Il Sole 24 Ore - 12.09.2019

(Joyce) #1

Il Sole 24 Ore Giovedì 12 Settembre 2019 5


Primo Piano


Davide Colombo


Marco Rogari


ROMA


I pensionamenti agevolati da


«Quota » e dalle altre misure va-


rate dal Governo gialloverde au-


mentano l’incidenza della spesa


previdenziale sul Pil di oltre  mi-


liardi fino al , lo ,% in media


d’anno. Con un picco di maggiori


uscite per quasi  miliardi nel bien-


nio -, ovvero negli ultimi


due anni della sperimentazione


triennale prevista dal Decretone di


gennaio (+,%). Lo rivela la Ragio-


neria generale dello Stato nel con-


sueto report annuale sulle tenden-


ze della spesa pensionistica e socio-


assistenziale di medio-lungo perio-


do (fino al ). Dal documento


emerge che la spesa sul Pil raggiun-


ge un picco del ,% nel , men-


tre negli anni seguenti non scende-


rà sotto il ,% fino al .


Il documento è stato pubblicato


ieri e arriva alla vigilia dei dati di


cassa sulla spesa che Inps dovrà co-


municare al Governo sulla base del-


le indicazioni prevista nel decreto


salva-conti di luglio. Le uscite per


pensioni aumentano di circa tre de-


cimali di Pil in media d’anno tra il


 e il  – secondo le proiezio-


ni Rgs – con una deviazione al rial-


zo della curva della spesa determi-


nata per due terzi proprio dalle


nuove misure varate a gennaio.


Vale ricordare che le stime sono


per definizione ottimistiche, visto
che sono disegnate su uno scenario

base che prevede una crescita me-


dia annua del Pil dell’,-,% in ter-
mini reali (mentre per quest’anno

viene prevista una crescita dello


,%), un tasso di inflazione attorno
al % e un tasso di disoccupazione

in discesa fino al ,% entro il .


Un quadro macroeconomico fissato
alla luce di una transizione demo-

grafica molto severa, secondo la


quale nelle prossime cinque decadi
si determinerebbe un calo del %

dei residenti in età da lavoro (circa


 milioni in meno di lavoratori po-
tenziali); la produttività totale dei

fattori crescerebbe dell’,%. Sce-
nario non compensato dai flussi

netti di migranti, in calo a loro volta


di mila arrivi l’anno rispetto alle
medie precedenti al  (quando

erano superiori a mila). A con-


ferma dell’ottimismo di queste pre-
visioni basta uno sguardo alla

“gobba” di spesa fotografata dal


Working group on age (EPC-Wga)
della Commissione europea, secon-

do il quale tra il  e il , ovve-


ro il momento di massima spesa
dovuta al pensionamento dei baby

boomers, il rapporto arriverebbe


oltre il % del Pil contro il % dello
scenario nazionale base.

Il report della Ragioneria, che


evidenzia tra l’altro come l’anticipo
a  anni determini una riduzione

dell’assegno pensionistico, non


contiene indicazioni di policy. Ma
dedica un ampio focus agli automa-

tismi del sistema pensionistico ri-
spetto alle variazioni delle aspetta-

tive di vita. Proprio uno dei fattori


toccati dalla contro-riforma di gen-
naio che, vale ricordarlo, ha conge-

lato fino al  gli adeguamenti


automatici consentendo pensiona-
menti anticipati a  anni e  mesi

a prescindere dall’età per gli uomini


e  e  mesi per le donne. Osserva
la Ragioneria che, senza automati-

smo, da un lato aumenta la spesa e,


dall’altro, si riducono le prestazioni
poiché il blocco incide anche sul co-

efficiente di trasformazione che


calcola il valore dell’assegno per la
componente contributiva. «La pre-

senza di tali automatismi costitui-


sce – si legge nel report – uno dei
fondamentali parametri di valuta-

zione dei sistemi pensionistici spe-


cie per i paesi con alto debito pub-
blico come l’Italia. Ciò non solo per-

ché la previsione di requisiti mini-


mi, coerenti con le esigenze di
equilibrio finanziario del sistema

pensionistico, costituisce una con-


dizione irrinunciabile ai fini del
perseguimento della sostenibilità,

ma anche perché – si sottolinea –


rappresenta la misura più efficace
per sostenere il livello delle presta-

zioni, in un contesto di invecchia-
mento della popolazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

INFRASTRUTTURE


Zingaretti: giusta la revisione


delle concessioni autostradali


ROMA


«È giusto andare a una revisione


delle concessioni con una verifica


degli investimenti sulla sicurezza


rispetto a quando sono state sotto-


scritte. Che si vada a una stagione di


revisioni fa bene anche ai conces-


sionari». Lo ha detto ieri il segreta-


rio del Pd, Nicola Zingaretti, nel cor-


so della trasmissione televisiva Por-


ta a Porta, parlando della revisione


delle concessioni autostradali con-


tenuta nel programma di governo.


Zingaretti ha parlato di «un


punto di compromesso positivo»


trovato con il Movimento Cinque


stelle che invece ha chiesto a più


riprese una revoca della concessio-


ne di Autostrade per l’Italiaper il


crollo del ponte Morandi. Su que-


sto punto Zingaretti si è limitato a


dire che se i concessionari hanno


fatto gli investimenti in manuten-


zione «non rischiano».
Il tema della revisione delle con-

cessioni autostradali resta uno dei


punti su cui la maggioranza di go-
verno presenta maggiore tensione

e nervosismo. Il compromesso rag-


giunto tra le due forze plitiche pre-
vede una revisione che il presidente

del Consiglio Giuseppe Conte nel
suo discorso sulla fiducia alla Ca-

mera ha definito «inesorabile».


La revisione sarà affidata alla mi-
nistra delle Infrastrutture e dei Tra-

sporti, Paola De Micheli, che affron-


terà il dossier probabilmente già nei


giorni prossimi. Gli accordi di go-
verno parlano di «tariffa unica» con

riferimento alla delibera dell’Auto-
rità di regolazione dei trasporti gui-

data da Andrea Camanzi dello scor-


so giugno che prevede un price cap
unificato per tutti i concessionari

autostradali in luogo dei sei diversi


sistemi di pedaggio presenti oggi.
Il price cap prevede un aumento

delle tariffe automatico - cioè senza


più passare per un decreto ministe-
riale “discrezionale” - pari al tasso

di inflazione programmato meno


una X di efficientamento che cambia
da concessionario a concessionario

sulla base della struttura dei costi.


Il nuovo sistema tariffario preve-
de che gli aumenti scattino soltanto

nel momento in cui gli investimenti


vengano effettivamente realizzati.
Questo punto, vale a dire l’effettiva

corrispondenza fra tariffa e investi-


menti necessari, è uno dei punti fer-
mi su cui è costruito l’accordo di

maggioranza.


—G.Sa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il segretario Pd: la stagione


di revisioni farà bene


anche ai concessionari


Quota 100, fino al 2036


la spesa si appesantisce


di oltre 63 miliardi


Report della Ragioneria generale. Negli ultimi due anni di sperimentazione


i prepensionamenti anticipati pesano per lo ,% del Pil. Allerta dei tecnici


del Mef: danno dallo stop agli adeguamenti automatici alla speranza di vita


Restyling sul tavolo


della trattativa M5s-Pd


LA PARTITA SU QUOTA 100





Ipotesi stop a fine 2021
Nei giorni della trattativa per la

formazione del governo
giallorosso il destino di Quota 100

è stato oggetto dei tavoli tecnici di


Pd e M5S. Allo studio lo stop
tassativo a fine 2021, con l’ipostesi

anticipo di un anno e tre opzioni


per il 2020: rimodulazione,
adeguamento automatico rigido e

soglia a 64 anni


Fuori dal programma


M5S: «Deve restare»





Nessun riferimento esplicito
Né nel documento finale M5S-Pd

né nel discorso programmatico
di Conte in Parlamento

compaiono però riferimenti alla


“manutenzione” di quota 100. Ma
il giorno della fiducia al nuovo

Governo il leader M5S Di Maio e la


ministra del Lavoro Catalfo
assicurano che la misura resterà,

se necessari possibili ritocchi


+Europa: stop subito


Sindacati contrari


Cgil: «Previsioni sovrastimate»
Dopo le stime della Ragioneria

che parlano di un aumento della
spesa pensionistica di 63 miliardi

fino al 2036 +Europa ha chiesto


governo e Parlamento lo stop di
Quota 100. Contrari al blocco

invece i sindacati: previsioni


«sovrastimate» quelle della Rgs
secondo la Cgil per la Uil sistema

previdenziale sostenibile





Spesa pubblica per pensioni sotto le diverse ipotesi normative. In % del Pil. Scenario base nazionale


Fonte: Mef

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2005 2010 2015 2020 2025 2030 2035 2040 2045 2050 2055 2060


NORMATIVA ANTECEDENTE A

NORMATIVA VIGENTE

L. 243/


D.L. 78/


D.L.98/


D.L. 201/


Legge 26/2019 (Quota 100)


L. 26/


L. 232/


Come cambia la curva con quota 100


CONFINDUSTRIA


Boccia: priorità taglio cuneo e giovani


«Diciamo di ridurre le tasse


sul lavoro da tempi non


sospetti, fin dal »


Nicoletta Picchio


ROMA

Priorità al cuneo fiscale, oltre che


ad un piano inclusione giovani e


al rilancio delle infrastrutture.
«Noi lo stiamo dicendo da tempo,

da epoca non sospetta. Da febbra-


io  stiamo ponendo questo
tema, che è anche al centro del

Patto della fabbrica firmato con


Cgil, Cisl e Uil». Vincenzo Boccia
commenta le dichiarazioni del

premier Giuseppe Conte, che nel-


l’intervento alle Camere per la fi-
ducia ha parlato esplicitamente di

un taglio al cuneo fiscale a vantag-


gio dei lavoratori, per estenderlo
in un secondo momento anche al-

le imprese, in base alle disponibi-


lità economiche.
Il taglio del cuneo fiscale sulle

buste paga a favore dei lavoratori è


ciò che, come ha sottolineato ieri


Boccia, Confindustria sta chieden-


do da tempo: un modo per ridurre


la forbice tra salario lordo e netto,
in Italia la più alta d’Europa, mette-

re più soldi in tasca alle persone e


quindi spingere i consumi.
«Cuneo fiscale, inclusione gio-

vani e infrastrutture in chiave ita-


liana ed europea dovrebbero essere
a nostro avviso le grandi priorità

del paese», ha detto il presidente di


Confindustria, parlando a margine
delle celebrazioni per i  anni

dell’Associazione italiana editori.


Le risorse non sono elevate, ha
aggiunto Boccia. «Vedremo quali

priorità si darà il governo». Il presi-


dente di Confindustria aveva solle-
citato la presenza di un commissa-

rio europeo con una delega rilevan-
te: «così è stato e va usato come una

grande opportunità per il paese».


Ma sempre con attenzione ai conti
pubblici: quindi no a «scambiare

deficit per fare spesa ordinaria e


aumentare il debito pubblico». Per
questo è importante che il governo

ragioni sulle priorità, utilizzando al


meglio le risorse disponibili: «tutto
ciò che va a beneficio della compe-

titività delle imprese in questo mo-


mento è un elemento essenziale,


vista la recessione di fatto della
Germania, la recessione del nostro

Mezzogiorno e il calo degli ordini di


molte imprese del Nord».
In questo contesto «occorre una

politica che reagisca, una politica
economica che metta al centro l’in-

cremento dell’occupazione in Ita-


lia, l’aumento dei salari dei lavora-
tori e un grande piano di inclusione

per i giovani», ha continuato Boc-


cia. Come ha detto in occasioni pre-
cedenti, secondo il presidente di

Confindustria il piano inclusione


giovani dovrebbe prevedere un az-
zeramento delle tasse e contributi

sulle giovani generazioni per un


periodo di tempo sui tre anni.
Per quanto riguarda le infra-

strutture, occorre rilanciarle in


Italia e in Europa, con un piano
transnazionale, da finanziare

con l’emissione di eurobond tra


i  e i  miliardi. Aprire i
cantieri avrebbe un effetto anti-

ciclico oltre a quello inclusivo di


collegare territori.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Vincenzo Boccia.


«Tutto ciò che va


a beneficio della
competitività

delle imprese in


questo momento
è un elemento

essenziale, vista


la recessione di
fatto della

Germania, del


nostro
Mezzogiorno e il

calo degli ordini di


molte imprese del
Nord»

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MILIARDI
Un picco di
maggiori uscite
per quasi 9
miliardi per Quota
100 si registrerà -
secondo la
Ragioneria
generale dello
Stato - nel
biennio 2020-
2021

Concessioni


PAROLA CHIAVE


La rete autostradale italiana


è affidata in concessione
a società con diversi concedenti:

il ministero delle Infrastrutture,
l’Anas e le Società regionali

che partecipano alle società


di gestione di alcune tratte.


I sindacati


chiedono al


premier un


confronto


sulla mano-


vra. I pen-


sionati si


preparano


a scendere


in piazza

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