Corriere della Sera La Lettura - 18.08.2019

(Tuis.) #1

44 LALETTURA CORRIEREDELLASERA DOMENICA18AGOSTO2 019


MaschereTeatro


Idue


Faust


di FRANCOCORDELLI


D


urante un interrogatorio che di poco precede
la sua morte, Christopher Marlowecosì ri-
sponde a tre ben precise domande. Laregina
è vergine? «No». Dio è in cielo? «No». Siete
mai stato a lettocon una donna? «No». Tre
rispostesecche senza paura alcuna. Come prossimoa
Walter Raleigh, che poi fu giustiziato, Marlowerischiava
la stessa fine. Non arretrò, avevaventinoveanni.
In modo tutt’altro chereticente —con un simile pro-
tagonista sarebbe parso improprio nel raccontare la sua
morte — fu Anthony Burgess: grande scrittore e, tra l’al-
tro,collaboratoredel «Corriere», scomparso nel 1993.
Lo raccontò in Un cadavere a Deptford , uscito nell’anno
della morte, avvenuta esattamente quattro secoli dopo
la morte del suo personaggio. In una tavernacon altri tre
individui, Nicholas Skeres eRobertPoley, che lo circon-
davano,eIngram Frizer, sivenne prestoallaresa dei
conti. I tretemevano che prima o poi, sottotortura, Mar-
loweavrebbe fatto i loro nomi.
Avevano assistito all’interrogatorio e lo accusarono di
insolenza.Poi lotennerofermo mentre Frizer brandì un
lungo pugnale. Così Burgess: «La mente di Kit sembrava
superiore a tutto, e osservava, notavacon attenzione. La
paura peròpossedevatuttoilsuocorpo. La punta del
pugnale era ormai troppo vicina agli occhi, perché po-
tessevederla. Frizer inveì in modo orribile: “Lurido so-
domita. Lurido seduttoreche inculi uominieragazzi.
Disgustoso bastardo senza Dio, beffardoeimpudente.
Ah,romperò l’uovo”». Si può aggiungere che Marlowe
era accusato di spionaggio in Francia per laregina e, di
fatto (con l’intero suo essere,con la sua vita),contro la
regina e ilRegno.
Sottolineo questacontraddizione poiché essa è, cre-
do, il fulcro della sua poesia e della sua grandezza. Ne
faccio menzione per una inconsueta doppietta estiva. In
scena, non solo un’opera difficile, se non ostica,come Il
DottorFaustus
, ma in scena duevolte. La prima, Faust-
buch
, messa in scena (giàcarica di onori) al Kilowatt Fe-
stival di Sansepolcro, diretta da EnricoCasaleconil
gruppo di La Spezia Gli Scarti; la seconda, DoctorFau-
stus
,nella traduzione diRodolfoWilcock, diretta da
Carlo Emilio Lerici e prodotta dalTeatro Belli diRoma
(spettacolo intournéeapartiredal suggestivoteatro
greco-romano diPortigliola, nella Calabria ionica, e di-
rettoverso Tindari, Segesta,RomagnaeUmbria, dove
oggi — domenica 18 — a Calvi dell’Umbria, in provincia
diTerni,conclude lerepli-
che).


Pertornareallacon-
traddizione. Quandolessi
per la primavolta la trage-
dia,ola farsa tragicadi
Marlowe,nel monologo
iniziale interza persona di
Faust,fuicolpitoda un
verso che nonhomai di-
menticato.Auncerto
puntoegli dice: «Il fine
dell’arte è la salute delcor-
po». Quella parola, arte, in inglese è physicke : non risol-
vevail mio stupore. Eppurela magnifica traduzione di
Nemi D’Agostino, pubblicata da Guanda nel 1980, erafe-
dele alverso precedente, un’altra traduzione (come più
volte neltesto) dal latino: « Summum bonum medicinæ
sanitas
». Arte stavadunque per arte medica,come Wil-
cock precisa nella suaversione? Nonera peròuntrui-
smo, un’ovvietà, rispetto a ciò che viene dichiarato esse-
reil suo fine? Ai miei occhi apparivariduttiva del senso
esplosivo che avevo supposto se arte avesse significato
realmente arte. Arte, un prodottodello spirito,come ri-
medio ai mali delcorpo. Solo oggi hoforse trovato una
spiegazione riprendendo in mano un classico: Sette tipi
di ambiguità
di William Empson.
La citazione è lunga ma pregnante: «Il ritmo,contra-
stando i possibili ritmi prosasticicoi ritmi metrici a essi
sovrapposti, permette dicombinarein un unico ordine
tuttauna gamma di osservazioni. Il suo effettodiretto
sembra quasi fisiologico: una battuta ritmica più rapida
del polso risultacontrollabile, esilarante,enon esige
unaconsonanza intima; una battuta ritmica quasi sin-
cronacon il polso risulta sincera ed esige intimaconso-
nanza; mentre una battuta ritmica più lenta del polso,
come unacampana a morto, risulta sinistra e incontrol-
labile. Ma anche se quel che si percepisceè un ritmo in-
vecedi qualcosa di piùcomplesso checomprende an-
che il significato, tuttavia è proprio il significato che de-
veindicare a che passo bisogna leggere ilverso». E poco
dopo: «Quando Marlowerealizza i suoi trionfi di sem-
plicità ed esibisceil suo gustodel ritmo, si tratta spesso
di individuare i sottintesi di una frase e di usarli in modi
diversi».
Ecco, dunque, la parola chiave: semplicità; e la sua ap-
pendice:isottintesi di unafrase. Neltesto, moltopiù
avanti, nella scena XVIII,Faust in modo chiaro di fronte
a tutti i suoicolleghi ammette: «Ah, signori, ho dato la
mia anima per la mia arte» ecos’è qui la parola arte? Co-
sa traduce?Traduce«my cunning», la miabravura,la


Il messicano Jorge Ibargüengoitia (1928-83)
ha una penna leggeracome una piuma e
affilatacome un rasoio. Incide lacarne livida
delleossessioni e delle meschinità umane
(con una predilezione per le alterazioni

cancerose del potere) ma provocando, prima
dello sdegno, il sorriso.Etica e humour
s’intrecciano anche nell’avvincente poliziesco
Duedelitti (traduzione di Angelo Morino, La
nuova frontiera, pp. 202, e 15,50), del 1979.

{


Unrasoiomessicano

Maniinalto
diRobertoIasoni

Perunainconsuetacoincidenzaestiva,l’operadifficile—senonostica—


diChristopherMarloweèandatainscenapropostadaduecompagnie:


il«Faustbuch»alKilowattFestivaldiSansepolcro,direttodaEnricoCasale,


eil«DoctorFaustus»,perlaregiadiCarloEmilioLerici,intournéedalla


Calabriaall’Umbria.Lodedunqueaigruppichel’hannoproposta


mia eccellenza. Nulla di definito: ma non già scienza, sa-
pere medico. Cunning è davveroarte: se poi egli sia un
«ottimo» artista (sono statorimproveratodi usare con
larghezza questo aggettivo nell’articolo da San Miniato)
o un «grande» artista è altra questione.

Per noi, oggi,ottimi artisti (registi)cene sono tanti,
grandicenesonopochi, anziquasipiù nessuno.In
quanto a lui, aFaust, le sue esigenze, nel patto con il Dia-
volo, sono dopotutto correnti, per non direcorrive, o ad-
diritturaconfuse. Marlowe, che, ripeto, morì aventino-
veanni, andava dicorsa e nell’evidente splendore di tan-
tesceneedell’impiantoconcettuale nel suo insieme
(non per nulla il DoctorFaustus nella manualistica vie-
ne postocome spartiacque tra mondo classicoe mondo
rinascimentale,tra mondosacroemondopagano)si
scorgonoapprossimazionievicendequasilasciatein
sospeso, laggiù, in un (comico,contraddittorio) empi-
reo infernale. Ma per me è ormai chiaro (è dimostrato)
che la sua storia è tutta allegorica — di unavolontà di

potenza. Egli dice a Mefistofele che vuolevedere tutto,
vuole tutto, che tuttosia in lui: ecos’è questa se non la
volontà di un progetto di allegoria, se non la dichiara-
zione di un artista, anzi di un poeta? Angeli o demoni, il
Papa o AlessandroMagno, il servoWagner e la bella Ele-
na, tuttopuòconvivereperché altro non è che una riso-
luzione fantastica.

Lode dunque ai duegruppi che hanno riproposto
Marlowe. In Faustbuch , il nucleoconcettuale, l’idea di
regia, ruota intorno alla presenza in scena di due attori
disabili. Piùomeno:creaturedeformicomenoi non
possono essere altro che il segno del Maligno (gli eroici
attoritendono, nel loro spettacolo, a ridurre la portata
tragica deltesto, modernizzandolo:Faust vuole diventa-
reuna star, uncantante di successo. Quegli attori sono,
innanzi agli altri, Andrea Burgalassi e Michael Decillis; e
poi Enrico Casale nella partedi «Fausto» e Ivano Cella-
ro).
DoctorFaustus è un tradizionale spettacolo estivo. La
scena è una grande bibliotecasemicircolare,come nelle
due edizionirecenti de La tempesta , diRobertoAndò e
LucaDe Fusco. Edoardo Siravo è unFaust iper-espressi-
vo, fieroe di tutto bramoso dapprima, impaurito e quasi
vile di fronteall’approssimarsi dell’ora fatale.Antonio
Salinesèun Mefistofele perfino«mefistofelico» nella
sua necessariaipocrisia,unMefistofele timido,umile,
tremante. Tra gli altri ricordo FrancescaBianco come
coroe angelo buono, e AnnaPaolaVe llacciocome ma-
damaWagner: delicate o sfrontate quanto ai loro perso-
naggiconviene. Laregia di Lerici si tiene dall’inizio su
unregistro di farsa, senza entrare nel vivo di una trage-
dia per sua natura, dico neltesto, sfuggente.
©RIPRODUZIONERISERVATA

Leimmagini
Inaltoasinistra:Enrico
Casaleinunascenadi
Faustbuch ,spettacolodicui
èancheregista.Ilprogetto
portaarealizzazioneun
percorsoteatralecon
personedisabili,eha
ricevutolasegnalazione
specialealrecentePremio
Scenario.Adestra:Edoardo
Siravoin DoctorFaustus ,
regiadiCarloEmilioLerici,
incuiinterpretailruolodel
titolo,affiancatodal
MefistofelediAntonio
Salines.Lospettacolo
concludelatournéeestiva
inpiazzaMazziniaCalvi
dell’Umbria(Terni).Verrà
ripresoinautunnoal
TeatroBellidiRoma
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