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CARLA RESCHIA
DELHIDelhi è avvolta in
una perenne cali-
gine che ha più a
che fare con la chi-
mica che con il
meteo. Respirar-
ne l'aria è come fumare 50 si-
garette al giorno, dicono.
Non a caso conducenti e pas-
santi sempre più spesso in-
dossano mascherine o la lo-
ro versione più spartana,
una sciarpa avvolta attorno
alla bocca e al naso. Ad Agra
il celebre e magnifico Taj Ma-
hal appare avvolto in una in-
salubre foschia umidiccia. E
se l'enorme giardino che lo
circonda è una rara oasi pla-
stic free, appena fuori dal re-
cinto del monumento i rifiu-
ti si ammucchiano, incessan-
temente frugati da cani e
mucche.
All'India appartiene, se-
condo i più recenti dati
dell’Organizzazione mon-
diale della Sanità, il poco in-
vidiabile primato di essere il
Paese con le 10 città più in-
quinate del mondo. Al re-
cord contribuisce un mix mi-cidiale di veleni vecchi e nuo-
vi. Dall'onnipresente carbo-
nella usata per alimentare
fornelli e stufe agli scarichi
delle auto, dei pullman, dei
camion e degli Ape modifica-
ti per trasportare passeggeri
che intasano a ogni ora le vie
di centri piccoli e grandi. Per
non parlare dei fumi tossici
provenienti dalle campa-
gne, dove è tradizione bru-
ciare i campi per prepararli
alle nuove colture. O delle
emissioni delle industrie, o
di quelle delle centrali a car-
bone. C’è poi l'abitudine dif-
fusa di bruciare la spazzatu-
ra e i rifiuti in plastica per ten-
tare di ridurne la presenza di-
lagante, e la polvere alzata
dall'intensa attività di costru-
zione di strade ed edifici.
Anche secondo il rapporto
elaborato da Greenpeace in
collaborazione con AirVi-
sual l'India domina come
paese più inquinato del mon-
do, superando la sua diretta
concorrente, la Cina, che si
sta attrezzando meglio per
affrontare il problema: venti-
due delle cinquanta città con
i livelli più alti di emissioni dianidride carbonica nell'aria
si trovano nel subcontinente
indiano. E di queste, sette so-
no tra le prime dieci. Il prima-
to negativo spetta a Guru-
gram, un sobborgo di Delhi
dove l'indice medio di quali-
tà dell'aria ha registrato valo-
ri tripli rispetto al livello rite-
nuto accettabile dall'Epa, l'a-
genzia americana per la pro-
tezione dell'ambiente.
Un'emergenza cronica
che costa vite umane: in In-
dia il numero delle vittime
dell'inquinamento è aumen-
tato costantemente, passan-
do dai 737.400 decessi del
1990 ai 1,09 milioni del
2015, rendendolo la quarta
causa di morte nel Paese. Per
il 2019 le stime più pessimi-
stiche parlano di 7 milioni di
morti premature. Decessi
che pesano sulle spese sanita-
rie, pesano in termini di for-
za lavoro persa, e testimonia-
no di un degrado sempre più
difficile da recuperare. An-
che il ricorso alle fonti rinno-
vabili, come l'energia da pan-
nelli solari, è vanificato dalla
coltre di smog, con un minor
rendimento stimato in un mi-
liardo di dollari l'anno.
Insufficienti, a volte vellei-
tarie, per ora, le contromisu-
re. Anche se proprio que-
st'anno è iniziato con il lan-
cio del Ncap, il primo Pro-
gramma nazionale per l'ariapulita. Un ambizioso - quan-
to per ora generico - piano
d’azione quinquennale che
prevede un investimento di
45 milioni di dollari in 2 anni
per affrontare l’inquinamen-
to atmosferico di 102 città in-
diane. L’obiettivo è ridurre
le concentrazioni di PM2,5 e
PM10 del 20-30 per cento en-
tro il 2024.
In che modo? Il ministero
dell'Ambiente ha annuncia-
to una serie di azioni in colla-
borazione con gli altri mini-
steri che saranno intrapresenelle varie città, anche se nei
documenti resi pubblici non
si specifica quali sia la scelta
tra chiudere le centrali a car-
bone, ridurre gli incendi nel-
le aree rurali o puntare sulla
mobilità sostenibile o elettri-
ca. Per iniziare si preannun-
cia un capillare monitorag-
gio dell’aria nelle città ritenu-
te più inquinate. Mancano
tuttavia le indispensabili sta-
zioni di rilevamento: a oggi
ce ne sono solo 39 in tutta
l’immensa India. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATIn. 51ROBERTO GIOVANNINI
ROMAL’onda di fuoco
che distrugge
la foresta amaz-
zonica, polmo-
ne di ossigeno e
biodiversità, èstata rafforzata dalle scelte ir-
responsabili del presidente
brasiliano Jair Bolsonaro.
Ma la sua causa più profonda
è il sistema economico plane-
tario, basato sulla ricerca delprofitto e sullo sfruttamento
selvaggio delle risorse natu-
rali. In queste settimane è sta-
to fatto osservare come le
fiamme servano a convertire
la foresta pluviale in terreno
adatto alle colture agroindu-
striali. A cominciare dalla so-
ia, che alimenta milioni e mi-
lioni di maiali, la metà in Ci-
na. Il recente film «Soyalism»dei giornalisti Stefano Liberti
ed Enrico Parenti descrive be-
ne questo meccanismo per-
verso e distruttivo, un Leviata-
no agroindustriale che mette
in pericolo il futuro dell’uma-
nità. Per evitare il disastro - co-
sì come si dovrebbe fare per
l’emergenza climatica - servo-
no azioni radicali ed efficaci.
Servono fatti concreti. Non
bastano certo le (molto pub-
blicizzate) promesse di futuri
«comportamenti etici» delle
grandi corporation, le stesse
che hanno portato la Terra
sull’orlo del collasso. —tuttogreenA CURA DI
ROBERTO GIOVANNINISe l’Amazzonia (e il Pianeta) bruciaè colpa della cieca corsa al profittoREUTERSSecondo i più recenti dati dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità, l’India detiene il poco
invidiabile primato di essere il Paese con le 10
città più inquinate dell’intero PianetaScontatto
[email protected]IL CASOLe “sante” regole
del bosco dei monaci
di CamaldoliFABIO MARZANO
A PAGINA 27- LA STAMPA
CO 2 , a che punto siamo
Media giornaliera della CO 2
Osservatorio di Mauna Loa,
Hawaii (ppm)Fonte: NOAA-ESRL
22 agosto 2019
22 agosto 2017
Livello preindustriale
Livello di sicurezza
409,94
404,37
280
350
SVILUPPO E AMBIENTEL’India che soffocaInquinamento record
e milioni di morti l’anno
nel gigante asiatico
IL PUNTODOMENICA 25 AGOSTO 2019LASTAMPA 25