La Stampa - 23.10.2019

(nextflipdebug5) #1

GABRIELE BECCARIA


A


lla domanda su co-
me immagina il
mondo tra cinque
anni Lorenzo Ro-
sasco risponde
che gli appassio-
nati di fantascienza potreb-
bero restare un po’ delusi. E’
possibile che la metamorfo-
si in corso non sarà così visi-
bile come qualcuno vorreb-
be. E, anzi, potrebbe rivelar-
si assai poco telegenica. «La
concepisco più come una ri-
voluzione silenziosa». E, ci-
tando un report del Mit di
Boston, il professore si dice
scettico sulla presunta inva-
sione di robot sapienti e au-
to che faranno tutto da sole.
«La mia sensazione, piutto-
sto, è che ci saranno tanti pic-
coli assistenti in grado di dar-
ci una mano. Come maggior-
domi a cui potremo delega-
re l’agenda di casa o una se-
rie di operazioni di lavoro».
«Voci che fanno cose»: co-
sì racconta Rosasco, profes-
sore all’Università di Geno-
va, al dipartimento di infor-
matica, bioingegneria, robo-
tica e ingegneria dei sistemi.
«A 43 anni, qui in Italia, so-
no un giovane, un giovanissi-
mo», scherza. Lui ha fatto no-
tizia per aver vinto un Erc,
un finanziamento europeo
da 2 milioni, dedicato al
«machine learning», l’unico
che ha preso la via dell’Italia
e che lui, dopo un decennio
al Mit, vuole sviluppare pro-
prio a Genova. «Me lo chie-
dono spesso: perché qui?
Perché qui ci sono molti gio-
vani brillanti che vogliono ri-
solvere problemi interessan-
ti». Alla base del «machine
learning», il processo che ali-

menta l’Intelligenza Artifi-
ciale, infatti, ci sono gli algo-
ritmi, l’oggetto di studio di
Rosasco. E, tra i problemi
che vuole affrontare, c’è la
loro efficienza, che non è af-
fatto scontata come si crede.
«Oggi - spiega - l’approccio
del Big Tech, i colossi del di-
gitale, è quello della “brute
force”, la forza bruta: si fan-
no girare gli algoritmi con la
logica del “trial&error”, ma
dietro c’è poca teoria e, per
quanto sembri paradossale,
poca scienza». Lui e la sua
squadra - una trentina di dot-
torandi e postdoc più una de-
cina di professori - punta in-
vece ad analizzare a fondo
questi algoritmi e a inventar-
ne di nuovi: «Studiamo la lo-
ro ridondanza non sfruttata
e ci prendiamo il lusso di te-
starli». Alla base di questo ti-
po di pensiero laterale - sot-
tolinea - c’è un lavoro, pa-

ziente ed estremamente
creativo, di indagine mate-
matica. «Vado alla ricerca
delle crepe tra campi diver-
si, in una realtà multidiscipli-
nare: statistica e analisi nu-
merica, geometria e com-
plessità... Da una parte la
probabilità, dall’altra il cal-
colo distribuito. Sono terri-
tori da esplorare».
Rosasco si considera uno
scienziato dei dati, curioso e
rigoroso, e privilegia il percor-
so - classico - che dalle doman-
de arriva alle ipotesi e poi ap-
proda ai dati dell’esperimen-

to: «Oggi, spesso, si segue la
traiettoria contraria. I dati
vengono per primi. E questa
ingombrante prevalenza non
è estranea alle frequenti - e
clamorose - falle degli algorit-
mi, da quelli che non ricono-
scono i volti delle persone di
colore a quelli che propagano
i pregiudizi inconsapevoli dei
loro ideatori.
E’ lì uno degli snodi che il
professore evocherà domani
alla lectio magistralis al Festi-
val della Scienza di Genova,
intitolata «Intelligenza artifi-
ciale 2.0. Le nuove macchine

che imparano dall’uomo». «I
pericoli dell’IA - sottolinea -
non sono legati all’immagine
diffusa dei robot che uccido-
no. Semmai proprio ai “bias”,
ai pregiudizi annidati nei pro-
grammi, e alla sorveglianza
diffusa. In compenso, come ci
si rende bene conto qui a Ge-
nova e in Liguria, l’IA dà inspe-
rate prospettive: la possibili-
tà di prevedere, per esempio,
le emergenze climatiche».
Le auto onniscienti e la co-
siddetta GAI, la General Arti-
ficial Intelligence, in grado
di replicare su scala allargata

le funzioni del nostro cervel-
lo, restano - aggiunge Rosa-
sco - prospettive remote. E’
imminente, invece, «la pola-
rizzazione del lavoro, con
una crescente diseguaglian-
za». Se ne parla di rado, ma il
«machine learning» è affama-
to di dati e informazioni. «E’
il processo di “annotazione”
o “labelling”». E per alimen-
tarlo ci devono pensare gli
umani: un’inedita manova-
lanza che i profeti del pro-
gresso illimitato preferisco-
no mantenere nell’ombra. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

S


n. 1857

A CURA DI


GABRIELE BECCARIA


CONTATTO


http://www.lastampa.it/tuttoscienze

AL FESTIVAL DELLA SCIENZA DI GENOVA LO STUDIOSO DI ALGORITMI LORENZO ROSASCO


“Un futuro di voci che faranno cose”

I maggiordomi virtuali e il lavoro che ci aspetta


LORENZO ROSASCO


È PROFESSORE ALL’UNIVERSITÀ


DI GENOVA E SPECIALISTA DI MACHINE


LEARNING E INTELLIGENZA


ARTIFICIALE


Conto alla rovescia
per l’uomo
della Luna
Charles Duke

SIMONA ROMANIELLO
PAG. 3O

La stampa 3D
ricostruisce
l’orecchio
di un bambino

VALENTINA ARCOVIO
PAG. 31

Al via il programma
per formare
i prossimi
specialisti digitali

EMANUELA GRIGLIÉ
PAG. 30

tuttoscienze

e innovazione

MERCOLEDÌ 23 OTTOBRE 2019LASTAMPA 29

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