la Repubblica - 01.08.2019

(ff) #1
di Paolo Griseri

Torino — Viva l’America. I dati del
secondo trimestre confermano che
dal punto di vista finanziario oggi
Fca è soprattutto Nafta, l’ampia
area commerciale del Nordamerica
che sembra premiare Chrysler più
delle altre due sorelle di Detroit.
Una tendenza che si vedeva già nei
mesi scorsi ma che con i risultati re-
si noti ieri diventa clamorosa: il ri-
sultato operativo rettificato (Ebit
adjusted) dell’area Nafta (1, 565 mi-
liardi di euro) è addirittura superio-
re a quello dell’intero gruppo, (1,
miliardi). Come dire che senza i ri-
sultati delle altre aree geografiche,
Fca guadagnerebbe di più. La Borsa
non guarda certo a questi particola-
ri e premia con il rialzo (il titolo arri-
va a guadagnare il 5% prima di chiu-
dere a + 2,89%) l’utile netto generale
del gruppo che passa dai 694 milio-
ni del secondo trimestre del 2018 ai
793 di quest’anno, in miglioramen-
to del 14%. Un incremento inatteso
anche perché il mercato Usa aveva
cominciato a mostrare segni di ral-
lentamento. Fca è però riuscita, ol-
treatlantico, ad aumentare i guada-
gni pur riducendo le vendite (che in
America sono scese del 12%). L’ad

Mike Manley dunque ha fatto il mi-
racolo. C’è riuscito convincendo i
concessionari americani a liberarsi
dello stock e migliorando i margini
delle auto vendute. Anche grazie al
successo dei pickup Ram e a nuovi
modelli come la Jeep Gladiator.
Gli altri mercati, soprattutto l’Eu-
ropa, sembrano un altro mondo.
Nel Vecchio continente il secondo
trimestre 2018 aveva fatto registra-
re un Ebit rettificato di 188 milioni.

Non molto, rispetto all’America, ma
incoraggiante. Quest’anno però l’E-
bit rettificato è stato di soli 22 milio-
ni. Le cose vanno meglio in America
Latina (110 milioni) e in Asia dove il
gruppo riduce le perdite. È eviden-
te insomma che la grande malata è
l’Europa e che qui bisogna interve-
nire perché non si può sempre fare
affidamento sul solo mercato ameri-
cano. Nella conferenza con gli anali-
sti Manley spiega che da qui a fine

anno non sono previsti lanci di nuo-
vi modelli in Europa ma che le novi-
tà arriveranno a partire dalla prima
metà del 2020. Per ora, dice, «in Eu-
ropa continuiamo a fronteggiare
molte difficoltà ma stiamo metten-
do in campo azioni rigorose». Una
di queste è la strada delle dimissio-
ni incentivate che nel polo torinese
ha già ridotto gli organici di 500 per-
sone. Ma la via maestra è certamen-
te quella dei nuovi modelli. Sono in
calendario la 500 elettrica a Mirafio-
ri, 10 nuovi modelli con il marchio
Maserati (prodotti tra Torino, Mode-
na e Cassino), la nascita di versioni
elettriche e ibride di modelli di suc-
cesso come la Panda e la Renegade.
In tutto, investimenti in Italia per 5
miliardi che cominciano a vedersi
anche sul piano finanziario: Fca ha
chiuso il secondo trimestre con una
cassa attiva per 754 milioni, la metà
esatta degli 1,5 miliardi del giugno



  1. Ma nel secondo trimestre gli
    investimenti per le attività indu-
    striali del gruppo sono quasi rad-
    doppiati passando da 1,1 a 1,9 miliar-
    di. Nei prossimi anni dovrebbero da-
    re i loro frutti. Poi, certo, se arriva la
    grande alleanza il futuro cambia di
    colpo. Ma, ha garantito Manley, «so-
    pravviviamo anche da soli».
    ©RIPRODUZIONE RISERVATA






Nord America
Il risultato
operativo
rettificato del
Nord America è
di 1.565 milioni
di euro, più del
dato dell’intero
gruppo, pari a
1.527 milioni

110


America Latina
Un risultato
positivo anche
in America
Latina

22


Europa
La debolezza
nel Vecchio
continente è
chiara. Nello
stesso periodo
del 2018 il dato
era positivo per
188 milioni





Asia
Su questo
mercato Fca
resta in perdita

I numeri


L’industria

Fca vince la scommessa in Usa


ma perde colpi in Europa


L’utile netto in sei mesi


a 793 milioni (+14%)


In Italia più uscite


incentivate e dal 2020


arrivano nuovi modelli


Manley: sopravviviamo


anche senza alleanze


kMike Manley
Nato in
Inghilterra nel
1964, dal luglio
2018 è ad di Fca

. Giovedì, 1 agosto 2019 Economia pagina^19

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