Il Sole 24 Ore Martedì 12 Novembre 2019 27
Norme & Tributi
L’Agenzia tutor dei contribuenti
su registri e liquidazioni Iva
ADEMPIMENTI
Le novità dell’articolo
del Dl : dichiarazione
precompilata rinviata al
I contribuenti in contabilità
semplificata hanno più
adempimenti degli ordinari
Gian Paolo Tosoni
Il legislatore fiscale smania dalla vo-
glia di assistere le imprese in ordine
agli adempimenti fiscali ma senza
riuscirci, almeno finora.
L’ultimo norma in materia la ritro-
viamo nell’articolo del decreto leg-
ge / in cui il programma di assi-
stenza viene confermato dal per
la compilazione delle bozze di registri
Iva e delle liquidazioni periodiche
mentre per la dichiarazione annuale
viene rinviato al (si veda «Il Sole
Ore» del novembre ).
Le intenzione di tutoraggio ven-
gono da lontano; già con l’articolo
della legge / l’ assistenza da
parte della Agenzia era prevista per i
contribuenti che aderivano al regime
delle nuove iniziative produttive,
senza però che abbia fornito risultati
apprezzabili.
Il legislatore fiscale era partito for-
te con l’articolo , del decreto legge
/ (manovra Monti) nella quale
era previsto un meccanismo di moni-
toraggio a cura delle Entrate che
avrebbe portato, in particolare per i
contribuenti in regime semplificato,
alla soppressione di buona parte degli
adempimenti fiscali, con decorrenza
°gennaio .
La procedura agiva mediante op-
zione da parte dei contribuenti e ave-
va come presupposto l’invio telemati-
co dei dati delle fatture emesse, corri-
spettivi e ricevute.
Le ambizioni dell’Amministra-
zione finanziaria erano forti. Addi-
rittura per i contribuenti in contabi-
lità semplificata (persone fisiche e
società di persone) ed esercenti atti-
vità professionale, le Entrate avreb-
bero predisposto le liquidazioni pe-
riodiche Iva, dichiarazione Iva an-
nuale, modello F, modello
semplificato e Cud con conseguente
abolizione dello scontrino fiscale. Il
tutto era demandato ad un provvedi-
mento dell’agenzia delle Entrate che
non fu mai emanato.
Le intenzioni del Fisco tornano di at-
tualità con l’articolo del Dlgs /,
norma ora in vigore dopo aver subito
varie modifiche normative.
Nella prima formulazione, che sa-
rebbe dovuta decorrere dal ° gennaio
, erano previste agevolazioni a
fronte della trasmissione spontanea
dei dati fiscali, senza cha abbia avuto
una generale applicazione.
L’articolo del Dlgs / ora
prende corpo con le modiche intro-
dotte dall’articolo del decreto legge
/ e soprattutto perché nel frat-
tempo è partito il sistema di fattura-
zione elettronica e di memorizzazione
e trasmissione telematica dei corri-
spettivi; per chi adempie a quest’ulti-
mo obbligo è già in vigore l’esonero
dalla tenuta del registro dei corrispet-
tivi (articolo del decreto Iva).
Il nuovo articolo del Dlgs /
dispone che a partire dalle operazioni
Iva (si deve intendere registrate
in tale anno) sulla base delle comuni-
cazioni in possesso delle Entrate me-
diante le fatture elettroniche, le ope-
razioni soggette all’obbligo dell’este-
rometro e la trasmissione telematica
dei corrispettivi, l’Agenzia effettua un
programma di assistenza e mette a di-
sposizione di tutti i contribuenti Iva:
le bozze dei registri delle fatture
emesse e ricevute (per il registro dei
corrispettivi l’obbligo è abolito);
le liquidazioni periodiche Iva
le bozze della dichiarazione
annuale Iva.
L’articolo del decreto legge
/ dispone altresì che per le bozze
dei registri Iva se convalidate dal con-
tribuente o dagli intermediari viene
meno l’obbligo della loro tenuta.
Tuttavia, i contribuenti in regime
di contabilità semplificata devono co-
munque tenere i registri Iva ai fini del-
la contabilità semplificata per le im-
poste dirette in particolare per coloro
che hanno optato ai sensi del comma
dell’articolo del Dpr / per il
metodo delle registrazioni Iva. Per chi
applica il regime di cassa puro, deve
annotare gli incassi e pagamenti nel
registro di contabilità semplificata
che non prescinde dai registri Iva.
Quindi, contrariamente a quanto
ipotizzato dal legislatore nel , i
contribuenti in contabilità semplifi-
cata mantengono più adempimenti
contabili in confronto ai contribuenti
ordinari. Infine con l’articolo del
decreto fiscale c’è un ripensamento in
ordine alla predisposizione dal parte
delle Entrate della bozza di dichiara-
zione Iva che viene rinviata al . Ma
già dal prossimo anno dovremmo
quindi ricevere le bozze dei registri
Iva che se convalidati non necessitano
più della conservazione.
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DECRETO
FISCALE
Nel testo misure
per assistere le
imprese sugli
adempimenti
fiscali
Buoni pasto, per i lavoratori aggravio di 100 euro
WELFARE
Per evitare la stretta
quelli relativi al vanno
consegnati entro il gennaio
Stefano Sirocchi
Importo detassato dei buoni pasto
cartacei ridotto da , a euro
giornalieri a partire dal ° gennaio,
secondo il Ddl di bilancio .
Con la conseguenza che, in assen-
za di una disciplina transitoria, i
datori di lavoro potranno trovarsi
a dover applicare le ritenute fiscali
e previdenziali sui ticket con valo-
re superiore a euro relativi ai
blocchetti già acquistati e da smal-
tire nel .
In particolare, l’eccedenza tra
valore facciale del buono pasto e il
nuovo limite di euro sarà com-
pletamente imponibile. Le azien-
de che distribuiscono ticket carta-
cei da , euro e continueranno a
farlo anche nel dovranno te-
nerne conto in busta paga. L’au-
mento di imponibile potrebbe es-
sere di circa euro su base an-
nua, con maggiori trattenute fi-
scali e previdenziali che possono
variare, a seconda della retribu-
zione del dipendente, da un mini-
mo di a un massimo di euro
all’anno, oltre alle addizionali co-
munali e regionali (con giorni
lavorativi e aliquota Inps del
,%). Per la maggior parte di
questi lavoratori il conto sarà di
almeno euro all’anno.
Inoltre, le aziende dovranno
considerare l’aggravio Inps a lo-
ro carico, variabile in base al set-
tore, ma che dovrebbe aggirarsi
intorno agli euro annui. Al fi-
ne di evitare la tassazione, il da-
tore di lavoro potrebbe ridurre a
euro il valore dei buoni cartacei
che consegna ai lavoratori oppu-
re passare ai buoni elettronici.
Peraltro, il Ddl di bilancio modi-
fica l’articolo , comma , lette-
ra c, del Tuir anche nella parte
relativa alla soglia di esenzione
dei ticket elettronici che viene
elevata da a euro al giorno.
Alcuni direttori finanziari han-
no sollevato il problema dell’ero-
gazione dei buoni in fase di transi-
zione. Per ragioni amministrative
i ticket vengono consegnati il me-
se successivo rispetto a quello in
cui si sono maturati quindi, ad
esempio, a gennaio quelli di
dicembre . Pur in presenza di
un cambio di disciplina, si ritiene
non vi siano maggiori oneri tribu-
tari da versare se i buoni con valo-
re nominale pari al vecchio limite
vengono distribuiti entro il gen-
naio dell’anno successivo, come
previsto dal principio di cassa al-
largato contenuto nell’articolo ,
comma , del Tuir.
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La versione integrale dell’articolo
Il paradossso
delle ritenute
calcolate per appalto
SOLIDARIETÀ
La norma non tiene conto
che i conteggi sono fatti
sulla retribuzione totale
Enzo De Fusco
Una responsabilità fiscale ampia
per i committenti che affidano al-
l’esterno le attività. L’articolo del
Dl / estende le tutele a qua-
lunque esternalizzazione effettuata
dal committente e dunque anche ai
contratti diversi dall’appalto. Le
nuove regole si applicano anche ai
committenti “non imprenditori” e
dunque agli enti pubblici o a quelli
non commerciali.
L'impianto normativo anti frode
(cosi lo chiama la relazione illustrati-
va) contenuto nell’articolo ha fatto
molto discutere dalla sua entrata in
vigore perché le regole che introduce
sono decisamente invasive nel siste-
ma di gestione delle imprese financo
a ritenerle impraticabili in talune cir-
costanze. Di fronte alle critiche, con-
divise anche dall’agenzia delle Entra-
te, il ministro dell’Economia, Rober-
to Gualtieri, ha promesso di rivedere
e migliorare la norma, ritarando
l’ambito di applicazione e un emen-
damento è già stato presentato dal Pd
(si veda a pagina ).
Un esempio di criticità è contenu-
to nel comma , il quale obbliga ap-
paltatori e subappaltatori a fornire al
committente l’elenco degli addetti
che sono stati impiegati nell’appalto,
il dettaglio di ore di lavoro prestate da
ciascuno, l’ammontare della retribu-
zione corrisposta collegata all’appal-
to e le relative ritenute fiscali eseguite
nel mese precedente nei confronti
del lavoratore, con separata indica-
zione di quelle relative alla prestazio-
ne affidata dal committente.
Qui i problemi sono diversi perché
tutto il sistema di pagamento degli
stipendi e di calcolo dei relativi oneri
è strutturato su una retribuzione cu-
mulativa mensile. Al contrario, l’arti-
colo presuppone che il calcolo della
retribuzione e delle relative ritenute
sia distinto per appalto.
Ciò comporterebbe che vengano
adeguati i sistemi informatici utiliz-
zati dagli appaltatori, ma soprattutto
vengano adeguate le leggi che rego-
lano il calcolo degli stipendi.
Come fa il committente a verifica-
re la correttezza delle ritenute se la
stessa legge stabilisce che l’appalta-
tore ha l’obbligo di comunicare una
retribuzione parziale e riferita al sin-
golo appalto, mentre le ritenute si
calcolano sull’intera retribuzione del
mese? I committenti non avranno
mai gli elementi sufficienti per poter
verificare se la provvista ricevuta sia
corretta o meno.
Pensando di superare questo li-
mite, il committente, per accertare la
correttezza della provvista corrispo-
sta dall’appaltatore, dovrà inevitabil-
mente rielaborare l’intero cedolino
paga (tutto questo in cinque giorni) e
quindi sarà necessario conoscere
non solo la retribuzione, ma anche
ogni altra informazione utile e neces-
saria a svolgere questa attività.
Poi c’è un problema oggettivo la cui
soluzione non sembra possibile a nor-
ma vigente, secondo cui vanno comu-
nicate le «ritenute fiscali eseguite nel
mese precedente nei confronti di det-
to lavoratore, con separata indicazio-
ne di quelle relative alla prestazione
affidata dal committente».
Le ritenute sono uniche e riferite
alla retribuzione complessiva del
mese ed è impossibile determinare
quelle puntualmente da imputare al
singolo appalto. Questo perché es-
sendo l’Irpef calcolata a scaglioni
progressivi, l’importo corretto delle
ritenute si conosce solo dopo che è
stata cumulata la retribuzione matu-
rata nei diversi appalti nel corso del
mese (si pensi al settore pulizie).
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Commercialisti: contro il contante
misure troppo care e scoordinate
PROFESSIONISTI
In audizione criticati
i provvedimenti su moneta
elettronica e partite Iva
Federica Micardi
Troppi soldi per incentivare l’uso del-
la moneta elettronica e scarsa atten-
zione al mondo delle partite Iva. È
quanto rilevano i dottori commercia-
listi ascoltati ieri dalle Commissioni
congiunte Bilancio di Camera e Sena-
to sulla manovra.
La categoria suggerisce di dimez-
zare la cifra prevista per ridurre l’uso
del contante. «Condividiamo la vo-
lontà politica di introdurre forme di
premialità volte a incentivare l’utiliz-
zo della moneta elettronica – ha af-
fermato il consigliere nazionale
Maurizio Postal - ma riteniamo meri-
tevole di un momento di riflessione
ulteriore il fatto che si destinino ben
miliardi a questa misura in un con-
testo di manovra che, nella ricerca di
una quadratura dei conti oggettiva-
mente non semplice, introduce nu-
merosi balzelli, alcuni dei quali per
altro più negativi in termini di impat-
to sui contribuenti che non positivi in
termini di gettito per l’Erario». Ci si
riferisce, tra gli altri alla plastic, tax,
alla sugar tax, alle auto aziendali e ai
ticket restaurant.
Altro tasto dolente della norma ri-
guarda le restrizioni previste per le
partite Iva i cui risparmi ( miliardi in
tre anni) saranno dedicati solo alla ri-
duzione del cuneo fiscale per i lavora-
tori dipendenti (si veda il «Sole
Ore» del novembre). Una scelta che
rivela la totale mancanza di strategia
di medio periodo; le regole fiscali già
favoriscono, ma tenderanno a favori-
re ancora di più, la disaggregazione
degli studi, una strada in contrasto
con la domanda del mercato sempre
più articolata e complessa.
La categoria, rappresentata anche
da Pasquale Saggese, responsabile
dell’area fiscalità della fondazione na-
zionale della categoria, ha presentato
un documento dettagliato eviden-
ziando le criticità contenute negli arti-
coli del testo. In merito all’azzera-
mento delle detrazioni per i più ricchi
i commercialisti ricordano che lo
sconto fiscale in molti casi è stato in-
trodotto per disincentivare il “nero”.
Non solo, la mancanza di sconti fi-
scali sulle erogazioni liberali rischia di
frenare la generosità dei più abbienti
verso cultura, arte e sport.
Eccessivamente penalizzante per
i commercialisti anche la norma sulle
auto aziendali, che spiegano, numeri
alla mano, perché non esiste «l’arbi-
trario trattamento di favore» che do-
vrebbe giustificare questa stretta.
Ace e mini-Ires secondo i commer-
cialisti sono infine un perfetto esem-
pio di cattiva legislazione; le modifi-
che fatte negli anni solo per finalità di
gettito hanno solo seminato incertez-
za senza raccogliere risultati apprez-
zabili per l’Erario o per le imprese.
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QUOTIDIANO
DEL FISCO
DICHIARAZIONI
Bonus impatriati
anche con la correttiva
Può accedere al regime fiscale degli
impatriati (all’articolo , comma ,
del Dlgs /) il contribuente
laureato, assunto da società
italiana, distaccato all’estero per
oltre mesi, che sia rientrato in
Italia nel , rivestendo in seno
alla società distaccante un ruolo di
maggiore responsabilità rispetto a
quello che aveva al momento del
distacco, grazie alle competenze
acquisite all’estero. Non solo. Nel
caso in cui il contribuente abbia già
presentato il modello /,
l’opzione per il regime con effetto
dall’anno di imposta , può
essere effettuata mediante invio,
entro il termine ordinario di
scadenza, ovvero entro il
dicembre (il novembre
cade, infatti, di sabato), del modello
Pf Redditi , che andrà a
sostituire, a ogni effetto di legge, il
modello /.
Non sono applicabili, invece,
nemmeno a partire dell’anno
d’imposta , le nuove
condizioni di favore relativamente
alla misura del beneficio e alla
durata dello stesso, previste
dall’articolo del Dl /. Questi
sono i principi ricavabili dalla
lettura di una recentissima risposta
ad interpello (n. -/)
rilasciata dalla Dre Lombardia.
Quest’ultima ha ritenuto,
innanzitutto, non preclusiva la
circostanza che il lavoratore sia
rientrato a seguito di distacco
all’estero. Sul punto, si ricorda che
l’agenzia delle Entrate, con circolare
/E/, aveva in un primo
momento affermato che le
agevolazioni previste dall’articolo
del Dlgs / non sarebbero
applicabili nel caso in cui il rientro
in Italia avvenga a seguito di
cessazione del distacco all’estero.
— G. Infranca e P. Semeraro
Il testo integrale dell’articolo su:
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