbiamo lavorato molto per ga-
rantire un reale equilibrio nella gover-
nance e nella gestione del gruppo che
stiamo progettando», ha scritto John
Elkann, presidente di Fca, in una let-
tera ai dipendenti del gruppo. «Vedo
l’opportunità di creare qualcosa di
davvero speciale insieme. Il nostro
obiettivo comune è quello di creare un
gruppo leader nella mobilità sosteni-
bile, in grado di cogliere le tante op-
portunità di una nuova era».
Dal Governo si è fatto sentire il pre-
sidente del Consiglio, Giuseppe Con-
te: «È un’operazione di mercato ma il
Governo non può restare indifferen-
te. Sicuramente ci preme che sia assi-
curata la produttività in Italia, la con-
tinuità aziendale in Italia. L’impor-
tante è che garantiamo il livello di oc-
cupazione e gli investimenti in Italia».
«Abbiamo bisogno di giganti eu-
ropei per accettare le sfide con Cina e
Stati Uniti», ha commentato il presi-
dente di Confindustria, Vincenzo
Boccia. Del resto «occorre considera-
re anche la concorrenza in Europa in
chiave europea e non solo nazionale».
La società risultante dalla fusione
unirebbe le competenze per far fronte
alle nuove sfide dell’elettrificazione e
della transizione verso la guida auto-
noma generando sinergie annuali sti-
mate in circa , miliardi di euro, sen-
za chiusure di stabilimenti. Sfida nonda poco per il futuro ceo, Carlo Tava-
res, che condividerà con Fca i marchi
premium (Jeep soprattutto e Alfa Ro-meo, che non va benissimo)e luxury
(Maserati, che nel terzo trimestre ha
accusato vendite in calo del % e ri-cavi del %) si troverà di fronte un
gruppo in una fase febbrile di rinno-
vamento della gamma, in ritardo sulversante delle nuove tecnologie (è Fca
che ha bisogno di Psa per realizzare
nuovi modelli su piattaforme adegua-te, anche per l’elettrificazione) e molto
dipendente dal Nord America, comehanno confermato i risultati del tri-
mestre proprio ieri.
Il gruppo ha confermato i targetper il proprio grazie al Nord
America, dove le ottime performance
di vendita del Ram Heavy Duty e dellaJeep Gladiator hanno spinto utili e
margini a livelli record. Il produttore
italo-americano prevede per la finedell’anno un ebit adjusted superiore
a , miliardi di euro con margine so-
pra il ,%, entrambi più alti rispetto al. Nel sarà superiore ai mi-
liardi. Tutto questo non ha evitato, nel
trimestre, una perdita di milioni di
euro, che si confronta con un utileadjusted dello stesso periodo del
di poco meno di , miliardi di euro.
Perdita condizionata da svalutazioniper , miliardi. Senza, il risultato sa-
rebbe stato positivo per , miliardi.Tornando al progetto di fusione lo
statuto della nuova società dovrebbe
prevedere che il sistema di loyalty vo-ting operi in modo tale da non asse-
gnare ad alcun azionista voti in as-
semblea oltre il % dei voti. Si preve-de inoltre che non ci sia alcun trasferi-
mento dei diritti di doppio voto
esistenti.È inoltre previsto un periododi standstill di anni per Exor, Bpi-
france Participations SA, i cinesi di
Dongfeng e la famiglia Peugeot. Exor,Bpifrance Participations (la Cdp fran-
cese) e la famiglia Peugeot sarebbero
inoltre soggetti a un lock-up di anniin relazione alle rispettive partecipa-
zioni. Unica eccezione, alla famiglia
Peugeot sarebbe concesso di aumen-tare del ,% la propria partecipazio-
ne nella società risultante dalla fusio-
ne nei primi anni successivi al clo-sing, esclusivamente acquisendo
azioni da Bpifrance Participations e
Dongfeng. Proprio per il socio cinesenon varrà il lock up, anche se certezza
di addio al ,% in Psa non c’è ancora
(si veda articolo a fianco).Prima dell’annuncio Fca capitaliz-
zava , miliardi e Psa , miliardi. A
questi prezzi Fca trattava , gli utili at-tesi contro le circa volte di Psa. Ergo
Fca era a sconto del % circa rispetto
ai francesi.Da qui la scelta di ridimen-sionare il valore di Borsa di Psa con lo
spin off di Faurecia, che si traduce in ,
miliardi di euro da incassare post spinoff. Risorse da distribuire ai soci di Psa
abbassando a , miliardi la capitaliz-
zazione. Contestualmente Fca abbas-serà il valore da , a miliardi con la
cedola di , miliardi, per poi vedersi
riconosciuto lo stesso valore di Psa.Queste le basi per una fusione alla pari.
In definitiva, secondo gli analisti di
Equita «Psa sta sostanzialmentecomprando Fca», pagando un «buon
premio, superiore al % - che ha par-
zialmente scontato facendo volare inBorsa i titoli di Fca e affondando quelli
di Psa - e assicurandosi la «maggio-ranza» ( a , ndr) del nuovo board.
© RIPRODUZIONE RISERVATALe nozze scuotono la Borsa
Fiat rimbalza, Peugeot tracolla
Il mercato. La fusione alla pari allinea i valori: le azioni Fca salgono dell’,%, Psa cede il ,%
Nascerà il quarto gruppo al mondo con , milioni di auto all’anno. Manley conferma i target
* Con opzione per salire di un altro 2,5% comprandolo dallo Stato francese o dai cinesi di Dongfeng - Fonte: dati societari e Thomson ReutersGli azionisti principali della fusione
ATTUALI SOCI FCA ATTUALI SOCI PSA
AZIONARIATO POST FUSIONE
Exor
(fam. Agnelli)28,67%
Harris
Associates4,05%
Tiger
Global3,71%
BlackRock
3,30%
Famiglia
Peugeot12,2%
Stato
francese12,2%
Dongfeng
12,2%
Norges
Bank2,93%
Exor
(fam. Agnelli)14,3%
Famiglia
Peugeot6,1%*
Stato
francese6,1%
Dongfeng
6,1%
L’assetto societario
COLPO GROSSO DELL’AZIONISTA
Il tris d’assi che Elkann ha pescato in Francia
Dividendi in forte crescita,
un super premio in Borsa
e il ruolo di primo socio
Marigia Mangano
Osservato dal punto di vista di John
Elkann, la proposta Psa è di quelle che
non possono proprio essere rifiutate.
Perché, in un colpo solo, il rappresen-
tante della famiglia Agnelli ottiene tre
benefici: una montagna di dividendi,
un premio che solo nel corso della ge-
stione di Sergio Marchionne la Borsa
ha riconosciuto e la possibilità di
mantenere la posizione di primo azio-
nista di quello che diventerà il quarto
costruttore di auto al mondo. Un pac-
chetto che ha un peso rilevante e che
probabilmente non sarebbe riuscito
a spuntare se non si fosse innescato
questo corteggiamento parallelo da
parte di Renault e Psa. La rivalità dei
cugini francesi sembra dunque averpermesso di spuntare condizioni as-
sai generose e inimmaginabili a giu-
gno scorso quando Fca ha ritirato laproposta di matrimonio con il gruppo
di Dominique Senard.
Tre benefici si diceva. E, in fondo,anche un quarto: la possibilità di usci-
re tra tre anni. Il primo, comunque, è lamontagna di dividendi che finisce nel-
le casse di Exor e di tutti i soci di Fca.
L’intesa prevede la distribuzione di ,miliardi di dividendo straordinario
agli azionisti del gruppo italo america-
no a cui poi si somma anche la parteci-pazione detenuta in Comau. Un teso-
retto che è più del doppio di quanto
previsto nel vecchio schema con Re-nault, quando la cedola si fermava a ,
miliardi di euro. E che per la sola Exor
equivale a un assegno di , miliardi.Il secondo è il premio. Si tratta del
valore che Psa riconosce a Fca nell’am-bito della fusione alla pari. Per capirlo
bisogna partire dal valore di Borsa di
Fca pre annuncio, pari a , miliardidi euro. A questo numero bisogna poi
sottrarre i dividendi di , miliardi e si
arriva a un valore dell’equity pari a miliardi tondi. Fca, però, viene valuta-
ta non miliardi, ma quanto Psa. E il
gruppo francese post spin off dellacompontistica esprime una valutazio-
ne di miliardi di euro circa. Dunque
Psa riconosce a Fca miliardi in piùdella Borsa, ovvero un valore di mi-
liardi di euro. Nell’operazione Renault
era Fca che si adeguava a Renault e co-munque la base di partenza era infe-
riore, pari a miliardi di euro.
Infine gli equilibri. Attraversol’operazione studiata con Tavares e
la costituzione della holding olande-
se per tre anni la famiglia Agnelli at-traverso Exor e la famiglia Pegeout
vedono il loro peso dimezzarsi: Exordal % al ,% e la dinastia transal-
pina dal % al %, con possibilità di
salire ancora fino all’,%. Dopo illock up però, la dinastia torinese tor-
nerà, almeno sul fronte dei diritti di
voto, in prossimità del %, la stessaposizione costruita in Fca.
Alla fine di questo percorso, dun-
que, la holding della famiglia torinesesarà più ricca, avrà un valore degli as-
set superiore e manterrà il controllo
del quarto gruppo mondiale di auto.Questo certo in parte a scapito della
centralità industriale dell’Italia nel
contesto europeo. Complice una po-tenziale deresponsabilizzazione della
famiglia piemontese che pur con un
peso rilevante sarà comunque un so-cio sotto il % in un gruppo dalla
struttura azionaria diversificata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA5,
MILIARDI
DI DIVIDENDI
L’intesa tra Fca e
Psa prevede la
distribuzione di
5,5 miliardi di
dividendo
straordinario agli
azionisti del
gruppo italo-
americano.‘‘
Vedo
l’opportunità
di creare
qualcosa di
davvero
speciale
insieme.
Abbiamo
lavorato per
garantire
equilibrio nella
governance
John
Elkann
Presidente Fca‘‘
Abbiamo
bisogno di
giganti
europei per
affrontare le
sfide con Cina
e Usa. La
fusione
darebbe vita a
una
dimensione
aziendalistica
interessante
Vincenzo
Boccia
Presidente
di Confindustria‘‘
È una
operazione di
mercato però
il Governo non
può restare
indifferente
rispetto a un
progetto
industriale
così
importante
Giuseppe
Conte
Presidente
del Consiglio‘‘
Questa
operazione
risponde alla
necessità del
settore di
consolidarsi
per far
fronte alle
sfide della
mobilità del
futuro
Bruno
Le Maire
Ministro francese
dell’EconomiaLock up
PAROLA CHIAVE
Lock up
Si tratta di una clausola che
impegna alcuni azionisti di una
società a non vendere azioni dellasocietà stessa per un certo lasso
di tempo. Solitamente la clausola
di Lock up è legata alle operazionidi quotazione, quando una
società va in Borsa. In tal caso il
lock up impedisce ad alcuni soci dicompiere determinate azioni sul
capitale dopo lo sbarco in Borsa.
Il partner cinese.
Una lineaproduttiva del
gruppo cinese
Dongfeng, attualeazionista di Psa
con il 12,2% efuturo socio del
gruppo Fca-Psa
con il 6% circaAFP