La Stampa - 02.10.2019

(Ron) #1
.

ADRIANA RICCOMAGNO


S


ono più di tremila,
da abbacchiato a
zuppo, le parole che
il vocabolario Zinga-
relli vuole salvare: fra que-
ste, Torino salverà bono-
mìa. Per chi mastica il dia-
letto c’è poco da stupirsi.
Fra i termini più diffusi re-
sta infatti “bonòm”, il bo-
naccione, la persona mite
e, va detto, sotto la Mole
nessuno ha intenzione di la-
sciarlo sparire.
Ma i torinesi vogliono salva-
re anche “corrusco”, risplen-
dente di luce vivissima e im-
provvisa, cicisbèo (il gentiluo-
mo che nel Settecento accom-
pagnava le nobildonne sposa-
te nelle occasioni mondane),
onùsto (carico, colmo) e ab-
bacinare, che di nuovo evoca
la luminosità quasi accecan-
te. Ecco i vocaboli più getto-
nati da quando #paroleda-
salvare, il tour della casa edi-
trice Zanichelli, è arrivato a
Torino, due giorni fa: nella
sola giornata di domenica ol-

tre cento cittadini hanno vo-
luto “adottare” una parola,
condividendola online o at-
traverso una cartolina da af-
francare e spedire.
«Amo le parole - dice Chia-
ra Cosentino, 25 anni -. E par-
lare per me è pensare. Se parli
bene, pensi bene. Attraverso
le parole diamo un significato

al mondo». Sceglie acume,
per il terzo significato, lettera-
rio: «Intensità di sensazione o
sentimento». Pubblica la vo-
ce su una storia di Instagram,
inforca la bici e se ne va. Ma-
riangela e Luciano Lovera,
pensionati, si soffermano da-
vanti al grande vocabolario:
lei ex insegnante di scuola ma-

terna, lui un passato per lo
Zingarelli. Sul dizionario è ci-
tato fra gli autori di voci dei
linguaggi speciali, in editoria
e stampa: «È importante la
corretta pronuncia, non solo
la grafia, ma ormai nessuno
più la conosce».
C’è chi, prima di scegliere il
proprio vocabolo, ne legge

tanti: è il caso di Nicolò Cano-
va, illustratore, che poi punta
su palandrana perché gli ri-
corda i nonni.
Non tutti amano il vocabo-
lario rinnovato: lo scrittore
Vittorio Viarengo, 81 anni,
che con lo pseudonimo Leone
Di Fausto ha pubblicato sette
libri gialli ambientati a Tori-
no, si ferma a sfogliare la nuo-
va edizione ma sostiene che
non lascerebbe mai il suo Zin-
garelli del 1952, su cui l’eti-
mologia è scritta con le lette-
re dell’alfabeto greco.
Ma c’è anche chi viene ap-
posta: mamma Paola, inse-
gnante, era a conoscenza
dell’iniziativa e ha portato
con sé la figlia Cristina. Do-
po essere state “stuzzicate”
da pantagruelico, hanno de-
ciso di adottare le parole

strambo e artato. Fra i pas-
santi si nasconde Fernando
Cobelo, 31 anni, l’illustrato-
re che del dizionario 2020
ha disegnato la copertina:
nato e cresciuto in Venezue-
la, vive a Torino da 9 anni.
«Ho studiato architettura,
ma alla fine ho ripreso in ma-
no la matita ed è stato natu-
rale che la passione diventas-
se un lavoro» dichiara. E
chiosa: «Venire qui riporta a
galla il Fernando bambino».
L’#AreaZ, con la grande
installazione-vocabolario
dove scegliere una parola
da salvare, rimarrà in via
Garibaldi, nel tratto pedo-
nale tra corso Palestro e
piazza Statuto, fino a vener-
dì 4 ottobre. Poi proseguirà
alla volta di altre città. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

In città il tour #paroledasalvare: da abbacchiato a zuppo, sono oltre tremila i vocaboli da salvare


Zanichelli li rispolvera in chiave moderna: “Si possono condividere sui social o con una cartolina”


Bonòm, cicisbèo, palandrana


Quelle parole care ai torinesi


L’installazione della Zanichelli nell’area pedonale tra piazza Statuto e via Garibaldi

LA STORIA

VALERIA E BARBARA
COLLEGHE E AMICHE
IN VISITA AL TOUR

FERNANDO COBELO
ILLUSTRATORE

Ci è capitato
il termine
malcontento:
esprime il nostro
umore odierno

Il dizionario diventa
un mezzo per
arrivare a nuove
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posti, conoscenze

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