4 Lunedì 19 Agosto 2019 Il Sole 24 Ore
Primo Piano
Crisi dell’esecutivo
e scelte fiscali
La riduzione del prelievo sui redditi e sugli immobili è al centro del dibattito, ma occorrono
coperture strutturali - Il primo scoglio è trovare , miliardi per evitare l’aumento Iva
Iva, 80 euro e pace fiscale:
il rompicapo della manovra
Pagina a cura di
Cristiano Dell’Oste
Giovanni Parente
N
on c’è solo l’aumento dell’Iva. La
prossima manovra – a prescindere
da chi la scriverà – sarà un
rompicapo. Tra risorse da
recuperare, promesse da mantenere
e rincari d’imposta da scongiurare.
Ecco alcuni degli snodi più delicati.
Aumento dell’Iva. Anche se tutte le forze
politiche dicono di voler tagliare le tasse dal
, il rincaro dell’Iva è la vera ipoteca sui conti
pubblici (e sulle tasche degli italiani). Un doppio
aumento già previsto a legislazione vigente dal
prossimo ° gennaio: dal al % e dal al ,
per cento.
A livello di singola famiglia, il rincaro pesa in
media euro all’anno (si veda Il Sole Ore del
agosto). Per l’Erario, invece, significa ,
miliardi di entrate, che dovrebbero essere coperte
con altre risorse, se si vuole tenere ferma l’Iva. Le
soluzioni sono sempre le stesse tre: alzare altre
imposte; ridurre la spesa pubblica (tagliando
sconti fiscali e/o investimenti); aumentare il
deficit (affrontando la Commissione europea e i
mercati finanziari).
Non esistono opzioni indolori. Tagliare gli
sconti fiscali vuol dire, di fatto, aumentare le
imposte. Ridurre gli investimenti è dannoso per
un’economia già zoppicante. Mentre la “sfida” ai
mercati rischia di tradursi subito in altre risorse da
reperire per pagare i maggiori interessi sul debito
pubblico (si veda la pagina seguente). E questo
anche senza evocare scenari più radicali come
l’Italexit o il default.
Flat tax. È una delle bandiere della Lega, che
già con la scorsa legge di Bilancio ha
potenziato il regime forfettario per le partite Iva. E
che ha previsto, dal prossimo ° gennaio, la tassa
piatta del % sui ricavi fino a mila euro. Nelle
intenzioni del Carroccio, la prossima mossa
dovrebbe essere la flat tax per dipendenti e
pensionati, con una riduzione del prelievo di circa
miliardi (compresa la riscrittura del bonus
euro). Ma tutto dipende da come finirà la crisi di
governo.
Senza dimenticare che, negli ultimi anni, tutti i
governi hanno moltiplicato i regimi di tassazione
sostitutiva (da quelli sui redditi di capitale a quello,
più recente, sulle lezioni degli insegnanti). Le flat
tax “minori” già nel avevano tagliato il
traguardo dei miliardi di gettito (si veda Il Sole
Ore del ° ottobre scorso). E certo chi vorrà
ragionare sulla flat tax “maggiore” dovrà rimettere
mano anche a queste.
Bonus euro. Introdotto nel dall’allora
premier Matteo Renzi, vale circa , miliardi
all’anno, con un massimo di euro per chi lo
riceve in formula piena. Eliminarlo è impopolare e
nessuna forza politica lo dice apertamente. Nei
piani della Lega c’è l’idea di modificarlo facendo sì
che nessun contribuente ci rimetta. Anche il
ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha lavorato
al dossier, con l’ipotesi di elevarne l’importo.
Cuneo fiscale. La priorità più volte
rimarcata dalle imprese – anche per
favorire l’occupazione – è ridurre il carico di
imposte e oneri contributi che appesantiscono il
costo del lavoro. Ipotesi su cui diverse forze
politiche sono sensibili, ma sulla quale non c’è
una visione univoca: il Movimento stelle, ad
esempio, ha proposto di tenerlo insieme
all’introduzione del salario minimo.
Tax expenditures. Si dice “riordino degli
sconti fiscali”, si legge “aumento della
pressione fiscale”. Questo spiega perché nessuno
degli ultimi governi abbia mai voluto intervenire a
fondo sulle tax expenditures. D’altra parte, se il
riordino serve a a far spendere meno l’Erario, è
chiaro che i contribuenti pagheranno di più.
L’ultimo monitoraggio, affidato alla
commissione guidata da Mauro Marè, ha
conteggiato sconti fiscali per un valore di
miliardi. I tecnici del Mef hanno ipotizzato un
riordino che consentirebbe di recuperare al
massimo miliardi, intervenendo per lo più sulle
accise (si veda Il Sole Ore del maggio ).
Tasse sulla casa. Matteo Salvini, nelle scorse
settimane, ha promesso la conferma della
cedolare secca al % sugli affitti concordati e di
quella al % sui negozi. Ma, soprattutto, un
intervento sulla Tasi e sull’Imu, da cui l’anno scorso
sono arrivati – rispettivamente – , e , miliardi.
Tutto dipende da chi affronterà la prossima
manovra. Ma il tema-casa è e resterà centrale.
Pace fiscale. Le rottamazioni delle cartelle e le
altre misure di pace fiscale, finora hanno
messo d’accordo i governi di centrosinistra (che le
ha lanciate) e quello gialloverde (che le ha
riproposte). I proventi attesi in cinque anni sono
pari a miliardi. Risorse una tantum, certo, ma utili
a dare una boccata d’ossigeno ai conti. Molto
probabile, quindi, che possano essere riproposte.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LE DATE
DELLE SALVAGUARDIE
Per le im-
prese
la priorità
è il taglio
del cuneo
fiscale ma
sulle moda-
lità le forze
politiche
hanno idee
divergenti
Altre imposte sostitutive
13,
Gettito delle altre forme
di prelievo sostitutivo
su interessi e altri redditi di
capitale, minimi e forfettari,
Tfr e premi di produttività
(dati anno d'imposta 2017)
Imu
19,
Gettito annuo dell’Imu,
compresa la quota
d’imposta riservata allo
Stato e il prelievo sulle
prime case di pregio
(categorie A/1, A/8 e A/9)
Le principali grandezze in gioco in vista della prossima
manovra nanziaria. Dati in miliardi di euro
Fonte: elaborazione del Sole 24 Ore del Lunedì su relazioni tecniche
alle leggi di Bilancio, Statistiche scali e Bollettino entrate tributarie
23,
Iva
Maggior gettito stimato
con il doppio aumento
dell'Iva che, a meno
di contromisure, scatterà
nel 2020 (dal 22 al 25,2%
e dal 10 al 13%)
Bonus 80 euro
9,
Costo del bonus scale
da 80 euro mensili
introdotto
dal Governo Renzi
(dati anno
d'imposta 2017)
Tasi
1,
Cedolare
secca
2,
Gettito annuo
della Tasi, pagata
nei Comuni che
l’hanno istituita
(su prime case di
pregio e immobili
diversi
dall’abitazione
principale)
Gettito della
cedolare secca
sulle locazioni
abitative (dati
anno d'imposta
2018)
I proventi attesi
in cinque anni
da tutte le diverse
sanatorie della
pace scale (tra
cui la rottamazio-
ne e la denizione
agevolata delle liti
scali e degli
accertamenti)
Pace
scale
5
Tax
expenditures
5
Ipotesi di taglio
massimo delle
agevolazioni scali
nel progetto
studiato dal Mef
nelle scorse
settimane,
partendo dai 466
sconti scali (per
un valore totale
di 54,2 miliardi)
monitorati dalla
commissione Marè
28,
Maggior gettito derivante dall’ulteriore aumento
dell'Iva (dal 25,2 al 26,5%) già previsto dal 2021
Costo di bonus
o sconti scali
Entrate
una tantum
Gettito
di tributi
I numeri
L’ALTRO FRONTE
Semplificazioni,
riapre di nuovo
l’eterno cantiere
L
e fibrillazioni dell’esecutivo gialloverde ripor-
tano in primo piano l’eterna promessa delle
semplificazioni fiscali. Promessa riproposta da
tutti gli ultimi governi – e in parte tradotta in
provvedimenti legislativi – senza però ridurre davvero
il carico di adempimenti che grava su professionisti
e contribuenti.
L’ultimo tentativo, in ordine di tempo, è contenuto
nel decreto crescita (Dl /) in cui è confluita buo-
na parte della proposta di legge sulle semplificazioni
approvata in prima lettura alla Camera. E in passato
sullo stessa tema era intervenuta anche la delega fisca-
le, con il decreto legislativo /, lo stesso che ha
introdotto la dichiarazione precompilata.
L’aspettativa di una vera semplificazione del siste-
ma, però, rimane inalterata e con ogni probabilità en-
trerà nel dibattito della prossima manovra.
Il problema è che finora si è sempre interpretata la
“semplificazione” come uno snellimento degli adem-
pimenti, peraltro moltiplicati negli ultimi anni. Non
solo o non tanto per l’introduzione della fattura elet-
tronica, ma per tutte le altre comunicazioni che resta-
no obbligatorie – come quella sulle liquidazioni Iva
- nonostante l’invio degli Xml al Sistema di intescam-
bio. Al contrario, per semplificare realmente l’attività
di professionisti e contribuenti, bisogna intervenire
sulle norme sostanziali che regolano la formazione
dell’imponibile – riducendo le zone grige di incertezza - e sulle prassi degli uffici.
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Flat tax
PAROLA CHIAVE
È un regime fiscale che prevede
un’aliquota proporzionale, cioè
invariata al variare del reddito. Il
sistema prevede già diverse flat
tax “settoriali” – come la ritenuta
del 26% sugli interessi o la
cedolare del 21% sugli affitti – che
coesistono con l’Irpef ad aliquote
progressive. È stato osservato
che una flat tax “generale”
sarebbe incostituzionale.
L’articolo 53 della Carta, però,
richiede che il sistema tributario,
nel complesso, sia «informato a
criteri di progressività». Criteri
che potrebbero realizzarsi anche
tramite detrazioni o altri
meccanismi, pur con aliquota flat.
Nell’estate del
il Governo Berlusconi
introduce la prima
clausola di
salvaguardia, con
aumento automatico
(poi sventato) delle
imposte indirette per
miliardi nel
L’eredità
Il conto lievita
fino a 23,
miliardi
Di rinvio in rinvio
(passando per i due
aumenti del e
) le clausole di
salvaguardia arrivano
fino ai , miliardi
del , destinati a
diventare , dal
(con Iva al ,%)
2011
L’antefatto
Primo rincaro
«automatico»
da 4 miliardi
2020
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