Fatou Ndoye e Hawka
Diallo, due amiche
senegalesi che vivono
in Spagna da 10 anni,
si preparano per
festeggiare una
ricorrenza senegalese
a casa della prima,
nella città di Moguer.
Diallo lavora nella
raccolta dei frutti
di bosco coltivati,
Ndoye e suo marito
in un magazzino
ortofrutticolo. La più
piccola dei due figli
della coppia, una
bambina di otto anni,
è nata in Spagna e
primeggia a scuola.Questo servizio è stato
realizzato da National
Geographic grazie
a una partnership
giornalistica con
il Programma delle
Nazioni Unite per
lo sviluppo (UNDP).Y
un mondo
in costante
movimentoYOUSSOUF SALUTA GLI ALTRI AFRICANI che
riconosce mentre cammina per le strade di
Lepe, nel Sud della Spagna, dove al momento
vive in un mattatoio abbandonato. Saluta i se-
negalesi, i nigeriani, quelli del Burkina Faso e
della Costa d’Avorio. Parla correntemente il
francese e ha imparato abbastanza bene lo spa-
gnolo, ma con i suoi conterranei maliani la con-
versazione si svolge in lingua bambara, che
impone convenevoli più elaborati: come stanno
i parenti? Bene, grazie. E la famiglia stretta?
Bene anche loro. E tua moglie? Sta bene.
Quando esce, Youssouf ama indossare un
cappello a tesa stretta e occhiali da sole. E ha
sempre abiti e scarpe puliti; l’acqua calda non
manca fra le stalle in cemento del mattatoio,
dove i cooperanti hanno allestito un rifugio di
fortuna per i migranti. Youssouf dà una mano
a tenere in ordine. Ci tiene a restare con i nuovi
arrivati e a tener loro compagnia negli spazi
comuni del rifugio, anche perché sa che vuol
dire mettere da parte le ambizioni e combattere
la vergogna ogni mattina, mentire al cellulare
con i propri cari lontani, anche se sei un bravo
figlio o marito o amico.