8 Giovedì 12 Settembre 2019 Il Sole 24 Ore
Economia & Imprese
I produttori di auto
chiedono 3 milioni
di colonnine elettriche
SALONE DI FRANCOFORTE
Ritardo sul piano per la rete
al : al momento attive
solo mila stazioni
Le case sono pronte
con i modelli, ma chiedono
l’intervento di Bruxelles
Antonio Larizza
In contemporanea con l’avvio del Sa-
lone internazionale dell’auto di Fran-
coforte, che oggi apre al pubblico,
l’Associaizone europea dei costrutto-
ri (Acea) lancia l’allarme sulla carenza
di infrastrutture per l’auto elettrica.
In un report diffuso ieri dedicato ai
«fattori abilitanti per una maggiore
accettazione da parte dei consuma-
tori di auto elettriche e a propulsioni
alternative nell’Unione europea»,
l’associazione certifica i ritardi del
vecchio continente. «Nonostante la
forte crescita registrata negli ultima
anni - scrivono i produttori di auto -
il numero di stazioni disponibili in
Europa, pari a mila, è molto infe-
riore a quanto richiesto per lo svilup-
po del settore». Il riferimento è alle
stime «conservative» della Commis-
sione Europea, che ha fissato ad al-
meno , milioni di colonnine la so-
glia minima per sostenere il mercato
dell’auto elettrica europeo, da attiva-
re entro il . I numeri dicono che
sarebbe necessario aumentare di
volte il numero di colonnine attive in
poco più di anni.
L’auto elettrica è pronta, ora biso-
gna fare l’infrastruttura. È questo il
messaggio che le case automobilisti-
che europee, già provate dal dieselga-
te e dalla frenata del mercato cinese,
indirizzano alla politica sfruttando i
riflettori puntati sull’evento automo-
tive più importante dell’anno. Ad
aprire il fronte è stato Herbert Diess,
il ceo del gruppo Volkswagen che ha
fissato l’obiettivo di vendere, entro il
, milioni di auto elettriche,
potendo contare su una flotta di
nuovi modelli. Intervistato dalla
Frankfurter Allgemeine Zeitung, ha
chiesto di sostenere gli investimenti
degli Stati in infrastrutture capaci di
garantire il rifornimento delle auto
elettriche attraverso un «fondo euro-
peo per l’elettro-mobilità». Gli stati
dovrebbero poi «rimodulare» il siste-
ma fiscale legato alla mobilità, agevo-
lando i consumatori anche in fase di
acquisto: «La guida di un’auto elet-
trica - ha concluso il ceo di Volkswa-
gen - deve convenire al cittadino, al-
trimenti non si deciderà mai verso
una mobilità più pulita».
L’infrastruttura resta comunque il
fattore più abilitante. E quello più
critico. Come evidenzia il report
Acea, oggi la maggior parte degli stati
membri dell’Unione europea hanno
meno di una colonnina di ricarica
ogni km di strade e meno dell’%
di veicoli elettrici sul totale del parco
circolante. Mentre solo il % di tutte
le auto vendute nel è dotato di
sistema di ricarica elettrica (+, pun-
ti percentuali rispetto al ). I dati
mostrano un’Europa che procede in
ordine sparso (si veda l’infografica) e
confermano che la percentuale di dif-
fusione dei veicoli elettrici a livello
dei singoli Stati è influenzata dal nu-
mero di colonnine attive.
La transazione verso la mobilità
elettrica va sostenuta anche per un
altro motivo, di natura tecnica e non
più economica. Il motore diesel, dopo
essere stato messo sul banco degli
imputati, mostra una nuova vitalità.
Sono sempre di più gli esperti che ri-
tengono che la propulsione alimen-
tata a gasolio abbia ancora un futuro.
Questo grazie alle ultime evoluzioni
tecnologiche per il trattamento dei
gas di scarico, che hanno permesso di
abbattere dell’% i livelli di ossidi di
azoto (NOx) emessi in atmosfera.
Non è un caso che a Francoforte le
novità diesel non manchino, in parti-
colare nel segmento medio-alto. Do-
ve il diesel è destinato a rimanere
protagonista ancora per molto, so-
prattutto se in configurazione ibrida.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
AGGREGAZIONI
Nozze Euromeccanica e Mevis
per un gruppo da 200 milioni
Le Pmi vicentine puntano
sul medicale
e sulla mobilità elettrica
Enrico Netti
Prima l’aggregazione tra Mevis e
Gruppo Euromeccanica poi lo
sbarco negli Stati Uniti alla ricerca
di un partner locale da acquisire
poi la quotazione in Borsa. Questo
il progetto che lega le due imprese
della metalmeccanica di Rosà, in
provincia di Vicenza, del settore
dell’automotive, truck, elettrotec-
nico ed elettrodomestici, realtà
complementari che insieme pun-
tano a raggiungere i milioni
di ricavi nel contro gli attuali
milioni.
Ieri è stato presentato ai circa
lavoratori delle due società il
piano di aggregazione delle attivi-
tà industriali e a breve seguirà la
creazione di un gruppo integrato.
«I primi colloqui per gettare le basi
dell’aggregazione sono iniziati lo
scorso anno - spiega Federico Vi-
sentin, presidente e amministra-
tore delegato di Mevis -. L’obietti-
vo è di accelerare la crescita delle
società individuando partner con
cui ampliare la gamma produttiva,
senza sovrapposizioni». Dal punto
di vista industriale il piano di svi-
luppo prevede che il focus resti
nell’ambito dell’automotive pun-
tando sulle opportunità offerte
dalla mobilità elettrica e guardan-
do ad altri settori come, per esem-
pio, il medicale.
Mevis acquista così il completo
controllo delle quattro società (Eu-
romeccanica Group, Euromeccani-
ca, V&G e Nikkosteel) che compon-
gono la “metalforming division”
del Gruppo Euromeccanica. I soci
di Euromeccanica entrano nella ca-
pogruppo Mevis con una quota in-
torno al per cento.
Nei prossimi mesi Euromecca-
nica sarà impegnata in un processo
di riorganizzazione societaria che
prevede la fusione tutte le società
coinvolte nell’operazione in una
sola società. Significativa la scelta
delle due Pmi di imboccare la via
dell’aggregazione e di una crescita
globale in un periodo in cui i fondi
e multinazionali estere fanno
shopping delle Pmi.
«Ci sono imprenditori che sanno
fare squadra - rimarca Otello Dalla
Rosa, ad del Gruppo Euromeccani-
ca - e accettano di fare il socio di mi-
noranza reinvestendo». Insomma
nozze che puntano a raggiungere
quella massa critica che poi per-
mette di inserirsi in mercati esteri.
«Il territorio ha capacità creativa
e innovativa per prodotti che si ba-
sano sulla complessità come unica
condizione per difendere il made in
Italy» aggiunge l’ad di Mevis che
ora guarda agli Usa. «È un merca-
to che offre ottime opportunità per
coprire i fabbisogni della domanda
locale e con questa futura acquisi-
zione raggiungeremo i milioni
esportando know how».
Con la consulenza di Kpmg so-
no già state individuate una venti-
na di realtà produttive negli Usa,
possibili target ma l’attività di
scouting continua. Sul fronte del-
l’internazionalizzazione Mevis
inoltre è ben posizionata con sta-
bilimenti in Cina e Slovacchia. È
una storica azienda specializzata
nella progettazione e produzione
di molle e componenti metallici
stampati e saldati.
Il primo passo di delocalizzazio-
ne è stato fatto nel con l’aper-
tura di un sito produttivo a Samo-
rin in Slovacchia e, nel , è avve-
nuto lo sbarco in Cina. Il si è
chiuso con un fatturato di milio-
ni, addetti e un export superio-
re all’%. Quasi i tre quarti dei ri-
cavi sono realizzati con clienti del-
l’automotive, il % nel settore elet-
trotecnico e un % nei grandi
elettrodomestici. Gli investimenti
in ricerca e sviluppo sono al % dei
ricavi. Euromeccanica Group è sta-
ta fondata da Giorgio Venezian e
Giovanni Gnoato ed è specializzata
nella deformazione della lamiera
ad alto spessore con presse che ar-
rivano fino a mila tonnellate. Il gi-
ro d’affari delle aziende coinvolte
nel processo di aggregazione è di
milioni e i dipendenti sono .
L’export è al % e il principale
mercato di sbocco è la Germania.
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I NUMERI
200
Milioni
L’obiettivo dell’aggregazione è di
raggiungere nel 2020 200 milioni di
fatturato consolidato dopo
l’acquisizione di una società negli
Usa. Poi la quotazione in Borsa
800
Dipendenti
La società nata dalla due realtà
conta circa 800 dipendenti
15%
Ebitda
Il gruppo ha una struttura
finanziaria e patrimoniale solida
con un Ebitda del 15%. Gli
investimenti in ricerca e sviluppo
sono intorno al 5% dei ricavi
927
Finlandia
4,7%
ITALIA
0,5%
100
Malta
n.d.
Spagna
0,9%
Germania
2,0%
836
Polonia
0,2%
Svezia
8,0%
841
Lussemburgo
n.d.
Francia
2,1%
Irlanda
1,6% 3.
Belgio
Portogallo
3,4%
Regno Unito
2,5%
Austria
2,5%
Danimarca
2,1%
569
Croazia
n.d.
595
Ungheria
1,5%
540
Slovenia
0,9%
507
Slovacchia
0,3%
108
Bulgaria
0,6%
125
Romania
0,5%
50
Grecia
0,3%
153
Lituania
0,4%
296
Lettonia
0,6%
395
Estonia
0,5%
558
Rep. Ceca
0,4%
Olanda
6,7%
Fonte: ACEA
XXX
Nazione
XXX%
QUOTA
MERCATO
DELL’AUTO
ELETTRICA
VALORI IN %
L’impatto delle colonnine
sul mercato dell’auto elettrica
2,4%
NUMERO
COLONNINE
INSTALLATE
PER PAESE
0
1,
3,
4,
6,
Colonnine e auto elettriche in Europa
IL RECUPERO
Enel in Italia: 50 punti di ricarica alla settimana
Paese in ordine sparso: bene
la Lombardia, ma in Molise
ci sono solo otto colonnine
Elena Comelli
La domanda fondamentale sull’uovo
e la gallina è sempre la stessa: nasce
prima il mercato dell’auto elettrica o
l’infrastruttura di ricarica? In Italia, la
risposta tende decisamente verso la
seconda ipotesi. In un Paese dove
l’auto elettrica è poco diffusa, infatti,
ci sono invece tantissime colonnine.
Con meno di mila auto elettriche
immatricolate, si contano almeno
mila punti di ricarica (di solito due
per colonnina) e il numero aumenta
rapidamente, visto che EnelX sta in-
stallando circa punti di ricarica alla
settimana. Un’enormità rispetto a Pa-
esi con un parco di veicoli elettrici ben
più consistente, come la Norvegia che
ha mila auto elettriche (una ogni
norvegesi, compresi i bambini) e
meno di novemila punti di ricarica, o
il Regno Unito che ha mila auto
elettriche e mila punti di ricarica.
«Il problema principale, in Italia,
non è la quantità dei punti di ricarica,
che sono tanti, ma il fatto che non si
possano installare colonnine di rica-
rica in autostrada», spiega Andrea
Poggio, responsabile Mobilità Soste-
nibile di Legambiente. «In questo
modo, gli unici che hanno davvero bi-
sogno di una ricarica, cioè gli automo-
bilisti che stanno facendo un viaggio
lungo, sono costretti a uscire dall'au-
tostrada per ricaricare la batteria».
Nel dettaglio, secondo l'elabora-
zione di Legambiente su dati EvWay,
dallo scorso anno si è passati da .
a . prese disponibili omologate
per automobili e ricariche veloci
(quindi con una potenza superiore
agli kilowatt) e da . a . pre-
se di ricarica per due ruote e ricariche
lente (inferiori agli kilowatt di po-
tenza). Fra gli operatori elettrici più
attivi in questo mercato c'è EnelX, che
guida decisamente la corsa alla decar-
bonizzazione della mobilità con
stazioni di ricarica installate in tutto.
I numeri, però, ci dicono che l'Italia
viaggia a due velocità anche su questo
fronte. In Lombardia troviamo il
maggior numero di prese per auto-
mobili: ben , più che raddoppiate
rispetto allo scorso anno (erano )
e prese per le due ruote. In Trenti-
no-Alto Adige siamo a prese per
le auto (erano nel ) e a per
le due ruote. Anche in Veneto si assi-
ste a una crescita esponenziale delle
ricariche veloci per auto, passate in un
anno da a . Calabria (), Sar-
degna (), Abruzzo (), Basilicata
() e Molise () chiudono la classifica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
FEDERICO
VISENTIN
Presidente e
amministratore
delegato
di Mevis
IN NUMERI
2,
Milioni di colonnine
Obiettivo 2030: è la soglia minima
stimata dalla Commissione europea
per abilitare la diffusione dell’auto
elettrica. Oggi sono 144mila
<
Colonnine ogni 100 km
Nella maggior parte degli stati
Europei oggi è attiva meno di una
colonnina di ricarica ogni 100 km e i
veicoli elettrici sono meno dell’1%
del parco circolante
2%
Vendite elettriche
La quota di veicoli con sistema di
ricarica elettrica venduti nel 2018
Su
ilsole24ore.
com/sez/
motori
ONLINE
Servizi, anteprime
e analisi dal Salone
dell’auto di Francoforte