dal nostro inviato
Massimo Calandri
zeltweg — È successo ancora. Quel
tornante secco sulla destra, l’ultimo
prima del traguardo. Chiamatela
Curva Dovi: più che un titolo, una fi-
losofia di vita. È il quarto trionfo con-
secutivo della Ducati al Red Bull
Ring, la sola pista dove Marquez
non ha mai vinto – addio Grande
Slam, ne riparliamo nel 2020 -, ma
questa volta la moto c’entra meno: il
merito è soprattutto di Andrea Dovi-
zioso, che cucina il “Cannibale” e si
porta sul 6-1 nel conto dei duelli rav-
vicinati nel giro finale. Lo ammette
anche Gigi Dall’Igna, il dg di Borgo
Panigale, l’uomo che spingeva per il
ritorno di Lorenzo («È il mio dovere
cercare i piloti migliori in circolazio-
ne, ma direi che la storia di Jorge è
archiviata») e in questi giorni è stato
dipinto come il Grande Nemico del
pilota forlivese: «Qui la Honda era
molto più competitiva degli anni
passati, ha fatto grandi passi avanti
in motore e dinamica. E allora, An-
drea si merita tutti i complimenti»,
festeggia l’ingegnere, papà della
Gp19. Il “Dovi” se li prende con la so-
lita modestia. Però s’inorgoglisce:
«Forse il successo più bello della
mia carriera». In MotoGp ne ha mes-
si in fila 13 nelle ultime 3 stagioni (14
in tutto), durante le quali ha dimo-
strato di essere l’unico avversario
credibile di Marc. Valentino, che in
Austria ha sfiorato il podio col 4° po-
sto dopo una vibrante rimonta, cele-
bra il rivale italiano: «Non è un gran-
de pilota. È un campione vero. Uno
che vince più di 10 corse a questo li-
vello, entra nel club di quelli “veri”.
Andrea lo è sempre stato: quando si
è preso il titolo in 125 cc, tempo fa, e
ora che è lì a lottare con Marquez.
Non molla mai: ma può stare tran-
quillo, ha ancora tanti anni davanti
per farcela», sorride il quarantenne
Doc.
Sì, probabilmente Andrea dovrà
abdicare al Mondiale 2019 (il gap dal
catalano è di 58 lunghezze, trop-
pe?), ma Dovizioso è nato tranquillo:
consapevole del suo talento. «Gran-
de pilota o campione? Io non mi giu-
dico. Non sono come quelli che se lo
scrivono sul casco (Lorenzo, ndr),
no: preferisco concentrami sui miei
margini di miglioramento. Che sono
ancora grandi, a 33 anni». Il forlive-
se non aveva mai raccolto così tanti
punti in classifica a questo punto
del campionato: 2 successi, 4 podi, 2
volte 4° e altrettante 5°, una caduta
provocata proprio da Lorenzo. Ri-
schia di non essere sufficiente. Per-
ché tra i Duellanti l’altro è implacabi-
le. «Marquez ha vinto 6 volte, una è
finito per terra. Ma nelle restanti 4
occasioni, quando cioè gli è andata
male, è finito 2°», spiega il “Dovi”.
C’è bisogno di aggiungere altro?
«Comunque non molliamo, io e la
Ducati: stiamo lavorando duro, fac-
ciamo sacrifici, proviamo sempre a
progredire». Resilienti. Regalando
spettacolo. La corsa austriaca è sta-
ta un arcobaleno di emozioni. Tre le
mosse-chiave per la vittoria. «Sono
partito molto aggressivo, Marc an-
che di più. Prima Quartararo, poi io,
lo abbiamo “frenato” nella prima
parte». Al termine dell’8° giro il “Can-
nibale” si è messo davanti, a coman-
dare. «Voleva scappare, invece gli
sono rimasto incollato dietro: è sta-
to difficile, ero al limite. Ma lui ave-
va scelto una gomma posteriore me-
dia che si è presto consumata, men-
tre la mia morbida ha resistito». Fi-
no ad un carosello di sorpassi per
millimetri, nell’ultimo giro. «Alla
curva finale mi ha chiuso tutte le
porte. Mi sono detto: ci provo lo stes-
so, nella peggiore delle ipotesi termi-
nerò 2°. Credo di aver fatto una paz-
zia, per una volta. O forse in quel mo-
mento ero così lucido che - chissà co-
me - sono riuscito a trovare uno spi-
raglio. E mi ci sono infilato». Mar-
quez conferma, mordendosi le lab-
bra: sostiene di aver provato ad in-
crociarlo, per restituirgli quel cla-
moroso sorpasso subìto due anni fa,
ma il “Dovi” lo avrebbe toccato appe-
na portandolo fuori traiettoria. «Un
piccolo contatto, niente da recrimi-
nare. Ho perso solo 5 punti. Pazien-
za. Tanto, ho imparato che nessuno
si ricorderà di questa manovra se al-
la fine vincerò il titolo», taglia corto
il catalano. Potrebbe avere ragione.
Ma non ora, non qui. «La vittoria ci ri-
dà energia. Speranza», risponde Do-
vizioso. «Forse in classifica non cam-
bia molto, è vero: però noi stiamo la-
vorando per migliorare la moto. Pre-
sto arriverà nuovo materiale. Il cam-
pionato è lungo, mancano molte cor-
se». Otto, per la precisione: e in
ognuna, poco prima del traguardo,
può esserci una Curva Dovi.
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Divo Dovi
Dovizioso batte Marquez
e allontana l’ombra di Lorenzo
Valentino: “Un campione vero”
hLa gomma posteriore
Dovizioso punta sulla “soft”,
confidando a ragione in una
temperatura più bassa
rispetto a sabato; Marquez
invece sceglie la “media”, che
da metà gara si consuma in
maniera rilevante, facendo
perdere grip alla Honda.
hLa prima parte della gara
Un avvio con molta
aggressività, il forlivese con la
complicità di Quartararo
riesce a “frenare” Marc negli
8 giri iniziali.
hLa marcatura
Dovizioso rimane incollato
alla ruota di Marquez quando
lo spagnolo va al comando e
forza cercando inutilmente di
fare la differenza, finendo
invece per consumare lo
pneumatico.
hL’ultimo tornante
Il ducatista attacca nell’ultimo
tornante: Marquez alla fine
dice di aver voluto tentare un
controsorpasso, ma “Dovi” lo
ha toccato leggermente
mandandolo fuori traiettoria.
Sport
La gioia del forlivese:
“Il mio successo più
bello”. In settimana
tensioni e voci sul
ritorno di Jorge
la ducati prima al gp d’austria
La gara
Le quattro mosse
per superare Marc
MotoGp: 1) Dovizioso (Ducati);
2) Marquez (Honda) a 0”213; 3)
Quartararo (Yamaha) a 6”117;
4) Rossi (Yamaha) a 7”719; 5)
Viñales (Yamaha) a 8”674.
Mondiale: 1) Marquez (Spa)
230; 2) Dovizioso (Ita) 172; 3)
Petrucci (Ita) 136; 4) Rins (Spa)
124; 5) Rossi (Ita) 103.
Moto2: 1) Binder (Ktm).
Classifica: 1) A.Marquez (Spa)
- Moto3: 1) Fenati (Honda).
Classifica: 1) Dalla Porta (Ita)
I risultati
58 punti di ritardo
Sorpasso all’ultima
curva, continua la
maledizione dello
spagnolo sul circuito
della Red Bull
pagina. 32 Lunedì, 12 agosto 2019