Le Scienze - 08.2019

(Ann) #1

Homo sapiens


ordinario di paleoantropologia alla Sapienza Università di Roma;
socio corrispondente dell’Accademia Nazionale dei Lincei

di Giorgio Manzi

16 Le Scienze 6 12 agosto 2019


Antenati siberiani

Analizzato il DNA dei progenitori dei primi
Homo sapiens che popolarono le Americhe

L

i hanno chiamati «Antichi Siberiani
del Nord» (ANS). Sono i progenitori
dei primi Homo sapiens che penetra-
rono da Bering nelle Americhe, popolando il
continente da nord a sud nel tardo Pleistoce-
ne e poi nell’Olocene. È la prima volta che un
legame genetico così stretto viene registrato
fuori dal territorio americano. Lo studio è ap-
parso sulle pagine di «Nature» il mese scorso.
Il DNA degli ANS è stato estratto da due
denti da latte: gli unici resti umani che sono
stati rinvenuti in un esteso sito archeologi-
co vicino al Fiume Yana, nell’estrema Siberia
nord orientale, datato a circa 32.000 anni dal
presente. Il sito, noto come Sito del Corno di
Rinoceronte, era stato scoperto nel 2001 e
negli anni ha restituito più di 2000 manufat-
ti in osso e in avorio, oltre a strumenti in pie-
tra e a resti di capanne. L’insieme dei dati rac-
colti mostra che questi uomini del Paleolitico
si erano adattati a condizioni climatiche estre-
me, erano molto mobili sul territorio e viveva-
no prevalentemente di caccia a mammut, ri-
noceronti lanosi e bisonti.

Più europei che asiatici
Il loro genoma ci dice molto. Si stima che
la popolazione a cui appartenevano quei den-
ti da latte doveva essere composta da circa 40
individui. A differenza dei Neanderthal, di po-
co più antichi, questa popolazione di Homo
sapiens non sembra avere sofferto di endoga-
mia, ma piuttosto mostra di essere stata in re-
lazione esogamica con una rete di altre popo-
lazioni, composta nel suo insieme da almeno
500 persone.
I ricercatori hanno esteso lo studio al con-
fronto con 34 campioni di DNA umano pro-
veniente da siti di varia antichità, che spazia-
no dalla Russia centrale alla Siberia. Da qui
emerge un dato che la morfologia dei nati-
vi americani da tempo suggeriva e cioè che
questi ANS, probabili progenitori sia degli in-
dios sudamericani sia di parte degli indiani

del Nord America, sarebbero geneticamente
più prossimi agli europei che non agli asiatici,
come se, subito dopo la divergenza tra questi
due grandi ceppi umani, gli ANS fossero mi-
grati nella Siberia più settentrionale da occi-
dente (e non dal Sudest asiatico).

Un anello tra le due sponde
Gli ANS sarebbero pertanto alla radice
della variabilità genetica che si osserva og-
gi in una vasta area, compresa fra Asia e Sud
America, come fossero una sorta di anello
che ancora mancava per la piena connessio-
ne filogenetica fra le due sponde dell’Ocea-
no Pacifico, combinando il DNA delle attua-
li popolazioni di lingua paleosiberiana e dei
nativi americani. Probabilmente non da so-
li, però. Nello stesso studio si dimostra infatti
che gli ANS si sarebbero in seguito mescolati
con uomini di origine più propriamente asia-
tica. Questa conclusione si basa sull’analisi del
DNA di un individuo di sesso maschile, rinve-
nuto in un sito siberiano ancora più prossimo
a Bering, lungo il corso del fiume Kolyma, e
datato a circa 10.000 anni dal presente. L’indi-
viduo mostra una combinazione fra il DNA de-
gli ANS a quello di popoli dell’Asia orientale,
risultando simile a quella dei nativi americani.
La storia dei discendenti degli ANS è
in parte già nota e viene sempre meglio
documentata da un insieme di dati archeolo-
gici, antropologici e genetici, che si sono accu-
mulati nei decenni scorsi e in particolar modo
negli ultimi anni. Abbiamo così acquisito im-
portanti informazioni sulle vicende popola-
zionistiche che si sono verificate a partire dai
tempi dell’ultimo massimo glaciale (il periodo
più rigido della più recente glaciazione), quan-
do gruppi nomadi di cacciatori-raccoglitori at-
traversarono ponti di terra oggi scomparsi.
Poi, in almeno tre grandi ondate di diffusione
e seguendo due principali rotte (una costiera e
l’altra più interna), colonizzarono le Americhe
nel corso degli ultimi 20.000 anni.
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