40 LALETTURACORRIEREDELLASERA DOMENICA25AGOSTO2 019
Maschere.
Teatro,musica,danza,cinema,televisione
diVALERIACRIPPA
F
uriosa. Brutale. Selvaggia. Visce-
rale. Nellevene della danza di
LiaRodrigues scorreilsangue
più bilioso del Brasile, quello
ereditatodal passatoindigeno,
lo stesso che ribollivad’ira, nei giorni
scorsi,contro il presidenteJair Bolsonaro
elepolitiche ambientali favorevoli alla
deforestazione dell’Amazzonia. Da anni
Rodrigues si batte su un fronte interno e
friabile delPaese, agitandocome arma la
propria danza sensibile al sociale e poli-
ticamenteimpegnata all’interno di una
ferita aperta nella periferia di Rio deJa-
neiro, dovele incursioni della polizia so-
no sistematiche.
Sorrisosmaglianteemalizioso, fisico
mercuriale che si fa beffa dell’anagrafe (è
nata nel 1956 a SanPaolo), Lia ha scelto di
lavorare, dal 2004, nella favela de Maré,
unaconcentrazione di 132 mila persone
ammassatenell’alvearedicasupole fati-
scenti a nord della città, aottochilometri
dallo stadio di Maracanã: nel 2009,con
l’OngRedes de Desenvolvimentoda
Maré, ha creato uncentro d’arte cui si è
aggiunta, nel 2011, una scuola che ospita
300 allievi dagli 8 agli 80 anni.Unmagma
da cuiesconocoreografie—illuminate
dagli scritti di Italo Calvino, Elias Canetti,
Gilles Deleuze,Félix Guattari, Mario de
Andrade, dal cinema diJean-Luc Godard
eGlauberRocha, dal Bauhaus di Oskar
Schlemmer — i cui titoli raccontano un
mondo ai margini e, nonostantetutto,
fiero: daFolliaaPerchéilcielononcada
fino aPororoca, parola che in lingua tupi
significa «tonante» e che, in natura, defi-
nisce unfenomenocausato dall’incontro
delle acque dei fiumicon quelle del mare
allafocedel Rio delle Amazzoni.
Nelcentro d’arte all’interno della fave-
la, lapororoca,intesacomeconfronto
violento tra elementi agli antipodi che si
respingono, è diventata una pratica di ri-
cercapercostruire una dimensione per-
formativa tra diversità.Un’esperienzate-
atrale non indolore, macertamentetesa
aun’evoluzione. «Possiamo imparare
dalle nostre differenze», è il mantra che
ha guidatol’autricenella progettazione
lorose di un’umanità sull’orlo dell’abisso,
tra sacchi di immondizia e misere cian-
frusaglie dahomeless.
I ritmi percussivi della musica rituale
della NuovaCaledoniacontaminanoi
corpi dei novedanzatori fibrillanti di
un’energia animale che si irradia lungo
membra seminude scosse da pulsioni
orgiastiche.Ungirone infernale dove i
ballerini hanno la pellecolorata,come le
facciatedialcune periferiecarioca.Un
incuboterreno da cui, però, si può fatico-
samente uscire,come suggerisce la cita-
zione, scelta daRodrigues, di unverso di
Conceição Evaristo, poetessa nata in una
favela di Belo Horizonte: «E quando il do-
lorearrivaatoccarci, mentreunocchio
piange/ l’altro spia iltempocercando la
soluzione». Contraddizioni, opposti, pa-
radossi in un mondo di frustrazionee
rabbia.
Complementare all’universo pulsiona-
le dell’indomita Lia, il Brasile mostra a
Romaeuropa anche il suo lato più razio-
MondiIn settembre Romaeuropa Festival ospitaicoreografi Lia Rodrigues
eBruno Beltrão con le loro compagnie: sensibilità politica, opposizione
alla presidenza di Jair Bolsonaro, destrezzaeatletismo.Esenso di comunità
IlCraf,CentrodiRicercaeArchiviazionedella
Fotografia,diSpilimbergo(Pordenone)
dedicaunamostraaGiorgioLotti(Milano,
1937),unodeglistoricifotoreporterdi
«Epoca».IltemaèlaCina,conoltre70
immaginiacoloriebiancoenerocheLottiha
realizzatotrail1974eil2002.PalazzoTadea
ospitaCina,Cina,Cinafinoal22settembree
nell’occasioneilCrafconferiràall’autoreil
PremioFriuli-VeneziaGiuliaFotografia.
{
Scattiflessibili
diFabrizioVilla
Epocacinese
delcentro: laconvinzione che in Brasile
l’atto politico non possa prescindere dal-
la creazione di un’opera d’arte ha spinto
Rodrigues a occupare fisicamente,con la
sua danza etica, un luogo in cui insediar-
si e sopravvivere,tentando una bonifica
delterritorio attraverso la cultura; una
scelta che si allinea all’esempio militan-
te, radicato a lungo nella periferia diffici-
le di Rillieux-la-Pape a Lione, dellacore-
ografa francese Maguy Marin,concui
Rodrigues avevalavoratonegli anni Ot-
tanta in Francia traidanzatori delcele-
bre May B, dopo averetentato di entrare
alTanztheater Wuppertal di Pina Bau-
sch.
È anche per questo che, probabilmen-
te, la Francia l’ha adottata assegnandole,
nel 2005, la medaglia di Chevalier des Ar-
ts et Lettres e nominandola, nel 2018, ar-
tista associata del ThéâtreNational de
Chaillot diParigi. Lo spettacolo cheRo-
drigues presenterà, in prima nazionale, a
Romaeuropa (in apertura difestival dal
17 al 19 settembreall’AuditoriumParco
della Musica, SalaPetrassi), èFuria,co-
reografia che fruga nelle pieghe più do-
Furia e hip hop
La danza ribelle del Brasile
TeatroPoveroMonticchiello propone
«Stato provvisorio». Titolo chiaro, se
non fosse periragazzini all’ultima scena
Eallafine
fa capolino
un futuro
daMonticchiello(Pienza,Siena)FRANCOCORDELLI
FUORI
SCENA
diMARISAFUMAGALLI
A
vetepresenteiluoghidel
commissarioMontalbano?Miscuglio
tra«reale»(lacasadelCommissario,i
paesaggi,lecittà)e«inventato»(laVigàtadi
Camillerièriassuntanegliscorciripresia
Scicli,Modica,RagusaIbla),ilsetèun
elementoportantedelsuccessodellafiction
televisiva.Edietrolequintec’èlui,Pasquale
Spadola,illocationmanager.Natoe
residentenelsud-estdellaSicilia,daquasi
quarant’anniintrecciaquestaprofessione
conquelladiattorecinematografico.Dopo
avercalcatolescenedelteatro.«Erail1982
—racconta—quandoifratelliTaviani
cercavanounamasseriainSiciliapergirare
alcunescenediKaos.Fuicontattatotramite
unamico,miattivaiefumissionecompiuta.
Dipiù:allafine,iregistideciserodi
ambientarequasituttal’operainSicilia.Nel
territorioragusano,perlaprecisione.
Inoltre,ebbiunapartenelfilm».Comincia
così,epermoltianni,ladoppiacarrieradi
Spadola(«hocollaboratoancheconregisti
comeAmelio,Tornatore,Sciarra»)finoad
approdarenel1998allafictiondi
Montalbano.Dietrolequinte,ma
indispensabile,Spadola.Prendiamolacasa
delCommissario,oggimetadi
pellegrinaggiolaicodeinumerosifan.«Fui
ioanotarla,sulmare,alcentrodiPunta
Secca.Un’abitazionechebeneincarnalo
spiritodelprotagonista.Conilgrande
scenografoLucianoRicceriabbiamotrovato
ivariluoghi.ComeavvenneperKaos,
Ragusaconlasuaprovinciaèdiventatail
setidealedellafiction.Lasciandoperdere
PortoEmpedocleeimenoadattipaesaggi
dell’Agrigentinodovesonoambientatii
romanzidiAndreaCamilleri».
©RIPRODUZIONERISERVATA
PasqualeSpadola
(Ragusa,1945)
èlocationmanager
eattore
Hotrovatoiolacasasulmare
delcommissarioMontalbano
Q
uest’anno ilTeatroPoverodi Montic-
chiello ha messo in scena il suo spet-
tacolo dal 20 luglio al 14 agosto.Per
casoèlasecondavoltaconsecutiva
che assisto all’ultimareplica. Ma ulti-
ma perMonticchielloeper il suo autodramma
(così lo definìStrehler) è un aggettivo inappro-
priato. Il titolo di quest’anno lo dimostra in mo-
do flagrante:Statoprovvisorio.
Provvisorio non perché lo sia per sua natura
qualunque spettacolo diteatro, ma perché la
provvisorietà, per Monticchiello, è intrinseca al
significatodello scrivereeallestireogni estate
uno spettacolo tutti insieme (con laregia di An-
drea Cresti). Qui di transitorioc’è tanto ilteatro,
quanto, in specie negli ultimi due decenni, la vi-
ta che si vive, ossia lo stesso raccontare del pro-
prio paese, quello piccolo e quello grande, che lo
circonda. Ma si rimanda all’anno successivo,
quasifosse una seduta psicoanalitica di gruppo.
Quest’annoèaccadutoche il pezzodistoria da
raccontare era precisamente la presa dicoscien-
za di unacondizione di duplicità dei piani. A
Monticchiello, oltre al lavoro quotidiano, da più
Gliabitanti-attoridelTeatroPoverodiMonticchiello,ilborgomedioevalealcentro
dellaVald’Orcia,vicinoPienza,cheogniannoallestisceilsuo«autodramma»,
scrittoerecitatodatuttiicittadini,duranteleprovedellospettacoloStatoprovvisorio