Corriere della Sera La Lettura - 18.08.2019

(Tuis.) #1

DOMENICA18AGOSTO2 019 CORRIEREDELLASERA LALETTURA 45


di EMILIACOSTANTINI

«I


o muoio Orazio... ilresto è
silenzio»: le ultime parole
di Amleto al fidato Orazio.
Ma il monologo di cui è
protagonista Alessio Boni
si intitola Tutto ilresto è silenzio. Spiega
l’attore: «Ho aggiunto“tutto”, che ri-
guarda la miaformazioneteatrale.
Quando frequentavol’Accademia d’arte
drammaticaSilvio d’Amico diRoma, per
due anni ho studiato l’ Amleto con Orazio
Costa e ilterzo anno facemmo il saggio
di finecorso propriocon quest’opera, al
TeatroGrecodiTaormina. Con Costa
non si trattava semplicemente di affron-
tareun’opera,forse la più famosa di
Shakespeare, ma “tutto” quello chec’era
intorno altesto e non solo. Lui è stato un
faro per me e il suo era anche un inse-
gnamento di vita. Ricordo una frase che
amavaripetereanoi allievi “apprendi-
sti”: lacosa più importante è essere pri-
ma di tuttopersone, uominiodonne,
perché se sei solo un attore non hai una
grande fucina cui attingeresentimenti
per i personaggi che dovrai interpretare.
Era necessario esercitarsi neiconfronti
della vita, sapercontrollarelapropria
natura, le emozioni, lereazioni umane,
per diventarenon uno di successo, ma
una persona divalore. Ecco,dunque,
che in questo “tutto” io metto ciò che ho
vissuto, insieme ai mieicompagni di al-
lora, in quegli anni di preparazione al
palcoscenico e alla vita».
Lo spettacolo debutta il 24 agosto alle
21 in Piazza Innocenzo III, alFestival del
Teatromedievaleerinascimentale di
Anagni (Frosinone). Boni è affiancato in
scena dal chitarrista classicoEugenio
Della Chiara che, eseguendo musiche
antiche dal vivo, duettacon l’attore evo-
cando un’atmosfera elisabettiana. «Ol-
tre a interpretare il personaggio di Am-
leto—continua il protagonista —, ho
scelto di darvoceanche ad altre figure-
chiave deltesto, di cuiconosco a memo-
ria le battute. Tra queste, Ofelia: addolci-
sco un po’ iltono,rendendolo piùfem-
minile, e riprendo il brano dovelei dia-
logacon il padrePolonio, parlando della
follia del suo amato. La mia intenzione è

boratore per portare atermine i nume-
rosi progetti. Non sarebbe l’unico: tanti
altri autori-attori eccellenti, per esem-
pio Molière, usufruivano di tali servigi.
Ma non credo che sapremo mai,com-
piutamente, laveritàvera su questa sto-
ria».

Nel frattempo Bonièimpegnatoan-
che su altri fronti: è tra i protagonisti del
film Calibro 9 con laregia diToni D’An-
gelo, sequel di MilanoCalibro 9 di Ferdi-
nando Di Leo; e della seconda stagione
della serie tv La strada di casa diretta da
Riccardo Donna, prodotta da Rai Fiction
e CasanovaMultimedia in onda su Rai 1 a
settembre: «Nel film impersono un
commissario che segue uncaso spinoso
sulla malavitacalabrese. Nella fiction so-
no uncapofamiglia che deverisolvere
un mistero molto particolare».
Teatro, cinema, tv: in quale dei tre lin-
guaggi si sente piùrealizzato? «Ateatro,
nonc’è dubbio. In palcoscenico mi sen-
to molto bene, ilcontattocon il pubblico
dal vivoèunaterapia di gruppo che si
celebra ogni seraaognireplica, uno
scambiodienergie, che prevede una
preparazioneforse più meticolosa, rigo-
rosa. Tuttavia—continua l’attore—
non sento di appartenere all’uno o all’al-
trolinguaggio: infondo, poi, si tratta
sempreesoltantodirecitare. La diffe-
renza, tra cinema etelevisione,consiste
neitempi e nei modi: durante le riprese
di un film, sicorre di meno e si ha più
tempo per riflettere sui dettagli; sui set
televisivi sicorreparecchio». Il grande
schermo, però,èincrisi... «Certo, per-
ché ormai,con l’offerta dellevarie piat-
taforme, la gentevede ciò che vuoleco-
modamente acasa, sul divano e in pigia-
ma. Ilteatroinvecenonèmai in crisi:
cuori pulsanti in palcoscenicoecuori
pulsanti in platea. Non so quale sarà
l’evoluzionetecnologicainfuturo—
conclude Boni—maposso garantire
che ilteatro, fra duecentoanni, ci sarà
ancora».
©RIPRODUZIONERISERVATA

Alessio Boni:


èarrivata l’ora,


faccio Amleto


MonologhiL’attore interpreta il principe di Danimarca, ma dà voce anche ad altri personaggi del capolavoro


di Shakespeare, al Festival del Teatro di Anagni. Poi parla di cinemaedella nuova stagione de «La strada di casa» in tv


caduto a me quando mi sono innamora-
todi Amleto: ogni attore sogna, un gior-
no, di impersonarlo».
Ad Alessio Boni, però, nella suacor-
posacarriera, nonèmaicapitato.Per-
ché? «Probabilmente, quando potevo
farlo, cioè quando avevo l’età giusta, non
mi sentivo all’altezza di affrontarlo, pro-
prio perché lo amavoelorispettavo
molto — sorride l’attore — poi passano
gli anni, fai altrecose, ti impegni in altri
progetti e diventa troppo tardi per incar-
nare il giovane principe di Danimarca...
sarebbe ridicolo. È per questo che ades-
so, a cinquant’anni passati, ho deciso di
offrire,con grande passione, un’essenza
dell’opera».
Si è mai interrogato sullavera, o pre-
sunta, identità deldrammaturgo ingle-
se? «Sì,conoscoetrovoaffascinante
l’annosa questione, e cioè che ilveroau-
toredelle opereshakespeariane am-
bientate in Italia sia inrealtàJohn Florio,
giovane poeta di origini siciliane. Se an-
chefossecosì non ci troverei nulla di
strano». In che senso? «I ghostwriter
esistevano pureaquell’epocaeforse il
Bardo, moltoimpegnatocome attoree
capocomico, si affidava a qualchecolla-

i


Ilprotagonista
Alessio Boni (sopra e a
destracon Eugenio Della
Chiara durante lo
spettacolo) è nato a Sarnico,
Bergamo, il 4 luglio 1966.
Inizia a lavorare a 14 anni
con il padrecome piastrel-
lista, poi presta servizio in
polizia e a 20 anni va in
California dove si mantiene
come cameriere e baby
sitter. Rientra e lavoracome
animatore nei villaggi
turistici. Nel 1990 debutta
come attore nel film Il mago
accanto a Anthony Quinn e
frequenta l’Accademia d’arte
drammatica, dove si diplo-
ma nel 1992con il saggio
tratto dall’ Amleto , diretto da
OrazioCosta. Ha lavorato
con LucaRonconi, Liliana
Cavani, Giorgio Strehler,
Carlo Lizzani, CristinaCo-
mencini econ Marco Tullio
Giordana ne La meglio gio-
ventù. Ha impersonato, tra
gli altri, Caravaggio eWalter
Chiari nelle fiction diRai 1

quella di sviscerare e di spiegare l’opera
al pubblico attraverso alcune scenefon-
damentali, ripercorrendo incerto modo
il tragittoconoscitivo che, da ragazzo, ho
compiuto sotto la direzione di Costa».

Amleto è uno deicapolavori delreper-
torio classico tra i piùconosciuti e rap-
presentati: esisteancora la necessità di
spiegarlo? «Assolutamente sì — ribatte
Boni — perchécome molti altricapola-
vori, dal Don Chisciotte all’ Arlecchino
servitoredidue padroni al Moby-Dick ,
tutti credono diconoscerli, perché ne
hanno tantosentitoparlare, ma non è
vero. Il “dubbio amletico”, per esempio,
è ormai diventato un modo di dire pro-
verbiale, ma se si chiede a una persona
di spiegarne il senso, difficilmente siot-
tiene una risposta ragionata. Ora, inten-
diamoci — aggiunge — nonvoglio ap-
parire uno che si mette incattedra a im-
partirelezioncine. Intendo semplice-
menteoffrire alla platea l’opportunità di
un approfondimento,rendendo gli
spettatori partecipi di un’analisi direi
maieutica deltesto. Propriocome è ac-

L’appuntamento
Il Festival delTeatro
Medievale e Rinascimentale
di Anagni 2019, XXVI
edizione, si svolge dal 23
agosto al 1° settembre ed è
dedicato quest’anno alla
memoria di Ennio
Fantastichini, scomparso il
1° dicembre scorso. Dieci
appuntamenti di danza,
musica,teatro e
contaminazionicon
protagonisti, tra gli altri,
Alessio Boni, GiorgioPasotti,
la Compagnia deiFolli,
Vittorio Viviani. Alcentro del
percorso di questa edizione
c’è William Shakespeare,
trattato in varie declinazioni.
La serata inaugurale, in
Piazza Cavour, è affidata al
concerto Journey through the
movie diretto da Antonio
D’Antò.Per il Cantiere
giovani, vetrina di
compagnie emergenti,
un’originale messinscena de
I duegentiluomini diVerona.
LoredanaParrella firma la
regia ecoreografia di
Juliette. Mentre un evento
speciale è Sex and the city
1300 : racconti erotici, in
forma di storytelling, tratti
dal Decameron di Boccaccio.
GiorgioPasotti chiude
il festival protagonista
del progetto DaShakespeare
a Pirandello

Il confine Usa-Messico è un luogo chiave. Un
muro divisorioavrebbe effetti non solo
politici, ma anche umani e culturali,come
sostengono anche gli architetti americani
RonaldRael e Virginia SanFratello. La loro

installazionetemporanea TheSeesaw (foto di
Rael-SanFratello),formata da altalene alla
frontiera tra ElPaso e Juárez, simboleggia
l’interdipendenza tra i due lati: ogniazione da
una parte haconseguenze dall’altra.

{


L’altalenadellerelazioni

Sullastrada
diDavideFrancioli
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