Il Sole 24 Ore - 12.11.2019

(Ron) #1

Il Sole 24 Ore Martedì 12 Novembre 2019 15


Finanza


Mercati


Mediaset


in manovra:


sale al 15,1%


di Prosieben


TELEVISIONE


La partecipazione


nel gruppo tedesco


vale mezzo miliardo


Fiducia del Biscione nel polo


paneuropeo nonostante


lo scontro con Vivendi


Andrea Biondi


Mediaset mette sul tavolo tedesco


un’altra fiche. E ora la presenza in


Prosiebensat è balzata al ,%, dal


,% acquistato a maggio. Nel pieno


della battaglia senza esclusione di


colpi che il Gruppo di Cologno sta


combattendo con i francesi di Vivendi


pronti a tutto – almeno finora – per


mettere i bastoni fra le ruote e far sal-


tare il progetto Mfe, il Biscione au-


menta la propria partecipazione nel


broadcaster tedesco con una parteci-


pazione che, a questo punto, arriva a


sfiorare circa mezzo miliardo di euro.


A fare shopping è stata la control-


lata Mediaset España per un investi-


mento che, si legge nella nota del


gruppo controllato dalla famiglia


Berlusconi, «costituisce un nuovo


passo avanti di Mediaset verso la cre-


azione di un player paneuropeo attivo


sui principali mercati» sulla base del


progetto MediaForEurope annuncia-


to lo scorso giugno e destinato a dar


luogo alla «Casa comune dei maggiori


broadcaster free europei». Per Media-


set, continua ancora il gruppo di Co-


logno, «l’investimento odierno rap-


presenta un importante passo avanti


nella creazione di una tv europea in-


dipendente, forte nei contenuti e nella


tecnologia». Il tutto nella consapevo-


lezza che «sia necessaria una risposta


pan-europea per affrontare le sfide


competitive e tecnologiche in atto».


La mossa di Mediaset è di rilevo,


con una partecipazione che aumenta


del % nel broadcaster tedesco nel
cui capitale ha fatto recentemente il

suo ingresso con una quota del %


anche la Czech Media Invest (Cmi):
holding del settore media controlla-

ta al % da Daniel Kretinsky, ma-


gnate ceco proprietario del gruppo
energetico Eph e nell’azionariato di

“Le Monde” in Francia.
«Valutiamo tutti gli investimenti

incluso quello di Mediaset come una


conferma della nostra strategia. Sia-
mo totalmente focalizzati nella crea-

zione di un campione dell’entertain-


ment e commerciale», ha commenta-
to un portavoce di una Prosiebensat

il cui titolo ieri ha chiuso in migliora-


mento del ,% a , euro, ma ben
lontano dai , euro di un anno fa e

anche dei , euro di media ai quali


Mediaset aveva acquistato il suo , %
a giugno. Di certo né Mediaset né la

tedesca Prosiebensat ora possono na-


scondersi rispetto a una realtà che ve-
de il Gruppo di Cologno primo azioni-

sta e senza, evidentemente, posti in


un Consiglio rinnovato in estate.
La prossima comunicazione al

mercato dovrà avvenire all’eventuale


superamento del %, ma intanto in
un tale contesto non è variabile irrile-

vante il nodo dei francesi di Vivendi.


È stato presentato in Spagna l’appello
di Mediaset per puntare a far tornare

sui suoi passi il tribunale di Madrid


che ha sospeso l’operazione di inte-
grazione tra Mediaset e la controllata

spagnola. La vera chiave potrebbe pe-


rò stare a Milano, dove è stato sugge-
rito alle parti di trovare un accordo

sullo statuto della holding olandese
Mfe, prima del pronunciamento fina-

le. C’è tempo fino al  novembre. E


qui la sorpresa potrebbe essere totale
se davvero dovessero arrivare a un

lieto fine le possibilità di un accordo


tombale (e ridimensionamento della
partecipazione) con la media com-

pany che fa capo a Vincent Bolloré.


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Procede verso la data


programmata l’Ipo dei Cantieri
Sanlorenzo. Il gruppo dei super

yacht attende il via libera di


Consob
—Servizio a pagina 

Matricole


Sanlorenzo


conferma:


Ipo prevista


a inizio dicembre


Delta conferma il proprio


impegno per Alitalia a dieci
giorni alla scadenza per l'offerta

vincolante, e ribadisce la


disponibilità ad entrare col %
—Servizio a pagina 

Trasporto aereo


Delta: «Pronti


a investire


100 milioni


in Alitalia»


Alitalia.
Stretta finale per il piano
di salvataggio del gruppo

Polo delle tv. Mediaset ha annunciato di essere salita oltre il 15% di ProsiebenSat


ANSA

INFRASTRUTTURA


Open Fiber, una settimana


per avere le offerte dei fondi


Andrea Biondi


Carlo Festa


Sono previste per il prossimo 


novembre le offerte non vincolanti


da parte dei fondi infrastrutturali
su Open Fiber.

In campo ci sono oltre una decina di


grandi fondi, potenziali acquirenti
che hanno ricevuto la documenta-

zione: nomi come gli infrastruttu-


rali Fi, unico tra gli italiani; Brook-
field; Ardian; Antin; Macquarie, ma

anche fondi pensione come i cana-
desi Psp e The Canada Pension Plan

Investment Board e, infine, fondi


sovrani come il gruppo di Abu Dha-
bi Adia, di Singapore Gic e la cinese

China Investment Corp.


Sembra probabile che, se la prima
fase del processo avrà successo, gli

stessi fondi si possano unire in con-


sorzi nell’offerta vincolante. Gli at-
tori coinvolti (da Telecom fino a

Cdp e Enel) hanno strutturato un


processo formale: con proposte non
vincolanti e vincolanti, proprio per

selezionare la folta pattuglia di fon-


di infrastrutturali a cui è stato in-
viato il «confidentiality agree-

ment». L’operazione vedrebbe co-


me assi portanti Telecom, Cdp e i
nuovi entranti fondi infrastruttura-

li. Enel invece uscirebbe (in tutto o


in parte) dalla partita con una con-


grua valutazione della sua quota.


Ma ancora restano punti oscuri.
C’è infatti da dire che la partita ha

elementi complessi. L’operazione,
dal punto di vista industriale, ha co-

me obiettivo la creazione di una rete


unica, progetto a cui è interessato
anche il governo. Tuttavia il nuovo

network Tim-Open Fiber potrebbe


avere problemi di esecuzione. Pro-
prio ieri i timori di nodi antitrust

nella creazione di una sola rete sol-


levati da un articolo de “La Stampa”
hanno influito sulla performance di

Tim a Piazza Affari(-,%).


La vicenda, dal punto di vista fi-


nanziario, ha poi ulteriori nodi da


sciogliere. Secondo i piani, l’offerta
dovrebbe essere per il % di

Open Fiber, con una valutazione


attorno ai  miliardi di euro. Lo
schema dell’operazione è però an-

cora allo studio e non è stata anco-


ra scelta una strada precisa.
Tra le ipotesi c’è l’acquisto da parte

dei fondi del’'intera Open Fiber e la


successiva integrazione con la rete
in fibra di Telecom. A quel punto

Cdp, che ha il % di Open Fiber,


potrebbe utilizzare parte del ricava-


to per salire in Tim, e reinvestire
nella nuova società delle reti. Open

Fiber potrebbe anche integrarsi con


Flash Fiber, la jv fra Tim e Fastweb
nel cablaggio in fibra ottica.

Al di là delle variabili industriali e


finanziarie, che ancora attendono
una soluzione, il processo va co-

munque avanti.


Tra poco più di una settimana so-
no attese le offerte non vincolanti

e, dopo una scrematura degli offe-


renti, quelle vincolanti. La folta
pattuglia degli advisor sta lavo-

rando sull’operazione ormai da di-


versi mesi: Vitale e Rotschild per
conto di Tim, Credit Suisse per

Cdp, Mediobanca per Enel e, infi-


ne, UniCredit e Jp Morgan per con-
to della stessa Open Fiber.

Il dossier è sul tavolo dell’ammini-


stratore delegato di Telecom, Lui-
gi Gubitosi. L’operazione ha bene-

ficiato del clima meno conflittuale
tra i principali azionisti del grup-

po, la francese Vivendi e il fondo


Usa Elliott. Proprio il manager, lo
scorso  novembre, nella «confe-

rence call» con gli analisti aveva


rivelato che era «in corso la sele-
zione di un fondo infrastrutturale

per la partecipazione all’acquisi-


zione combinata di Open Fiber».
C’è poi la regia del Governo. La re-

te unica è infatti anche l’obiettivo


di Cassa Depositi e Prestiti, azioni-
sta di Tim e azionista paritetico

con Enel di Open Fiber.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il  attese le proposte


non vincolanti, poi l’ipotesi


di costruire una cordata


LA QUOTA
PARITETICA
Di Cassa
Depositi e
Prestiti ed Enel
nel capitale
di Open Fiber

50%


«In Italia l’avanzata dei partiti populisti su entrambi i


fronti del ventaglio politico ha distolto i politici dall’attua-
re le riforme necessarie a risolvere i ben sedimentati osta-

coli di lungo periodo alla crescita». Nella settimana in cui


sarà Dbrs, l’agenzia canadese più benevola nei confronti
del nostro Paese, a pronunciarsi sul rating tocca invece

a Moody’s ricordare le insidie che attendono il debito


pubblico italiano e i BTp nei prossimi mesi e soprattutto
nel corso del .

L’agenzia ha «declassato» il debito sovrano a livello glo-


bale (un mercato da . miliardi di dollari) citando pro-
prio i distrurbi del «contesto politico» come principali cau-

se per le conseguenze negative che possono condizionare


la sua sostenibilità. Ma soprattutto ha incluso l’Italia - in-
sieme ad Argentina, Turchia e Gran Bretagna - fra i Paesi

più vulnerabili all’imprevedibilità legata a temi del genere.


Logico, quindi, che in un contesto simile i BTp non abbiano
certo brillato ieri, rinnovando con la Grecia il duello per la

poco ambita poltrona di titolo più rischioso dell’Eurozona.


Il tutto mentre la Spagna, per fare un altro esem-
pio di collegamento con vicende politiche, ha di

fatto ignorato le elezioni del giorno precedente


nonostante il loro esito incerto.
Ieri il rendimento del BTp decennale ha in-

fatti chiuso a quota ,%, appena qualche fra-


zione di centesimo al di sotto del titolo con il pari
scadenza di Atene, pur in una giornata relativa-

mente tranquilla per la concomitante chiusura
dei mercati obbligazionari Usa nel Veteran Day.

Lo spread sul Bund tedesco ha raggiunto i 


punti base, cioè i livelli massimi da inizio set-
tembre, i giorni in cui si è insediato il secondo

governo Conte. «Pensiamo che il differenziale


di rendimento fra Grecia e Italia possa a breve tornare ne-
gativo e rimanervi per un po’ di tempo», avverte Hubert de

Barochez, economista di Capital Economics, marcando


proprio la differenza fra la fiducia che si è creata nei con-
fronti del paese ellenico dopo la nomina a Primo ministro

di Kyriákos Mitsotákis e la situazione in Italia perenne-


mente in bilico verso future elezioni e un ipotetico Governo
guidato Matteo Salvini, poco gradito all’Europa e agli inve-

stitori. Non è certo un caso se il rialzo dei rendimenti dei


titoli di Stato italiani (e dello spread sul Bund) si è accen-
tuato nelle ultime settimane, prima con l’esito del voto

regionale in Umbria a favore della compagine di centro-


destra guidata dalla Lega e successivamente con lo scoppio
della vicenda ex-Ilva, che rende la tenuta dell’attuale go-

verno ancora più a rischio. A tutto questo, aggiungono gli


analisti del settore obbligazionario, si aggiunge anche la
concomitanza di una settimana fitta di impegni per il Te-

soro. Se oggi è infatti prevista l’emissione di BoT a  mesi


per , miliardi di euro (in linea con i rimborsi in corso),
domani sono in programma le aste BTp con titoli a  e 

anni (per un ammontare compreso rispettivamente fra


-, miliardi e -, miliardi) ai quali si aggiunge il nuovo
benchmark a  anni (-, miliardi): sarà un vero e pro-

prio test per sondare ancora una volta l’interesse degli in-


vestitori per la carta italiana.
—Maximilian Cellino

© RIPRODUZIONE RISERVATA

MERCATI


TENSIONI SUL DEBITO


Moody’s avverte l’Italia


sul rating,


spread a quota 160


5,


MILIARDI EURO
Al via oggi le aste
del tesoro con i BoT
a 12 mesi. Domani
test più
impegnativo con
titoli a 3 e 30 anni e
il nuovo benchmark
a 7 anni per un
massimo di 7,
miliardi

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