Corriere della Sera La Lettura - 18.08.2019

(Tuis.) #1
DOMENICA18AGOSTO2 019 CORRIEREDELLASERA LALETTURA 21

LibriNarrativaitaliana


Goticorurale La favola meridionale, prodigiosaevisionaria, di Francesco Iannone


Cercalabambinarapita,troveraiilMaligno


di ORAZIOLABBATE

È


una luttuosa avventura
poetica, di genere gotico
rurale, quella checompie
inquieto, affascinato e privile-
giato il lettore di Arruina di
Francesco Iannone.Unesordio
esaltante che non si esilia den-
tro lo scheletro, preciso, del
romanzo bensì si serve del
cammino orizzontale, indub-
biamentevotato all’incredibili-
tà, di una favola meridionale
orrifica, rude e prodigiosa.Una
favola che nonconosce limiti
visionari, immaginifici e stili-
stici perché è scritta secondo la
lingua euforica della poesia —
una poesia aspra, talvolta dia-
lettale, dell’Orrore — che ambi-

sce a falsare,come una ninna
nanna, la serenità del patto
finzionale che intraprendiamo
con la lettura dell’opera. Non ci
si trova pertanto ad asseconda-
re, pagina dopo pagina, una
classicaregolarità sintattica (vi
è aleggiante e presente l’inse-
gnamento appreso del Manga-
nelli di Lapaludedefinitiva o
di Dall’inferno ) ma a inseguire
unvelenoso viaggio elegiaco,
sempre all’erta, in cui la morte,
la terra e la decadenza trionfa-
noovunque, e sempre.
La storia ha la sua scintilla
narrativa nel rapimento nottur-
no della piccola prescelta, la
Sperduta, in un paesecontadi-

no del Sud Italia.Unvillaggio
metafisico —Roccagloriosa, il
nome d’invenzione — che ap-
pare avvinto da una perenne
ruralità insana, imbevuta di un
mistero non nobile marozzo,
in cui trionfa quella sorta di
magia arcaica e nera racconta-
ta, al crepuscolo, dalle nonne
del meridione. Non sono sacri,
i posti di Arruina , non sono
santi, sonofondati su un rudi-
mentale paganesimo onnipre-
sente. «Osso che scricchia,
occhio ches’inabissa nellace-
nere. Osso fitto di nèi. La notte
è un merletto sullatesta del
buio. Osso nel beccodella pin-
za.Uno sputo sopra. Puh! Osso

sollevato nel buiocome un
miracolo che lampeggia. Se-
condo sputo sopra. Puh! Osso
che crepa, che sguscia, che si
sfoglia».
Il ratto della bambina infatti
è compiuto dalle infide, lucife-
rine e villane streghe, le Neris-
sime, le quali necessitano della
morte della Sperduta (la nasci-
ta di quest’ultima difatti pro-
sciugherebbe le acque, lefonti
deiterritori, di cui abbisogna-
no le ianare per vivere). «La
stanno portando via e non pos-
so farci niente. Tu dormi men-
tre io osservo iforami da cui
minimi bagliori esplodono dal
tuocorpo. Sento i suoi sin-

ghiozzi, ma i suoi singhiozzi
non sono suoni, non hanno
rotondità di nota. E le mani, le
sue maniteseverso il soffitto,
le formiche sui denti enormi, a
quell’età. Ridisegnocon gli
occhi la sagoma del suocorpo
sotto lecoperte». Sono i geni-
tori della bambina a incomin-
ciare uno scuro e ignotocam-
mino incercadella figlia, ac-
compagnati via via da perso-
naggi assurdi e ambigui (Il
Matto, la Briganta, ilPoeta An-
tico, la Sciangata), in cui si so-
stanzia, nella loro estetica e
nella loro ontologia, il bene
indecifrabile della mostruosità
come paurosa mappa per trova-
reil male, il Maligno, in un
mondo non euclideo.
©RIPRODUZIONERISERVATA

FRANCESCOIANNONE


Arruina.Unafavolaoscura
IL SAGGIATORE
Pagine 155, e 20

L’autore
Francesco Iannone (Salerno,
1985) ha pubblicato tra
l’altro Poesie della fame e
della sete (Ladolfi, 2011),
premioL’aquila opera prima

i


Stile UUUUU
Storia UUUUU
Copertina UUUUU

di CRISTINATAGLIETTI

«L


a comicità è la signora
del dolore», scrive Ral-
phWaldo Emerson, ci-
tato in esergo a questo
Sillabariodell’amor
crudele , nuovourticante titolo di France-
scoPermunian, scrittore che tra ilPole-
sine doveè nato e il Garda dovevive ha
sempreambientatoisuoi libri. Questo
affonda le sue radici più salde nella cro-
naca, benché la scrittura si affidi alregi-
stro grottesco che lo scrittore predilige e
che sembra farsi in questoromanzo an-
cora piùfosco.
Permunianfocalizza la parodia sulfu-
readella borghesia provinciale, che da
sempre nutre la sua scrittura, sul clero.
Tanto che l’altro esergo del libro è affida-
toalcardinale Carlo Maria Martini:
«Tutti questi peccati, nessuno escluso,
sono staticommessi nella storia del
mondo. Ma non solo: sono staticom-
messi anche nella storia della Chiesa. Da
laici, ma anche da preti, da suore, dare-
ligiosi, dacardinali, davescovi, e perfino
da papi. Tutti».
Nonostante la ricca Tavoladelleanno-
tazioni finali, che danno sostanza docu-
mentaria al fluido magma narrativo,
quello diPermunian è un j’accuse con-
tro la pedofilia che si è annidata per anni
incerte parti del clero — si può ricono-
scere nella storia lo spuntoreale e dolo-
roso — ma anche una surreale trasfigu-
razione che viene a nutrire un immagi-

Permunian) si deposita sul penoso ap-
prendistato alla vita e diventa lacenere
dellavecchiaia, tra le nefandezzediun
gelidocasermone ecclesiastico doveTe-
odoro Baseggio impara i primi rudimen-
ti dell’arte della tipografia e della rilega-
tura, viatico per entrare nel mondo del-
l’editoria,come fattorino, inserviente
factotum nella Milano di piombo degli
anni Settanta che ispiraaPermunian
un’acre pennellata sul mondo letterario,
altro suo bersaglio.
DallaAdi Anabasi allaZdi Zombi
(«ovvero l’arte di attendere l’ultimo tre-
no») passando per la I di Immondizia e
la P di Pollaio , il Sillabario di Baseggio è
uncompendio scrittosugrossifogli di
carta di pesce, dono di unavecchia
amante pescivendola.Permunian elude
laforma-romanzostrutturando il libro
come un diario, in una linea dicontinui-
tàconiprecedenti, di cui raccoglie at-
mosfere e personaggi.

Fortediuno stile che maneggiacon
assoluta padronanza, di unavoce capace
di latraticome di lirismo, e di un imma-
ginario sovrappopolato di freak, pedine
di un gioco «nelle mani di un dio solita-
rio e malinconico che ha bisogno di nani
e buffoni per la suareggiaceleste sem-
prepiù vuotaedeserta»,Permunian
nonteme la ridondanza e il sospetto di
scrivere, infondo, semprelostessote-
sto, di raccontare sempre gli stessi mo-
stri.
Il nano Baseggio, giunto allavecchiaia
e allaconsapevolezza che, per dirlacon
De André, «è triste trovarsi adulti senza
essere cresciuti», evoca un baraccone su
cui fa salirelasuaexmoglie Bernarda
che se nevain giro scortata da un mo-
losso dell’Epiro; la signorina MariaFe-
dora Insorgente, che a novant’anni pas-
seggia davanti allo specchiocon un bic-
chiereintesta in modo daconservare,
sempre pronta, l’antica postura da man-
nequin; il bottegaio Procopio Mazinga;
la zia Mabilia,vecchia illibatacon i baffi
e un principio di gobba, che manda in-
fuocate lettere all’Altissimo; lo zioPetro-
nio, unvalenteartigiano dicofani per
bare.
Ma sono laveneranda semicieca ma-
dresuperiora suor Clemenziaeillaido
padreCamillo Mendes,i«responsabili
della morteprematura della mia inno-
cenza», «i dueveri artefici del miofolle e
precoce ateismo»: Baseggio dall’alto del-
la sua bassa statura rispondecon l’osce-
nità alla blasfemia di un clerocorrotto
che tradisce anche sé stesso.
©RIPRODUZIONERISERVATA

Lachiamano


infanzia


ma èl’inferno


InvettiveÈvero,FrancescoPermunianscrivesempreunpo’lastessastoria,maognivoltasecondoangolaturediverse


Stavoltalaparodiaelapolemicacontroborghesiaeprovinciasiconcentranosugliabusidelclero,informadisillabario


ai fantasmi della sua «schifosissima in-
fanzia abusataetradita», alla piaga se-
greta che per anni gli ha ammorbato
l’anima. È lui, buttato a 8 anni dentro un
vecchio pentolone e lasciato dai genitori
davanti alla porta della Santacasa dei
trovatelli, giuntoalle soglie dellavec-
chiaia, aredigere il Sillabario in cui nar-
ra il «faticoso viaggio di risalita dall’in-
ferno di un orfanatrofiocattolicodella
nostracattolicissima provinciaveneta».
La polvere dell’infanzia (altro titolo di

i


FRANCESCOPERMUNIAN


Sillabariodell’amorcrudele
CHIARELETTERE
Pagine 200, e 16

L’autore
FrancescoPermunian
(Cavarzere,Venezia, 1951)
vive da anni a Desenzano,
sul lago di Garda. Ha
pubblicato diversi libri, tra i
quali Il principio della
malinconia (Quodlibet,
2005), La casa delsollievo
mentale (Nutrimenti, 2011),
Il gabinetto del dottorKafka
(Nutrimenti, 2013). Nel
2017 Il Saggiatore ha
pubblicato in un unico
volume i suoi primi due
romanzi ( Cronaca di unservo
felice e Camminando nell’aria
della sera ) sotto il titolo
Costel lazioni del crepuscolo. A
cura di Andrea Cortellessa
nel 2018 Aragno ha
pubblicato La plasmabilità
artistica delcartone e il suo
impiego nella scuola ,con un
racconto diPermunian e uno
di Bruno Schulz. Nelle
edizioni Theoria, nella
collana di narrativa diretta
da Andrea Caterini, è stato
ripubblicato Chi sta parlando
nella mia testa? ed è in
programma la ristampa di
Nel paese delle ceneri
L’immagine
Julian Charrière (Morges,
Svizzera, 1987), Where
Waters Meet [3.77
atmospheres] , (2019),
courtesy dell’artista/VG
Bild-Kunst, Bonn, Germania.
Dell’artista elvetico il
Mambo - Museo d’Arte
Moderna di Bolognaospita
fino a domenica 8 settembre
la mostra All We Ever Wanted
Was Everything and
Everywhere , la prima
personale in un’istituzione
museale italiana

nario denso di ossessioni, unteatrino in
cui si agitano i demoni più scatenati.
Araccontareleviolenzesubiteinun
orfanatrofio popolatoda«piccole crea-
turedestinate a un’esistenza segnata da
un lacerantesenso di emarginazione e
da un altrettanto sordo e malcelato ran-
coreverso il prossimo: eccochi erano gli
ospiti di quelle atroci e tristissimecarce-
ri infantili» è il nanoTeodoro Maria Ba-
seggio, omaggio, nel nome, alcelebre
interprete goldoniano. È lui a darevoce

Stile UUUUU
Storia UUUUU
Copertina UUUUU

Lo scrittore e la duchessa. Lui è Matt Haig, lei
Meghan Markle. A unirli, il libro di lui, Vitasu
unpianetanervoso (in Italia lo ha tradotto
Silvia Castoldi per e/o, 2019). La duchessa di
Sussex ha selezionato una poesia di Haig per

il numero di settembre di«Vogue UK», che ha
curato. Lui l’ha ringraziata suTwitter («ora
posso morirefelice»), lei ha lodato il suo libro.
Scambio di lettere (poi postate sui social) e
cortesie.Con l’impeccabile grafia di Meghan.

IlpianetaMeghan

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Risvolti
diGiuliaZiino
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