ALESSANDRO GIULI
■In mezzo al frastuono
sorto intorno alla moto ad ac-
qua della discordia, a quella
cavalcata sbirresca come pas-
seggero irregolare improvvi-
sata dal figlio di Matteo Salvi-
ni, c’è chi finalmente torna
ad azzeccarne una: Matteo
Renzi, che si sottrae al coro
stonato delle solite prefiche
moraliste, non fa sconti al pa-
dre ma chiede rispetto per il
ragazzo. «Lasciamo in pace il
figlio di Salvini. Suo padre ha
commesso un errore pazze-
sco: ha messo in difficoltà in
un colpo solo la Polizia, il fi-
glio e la reputazione del Vimi-
nale. Ha trasformato dei pro-
fessionisti della sicurezza in
baby-sitter e ha costretto
agenti della Polizia a fare
una pessima figura con la
stampa libera e democratica
di questo Paese. Ma quel ra-
gazzo è un minorenne che
ha diritto di vivere la sua vita
e non pagare per le idiozie
del padre», ha scritto l’ex pre-
mier, senza rinunciare ad af-
fondare il colpo politico ma
con un certo senso delle pro-
porzioni: «Dimostriamo ai
populisti che noi siamo civi-
li, che noi non educhiamo
all’odio, che noi semplice-
mente non siamo come lo-
ro».
STESSA VISIONE
È la stessa visione espressa
da un principe del garanti-
smo di sinistra come Piero
Sansonetti, il quale aveva su-
bito tuittato un sonoro altolà
contro i forsennati: «Ha 16
anni! È un ragazzino! Capi-
to? Non usate, per favore, il
figlio di Salvini per una lotta
politica. Nessuno - credo - è
più antisalviniano di me. Ma
che c’entra suo figlio? Com-
battetelo sull’immigrazione,
sulle rivoltelle facili, non sul-
le moto d’acqua!». Ecco, di-
ciamo che Renzi ha modella-
to il concetto in una forma
più strutturata, meno emoti-
va e più precisa.
Del resto, che l’idea della
scappatella marinara sul
mezzo della Polizia fosse per
lo meno bislacca, l’aveva am-
messo a caldo lo stesso mini-
stro dell’Interno assumendo-
sene la responsabilità e pro-
teggendo dal legittimo imba-
razzo i poliziotti intervenuti
a tutela dellaprivacydel mi-
norenne. Non è bastato, evi-
dentemente, per impedire la
canea ringhiosa e ululante
degli odiatori in servizio per-
manente. Ma il bullo di Ri-
gnano ha spezzato la catena
della pigra demonizzazione
e ha dato una lezione di stile
anche ai suoi compagni di
partito. Perché i democratici
sono stati i primi a insorgere,
individuando nell’infortunio
di Salvini il caso perfetto da
ingigantire a beneficio di tele-
camera e timeline social. Un
atteggiamento tanto sconta-
to quanto autolesionistico.
Per almeno due motivi.
Il primo è che il Pd conti-
nua a giocare di rimessa; con
attacchi di retroguardia tutti
concentrati sulle esternazio-
ni, sulle iniziative e sulle mo-
venze salviniane. Mai una
proposta che spiazzi, un’im-
boscata che non ti aspetti,
uno scarto dall’alveo d’una
comfort zoneormai logora e
angusta. La seconda ragione
è che l’italiano medio, di
fronte all’intemerata di Mila-
no Marittima, intuisce d’istin-
to la leggerezza e la valuta su-
bito per ciò che è: una cazza-
ta priva di conseguenze; fos-
sero questi i problemi
dell’Italia...
GIUDIZIO POPOLARE
Dietro l’uscita di Renzi,
nient’affatto assolutoria ep-
però spiazzante sì, c’è invece
una capacità di mettersi in
sintonia con il giudizio popo-
lare, con l’opinione maggiori-
taria fra la gente comune.
Una qualità analoga a quella
di Salvini, sebbene un po’ ac-
cartocciata su se stessa.
L’ex leader del Pd eviden-
zia per contrasto la soprag-
giunta incapacità della sini-
stra di valutare la sostenibili-
tà di un confronto pubblico
articolando un discorso che
non sia rancoroso o recrimi-
natorio. Con la stessa intelli-
genza pratica, nel pieno del
proprio fulgore, Renzi sorpre-
se il mondo dichiarando l’ob-
solescenza dell’antiberlusco-
nismo chiodato e ripromet-
tendosi di liberarci dal Cava-
liere per vie politiche anzi-
ché giudiziarie (non è anda-
ta esattamente così, ma pa-
zienza).
Oggi ci risiamo: la persona-
lizzazione degli attacchi, la
polarizzazione moralistica e
la delegittimazione culturale
tornano come la sola armatu-
ra ideologica di cui sembra
essere dotata una sinistra
sempre più ammaccata ma
ancora scioccamente supre-
matista. La sinistra che odia
Salvini per ciò che è, prima
ancora di esaminare ciò che
fa. E anche qui Renzi si con-
ferma il migliore dei peggio-
ri.
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SALVATORE DAMA
■L’idea di rilanciare Forza Italia
è durata lo spazio di qualche setti-
mana. Le liti interne hanno preso il
sopravvento e allora Silvio Berlu-
sconi ha ripreso in mano l’iniziati-
va, rispolverando un progetto già
annunciato in passato e poi tenuto
in naftalina: L’Altra Italia. Una nuo-
va creatura politica, spiega il Cava-
liere in una nota, che avrà il compi-
to di «restituire una casa ai modera-
ti», di frenare il declino azzurro e di
non essere subalterna alla Lega.
Berlusconi assicura che il rinno-
vamento di Forza Italia andrà avan-
ti. Però, di fatto, il tavolo odierno,
quello che avrebbe dovuto decide-
re sulle regole del congresso e delle
ipotetiche primarie, perde di signifi-
cato, ora che in ballo c’è una cosa
tutta nuova da realizzare.
Così facendo l’ex premier smina
anche il caso Toti. Il governatore
della Liguria, alla vigilia del vertice,
si era detto pronto a rimettere il suo
mandato di coordinatore, in man-
canza di un percorso chiaro di rin-
novamento. Ora è evidente che la
novità c’è, ma non riguarderà For-
za Italia.
«Credo sia giunto il momento di
chiamare a raccolta tutti i soggetti, i
singoli cittadini che fanno parte di
questaAltra Italia, le realtà organiz-
zate, le forze politiche, gli ammini-
stratori locali, le associazioni, le
realtà civiche che avvertono questo
vuoto. Non si tratta di fondare un
nuovo partito», scrive Berlusconi,
«ma di creare una federazione fra i
soggetti che pensano a un nuovo
centro moderato ma innovativo,
nettamente alternativo alla sinistra,
saldamente ancorato
alle idee e ai valori li-
berali e cristiani, alla
tradizione democrati-
ca e garantista della ci-
viltà occidentale, in
prospettiva alleato
ma non subordinato
alle altre forze del cen-
tro-destra».
Di quest'area politi-
ca, assicura Silvio,
«Forza Italia è parte
costituente essenziale, ma non in-
tende assumere alcun ruolo egemo-
nico: al contrario, si mette al servi-
zio di un progetto più ampio, per
coinvolgere in una nuova politica
concreta,l'Italia migliore».
All’appello berlusco-
niano rispondono
molti dei movimenti
dell’area di centro, in
particolare quelli gui-
dati da Gianfranco Ro-
tondi, Lorenzo Cesa,
Maurizio Lupi, Stefa-
no Parisi. Mentre è
chiaro che la novità
non piace all’area del
partito che fa capo a
Giovanni Toti. «Ho ac-
cettato la carica di coordinatore
per andare a elezioni primarie: se
questo non sarà non intendo esse-
re complice di una disfatta di una
storia straordinaria, di chi non vuo-
le cambiare niente. Le mie dimis-
sioni sono sul tavolo».
Nel caso in cui ilboardazzurro
dovesse respingere le richieste di
Toti, non sono ancora chiare le in-
tenzioni dell’ex direttore del Tg4: ol-
tre alla carica di coordinatore, lasce-
rà anche il partito?
Nel caso Forza Italia patirebbe
una nuova scissione, la quarta del-
la sua storia. Stavolta, però, il Cav
non sembra affatto preoccupato. È
vero, con Toti se ne andrebbero
una decina di parlamentari, ma
elettoralmente parlando, secondo
le stime che si è fatto fare l’uomo di
Arcore, un movimento guidato dal
governatore ligure non avrebbe
grande presa sull’elettorato mode-
rato.
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Berlusconi lancia “Altra Italia” per aggregare i moderati
Totipensadilasciare?Silviofaunaltropartito
segue dalla prima
VITTORIO FELTRI
(...) sopprimere una perso-
na, sospendendo la sua
nutrizione, senza che que-
sta abbia fornito la propria
autorizzazione a procede-
re. Sarebbe una prevarica-
zione aggravata da una
sorta di sadismo. Quando
la Englaro venne elimina-
ta nella maniera che sap-
piamo, anche io, come tut-
ti, rimasi più che perples-
so: diciamo pure indigna-
to. Ma se Lucio Magri,
mio amico, non si sentiva
più in grado di sopravvive-
re al suo dolore e si è reca-
to in Svizzera, dove sponta-
neamente ha bevuto
l’amaro calice che gli ha
consentito il trapasso, ha
compiuto un gesto auto-
nomo, nessuno glielo po-
teva impedire.
Quindi, caro Pillon, si
faccia gli affari suoi e non
metta il becco nelle scelte
personali di un essere pa-
drone della propria vita.
I cristiani sono ostili al
suicidio? Benissimo, si
astengano dal compierlo,
chi li costringe ad andare
all’altro mondo? Ma se io,
per esempio, non sono un
credente e desidero com-
portarmi come mi pare,
magari di uccidermi possi-
bilmente senza patire, affi-
dandomi a una struttura
capace di condurmi, su
mia iniziativa, si intende,
nell’aldilà chi me lo può
impedire? Lei?
Insomma qui si reclama
il diritto di crepare, non di
ammazzare altri se non se
stessi.
Ma a te, Pillon, che te ne
frega se invece di attener-
mi ai dettami della tua reli-
gione affido il mio corpo -
l’anima è una faccenda
astratta - a Caronte? In al-
tri termini più aspri: fatti i
cazzi tuoi e non i miei.
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■Sulla polemica politica scoppiata nei confronti del
figlio 16enne di Salvini fotografato a bordo di una moto
ad acqua della Polizia a Milano Marittima, interviene an-
che la deputata leghista Simona Bordonali. L’onorevole
ha pubblicato su Facebook il post di uno dei suoi contatti
social: «Da figlio dell’Arma dei Carabinieri», scrive l’ami-
co della deputata sul noto social, «ho sempre visto polizia
e Arma dei Carabinieri accontentare i ragazzi di ogni età
e i bambini di tutta Italia nel farli salire sui loro mezzi nel
farglieli provare. Ciò al fine di creare un legame sempre
più stretto con le forze di polizia, creare entusiasmo, e
anche per fare pubblicità alle forze di polizia con l’aspetta-
tiva che dei giovani potranno un giorno farne parte. Tutto
questo entusiasmo bellissimo viene dimenticato e parte
soltanto una assurda strumentalizzazione politica».
Suicidio assistito
Se voglio crepare
sono solo
affari miei
Silvio Berlusconi (LaPresse)
LA LEGA PUNTUALIZZA
«Bambini sulle moto?
Si è sempre fatto così»
Il “giretto” sullo scooter d’acqua della Polizia
La lezione di Renzi:
«Lasciate stare
il figlio di Salvini»
L’ex leader del Pd si sottrae al coro stonato dei soliti moralisti
«L’errore è del padre, il ragazzo è soltanto un minorenne»
6
giovedì
1 agosto
2019
ITALIA