Le Scienze - 08.2019

(Ann) #1
La finestra di Keplero

professore associato di astronomia e astrofisica
al Dipartimento di fisica dell’Università di Roma Tor Vergata

di Amedeo Balbi

http://www.lescienze.it Le Scienze 17

Un drone per il cielo di Titano

La sonda Dragonfly della NASA volerà nell’atmosfera
della luna di Saturno e si poserà più volte sulla superficie

I

n questa rubrica non mi sono finora mai
occupato di Titano, ed è piuttosto sor-
prendente. La più grande luna di Satur-
no è un posto straordinario, unico nel sistema
solare. Tanto per dirne una: è il solo luogo, a
parte la Terra, ad avere contemporaneamente
un’atmosfera, una superficie solida e del liqui-
do che scorre sulla superficie stessa.
Solo che, a differenza del nostro pianeta, il
liquido non è acqua, ma una miscela di idro-
carburi, prevalentemente metano ed etano.

Perché tornare
In effetti, Titano potrebbe sembrare una
bizzarra versione a bassissima temperatura di
pianeta terrestre: il termometro laggiù stazio-
na attorno ai -180 °C, tuttavia su Titano ci so-
no fiumi e laghi, spiagge e montagne, e molto
probabilmente precipitazioni e un ciclo geolo-
gico simile a quello dell’acqua qui sulla Terra.
È anche possibile che, come molte altre lune
dei pianeti giganti, anche Titano abbia acqua
liquida nel sottosuolo. C’è inoltre una tale ab-
bondanza di composti del carbonio da rende-
re Titano il paradiso dei chimici organici. Cosa
ancora più interessante, su Titano potrebbero
avere luogo reazioni simili a quelle che, forse,
avvenivano sulla Terra primordiale quando è
apparsa la vita.
Si tratta insomma di un laboratorio natu-
rale per investigare la chimica prebiotica e le
condizioni che rendono un pianeta potenzial-
mente abitabile. Naturalmente, se la vita aves-
se davvero trovato una strada su Titano (cosa
che, per quanto ne sappiamo al momento, non
è molto probabile), si tratterebbe di qualcosa
di lontanissimo da ciò a cui siamo abituati.
Queste sono solo alcune delle ragioni per
cui vale la pena studiare Titano più da vici-
no. Quasi tutto quello che sappiamo sulla fred-
da luna di Saturno ce lo ha svelato la missione
Cassini-Huygens dell’Agenzia spaziale euro-
pea (ESA), terminata ormai da qualche anno
(si veda il numero di settembre 2017). In parti-

colare, la discesa di Huygens su Titano, nel
2005, è stata un’impresa straordinaria, che
non solo ci ha mostrato le prime immagini
ravvicinate della superficie del satellite, ma ha
anche dato all’ESA un posto importante nella
storia dell’esplorazione spaziale.

Maratoneta da record
Ora, però, la NASA ha deciso di alzare la po-
sta, con una missione che sembra arrivare di-
rettamente dalla fantascienza. Di recente,
l’agenzia statunitense ha approvato la realiz-
zazione di una sonda automatica da quasi un
miliardo di dollari, che sarà in grado di vola-
re attraverso la densa atmosfera di Titano, per
posarsi in diversi punti della sua superficie. La
sonda, che si chiamerà Dragonfly e la cui par-
tenza è attualmente prevista per il 2026, si
sposterà grazie a otto rotori simili a quelli dei
droni terrestri, e sarà alimentata da una batte-
ria a radioisotopi.
Potrà compiere tragitti massimi di circa ot-
to chilometri, ognuno dei quali durerà quanto
un giorno su Titano (circa 16 giorni terrestri),
per una durata complessiva di quasi tre anni
(tuttavia la batteria potrebbe durare anche ot-
to anni, un’eventualità che rende quantome-
no possibile ipotizzare un’estensione della
missione). Il che dovrebbe portare Dragonfly
non solo a essere una delle pochissime son-
de che volerà nell’atmosfera di un altro mon-
do, ma anche a essere quella che percorrerà
più strada: la NASA prevede una distanza to-
tale sulla superficie di Titano di circa 175 chilo-
metri, ovvero più del doppio di quella percor-
sa da tutti i rover marziani.
Dragonfly fotograferà dunque la superfi-
cie di Titano, sorvolerà i suoi laghi, i suoi fiu-
mi e le sue montagne, raccoglierà dati sull’at-
mosfera e sulla chimica, e insomma ci darà un
quadro davvero approfondito di questo mon-
do incredibile. C’è ancora parecchio da aspet-
tare, però, perché l’arrivo non è previsto pri-
ma del 2034.

Una sonda automatica.
La partenza della missione Dragonfly
della NASA è prevista per il 2026, ma
il suo arrivo su Titano, che esplorerà
muovendosi nella sua densa atmosfera,
non è previsto prima del 2034.

Cortesia NASA/JHU-APL
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