Il Sole 24 Ore - 19.08.2019

(Jacob Rumans) #1

Il Sole 24 Ore Lunedì 19 Agosto 2019 5


Primo Piano


Crisi dell’esecutivo


e conti pubblici


È l’esborso aggiuntivo che, a causa dell’instabilità, il Tesoro ha pagato quest’anno


e pagherà nel prossimo su tutti i titoli di Stato emessi durante il Governo gialloverde


L’incertezza politica ha un costo alto:


5 miliardi d’interessi extra sul debito


Morya Longo

M


entre la politica annuncia tagli alle
tasse, si arrovella su come evitare
l’aumento dell’Iva e litiga sul
calendario, il Governo gialloverde
vive un passaggio decisivo
(domani Conte riferirà al Senato)
lasciando all’Italia una gabella da , miliardi nel
 e da altri , nel . Un conto che il Paese
non avrebbe dovuto pagare se, sui mercati, i BTp e
i BoT si fossero comportati come i più tranquilli
titoli di Stato spagnoli. E che invece deve onorare:
a tanto ammontano infatti gli interessi aggiuntivi,
rispetto a quelli che avremmo pagato se avessimo
avuto tassi uguali a quelli di un Paese
paragonabile all’Italia, come appunto la Spagna,
su tutte le emissioni di titoli di Stato effettuate tra
maggio  e agosto .
Si tratta di interessi effettivi, non stimati: il calcolo


  • effettuato per Il Sole  Ore da un primario ufficio
    studi italiano che preferisce non apparire - è
    realizzato su tutti i titoli di Stato emessi durante il
    Governo Conte. Dai BoT fino ai BTp. Se è vero che i
    tassi d’interesse in termini assoluti sono scesi da
    quando è uscita la prima bozza del contratto di
    Governo il  maggio  (i BTp decennali erano a
    ,% e sono a ,% ora), è altrettanto vero che negli
    altri Paesi un tempo chiamati Pigs i tassi di mercato
    sono calati molto di più. La Spagna è passata nello
    stesso periodo dall’,% allo ,% attuale, il
    Portogallo dall’,% allo ,% e l’Irlanda
    addirittura è scesa sotto zero dall’,% del 
    maggio . In un mondo che ormai ha mila
    miliardi di bond a tassi negativi, l’Italia continua
    insomma a pagare rendimenti anomali. Eccessivi.
    Questo è il conto dell’incertezza. Del populismo.
    Della retorica no-euro.


Un anno in altalena
Per capire l’anomalia bisogna guardare al contesto.
Da fine  i rendimenti dei titoli di Stato sono scesi
in tutto il mondo. Soprattutto nell’area euro: il
rallentamento economico unito all’incertezza
geopolitica hanno infatti convinto le banche centrali
(e la Bce è in prima fila) ad annunciare politiche
monetarie più espansive. La Bce dovrebbe tagliare i
tassi e avviare un nuovo programma di acquisti di
titoli di Stato (il cosiddetto quantitative easing).
Queste notizie hanno favorito gli acquisti su tutti i
titoli obbligazionari e dunque hanno ridotto i loro
rendimenti: ormai il % dei titoli di Stato europei
paga interessi negativi. Ci sono Paesi, come la
Germania o l’Olanda, che raccolgono finanziamenti
a rendimenti sotto zero anche per trent’anni. Per
capirci: gli Stati si indebitano e alla scadenza
restituiscono agli investitori meno soldi di quelli che
hanno preso in prestito.
Ma l’Italia è esclusa da questo club: la politica
monetaria della Bce da noi ha quindi meno effetto
che altrove. Non tanto per quello che il Governo
gialloverde ha fatto. Non tanto per le sue scelte di
politica economica. Ma per un motivo ben
preciso: per la retorica no-euro. Il mercato per mesi
ha avuto paura (anche in maniera irrazionale) che
l’Italia potesse un giorno uscire dall’euro. Per chi
investe in titoli di Stato questo è un problema: gli
investitori che prestano euro comprando BTp non
vogliono certo farsi restituire lire svalutate alla
scadenza. Per cui ogni scontro con Bruxelles è stato
interpretato per tutto l’anno dal mercato - a torto o
ragione - come la possibile anticamera di Italexit.
Questo è il motivo principale (insieme all’allergia
per la disciplina di bilancio) per cui i tassi d’interesse
sui titoli di Stato italiani sono più elevati che
altrove: perché incorporano (e soprattutto hanno
incorporato) il rischio di ridenominazione in una
valuta più debole. Quando gli investitori sono
convinti di rischiare di più, chiedono tassi più alti.

Il costo per Stato, banche e imprese
Qui non si tratta di giudicare il Governo. Il punto è un
altro: se solo l’Italia avesse ridotto i rendimenti dei
titoli di Stato come hanno fatto gli altri Paesi, anche
quelli un tempo in crisi come la Spagna o il
Portogallo, oggi avremmo qualche miliardo di
interessi da pagare in meno. Come detto, , solo tra
maggio  e dicembre . Il conto è stato fatto
prendendo le emissioni di titoli di Stato di ogni mese,
e calcolando il loro costo annuo aggiuntivo rispetto
ai rendimenti di durata analoga pagata dai titoli di
Stato spagnoli. E dato che i titoli di durata superiore a
un anno emessi nel  continueranno a pagare le
cedole anche nel , l’extra-costo viene traslato
anche all’anno prossimo: solo per le emissioni già
effettuate da maggio  ad agosto , nel 
l’Italia avrà dunque , miliardi di interessi
aggiuntivi. Conto al quale andranno sommati gli
interessi dei titoli ancora da emettere.
E non è solo lo Stato a soffrire: dato che lo spread
dei BTp trascina verso l’alto anche i rendimenti di tutte
le obbligazioni italiane, da quelle delle banche a quelle
delle imprese, un conto (più difficile da quantificare) è
stato pagato anche da loro. Nel Paese che avrebbe
bisogno di fondi per investire e per assumere
lavoratori, ne avremmo fatto volentieri a meno.
á@MoryaLongo
© RIPRODUZIONE RISERVATA

RENDIMENTO
DEI TITOLI
DI STATO
DECENNALI
ITALIANI
E SPAGNOLI
Dati non
ribasati

EXTRA-COSTO
PER EMISSIONE
DEI TITOLI
ITALIANI
Dati in milioni
di 

02/
2018

Nota: l’extra costo è calcolato sulle emissioni di titoli di Stato effettivamente realizzate ogni mese su tutte le scadenze. Per extra-costo si intende quanto l’Italia spende in interessi dal maggio 2018 a ne 2019 rispetto
ai tassi pagati dalla Spagna: se i rendimenti italiani si fossero mossi come quelli spagnoli, questo extra-costo sarebbe stato nullo - Fonte: Elaborazione per Il Sole 24 Ore di un primario ufcio studi italiano

BONOS

BTP

MAG GIU LUG AGO
2018 2019

SET OTT NOV DIC GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO

291

65

292

216

132 139 132

172

85
40

1/06/
Nasce il Governo
Conte

1/06/
Nasce il Governo
Conte

27/09/
Accordo sul Def:
decit al 2,4%.
Festa sul balcone

18/12/
Accordo Roma-Bruxelles
sulla manovra. Decit
abbassato al 2,04%

15/05/
Esce la prima bozza
del Contratto di Governo

1/07/
Accordo con Bruxelles,
Ok all’assestamento
di Bilancio da 7,6 miliardi

8/08/
Salvini apre
la crisi

0,

0,

0,

0,

1,


02/
2018

1,


16/
2019

1,


16/
2019
0,

110

288
227 206 253

(^344) TOTALE
2018/
2019
2,
2020
MLD €
MLD €
2,
0,
0,
1,
1,
2,
2,
3,
3,
4,
1,
2,
2,
2,
1,
1,93 1,44 1,44 1,
1,
Nel conteggio sono
considerati anche
i mesi da gennaio
ad aprile
Il confronto Italia-Spagna
I NUMERI
IN GIOCO
Nel 2019

Conto extra
da 2,8 miliardi
quest’anno
Prendendo tutte le
emissioni di titoli di
Stato italiani
effettuate durante il
Governo gialloverde
(da maggio  ad
agosto ), si
possono calcolare gli
interessi aggiuntivi
rispetto a quelli che
avremmo pagato se i
nostri tassi fossero
stati uguali a quelli
spagnoli. Il conto è
pari a , miliardi di
euro.
Nel 2020
Quanto pesa
l’effetto
trascinamento
I titoli di Stato
emessi tra maggio
 e agosto 
con scadenze
superiori a un anno
pagherano le cedole
anche nel . È
dunque possibile
calcolare l’extra-
rendimento (rispetto
ai titoli spagnoli)
anche l’anno
prossimo. Si tratta di
un costo effettivo,
sulle emissioni
davvero realizzate.
I privati
Il costo finisce
su banche
e imprese
Quando salgono i
rendimenti dei titoli
di Stato di un Paese, si
allineano verso l’alto i
tassi di tutte le
obbligazioni di
aziende e imprese di
quel Paese. Così in
Italia l’extra-costo si è
traslato anche sul
settore privato. Sui
mutui si è sentito
poco, perché le
banche hanno
assorbito i maggiori
costi.


1


2


3


Se BTp e BoT
si fossero
comportati
come i titoli
spagnoli -
Paese para-
gonabile
all’Italia sui
mercati -
non ci sa-
rebbero
pagamenti
ulteriori

I calcoli
sono stati
effettuali
per il Sole 24
Ore da un
primario
ufficio studi
italiano.
Il conto
cambierà
con le pros-
sime aste

V


RENDIMENTI GIÙ
NEL MONDO
Dal 2018 politiche
monetarie
espansive hanno
fatto scendere
ovunque
i rendimenti dei
titoli di Stato.
Ormai il 65% dei
titoli di Stato
europei paga
interessi negativi.

W


LA RETORICA
NO-EURO
L’Italia, invece,
nonostante il Qe e
la riduzione dei
tassi di interesse in
termini assoluti,
continua a pagare
rendimenti anomali
soprattutto per la
paura dei mercati
legata alla retorica
no-euro.
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