la Repubblica - 01.08.2019

(ff) #1
di Liana Milella

ROMA — La Lega stoppa la riforma
della giustizia del Guardasigilli Al-
fonso Bonafede. A mezzanotte pas-
sata – e dopo ore di trattative e scon-
tri in consiglio dei ministri tra lo stes-
so Bonafede e il ministro Giulia Bon-
giorno, alter ego di Salvini sulla giu-
stizia – il Carroccio concede il via li-
bera solo a due capitoli del testo gril-
lino, il nuovo sistema elettorale del
Csm, giudicato “incostituzionale”
dalle toghe, e le nuove regole sul
processo civile sponsorizzate dal
premier Giuseppe Conte. Ma l’osso
duro del ddl – il processo penale via-
tico alla futura prescrizione – passa-
no con la formula “salvo intese” che
di fatto equivale a una bocciatura.
Dice Bonafede: “Stasera ho sentito
tanti no. Da parte mia c’è l’assoluta
disponibilità a modifiche. Ci siamo
aggiornati ai prossimi giorni”. Ma le
fonti leghiste danno un’altra versio-
ne: “C’è distanza sulla riforma. La Le-
ga è per lo stato di diritto, per tempi
certi della giustizia. L’Italia è un pae-
se democratico, e Lega vuole garan-
zie per gli italiani. Servono manager
nei tribunali che garantiscano il ri-
spetto dei tempi, servono nuove re-
gole sulle intercettazioni, la separa-
zione delle carriere”. E ancora: “La
Lega non vuole i cittadini ostaggio a
vita della giustizia e non accetta ri-
forme di facciata”.
È una bocciatura in piena regola.
In cui manca un dettaglio, di cui par-
la subito lo stesso Bonafede: “Non
vorrei che ci fosse il tema della pre-
scrizione come nodo che non viene
portato al tavolo”. La bestia nera per
la Lega resta proprio e sempre la pre-
scrizione. Quello stop dopo il primo
grado ottenuto da Bonafede sei me-
si fa con la legge Spazzacorrotti.
Non andava, e tuttora non va giù a
Salvini e Bongiorno, che già aveva-
no obbligato Bonafede a far slittare
l’entrata in vigore della nuova pre-
scrizione a gennaio 2020 in attesa di

approvare il processo penale che
adesso viene bloccato. Con l’obietti-
vo di fermare anche la prescrizione.
Che in realtà solo una nuova legge
può mandare in archivio. Ma non ba-
sta, perché il Carroccio, stressato
dalle indagini in corso su Moscopoli
e su Siri, si batte per una decisa stret-
ta sulle intercettazioni su cui, all’op-
posto, M5S fa muro. Tutto il resto, la
durata dei processi e la separazione
delle carriere, è di contorno.
Per questo Salvini e Bongiorno
hanno duramente litigato con Di Ma-
io e Bonafede, mentre Conte media-
va vantando il merito del nuovo pro-
cesso civile di Bonafede, secondo
lui più rapido e meno costoso, “l’uni-
ca cosa che veramente interessa ai
cittadini” diceva da esperto avvoca-
to civilista. Ma dopo due lunghe in-
terruzioni, i leghisti continuavano a
parlare di “trattativa in stallo”. “Vo-
gliono un processo penale brevissi-
mo e impossibile” replicavano gli uo-
mini di Bonafede. E Salvini invitava
alla prudenza e al rinvio: “Prendia-
moci altro tempo perché sulla giusti-
zia bisogna fare le cose per bene. Ci
stiamo battendo per la certezza del-
la pena, per tempi più brevi dei pro-
cessi e per dare garanzia agli inno-
centi, che non possono essere sotto
inchiesta a vita”. Una conferma che
il tasto dolente è la prescrizione.
Comincia male e finisce peggio la
battaglia sulla giustizia tra gli alleati
di governo. Uno scontro durissimo
in mattinata, poi Salvini e Di Maio si
vedono a palazzo Chigi con Conte,
parlano con Bonafede. La mediazio-
ne non arriva. Salvini si apparta con
Bongiorno. Ma ai grillini bruciano le
parole pronunciate poche ore pri-
ma da Salvini dopo un summit al Vi-
minale con Bongiorno, Molteni, Mor-
rone. Via Fb parte l’affondo contro
Bonafede. La sua non è una riforma,
ma un “riformina”, peggio “è ac-
qua”. Giusto mentre Di Maio parla di
riforma “epocale che sarebbe un gra-
ve danno bloccare”. Proprio quello
che avviene 12 ore dopo.

Giustizia, stop alla riforma


la lite è sulla prescrizione


La Lega rimette in discussione il blocco dopo il primo grado, braccio di ferro sul testo con i 5S. Lungo Cdm


che poi si rifugia nella solita formula “salvo intese”. Salvini: “Il testo di Bonafede è acqua, prendiamoci tempo”


L’ex sottosegretario leghista


Siri, stavolta l’indagine è per autoriciclaggio


Inchiesta a Milano


per i mutui rivelati


dall’Espresso: sigilli


al pc del senatore


di Sandro De Riccardis

MILANO - Dopo l’iscrizione per corru-
zione nell’inchiesta della procura di
Roma, il senatore ed ex sottosegreta-
rio leghista, Armando Siri, è ora in-
dagato dai pm di Milano, Gaetano
Ruta e Sergio Spadaro, per autorici-
claggio. L’inchiesta riguarda i due
mutui anomali, per oltre un milione
e 300mila euro, avuti dalla Banca
agricola commerciale di San Mari-
no. Il primo da 750mila euro, ottenu-

to a ottobre da Siri a condizioni parti-
colarmente favorevoli, e usato per
l’acquisto di una palazzina a Bresso,
nell’hinterland di Milano, da parte
della figlia, effettiva acquirente
dell’immobile. L’operazione presen-
terebbe varie anomalie e irregolari-
tà: un prestito senza ipoteca, con un
tasso fisso del 2,12% e con il benefi-
cio del preammortamento, che per-
mette il pagamento nei primi anni
dei soli interessi. Un finanziamento
superiore di 110mila euro al valore
della palazzina. Il secondo mutuo so-
spetto riguarda invece i 600mila eu-
ro ottenuti, lo scorso aprile, dalla Tf
Holding. Un finanziamento che, co-
me ha rilevato l’Espresso, è indiretta-
mente riferibile allo stesso Siri. So-
cio e amministratore della srl è infat-
ti Fiore Turchiarulo, in passato can-

didato per il partito di Siri “Italia
Nuova”. Ma soprattutto, la società
sarebbe stata presentata alla banca
da Marco Luca Perini, capo della se-
greteria del parlamentare leghista,
ma anche acquirente di una mansar-
da nell’edificio di Bresso acquistato
a gennaio. Una vendita gestita dall’a-
genzia immobiliare del padre, Poli-
carpo Perini. Ora anche Luca Perini
è indagato insieme al senatore. A
unire Siri e Turchiarulo, inoltre, an-
che il bar nella stazione della metro-
politana di Rogoredo. Di proprietà
di Turchiarulo, fu acquistato nel
2007 da una società gestita da Siri.
Che respinge ogni accusa tramite il
suo legale, Fabio Pinelli.
Dopo le perquisizioni e i sequestri
da parte del Nucleo di polizia econo-
mico finanziaria della Guardia di Fi-

nanza di Milano, i pm hanno inviato
al Senato una richiesta di autorizza-
zione al sequestro di un pc trovato
negli uffici di Perini, ma che il capo
segreteria ha detto essere di Siri.
E ieri la giunta per le autorizzazio-
ni della Camera ha dato il via libera
alla richiesta di domiciliari per il de-
putato di Forza Italia Diego Sozzani,
coinvolto nell’inchiesta dei pm mila-
nesi Silvia Bonardi, Luigi Furno e
Adriano Scudieri, in cui il politico è
indagato per corruzione e finanzia-
mento illecito. A favore hanno vota-
to insieme Cinque Stelle e Pd. Una
settimana fa, il Pd aveva invece vota-
to contro l’uso delle telefonate inter-
cettate al politico. «Una violazione
delle prerogative parlamentari»
spiega oggi il deputato Pd Sergio Ba-
zoli.

Processi brevi
Quelli penali non
potranno durare più
di 6 anni. Perché la
nuova prescrizione, dal 2020
bloccata dopo il primo grado,
richiede un processo che non
sia infinito

Meritocrazia
Contro lo strapotere
delle correnti dei
giudici arrivano
paletti rigidi per le nomine del
Csm. Dovrà essere rispettato
l’ordine temporale e gli
effettivi meriti dei candidati

Tagliola disciplinare
Non oltre 6 mesi di
proroga, per la
chiusura delle
indagini preliminari e per il
deposito degli atti alle parti. Il
pm che non rispetta i tempi
rischia l’inchiesta disciplinare

Elezioni Csm
I 20 togati del nuovo
Csm saranno eletti
così: prima sorteggio
tra le 9.500 toghe, poi un
voto sui sorteggiati. I 10 laici
non potranno più venire dal
Parlamento o dal governo

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I punti
Nel testo
di Bonafede

kIl senatore
Armando Siri, 47 anni, già
indagato a Roma per
corruzione nell’ambito di
un’inchiesta transitata anche
per Palermo per i contatti
con Arata e Nicastri

kPalazzo Chigi prepara la sala
Preparativi ieri sera a Palazzo Chigi per la conferenza stampa
post Cdm, che però è saltata causa il protrarsi della riunione

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pagina. (^10) Politica Giovedì, 1 agosto 2019

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