La Stampa - 08.09.2019

(lily) #1
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CELLO OCTET AMSTERDAM L’ensemble olandese oggi è alla Casa del Teatro Ragazzi per MiTo con lo show-concerto “Violoncelli guerrieri”

“Con le spade-archetti lottiamo a colpi di note”


L’ironia e la voglia di dimo-
strare la propria irriverenza
per il paludato mondo della
classica sono le caratteristi-
che di «Enfants Terribles», il
concerto di MiTo ospitato
oggi alle 17 al Conservato-
rio Giuseppe Verdi.
Protagonista l’Orchestra
I Pomeriggi Musicali diret-
ta da Alessandro Cadario
con solista una delle cop-
pie pianistiche più celebri,
le sorelle Katia e Marielle
Labèque. Artiste poliedri-

che, amatissime anche da
una fuoriclasse come Ma-
donna che ha dichiarato di
considerarle tra le migliori
musiciste alla tastiera, in-
terpreteranno il «Concerto
per due pianoforti e orche-
stra» di Poulenc, pagina di-
vertente e piena di colori.
In programma ci sarà pu-
re il «Carnevale degli ani-
mali» del serissimo
Saint-Saëns che in questa
partitura prende in giro la
musica manierista dell’Ot-
tocento. Si potrà poi ascol-
tare in prima esecuzione ita-
liana l’«Ouverture en forme
d’étoiles» di Régis Campo,
autore francese che, attra-
verso questo brano, pungo-
la le vecchie avanguardie
musicali. F. CASS. —
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MAURO SAROGLIA
«Sono partito quasi 10 anni fa
per Stoccarda, e oggi torno
per restituire a Ivrea un po’ di
quell’amore e quell’attenzio-
ne che mi ha regalato, nell’in-
fanzia e nella prima giovinez-
za: il modo più autentico con
il quale so esprimere questo
affetto è ballare». L’eporedie-
se Fabio Adorisio, tra i mag-
giori talenti emersi dall’Acca-
demia di Danza e Spettacolo
di Ivrea diretta da Cristina
Taschi, è oggi demi-solista e

coreografo del Balletto di
Stoccarda, tra le più presti-
giose compagnie al mondo
in ambito coreutico.
Come gesto di affetto ver-
so la sua città, ha pensato di
convocare un drappello di
colleghi e amici per dar vita
a un Gran Galà della danza
al Teatro «Giacosa»: questa
sera alle 20,30 c’è il secondo
appuntamento. «Grazie a Fa-
bio – dice la direttrice Ta-
schi – per la determinazione
che ha avuto nel portare qui

una fetta importante del Bal-
letto di Stoccarda, formazio-
ne prestigiosa che da anni
mancava dall’Italia».
Sul palco saliranno, con
Adorisio, i primi ballerini Hyo
Jung Kang e Adhonay Soares,
i solisti Agnes Su e Martì Fer-
nandez Paixà, la demi-soliti
Dalana Ruiz e Louis Stiens, il
ballerino Shaked Heller tutti
attuali componenti del Ballet-
to di Stoccarda, oltre ad Ales-
sio Marchini, ballerino del
Gauthier Dance di Stoccarda,

e Roger Cuadrado, demi-soli-
sta del Balletto Nazionale del-
la Repubblica Ceca di Praga e
già in forza al Balletto di Stoc-
carda. Nel Galà si affianche-
ranno pezzi di repertorio clas-
sico a coreografie originali
dello stesso Adorisio e di co-
reografi contemporanei e mo-
derni come Louis Stiens, Ed-
ward Clug, Douglas Lee.
Un ulteriore momento cul-
turale è in programma do-
mani, alle 10,45 in Teatro:
una conferenza «in movi-
mento», con i danzatori che
mostreranno esercizi e bre-
vi prove coreografiche spie-
gandoli: gli allievi delle
scuole superiori e delle me-
die di Ivrea potranno porre
loro domande su carriera e
scelte artistiche e di vita. —
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FRANCA CASSINE

I


l suo timbro è caldo e pa-
stoso, possiede una mor-
bida cantabilità e una do-
cilità espressiva che ne
fanno l’interprete ideale di
melodie accorate e dolorose.
È il violoncello che però, nelle
giuste mani, può trasformarsi
da rigoroso ed elegante stru-
mento in un’arma, facendo ar-
rivare chi lo ascolta addirittu-
ra sulla luna. Bastano un po’
di fantasia, la capacità di met-
tersi in gioco, il desiderio di
sfidare le regole e tanta vo-
glia di divertirsi. Oggi alle 16
(replica alle 18) all’interno di
MiTo la Casa Teatro Ragazzi
e Giovani sarà invasa dai «Vio-
loncelli Guerrieri» portati sul
palco dal Cello Octet Amster-
dam formato da Sanne Bij-
ker, Alistair Sung, Claire Bleu-
mer, Eduard Ninot Roig,

Esther Torrenga, Rares Mihai-
lescu, René van Munster e
Sanne van der Horst. Sul po-
dio Jochem Stavenuiter. L’en-
semble di musicisti olandesi
presenta in prima rappresen-
tazione italiana uno spettaco-
lo-concerto pensato per i bam-
bini, ma adatto a chiunque de-
sideri godersi l’aspetto più
spassoso delle note. «È una
messa in scena coprodotta
con Oorkaan che mescola mu-
sica e danza – spiegano –. Sud-
divisa in tre parti, è basata su
altrettanti brani musicali di Li-
geti, Bartók e Glass. Ogni se-
zione è stata costruita da un
coreografo diverso che, par-
tendo dalle suggestioni delle
singole pagine, ha creato dif-
ferenti quadri in cui suonia-
mo, ci esibiamo in strambe
evoluzioni e balliamo».
Da dove nasce l’idea di «Vio-
loncelli Guerrieri»?
«Sanne (Bijker, componente
dell’ottetto, ndr.) da bambina

era solita suonare immaginan-
do di essere una guerriera, co-
sì l’archetto diventava una spa-
da e il violoncello uno scudo.
Siamo partiti da questa visio-
ne per realizzare un lavoro in
cui noi violoncellisti potessi-
mo muoverci liberamente sul
palco. Siamo convinti che il
balletto e piccoli quadri in mo-
vimento attirino il pubblico, e
che la musica e la danza si raf-
forzino a vicenda. Gran parte
delle coreografie che eseguia-
mo si basa sulle movenze delle
arti marziali».
Com’è strutturata l’esibizio-
ne?
«Sono tre spettacoli in uno.
Ogni coreografo ha interpre-
tato a suo modo le pagine dei
compositori e i musicisti, ar-
mati solo dei loro strumenti,
affrontano le sfide e vanno in
battaglia suonando. In una se-
zione i “Violoncelli Guerrieri”
sono inviati nello spazio, in
un’altra sono un vero e pro-
prio esercito e, nell’altra anco-
ra, una colorata famiglia. Tut-
to è giocato sul filo dell’iro-
nia».
Quanto è importante l’aspet-
to comico?
«È fondamentale. Anzitut-
to perché è fonte di creativi-
tà, poi contribuisce a supe-
rare i modelli infrangendo-
li, aiutando ad allargare gli
orizzonti».
Perché avete deciso di realiz-
zare uno spettacolo per i più
piccoli?
«I bambini sono molto aperti
nei confronti delle diverse
sensazioni che le note regala-
no; proporre loro un concer-
to di buona musica è più faci-
le di quanto ci si possa imma-
ginare. Proprio per questo ci
piace creare lavori così e, an-
che se si tratta di musica mo-
derna e astratta, cerchiamo
di farlo in modo giocoso e
fantasioso».
Consigliereste a un bambino
di iniziare a studiare uno
strumento?
«Certo! Innanzitutto perché
ascoltare musica dal vivo e an-
che suonarla è un’esperienza
potente e un mezzo importan-
te per diventare felici, fiducio-
si, socievoli, creativi». —
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Una scena dello spettacolo della compagnia Peeping Tom

SIDI LARBI CHERKAOUI Il coreografo inaugura Torinodanza con Sutra l’11 settembre

“Sarò sul palco con 17 monaci


per la mia danza del kung fu”


OLEG DEGTIAROV

INTERVISTA

oggi pomeriggio al conservatorio verdi

Katia e Marielle Labèque

“terribili” sorelle al piano

fabio adorisio stasera al teatro giacosa

L’enfant prodige sulle punte torna a Ivrea


da protagonista del Balletto di Stoccarda


il festival in città fino al 26 ottobre

Da 11 Paesi 200 artisti


raccontano col corpo


insolite idee di mondo


FRANCESCA ROSSO

E

leganza, rigore, forza
e bellezza: il kung fu
incontra la danza con-
temporanea. «Sutra»
di Sidi Larbi Cherkaoui inaugu-
ra mercoledì alle 21 al Regio
Torinodanza. Sarà lo stesso
Cherkaoui, artista associato
del festival, a danzare insieme
a 17 monaci Shaolin. Proprio a
Torino lo spettacolo festeggia
la 250ª replica di uno spettaco-
lo culto che da 10 anni entusia-
sma ogni tipo di pubblico.
Come nasce la passione per il
kung fu?
«Da bambino guardavo i film
di Bruce Lee e adoravo le arti
marziali. Poi, grazie al mio
amico Hisashi Itoh, sono stato
presentato al tempio buddista
Shaolin in Cina e ho potuto pas-
sare alcuni mesi con i monaci
nel 2007. Un’esperienza bellis-
sima di incontro e dialogo. I
monaci sono aperti a scrittori,
fotografi, architetti ma acco-
gliere un performer era qualco-

sa di nuovo e stimolante».
È stato facile comunicare?
«Ci siamo subito capiti e ho co-
minciato a dialogare e giocare
con un monaco bambino per-
ché l’immaginazione è tutto.
Spesso sottovalutiamo il pote-
re dell’imitare, stuzzicare, ma-
nipolare, seguire, condividere
che mettiamo in atto giocan-
do. Il gioco è comunicazione.
Da lì è nato tutto».
Nasce prima la danza o l’arte
marziale?
«Prima di tutto c’è il movimen-
to e la necessità di spostarsi

per sopravvivere: raggiungere
il cibo, difendersi, fare colpo o
fare paura, sedurre, aprirsi,
esprimersi, curarsi. Danza e ar-
te marziale sono entrambe ori-
ginali, primitive».
Che danzatori sono i monaci?
«Eccezionali. Se pensiamo che
l’arte marziale serve a rendere
il corpo più forte e stabile per
meditare: non è facile mante-
nere la postura e stare seduti
immobili per due ore. Bisogna
essere in forma e avere un’otti-
ma schiena».
Cosa l’ha sorpresa di più della
vita con i monaci?
«La capacità di sorridere e
prendersi in giro. Naturalmen-
te ci sono serietà e serenità ma
anche una voglia di umorismo
che rende più creativi».
Come ha lavorato con lo scul-
tore Antony Gormley?
«Studiava buddismo, è venuto
al tempio e ha pensato alle sca-
tole di legno, una per monaco,
per delimitare lo spazio. La
mia è composta di un altro ma-
teriale argentato che riflette il
legno ma è diversa e più pesan-
te. Io ero fra loro uno stranie-

ro. Mi piace il tema del riflette-
re e dell’uscire dal flusso della
natura, anche se siamo tutti in-
terconnessi, per guardare le co-
se dal di fuori anche solo per
un secondo, come farebbe uno
scienziato, un poeta o un arti-
sta».
Quanto conta la musica?
«Moltissimo. Szymon Brzóska
è un compositore polacco con-
temporaneo che ama la musica
melodica ed è un ottimo ponte
fra l’Inghilterra e la Cina».
Come si collegano danza e spi-
ritualità?
«La danza è veicolo di tante co-
se diverse, anche delle diffe-
renze di genere, delle gerar-
chie o dei condizionamenti so-
ciali. Credo che la spiritualità,
ma anche la filosofia, sia fonda-
mentale per raccontare un’u-
manità capace di azioni radica-
li in un momento in cui siamo
miopi e concentrati su noi stes-
si. La danza può avere un valo-
re di risveglio e di costruzione
di una nuova comunità più de-
dita alla cura e all’accoglienza
della diversità». —
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Dopo il successo riscosso
con l’apertura di MiTo
2018, Marin Alsop ritorna
al Teatro Regio. La direttri-
ce americana salirà nuova-
mente sul podio di piazza
Castello oggi alle 21 per diri-
gere l’Orchestra del Regio
nell’evento musicale intito-
lato «Mitteleuropa» e dedi-
cato esclusivamente a Jo-
hannes Brahms.
In linea con il tema dell’e-
dizione di quest’anno intito-
lata alle «Geografie», verrà

proposto un tour in cui gli
spettatori saranno accompa-
gnati dalle pagine del cele-
bre compositore tedesco.
Si partirà con le «Danze
ungheresi» numero 1, 3 e 5,
che rappresentano una for-
ma di recupero della tradi-
zione magiara in cui emerge
il gusto per le sonorità popo-
lari e l’immediatezza della
comunicazione espressiva.
Seguiranno le «Variazioni
su un tema di Haydn op.
56a» caratterizzate da un te-
ma assai semplice modifica-
to da otto variazioni in netto
contrasto le une con le altre
e la «Sinfonia n. 4 op. 98»,
opera densa di contenuti mu-
sicali ricchi di sentimenti
contrastanti e di sfumature
espressive. F. CASS. —
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«Violoncelli Guerrieri» è presentato in prima italiana dal Cello
Octet Amsterdam. L'ensemble olandese è impegnato con una
messa in scena su brani di Ligeti, Bartók e Glass realizzata da
coreografi differenti che li porterà a essere prima astronauti, poi
soldati che combattono con spade-archetto, si riparano con vio-
loncelli-scudo e, infine, una colorata famiglia.

Il noi più che l’io, l’attenzione
all’altro, l’apertura verso al-
tre culture e forme di spiritua-
lità. Sono i temi di Torinodan-
za festival, da sempre atten-
to all’evoluzione della danza
contemporanea, che inaugu-
ra mercoledì al Regio con
«Sutra» del coreografo belga
Sidi Larbi Cherkaoui. «Mi in-
teressa – racconta Anna Cre-
monini, direttore artistico di
Torinodanza – portare sguar-
di diversi sul mondo, punti di
vista di artisti che hanno vi-
sioni e sensibilità particolari
e possono regalarci pezzi di
realtà altrimenti invisibile in
un rituale collettivo che di-
venta terreno comune».
Si conclude il 26 ottobre:
19 titoli per 36 rappresenta-
zioni, 9 luoghi, 7 prime nazio-
nali, 2 coproduzioni interna-
zionali, 11 paesi coinvolti: Ar-
gentina, Belgio, Brasile, Ci-
na, Francia, Inghilterra, Ir-
landa, Italia, Israele, Scozia,
Spagna e più di 200 artisti,
operatori, tecnici da tutto il
mondo. Dopo «Sutra» l’11 e
12 settembre e la ricerca di
un sincretismo spirituale ol-
tre la quotidianità si prose-
gue con Xenos di Akram
Khan, inglese di origini ben-
galesi, il 25 e 26 settembre al-
le Fonderie Limone di Mon-

calieri sul tema dell’utilizzo
dei soldati stranieri nella pri-
ma guerra mondiale raccon-
tando come il corpo di un bal-
lerino indiano diventi stru-
mento di guerra.
«Proseguendo in questo
viaggio di sguardi diversi
sul mondo – prosegue Cre-
monini – Bruno Beltrão arri-
va dal Brasile con il suo Gru-
po de Rua mettendo in sce-
na lo spirito e le contraddi-
zioni della sua terra con la
danza di strada e delle peri-
ferie nello spettacolo Inoah
al Teatro Astra il 28 e 29 set-
tembre». Una riflessione
personale che diventa inter-
pretazione del mondo più
che manifesto politico. «Da
non perdere – continua Cre-
monini – anche Lisbeth Gru-
wez che porta alle Fonderie
Limone The sea within il 9 e
10 ottobre con 10 donne
dalla personalità spiccata,
la compagnia Peeping Tom
con la trilogia sulla fami-
glia, le fantasmagorie, i pa-
radossi e lo sguardo su noi
stessi l’1, 2 e 3 ottobre e la
chiusura con Ohad Naharin
e la Batsheva giovani con
Kamuyot sul potere trasfor-
mativo dell’arte il 25 e 26 ot-
tobre». FR. R. —
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Un’immagine dello spettacolo Sutra di Sidi Larbi Cherkaoui

stasera dirige l’orchestra del regio

La bacchetta Marin Alsop

star della “Mitteleuropa”

Fabio Adorisio, talento eporediese oggi al Balletto di Stoccarda

INTERVISTA

Tre spettacoli in uno
pensati per i bambini
“perché sono aperti
a sensazioni diverse”

ANDREE LANTHIER

Sidi Larbi Cherkaoui

Katia e Marielle Labèque Marin Alsop

ADRIANE WHITE

SOCIETÀ, CULTURA & SPETTACOLI

48 LASTAMPA DOMENICA 8 SETTEMBRE 2019

SOCIETÀ, CULTURA& SPETTACOLI

T1 PR
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