Corriere della Sera La Lettura - 18.08.2019

(Tuis.) #1

22 LALETTURA CORRIEREDELLASERA DOMENICA18AGOSTO2 019


LibriFormebrevi


Aforismi


di GIUSEPPE
ANTONELLI


N


el multiforme universo della twit-
teratura dovrebberoesserecom-
presiancheitanti libri che negli
ultimi anni individuano in Twitter
il punto d’arrivo o il metro di para-
gone difenomeni antichi. Come I tweet di Ci-
cerone. I primi 2000 anni dei social media di
TomStandage (tradotto in italiano per Codice
nel 2015) o il piùrecente A Theory of the Apho-
rism. FromConfucius to Twitter («Unateoria
dell’aforisma. Da Confucio a Twitter») di An-
drew Hui, pubblicato quest’anno dalla Prince-
tonUniversity Press.Unsaggio che si ripro-
mette d’intrecciare tre metodi d’analisi — filo-
sofico, filologicoedermeneutico—per di-
mostrare, in seicapitoli dedicati a personaggi
e secoli diversi,come gli aforismi si pongano
«prima,contro e dopo» i grandi sistemi filo-
sofici.

L’adagiovaveloce
Èinteressanteche, dovendo inquadrarela
forma dell’aforisma, l’autore faccia leva su uno
dei tratti più tipici di questo tipo ditesti: l’anti-
tesi, il paradosso. Laforza degli aforismi sta —
sostiene Hui, professore associato di humani-
ties alloYale-Nuscollege di Singapore — nella
loro natura «atomica»: nel fatto che racchiu-
dono il massimo d’intensità in una lunghezza
minima. (Giocando su uno dei sinonimi ita-
liani, potremmo direche le massime sono
racchiuse in frasi minime). Il lorodestino è
dettato dall’esseretesti brevi che per essereca-
piti richiedonotempi lunghi. (L’ adagio vave-
loce,èlasuacomprensione cheèlenta). Di
qui la sovrabbondanza deicommenti: più la-
conico è il maestro, più prolissi sono gli allie-
vi. L’aforisma è etimologicamente — alla base
c’è il greco antico aforízo «definisco» — una
sentenza che delimita; ma altempo stessofor-
zailimiti del linguaggio, provocando
un’esplosione di significato.Èundettoche
sfonda iltetto del non detto.

Tuttoscorre
Iprimi aforismi propriamentedetti della
tradizione occidentale, in effetti, sono dei pre-
cetti. «Li Aphorismi d’Ipocràs»,come li chia-
ma Dante nel Convivio : gli insegnamenti della
scuola medica di Ippocrate. Ma se si guarda al-
la modalità di espressione, si può risalire—
come fa Hui — almeno a Eraclito, il filosofodi
Efeso non acaso soprannominato «l’oscuro».
Sono molti i suoi frammenti che parlano evo-
cativamente del lógos , inteso divolta involta
come discorso, pensiero, senso, spirito indivi-
duale ocosmico. In nessuno, invece, si legge
l’affermazione che «tutto scorre»: quel pánta
rhei divenuto datempo uno degli aforismi fi-
losofici più sfruttati. Insegna di negozi, risto-
ranti, alberghi; nome di aziende, istituzioni,
uffici,centri medici; titoloesottotitolo di
qualsivoglia opera;versocanzonettisticoad
effetto(in rimacon singin’ in therain ); ta-
tuaggio disegnato su braccia e schiene. Cifra,
marchio, simbolo: dal lógos al logo.
Undestinocomune, peraltro,amolti altri
fortunati aforismi — filosofici e non — risa-
lenti alle epoche, alle culture, allevoci più di-
sparate. Aforismicome slogan: usati alla stre-
gua di motti popolari,confusicon tormentoni
e ritornelli. Non sarà uncaso che la bibliogra-
fia linguistica piùrecente suitesti e le scritture
brevi siconcentri soprattuttosufrasi prove-
nienti dalle pubblicità, dai film, dallecanzoni.

La«paragnomica»eil«popverbio»
A tenere insieme questo precipitato di cita-
zionic’è il richiamo a una —vera o presunta
—saggezza. Quella dimensione che,con
un’altra parola d’origine greca, si chiama gno-
mica ; una sentenziosità, cioè, legata alla ricer-
cadellaconoscenza (la radiceèlastessa del
verbo gignósko «conoscere»). Anche se oggi,
sentendo parlarediletteratura «gnomica»,
molti penserebberoalle favole piuttostoche
alla filosofia: agli gnomi più che alla gnosi. La

testualità gnomica ècomunque unatestualità
ridotta, quasi in pillole, propriocome accade
per i microtesti ( tweet , meme , gif ) che imper-
versano oggi. Al punto che si potrebbe parlare,
in proposito, ditestualità «paragnomica»:
unaversione inflazionataebanalizzata del-
l’antica tradizione aforistica.
Ricostruireildiversocontestostoricoedi
pensiero in cui sono stati prodotti, raccolti o
commentati alcuni degli aforismi filosofici
piùcelebri (come fa Hui, affrontando — tra gli
altri — Erasmo,Pascal, Nietzsche) ha il merito
d’innalzare un baluardo rispetto a questo pro-
cesso di indiscriminata assimilazione.Èin
questo pervasivo blob, d’altra parte, che pren-
deforma la fluidacategoria del «popverbio»:
una evoluzione (o involuzione) postmoderna
del proverbio, in cui tutte le distinzioni si an-
nullanoeallineano in direzione del pronto
consumo. Alto e basso, antico e moderno, au-
toriale e popolare si mescolano in unreperto-
rio preconfezionato sempre disponibile alfor-
sennato riuso tipico dellarete e dei social.

Quotazionid’autore
La dilagante diffusione degli anglicismi de-
rivati dalverbo to quote «citare», in effetti, sta
pian pianorendendo obsoleta, oltre alla dici-
tura, l’idea classica della citazione. Il principio
d’autorità che in origine l’ha generata diventa
sempre più evanescente, e il baricentro si spo-
sta sempre di più all’interno della visione ego-
centrica ed egolalica oggi dominante. Ti quo-
to, dunque sei. È l’atto della mia citazione che
dà un senso a questo o quell’aforisma: è la ri-
petizione di una sua frase che dàconsistenza a
un nome di cui spesso null’altro siconosce se
non la griffe. Ma — proprio per questo — gli si
dà del tu; distorcendone, semplificandone,
adattandone le parole senza alcunaremorare-
verenziale. Non sono solo le false attribuzioni
che circolanocosì largamente inrete a logora-
rel’ ipse dixit : è latotale intercambiabilità del-
lefonti.Percui DanteoGandhi, Platone o
Oscar Wilde, LeonardooLeopardi possono
essereindifferentementecitati sullo stesso
piano del maestroYoda di Guerrestellari.
L’aforismacome sapienza prêt-à-porter , la cui
natura «atomica»vaormai intesa soprattutto
come «atomizzata».Polvere di cultura disper-
sa nell’ambientecon cui sicercadi dare sapore
a una insipida — itoscani direbbero: sciocca
— purea di parole. (Di qui la deliberata scelta
di un articolo rigorosamente a citazionizero).
©RIPRODUZIONERISERVATA

L’immagine
Alfredo Jaar (Santiago
del Cile, 1956), M’illumino
d’immenso
(2009, neon),
courtesy dell’artista/
galleria Lia Rumma, Napoli/
Milano: i versi sono quelli
di Mattina, poesia di
Giuseppe Ungaretti (1888-
1970) scritta sul Carso
il 26 gennaio 1917


Addiosaggezzainpillole


Oggi Yoda vale Gandhi


EvoluzioniNellastagionediTwitteredeisocialmediaètramontatalaforzadiunascritturachecondensavapensiero


filosoficooprecettimorali:ormaièl’attodelcitarechedàsensoallacitazione.Eccolasapienza«prêt-à-porter»


ANDREWHUI


ATheoryoftheAphorism.
FromConfuciustoTwitter
PRINCETON UNIVERSITY
PRESS
Pagine 276, $ 29,95 e £ 24

Bibliografia
Della bibliografia italiana sul
tema vanno citati almeno
Teoriaestoriadell’aforisma , a
cura di Gino Ruozzi (Bruno
Mondadori, 2004) e La
brevitàfelice a cura di Mario
AndreaRigoni (Marsilio,
2007). Inoltre: Lalingua
scorciata a cura di Gianfranco
Folena (Liviana, 1988); Testi
brevi , a cura di Maurizio
Dardano e altri (Aracne,
2009) e Testibrevi.Teoriae
praticadellatestualitànell’era
multimediale a cura di
Gudrun Held e Sabine
Schwarze (Peter Lang,
2011).Attivo su questitemi
è il sito scritturebrevi.it

i


BoboRondelli,cantautore,artistamaudit,
attorecontrovoglia,oraanchescrittore:in
Cos’haidaguardare (Mondadori,pp.180,
e 18)raccontalasua(incasinata)vita.
Veniamoasaperecheeratrasgressivofinda

piccolo.Inunachiesa(consacrata)livornese
conlasuachitarracantaval’album Their
SatanicMajestiesRequest deiRollingStones
ovverounincontroconSatana.MadonPino
nonconosceval’inglese.

{


Risatealbuio
diFrancescoCevasco

Ildiavoloinchiesa
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