la Repubblica - 01.08.2019

(ff) #1
di Andrea Greco

MILANO — Intesa Sanpaolo incamera
altri 1,216 miliardi di utile netto tra
aprile e giugno e porta a 2,26 miliardi
il bottino di metà esercizio. Un viati-
co «notevole, perché conseguito in
un contesto sfidante», dice l’ad Carlo
Messina. E che permette di confer-
mare gli obiettivi 2019: migliorare i
profitti 2018 (4,05 miliardi) e distri-
buirne l’80% agli azionisti in cedole.
Uno scenario di mercati compresso
— con tassi sottozero e investitori ti-
midi a rientrare sulle Borse — ha fre-
nato sia gli interessi netti (-4,2%, ma
la voce risente della passata cessione
di Npl a Intrum) che le commissioni
(-1,3%). Sono altre due voci a sostene-
re il secondo trimestre: utili da tra-
ding saliti da 448 a 633 milioni da 12
mesi fa, dovuti in buona parte alle
«attività di trading e tesoreria che sa-
le a 426 milioni» (dai 261 milioni del

secondo trimestre 2018), si presume
su titoli di Stato; e un costo del ri-
schio ancora basso, che ha prodotto
rettifiche per 554 milioni su 394 mi-
liardi di crediti (694 milioni un anno
prima). «Per risultato netto — ha ag-
giunto Messina — è il miglior primo
semestre dal 2008, abbiamo avuto
una forte accelerazione dei proventi
operativi e del risultato della gestio-
ne operativa». L’azione, dopo acqui-
sti iniziali, ha stazionato (-0,28%).
Sempre nel cda di ieri la banca italia-
na ha preso due «nuove iniziative
per accelerare l’esecuzione del pia-
no d’impresa». La prima è l’accordo
strategico con Prelios, che comprerà
da Intesa Sanpaolo 3 miliardi di euro
di crediti dubbi (tipo Utp) erogati «al
segmento corporate e Pmi», pagan-
doli circa 2 miliardi, il 66% del valore
nominale. Tale percentuale si spec-
chia con il 33% medio a cui la banca
copre i suoi 14 miliardi di Utp, così
non patirà minusvalenze. In aggiun-

ta Prelios gestirà per 10 anni un porta-
foglio iniziale di 6,7 miliardi di Utp
lordi di Intesa, «a condizioni di mer-
cato e con struttura commissionale
costituita in larga prevalenza da una
componente variabile volta anche a
massimizzare i rientri in bonis».
Con Sisal, invece, la banca ha varato
la «prima rete italiana con modello
di banca di prossimità», a cura di una
nuova società partecipata al 70% da
Sisal e al 30% da Banca 5 (la banca di
prossimità del gruppo). La nuova re-
te, operativa a inizio 2020, integrerà
servizi e prodotti di Banca 5 e Sisal-
pay offerti «in oltre 50 mila esercizi
in Italia nei quali transitano quotidia-
namente 45 milioni di cittadini». I
clienti potranno prelevare fino a 150
euro al giorno, effettuare incassi con-
venzionati e avvisi di pagamento, pa-
gare bollettini, tributi e servizi, fare
ricariche, acquistare biglietti e abbo-
namenti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

dalla nostra inviata
Anna Lombardi

NEW YORK — Indietro tutta. La Fede-
ral Reserve, responsabile della stabi-
lità monetaria e finanziaria degli Sta-
ti Uniti, taglia di 0,25 punti i tassi
d’interesse, portandoli al 2-2,25 per
cento, dal 2,25-2,50. Ma a Trump
non basta e poco dopo la decisione
attacca Powell: «Come al solito ci ha
deluso, doveva aggredire i tassi».
Una scelta prudente, quella an-
nunciata dal governatore Jerome
Powell, 66 anni, nel corso della con-
ferenza stampa tenuta ieri pomerig-
gio, al termine della riunione del Fe-
deral Open Market Committee. «Ab-
biamo preso questa decisione alla lu-
ce delle implicazioni degli sviluppi
globali sull’outlook», dice alluden-
do alle previsioni a medio e lungo
termine. Ammettendo, però, fin dal-
le prime battute: «Il mercato del la-
voro è solido, l’attività economica
continua a crescere, l’inflazione re-
sta sotto l’obiettivo del 2 per cento».
A determinare il cambio rotta, im-
pensabile fino a dicembre scorso
quando ancora si parlava di possibi-
li rialzi nel 2019, sono dunque «i ri-
schi di una crescita globale debole e
l’incertezza della politica commer-
ciale». In pratica, la paura che le co-
se possano cominciare a declinare.

Ecco perché s’inverte, per la pri-
ma volta, una direzione seguita per
10 anni, dalla crisi finanziaria del
2008, fino allo scorso dicembre


  1. «È un’assicurazione: in questo
    modo intendiamo contribuire a
    compensare gli effetti di certi fatto-
    ri sulla nostra economia e promuo-
    vere un ritorno più rapido dell’infla-
    zione all’obiettivo del 2 per cento».
    Peccato non tutti siano d’accordo.
    La decisione non è unanime. Esther
    George, presidente della Fed di Kan-
    sas City e Eric Rosengren, capo del
    braccio di Boston hanno votato con-
    tro.
    Ma Powell non aveva altra scelta.
    Pressato da Donald Trump, che da
    tempo premeva per il taglio miran-
    do a un rilancio economico a ridos-
    so delle elezioni 2020, il governato-
    re aveva già scoperto le sue carte lo


scorso 10 Luglio. Quando, a dispetto
delle performance positive del pri-
mo semestre 2019, davanti alla com-
missioni Finanza della Camera ave-
va sentenziato: «Sull’economia ame-
ricana tirano venti contrari». In real-
tà The Donald avrebbe voluto di più
e lo ha detto chiaramente: «Il merca-
to voleva sentire da Powell che que-
sto sarebbe stato l’inizio di un lungo
e aggressivo ciclo di riduzione dei
tassi che avrebbe tenuto il passo
con la Cina, l’Ue e altri Paesi». Ma Po-
well non si è fatto intimidire: «Non
prendiamo mai in considerazione le
esigenze politiche».
Ma la verità è che i dati macroeco-
nomici, dal mercato del lavoro alla
crescita, passando per l’inflazione,
sono troppo positivi. E se pure nel se-
condo trimestre il Pil è lievemente
rallentato, tagliare oltre lo 0,25 per

cento avrebbe minato troppo la cre-
dibilità dell’ex sottosegretario del
Tesoro ai tempi di Bush padre, chia-
mato nel 2017 proprio da Trump a
prendere il posto di Janet Yellen alla
guida della Banca Centrale. Salvo,
poi, minacciarne più volte il licenzia-
mento. «Sulle prospettive economi-
che americane, restano incertezze
maggiori rispetto alle nostre attese»
insiste il presidente Fed. «Monitore-
remo attentamente la debole cresci-
ta mondiale», aggiunge. Lasciando,
di fatto, la porta aperta ad ulteriori
aggiustamenti. Negando, allo stesso
tempo, che questo sia «l’inizio di
una lunga serie di tagli». La scelta
poco coraggioso piace poco a Wall
Street, che prima vira in negativo.
Poi, dopo l’apertura a ulteriori tagli
futuri, riduce le perdite.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

T S


T


T


T


Dow Jones
-1,24% 26.861,

Spread Btp/Bund
-0,44% 198,

Brent
+0,71% 65,18$

190

240
230
220
210
200

28 lug 29 lug 30 lug 31 lug 1 ago

28 lug 29 lug 30 lug 31 lug 1 ago

28 lug 29 lug 30 lug 31 lug 1 ago

24,

26,
25,

27,
26,

25,

65,

66,

67,

64,
63,
62,

I mercati


S


ei troppo ricco e tieni i tuoi
soldi parcheggiati sul conto
corrente senza investirli? Meriti
di perderne un po’. La Svizzera,
da sempre all’avanguardia nella
caccia ai risparmi mondiali,
battezza l’arma finale contro i
clienti troppo prudenti: la tassa
sull’immobilismo finanziario.
Ubs ha annunciato che da
novembre chiunque avrà sul
conto più di 2 milioni di franchi
in contanti, dovrà pagare una
commissione annuale dello
0,75%.
Il motivo? I tassi sono sottozero e
lo rimarranno a lungo. I soldi
devono girare, magari puntando
sui sofisticati e costosissimi
strumenti finanziari proposti dai
banchieri svizzeri. Chi sta fermo,
dunque, non solo è perduto ma
perde pure del denaro. Pagando
la banca per tenere nei caveau i
suoi soldi. Chi consegna mille
euro a inizio anno se ne ritrova a
San Silvestro 992,5. La stessa
cifra che Ubs paga alla banca
centrale nazionale per lasciare in
deposito i suoi risparmi. Unica
eccezione: i poveri, nell’accezione
rossocrociata chi ha meno di due
milioni in banca. Loro, che
magari ne hanno “solo” 1.999.
e rischiano di finire sul lastrico,
sono esentati dal balzello.

di Ettore Livini

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Federal reserve

Powell taglia i tassi americani


Trump lo attacca: “Troppo poco”


2,5%

2,0%

1,5%

1,0%

0,5%

0%

2009

Eurolandia

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019

I tassi Fed e Bce a confronto


-2,25%

0%

Stati Uniti

Banca diffusa


La semestrale


Intesa Sanpaolo, balzo degli utili a 2,3 miliardi


kL’ad Carlo Messina


Il caso


Ubs tassa i ricchi


che non muovono


i loro capitali


Economia


Un quarto di punto


in meno, è il primo


ribasso dal 2008


Mercati delusi


50 mila


Accordo con Sisal
Varato l’accordo per creare
una banca di prossimità nei 50
mila esercizi diffusi in Italia

T +0,56%


ftse mib
21.398,19 +0,56%

ftse all share
23.322,57 -0,78%

euro/dollaro
1,

pagina. 18 Giovedì, 1 agosto 2019

Free download pdf