Il Sole 24 Ore - 22.10.2019

(Brent) #1

Il Sole 24 Ore Martedì 22 Ottobre 2019 17


Finanza & Mercati


Il contratto globale con Sie-


mens Gamesa renewable ener-


gy, per fornire sistemi in cavo


per torri e navicelle di turbine


eoliche, spinge il titolo del


gruppo Prysmian, che ieri ha


chiuso a +, per cento a ,


euro. «Questo accordo - ha


spiegato ieri il gruppo in una


nota - conferma la lunga e


solida storia di collaborazione


nell’industria eolica tra Sie-


mens Gamesa e Prysmian


group, e rappresenta un passo


importante verso nuove oppor-


tunità di crescita future».


La fornitura include per il


 prodotti e servizi offerti


da Prysmian per l’industria


dell’energia eolica che com-


prendono sistemi in cavo di


bassa tensione per navicelle,


cavi di bassa tensione per torri


e sistemi in cavo di media


tensione per torri progettati e


ottimizzati per operare in
condizioni di elevata torsione,

resistenza meccanica e chimi-


ca nonché esposti a consisten-
ti variazioni di temperatura.

Prysmian, spiega la nota,
conta su «una footprint pro-

duttiva estesa in tutto il mon-


do e, per questo, è in grado di
supportare Siemens Gamesa,

fornendo i propri prodotti


provenienti, in particolare, da
unità produttive situate in

Europa, Asia e Nord America».


Nel primo semestre i ricavi


del gruppo, leader mondiale
nel settore dei sistemi in cavo

per l’energia e le telecomunica-


zioni sono ammontati a ,
miliardi con una variazione

organica positiva dell’,%,
sostenuta in particolare dal

business telecom (+,%), con


una crescita a doppia cifra nei
cavi ottici e una ottima perfor-

mance nel multi media solu-


tions, e dal solido trend di
energy&infrastructure con la

performance a doppia cifra di


power distribution. La crescita
organica negativa del segmen-

to projects, in linea con le


aspettative, è da attribuire al
basso order intake del , al

timing delle attività di installa-


zione, ad alcune rilavorazioni.
L’Ebitda adjusted si è atte-

stato a  milioni (in aumento


del +,% rispetto ai  milioni
del primo semestre dell’anno

scorso), includendo  milioni


derivanti dall’impatto positivo
della applicazione del nuovo

principio contabile Ifrs.


—M. Me.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

DENARO&LETTERA


PRYSMIAN: +2,23%


Prysmian corre dopo il contratto


con Gamesa per l’industria eolica


Andamento del titolo a Milano


19/07/19 21/10/


18,70 20,


16

18

20

22

Fincantieri corre in Borsa dopo le
anticipazioni del Sole  Ore (si

veda l’edizione del  ottobre)


secondo cui il gruppo guidato da
Giuseppe Bono avrebbe tutte le

carte in regola per aggiudicarsi la


gara indetta dalla Marina militare
americana per  fregate multiruo-

lo del programma Ffg(X) da 


miliardi di dollari. Così ieri, a Piazza
Affari, Fincantieri ha chiuso facen-

do segnare un +,% (, euro).


L’ottimo posizionamento del
gruppo, che propone una versione

customizzata delle Fremm (le
fregate europee multiruolo) per la

competizione americana, ha spinto


Equita Sim a confermare sul titolo il
rating “hold” e il target price a ,

euro. Considerando che è una gara


importante, Banca Imi non esclude
invece che la commessa possa

essere assegnata a più soggetti (gli


altri competitor sono gli statuniten-
si Huntington Ingall Industries e

Bath Iron Works, e Austal Usa,
costola americana dell’omonimo

colosso australiano). Ad ogni modo,


tenendo presente i flussi di cassa
legati al progetto, Banca Imi ritiene

che una vittoria anche solo parziale
del gruppo possa rappresentare

«un game changer» (punto di


svolta) per Fincantieri su cui man-
tiene un rating “buy” e un target

price a , euro.


—Ce.Do.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

FINCANTIERI: +3,28%


La maxi gara per le fregate Usa


mette il turbo al titolo in Borsa


Andamento del titolo a Milano


19/07/19 21/10/


0,994 0,


0 ,

0 ,

1 ,

1 ,

PARTERRE




Fos scalda i motori


per debuttare in Borsa


Il gruppo genovese Fos, specializzato in informatica, elettro-


nica e ingegneria, scalda in motori per sbarcare in Borsa.
L’azienda fondata da Enrico Botte (già presidente dei Giovani

di Confindustria Genova) e Matteo Pedrelli, si prepara a de-


buttare, secondo rumors a brevissimo, sul mercato Aim, dedi-
cato alle piccole e medie imprese ad alto potenziale di crescita.

La società, fondata nel , ha registrato nel  un fattu-


rato di circa  milioni e un Ebitda vicino al %. Conta 
addetti, distribuiti in cinque sedi operative (Genova, Caserta,

Benevento, Bolzano e Vilnius in Lituania) e sei laboratori di
ricerca. In information technology, Fos è specializzata nello

sviluppo e manutenzione di sistemi informatici complessi.


Nell’elettronica ripara e sostituisce schede per i principali
player delle telecomunicazioni. In ingegneria punta su ricerca

e innovazione e ha progettato e brevettato il Microcosmo (pro-


totipo di serra ultratecnologica per la coltivazione di piante
in ambienti chiusi o estremi come deserti, aree polari o spazia-

li) e il Brain stroke monitoring system (casco per il monitorag-


gio pre e post ictus di un paziente). Lo sbarco in Borsa ha
l’obiettivo di raccogliere risorse per crescere anche per linee

esterne, acquisendo altre realtà del settore. (R.d.F.)


L’arbitrato Cairo/Rcs versus Krialos/Blackstone per il com-


plesso immobiliare di via Solferino/via San Marco - dove ha
sede anche il Corriere della Sera - è avanzato ieri con una

seduta “tecnica”. Bocche cucite sull’udienza, la seconda dopo


quella di insediamento del collegio arbitrale presieduto da
Renato Rordorf, con Enzo Roppo indicato da Rcs e Francesco

Mariconda da Blackstone. Dal poco che è trapelato si appren-


de che ora le parti depositeranno ulteriori memorie tra di-
cembre e gennaio e che quindi la sentenza dovrebbe arrivare

a stretto giro, probabilmente entro febbraio. Non quindi en-


tro Natale, come da stime più ottimistiche. L’oggetto del con-
tendere è l’acquisizione degli immobili da parte del fondo Usa

per  milioni, operazione che risale al , quando la casa


editrice milanese era in affanno anche sul fronte del rientro
del debito. Secondo Urbano Cairo, nel frattempo entrato in

azienda come presidente e amministratore delegato dopo
aver conquistato con un’Opa la maggioranza del capitale,

l’operazione era viziata dallo stato di bisogno della società.


Blackstone ha citato l’editore e Rcs reclamando  milioni
di danni. Ma la causa a New York è sospesa in attesa dell’esito

dell’arbitrato, promosso a Milano da Rcs. (A.Ol.)


«Dopo anni appassionanti a Lazard, sentivo il bisogno di


una nuova tappa, di una nuova sfida e ho deciso di impe-


gnarmi in un progetto personale di natura imprenditoria-
le». Con queste due righe, inviate ai colleghi, Matthieu

Pigasse lascia Lazard dopo  anni nella blasonatissima
“maison”. Il enne banchiere ha presentato domenica le

dimissioni da ceo di Lazard Francia a Kenneth Jacobs, il


numero uno della banca d’affari Usa. La sua uscita, su cui
da oltre un mese giravano voci, sarà effettiva dal  dicem-

bre, in tempo per organizzare la successione. Regista di


grandi riassetti internazionali, azionista a titolo persona-
le di Le Monde e soprannominato banchiere Punk per il

suo stile non convenzionale e per la passione per la musica


punk rock, Pigasse, stando alle ricostruzioni che circolano
negli ambienti finanziari, avrebbe “pagato” il suo modo

di gestire le operazioni, definito individualista, che avreb-


be creato qualche tensione interna alla Lazard. Secondo
altre fonti, invece, l’uscita dalla banca d’affari sarebbe

stata dettata dal rischio di un potenziale conflitto d'inte-


ressi, considerando le molteplici attività imprenditoriali
costruite da Pigasse nei media. (Mar. Man.)



Cairo versus Blackstone,


arbitrato ai supplementari




Banchiere troppo Punk,


Pigasse lascia Lazard


Il contrattacco dei vertici di Gedi:


«Non siamo un gruppo da risanare»


EDITORIA


Marco De Benedetti:


«Giudizi infondati e gravi,


attacchi a me e mio fratello»


Nei primi  mesi rosso


a , milioni: pesa


la cessione di Persidera


Andrea Biondi


La risposta di Gedi è duplice: nelle pri-


me righe del comunicato con i dati dei


nove mesi del gruppo, ma anche in


una lettera, dai toni molto duri, invia-


ta ai dipendenti.


Sono puntini sulle “i” di un certo pe-


so quelli che il cda di Gedi e il suo presi-


dente Marco De Benedetti hanno voluto


mettere nella vicenda scatenata dall’of-


ferta di Carlo De Benedetti che domeni-


ca  ottobre ha palesato un tentativo di


“riprendersi” il gruppo – che edita, fra


gli altri, La Repubblica, l’Espresso, la


Stampa, Il Secolo XIX,  quotidiani lo-


cali e un polo radio – dal quale si era al-


lontanato a favore dei figli anni fa. Una


vicenda che affonda anche nel profon-


do di questioni affettive, personali, co-


me spiega lo stesso Marco De Benedetti


nella lettera ai dipendenti commentan-


do l’intervista del padre Carlo al Corrie-


re della Sera la scorsa settimana, «che


contiene un attacco a mio fratello Ro-


dolfo (presidente della holding Cir, ndr.)


e a me, un tema per noi doloroso, che si


colloca sul piano personale».


Non tanto quelli però, quanto piut-


tosto «i giudizi sul gruppo e sulla sua


situazione» definiti «infondati e gra-


vi», sono alla base della risposta che il


figlio Marco manda al padre, ma pas-


sando per una lettera interna. «Non


siamo un gruppo sconquassato, non


siamo un gruppo da risanare, non sia-


mo una barca senza timoniere», si leg-


ge nella missiva ai dipendenti che ter-


mina con una frase tranchant rispetto


all’idea di passare la mano: «Continue-


remo con impegno, io, mio fratello Ro-
dolfo, e Monica Mondardini (ad della

controllante Cir, ndr.) a svolgere il no-


stro ruolo di azionisti della società in
modo da garantirle il miglior futuro».

Che un domani si possa vendere o


meno non è oggetto della discussione.
Il tema è invece la proposta del padre

Carlo, che del resto è stata rispedita al


mittente già dopo qualche ora dalla Cir
che ha il % dei diritti di voto di Gedi,

di cui i De Benedetti possiedono «il


%, mentre il restante % è di altri
azionisti che ci hanno affidato la ge-

stione e di cui dobbiamo tutelare inte-


ressi». Il niet è stato ieri spiegato facen-
do leva su varie considerazioni, come

il lavoro fatto finora da Gedi, scrive


Marco De Benedetti, con risposte a
«sfide enormi, con sacrifici, ma senza

traumi» fra cui l’aver «preservato te-


state e mezzi», l’aver «mantenuto
l’unità del gruppo» e il non aver fatto

ricorso a «formule o architetture sug-


gestive (la fondazione ad esempio) che
non risolvono di per sé i problemi».

La lunga lettera è preceduta dal co-
municato sui conti da parte del cda che

ha indicato una Gedi con «una solida


leadership nella stampa quotidiana,
nel digitale e nelle radio, e adotta misu-

re idonee ad affrontare il futuro, l'inve-


stimento e lo sviluppo e creare valore
sostenibile».

Sul fronte dei numeri al  settem-


bre la società vede i ricavi in calo (-%)
a , milioni a causa della flessione

di vendite (-,%) e pubblicità (-%).


Il risultato netto è in rosso, con una
perdita di , milioni dovuta alla ces-

sione di Persidera e agli oneri di ri-


strutturazione. Negli ultimi tre mesi
dell'anno Gedi non vede «evoluzioni

di mercato diverse da quelle dei primi


nove mesi» ma prevede, al netto delle
componenti straordinarie, un risulta-

to positivo per il . Nei primi nove


mesi, al netto proprio di Persidera e
oneri straordinari il risultato netto

consolidato sarebbe positivo per ,


milioni. In Borsa il titolo ha chiuso in
calo del ,% a , euro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

ACCERTAMENTI CONSOB IN PIAZZA AFFARI


Nella telenovela De Benedetti


la puntata anomala del 10 ottobre


Impennata degli scambi


nel giovedì di riferimento


per l’offerta targata Romed


Antonella Olivieri


La proposta «irricevibile» di Carlo De


Benedetti a Cir per il ,% di Gedi, più
ancora che sui prezzi ha avuto uno

strano effetto sui volumi. Già giovedì 



  • giorno preso a riferimento da Romed,
    la finanziaria dell'ingegnere, per fissa-


re i  centesimi dell’offerta – c'è stata


un'impennata anomala degli scambi.
Che senza motivo apparente – l'offerta

è uscita allo scoperto solo la domenica


successiva – si sono moltiplicati per 
dal giorno prima, con la movimenta-

zione di , milioni di pezzi.
Gli scambi sono rientrati nella fascia

alta della “normalità” il giorno succes-


sivo quando l’offerta è stata formal-
mente recapitata a Cir, per poi esplode-

re lunedì con  milioni di azioni passa-


te di mano e un salto nelle quotazioni
che si sono avvicinate a quota  cente-

simi. Volumi analoghi, poco più di 


milioni di pezzi, giovedì  quando il
titolo della casa che edita La Repubblica

e La Stampa ha cominciato a rallentare


la corsa. Ieri il titolo è precipitato dai 
centesimi a cui aveva chiuso la settima-

na scorsa fino a un minimo di seduta di
 centesimi, subito dopo la diffusione

dei dati dei primi nove mesi, nonostan-


te il terzo triemstre evidenzi un risulta-
to operativo rettificato di , milioni, in

calo rispetto allo stesso periodo dello


scorso anno, ma in miglioramento ri-
spetto al trend da inizio esercizio. Il re-

cupero finale non ha colmato il gap,


con il titolo che si è fermato a , eu-
ro, in calo del ,% e con , milioni di

azioni passate di mano. In tutto da gio-


vedì  è stato scambiato il % del capi-
tale, circa un quarto del flottante Gedi,

considerato che il ,% dei diritti di vo-
to (ci sono azioni proprie) fa capo a Cir,

il ,% a Exor, il ,% a Giacaranda Fal-


ck, il ,% a Perrone.
La Consob, come di prassi in que-

sti casi, sta facendo accertamenti su-


gli scambi a valle e a monte dell’an-
nuncio. Se a valle l’andamento è coe-

rente col flusso informativo, a monte


resta il giallo della puntata anomala
di giovedì .

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Kretinsky mette un piede anche in Prosiebensat


Ha chiuso in rialzo del ,% a quota


, euro il titolo della tedesca Prosie-


bensat . Ancora non si tratta dei , eu-


ro di media ai quali Mediaset aveva ac-


quistato il suo ,%, attraverso un con-


tratto collar siglato con Credit Suisse,


per un investimento complessivo di 


milioni circa, ma di certo il titolo del


broadcaster tedesco (in calo del % cir-


ca da inizio anno), tornato ai massimi da


metà settembre ha brindato ieri alla no-


tizia dell’investimento da parte della


Czech Media Invest (Cmi): holding del


settore media controllata al % da Da-
niel Kretinsky, magnate ceco proprieta-

rio del gruppo energetico Eph. La Cmi


ha annunciato di aver acquistato sul
mercato un pacchetto del , per cento.

In questo quadro Prosiebensat viene


giudicata dal gruppo ceco come «un in-
vestimento sia a lungo termine che stra-

tegico nel nostro portafoglio media: sia-


mo convinti – commenta Branislav
Miskovic, direttore finanziario del

gruppo Cmi – che i maggiori gruppi te-


levisivi europei siano in grado di reagire
rapidamente allo sviluppo del mercato

e abbiano un buon potenziale economi-


co anche a lungo termine».
Quello effettuato dalla Cmi è comun-

que un ingresso di peso nella media


company tedesca che con i suoi  canali


gratuiti e a pagamento raggiunge 
milioni di famiglie in Germania, Austria

e Svizzera ogni giorno e che con Disco-


very gestisce in joint venture la piatta-
forma streaming Joyn.

L’azionariato di Prosiebensat, in ba-


se agli ultimi aggiornamenti riportati
dalla BaFin (l’Authority tedesca di su-

pervisione dei mercati finanziari), vede


The Capital Group Companies al
,%, Mediaset al ,%, Blackrock

poco sotto il %.


Ora a entrare nel capitale è un perso-
naggio non sconosciuto nel mondo dei

media: fresco azionista di peso nella so-


cietà editrice di Le Monde (tramite la so-
cietà Le Nouveau Monde che divide con

Matthieu Pigasse) dopo aver acquisito il


settimanale Marianne e alcune testate


del gruppo Lagardère, come Elle, che
unisce alle ex attività ceche di Ringier

Axel Springer e alla presidenza della


squadra di calcio Sparta Praga.
Insomma una presenza che sicura-

mente garantisce un quid transnazio-


nale che in fondo vari osservatori hanno
attribuito all’ingresso di Mediaset in

Proseben prima e, per estensione, al-


l’operazione Mfe-MediasetForEurope
cui Mediaset sta lavorando, combatten-

do contro l’opposizione del socio france-


se Vivendi. E non manca chi si spinge a
considerare questa mossa come il prelu-

dio a una possibile scelta fra due strare:
spingere Prosiebensat a guardare a Me-

diaforEurope una volta compiuta l’ope-


razione, o eventualmente entrarci.


Ieri il titolo Mediaset è salito del-


l’,% a , euro. Quello Vivendi – è di
venerdì la notizia della richiesta della

Procura di Milano di interrogare Vin-


cent Bolloré e il ceo Arnaud De Puyfon-
taine nell’ambito dell’inchiesta sulla

scalata a Mediaset da parte dei francesi


nell’inverno  – ha perso l’, per
cento. Da parte tedesca l’ingresso di

Kretinsky stato accolto con dichiara-
zioni sulla falsariga di quelle dette in

occasione dell’ingresso di Mediaset:


«Investitori benvenuti; questa è una
conferma della nostra buona strate-

gia». L’impressione è che quel crocevia


tedesco sia sempre più strategico.


—A. Bio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

MEDIA


L


a Borsa di Francoforte ha guidato i rialzi ieri in


Europa con un rialzo a fine seduta dello , per
cento. Nell’indice Dax la fanno da padroni i grandi

campioni dell’export made in Germany e ciò lo rende


particolarmente sensibile al flusso di notizie sul fronte
guerra commerciale. L’exploit della piazza tedesca è

arrivato in una giornata segnata


dall’ottimismo sull’esito della trattativa
dopo che il consigliere economico della Casa

Bianca Larry Kudlow, intervistato da Fox, ha


espresso fiducia sull’esito della trattativa
ipotizzando la revoca delle tariffe che

dovrebbero entrare in vigore a dicembre.


«Una volta chiusa la fase uno delle trattative
la fase due sarà in dicesa » ha dichiarato in

serata Trump a ulteriore conferma. Ma
attenzione ai facili entusiasmi. Secondo

l’outlook  prosentato ieri da Allianz


Global Investors lo scenario più probabile
sul fronte della guerra commerciale è che si

arrivi solo a un’intesa parziale tra le parti. Un esito che


potrebbe avere certo conseguenze positive sui mercati.
Ma solo nell’immediato. L’incertezza permarrebbe

perché una riapertura delle ostilità rimarrebbe


un’opzione sul tavolo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Andrea Franceschi


EXPLOIT DEL DAX GRAZIE


ALLE SCHIARITE SUI DAZI


IL RIALZO DEL DAX
La presenza di titoli
esportatori rende
la Borsa tedesca
sensibile ai dazi

0,9%


Il magnate ceco rileva il %


del gruppo tedesco


partecipato da Mediaset


MERCATI


Andamento e volumi del titolo a Milano


0,
11 ottobre.
Carlo de Benedetti presenta a Cir, attraverso la
sua controllata Romed, un’offerta di acquisto cash
del 29,9% delle azione Gedi a 0,25 euro ad azione

0,
13 ottobre.
CIR respinge l'offerta «non sollecitata né concordata»
di Carlo De Benedetti sul 29,9% di Gedi: «È irricevibile»

1 OTT 2 OTT 3 OTT 4 OTT 7 OTT 8 OTT 9 OTT 10 OTT 11 OTT 14 OTT 15 OTT 16 OTT 17 OTT 18 OTT 21 OTT

21 ottobre.
Marco De Benedetti:
«Continueremo con impegno
il nostro ruolo di soci di Gedi»

0,


0,


PREPREZZZZO (SCALA SX)O (SCALA SX) VOLUMI IN MLN (SCALA DX)VOLUMI IN MLN (SCALA DX)


0

5

10

15

20

0,

0,

0,

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L’andamento di Gedi

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