Il Sole 24 Ore - 01.08.2019

(vip2019) #1

Il Sole 24 Ore Giovedì 1 Agosto 2019 23


Norme & Tributi


PROFESSIONISTI E AZIENDE


I documenti. Dovranno essere messe nero su bianco natura, tempistiche ed estensione


delle procedure di valutazione dei rischi e le modalità dell’attività di controllo


Strategia generale e piano dettagliato


orientano l’esercizio della revisione


Pagina a cura di


Nicola Cavalluzzo


Valentina Martignoni


L’


attività del revisore ini-


zia con due adempi-


menti: la formulazione


della strategia generale


e la predisposizione del


piano di revisione.


Strategia e piano


Il primo si compone di un processo


che viene predisposto all'inizio del la-


voro ed è continuamente aggiornato.


Tiene conto di eventuali precedenti


incarichi ricevuti dalla stessa impresa


e delle discussioni con la società e con


i membri del team di revisione.


Nelle imprese di ridotte dimen-


sioni la strategia generale non costi-


tuisce un'attività particolarmente


complessa in quanto il team sarà


composto da pochi componenti, il


che rende più semplice il coordina-


mento e la comunicazione all'inter-


no del gruppo. Queste imprese soli-


tamente hanno un sistema di con-


trollo interno poco formalizzato e


quindi il piano di revisione sarà


maggiormente dettagliato.


Una volta definita la strategia, il re-


visore elabora il piano di revisione co-


sì come definito nel principio Isa Italia


. In questo documento dovranno


essere descritte:


natura, tempistica ed estensione


delle procedure di valutazione del ri-


schio (principio Isa Italia );


natura, tempistica ed estensione


delle procedure di revisione in rispo-


sta ai rischi (principio Isa Italia );


altre procedure di revisione da


svolgere in conformità ai principi


di revisione.


Una volta predisposto, il piano di


revisione è comunicato all'organo


gestorio anche allo scopo di riceve-


re assistenza e, se del caso, discute-


re circa le problematiche relative ai


rischi identificate dal revisore ov-


vero al concetto di significatività; il


tutto comunque finalizzato a far ac-


quisire al revisore una migliore co-


noscenza dell'impresa e del conte-


sto in cui la stessa opera.


Le carte di lavoro


Tutta l'attività di pianificazione deve


essere riportata nelle carte di lavoro


che dovranno anche evidenziare le


eventuali modifiche apportate al pia-


no di revisione e le loro ragioni. In


presenza di imprese di ridotte di-


mensioni è possibile riepilogare il


tutto in un memorandum di agile


consultazione (Isa Italia , para-


grafo A); ciò consentirà una sem-


plificazione della forma senza co-


munque far venire meno gli aspetti


salienti del piano di revisione.


Il revisore dovrà abituarsi a compi-


lare con estrema attenzione le carte di


lavoro che rappresenteranno in modo


chiaro l'adeguatezza delle procedure


poste in essere e consentiranno il rie-


same e l'approvazione delle stesse. A


tal fine sarà possibile utilizzare sia


programmi di revisione standard sia


check-list opportunamente adattate


alla peculiarità dell'incarico assunto.


L’organo di controllo


Nel caso in cui l'incarico di revisione


sia affidato all'organo di controllo


(monocratico o collegiale) occorre


tener presente che potrebbe trattar-


si sia di un soggetto diverso dal revi-


sore sia di un soggetto formato da


più componenti(collegio sindacale).


In tale ultima evenienza è necessa-


rio che l'organo di controllo (colle-


giale) tenga sempre presente l'uni-


tarietà della funzione del revisore e


quindi pur individuando modalità


GLI STRUMENTI


La «materialità» misura


l’impatto delle inesattezze


Essenziali gli elementi


probativi per supportare


il giudizio del revisore


Alla base della revisione esistono


concetti fondamentali che si utiliz-


zano sia in fase di pianificazione sia


in fase di esecuzione del lavoro. De-


cisamente il più importante è la ma-


terialità, alla quale è dedicato un


principio ad hoc (Isa Italia ) cui si


aggiunge l'acquisizione di elementi


probativi necessari per giunger a


conclusioni ragionevoli su cui fon-


dare l'opinione.


Il concetto di materialità


il principio della materialità (o signi-


ficatività) è un “elemento” impor-


tante, utilizzato sia ai fini della piani-


ficazione sia dello svolgimento delle


procedure di revisione e della valuta-


zione degli effetti sul bilancio degli


errori identificati e non corretti.


Il principio di revisione Isa Italia


 contiene la definizione della ma-


terialità, secondo cui «gli errori, in-


cluse le omissioni, sono considerati


significativi se ci si possa ragionevol-


mente attendere che essi, considerati


singolarmente o nel loro insieme, si-


ano in grado di influenzare le deci-


sioni economiche prese dagli utiliz-


zatori sulla base del bilancio». Per


applicare appropriatamente il con-


cetto di significatività nella pianifi-


cazione e svolgimento della revisio-


ne, la prassi prevede la definizione di


tre livelli di materialità:


 la “overall materiality” o materia-


lità complessiva, che rappresenta la


significatività rispetto al bilancio nel


suo complesso;


la “performance materiality” o


materialità operativa, che rappre-


senta l'importo stabilito dal reviso-


re in misura inferiore alla signifi-


catività per il bilancio nel suo com-


plesso, al fine di ridurre ad un livel-


lo appropriatamente basso la


probabilità che l'insieme degli er-


rori non corretti e non individuati


superi la significatività per il bilan-


cio nel suo complesso;


il “de minimis Sum posting level”


o importo minimo, che rappresenta


l'importo al di sotto del quale gli er-


rori identificati e non corretti sono


considerati trascurabili e pertanto


non inseriti nel riepilogo delle diffe-


renze di revisione (Sum sta per sum-


mary of unadjusted misstatements).


Vi sono diverse metodologie di


stima della materialità. Tra queste la


più utilizzata è il “metodo semplice”


che consiste nell'applicazione di una


percentuale ad un valore di riferi-


mento scelto, utilizzando i parametri


elencati nella tabella qui sotto.


Gli elementi probativi


Gli elementi probativi sono necessa-


ri per supportare il giudizio del revi-


sore e la relazione di revisione. Essi


sono di natura cumulativa e si ac-


quisiscono principalmente median-


te le procedure svolte nel corso della


revisione contabile. Gli elementi


probativi comprendono sia le infor-


mazioni che supportano e avvalora-


no le asserzioni della direzione, sia


qualunque informazione in contra-


sto con tali asserzioni. Inoltre, in al-


cuni casi, il revisore tiene conto an-


che della mancanza di informazioni


che costituisce quindi un elemento


probativo (principio di revisione Isa


Italia , sezione A).


Tra gli elementi probativi che il


revisore deve acquisire prima di rila-


sciare il suo giudizio sul bilancio si


segnala quanto previsto dal princi-


pio Isa Italia , cioè le attestazioni


scritte che gli amministratori della


società revisionata devono rilasciare


sul fatto di aver adempiuto alle loro


responsabilità relative alla redazio-


ne del bilancio in conformità al qua-


dro normativo sull'informazione fi-


nanziaria applicabile, incluso ove


pertinente la sua corretta rappresen-


tazione, come stabilito nei termini


dell'incarico di revisione. L'attesta-


zione deve inoltre contenere la di-


chiarazione della direzione che tutte


le operazioni sono state registrate e


riflesse nel bilancio.


I limiti dell'attività di revisione


L'attività di revisione diretta ai due


obiettivi indicati sopra, incontra poi


dei limiti intrinseci che il principio di


revisione Isa Italia  individua nel


paragrafo A. Non ci si attende che


il revisore annulli il rischio di revisio-


ne, né che sia in grado di farlo, e


quindi non si può ottenere una sicu-


rezza assoluta che il bilancio non


contenga errori significativi dovuti a


frode o a comportamenti o eventi in-


tenzionali. Ciò in quanto nella revi-


sione contabile sussistono limiti in-


trinseci che rendono di natura per-


suasiva, piuttosto che conclusiva, la


maggior parte degli elementi proba-


tivi dai quali il revisore trae le sue


conclusioni e sui quali egli basa il


proprio giudizio. I limiti intrinseci


della revisione contabile derivano


dalla natura dell'informativa finan-


ziaria, dalla natura delle procedure


di revisione e dalla necessità che la


revisione contabile si svolga in tempi


e a costi ragionevoli.


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di organizzazione del lavoro da


esercitarsi singolarmente, tali atti-


vità saranno necessariamente sog-


gette al riesame del collegio.


La peculiarità dell'organo risulta


evidente in presenza del dissenso.


In tal caso il sindaco revisore dis-


senziente potrà dare evidenza al


proprio pensiero nelle carte di la-


voro comunicando tale nota ai


componenti del collegio. Una volta


analizzate le ragioni del sindaco


dissenziente, gli altri due sindaci,


laddove ritengano di confermare la


propria posizione, dovranno com-


pletare la nota di commento con i


motivi che li hanno indotti a non


considerare la diversa opinione del


sindaco dissenziente.


L'attività del collegio normalmen-


te è organizzata dal presidente che


pur non avendo compiti aggiuntivi


coordina le attività dell'organo. Nella


prassi il coordinamento dell'attività


di revisione viene assunta da uno


qualunque dei membri del collegio


che in ogni caso sarà successivamen-


te riesaminata collegialmente. In tale


evenienza è opportuno comunicare


alla società il nominativo di colui a


cui dovrà essere indirizzata tutta la


corrispondenza relativa alla revisio-


ne. Laddove riscontri criticità dovrà


ovviamente comunicarle agli altri


componenti.


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QUOTIDIANO


DEL FISCO


REVISIONE LEGALE


Carte da conservare


per dieci anni


Individuate le risposte generali di


revisione, le stesse devono


trovare adeguata


formalizzazione nelle carte di


lavoro. Tra le attività che il


revisore deve documentare


rientra, tra le altre, il livello di


efficacia del sistema di controllo


interno delle società revisionate.


— N. Cavalluzzo e T. Drago


Il testo integrale dell’articolo su:


quotidianofisco.ilsole24ore.com


QdF


1 Quando la Srl è obbligata al revisore


La legge di conversione del decreto “sblocca-cantieri” (la


55/2019) ha stabilito i limiti che obbligano le Srl a nominare


l'organo di controllo o il revisore e che sono:



  • 4 milioni di attivo di stato patrimoniale;

  • 4 milioni di ricavi;

  • 20 dipendenti occupati in media durante l'esercizio.


È sufficiente superarne solo uno per due esercizi consecutivi


per doversi avvalere di una struttura o di un professionista per


l’analisi dei conti


I CARDINI


I PARAMETRI


2 Cosa dice il principio Isa Italia 300


Il revisore deve definire una strategia generale di revisione che ne


stabilisca portata, tempistica e direzione e che guidi


l’elaborazione del piano di revisione. In particolare, il revisore


deve, tra l’altro, identificare le caratteristiche dell’incarico che ne


definisconola portata; determinare gli obiettivi dell’incarico con


riferimento alle relazioni, per pianificare la tempistica della


revisione e la natura delle comunicazioni previste; considerare i


fattori che, secondo il giudizio professionale del revisore, sono


significativi nell’indirizzare il lavoro del team di revisione


LA STRATEGIA GENERALE


3 Conseguenza della strategia generale


Una volta definita la strategia, il revisore elabora il piano di


revisione così come definito nel principio Isa Italia 300. In questo


documento dovranno essere descritte:



  • natura, tempistica ed estensione delle procedure di valutazione


del rischio (principio Isa Italia 315);



  • natura tempistica ed estensione delle procedure di revisione in


risposta ai rischi (principio Isa Italia 330);



  • altre procedure di revisione conformi ai principi


IL PIANO DI REVISIONE


Programma


da rendere


noto


all’organo


gestorio


L’obiettivo


è acquisire


una buona


conoscenza


dell’azienda


VALORI DI
RIFERIMENTO MINIMA MASSIMA

Risultato


operativo


3 7


Ricavi o costi 1 3


Totale attivo 1 3


Patrimonio


netto


3 5


Il «metodo semplice»


Dati in %


Il dissenso


di uno


dei sindaci


deve essere


annotato


nelle carte


di lavoro


e discusso


dagli altri


componenti


Terzo di una serie di puntate


Le precedenti sono state pubblicate


sul Sole 24 Ore del 30 e del 31 luglio

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